Il Gabinetto Scientifico Letterario Vieusseux organizza martedì 9 settembre, alle ore 17.30, presso la Sala Ferri, in Palazzo Strozzi a Firenze, la presentazione della prima traduzione integrale in lingua tedesca del Giornale di guerra e di prigionia di Carlo Emilio Gadda: Im grausamen Pandämonium der Geschichte. Tagebuch aus Krieg und Gefangenschaft (1915-1919), pubblicata dal prestigioso editore berlinese Matthes & Seitz – Friedenauer Presse.
Intervengono Paola Italia (massima esperta di Gadda e curatrice dell’edizione italiana del libro), Arnaldo Liberati (erede dello scrittore) e la traduttrice Katharina List (Università di Eichstätt).
“Un incontro di grande spessore letterario e davvero unico. Sarà ricordata – spiega il direttore Michele Rossi – dalla maggiore studiosa di Carlo Emilio Gadda, Paola Italia, dell’università di Bologna, curatrice delle sue opere pubblicate da Adelphi, dalla traduttrice e studiosa dell’università di Eichstätt Katharina List nonché da Arnaldo Liberati, unico erede del fondo archivistico dello scrittore, una delle figure più importanti della letteratura italiana. Coltissimo narratore, umanista maniacale e sperimentatore della potenza della parola, l‘autore milanese ha vissuto a Firenze dal 1940 al 1950, e in questa città si legò alle maggiori riviste, come «Solaria», in cui uscirono i bozzetti de La Madonna dei filosofi e Il castello di Udine, e «Letteratura», dove vennero pubblicati a puntate dal ’38 al ’41 La cognizione del dolore e Quer pasticciaccio brutto de via Merulana tra il ’46 e il ’47. E fu grazie all’ex compagno di prigionia di guerra (come sarà ricordato durante l’incontro) Bonaventura Tecchi, germanista e direttore del Gabinetto Vieusseux dal ’25 al ‘29, che entrò in contatto con l’ambiente letterario di questa città: da Eugenio Montale a Umberto Saba, da Carlo Bo fino a Gianfranco Contini, ma soprattutto con Alessandro Bonsanti a cui lasciò le sue carte private, che ancora oggi orgogliosamente e gelosamente conserviamo all’Archivio Contemporaneo”.
Il tenente Carlo Emilio Gadda parte volontario per la Prima guerra mondiale, convinto della necessità di fare qualcosa per la sua “porca patria” e di opporsi al “Germanesimo strapotente”. Presto, però, l’idealismo, il senso del dovere e l’amore per l’ordine del futuro ingegnere si scontrano con la realtà bellica dominata dal caos e dalla disorganizzazione, mentre mancano le agognate occasioni di compiere gesta eroiche.
Il diario racconta la vita quotidiana al fronte, in montagna; registra senza pietà l’incompetenza dei generali e il mediocre equipaggiamento dei soldati. Gadda si scaglia contro scansafatiche e codardi, ma tratteggia anche un profilo psicologico del popolo italiano. Il conflitto più acceso però è quello che combatte dentro di sé, contro la sua eccessiva sensibilità, ostacolo continuo nei rapporti interpersonali.
Durante la battaglia di Caporetto cade prigioniero dei tedeschi, soffre fame, freddo e crisi morali, ma scrive anche i suoi primi testi letterari e studia intensamente la lingua del nemico, il tedesco. L’acuta capacità di osservazione, l’irrefrenabile sperimentazione linguistica e un’emotività impetuosa rendono questo diario un documento unico non solo dal punto di vista storico, ma anche per lo studio dell’autore: si tratta dell’atto di nascita del più grande scrittore italiano del Novecento.