Tre giovani della zona di Firenze – uno di 15 anni, gli altri di 17 anni – sono stati individuati e denunciati alla procura minorile dai carabinieri di Bibbona, Livorno, per l’aggressione a un 20enne del posto. I tre provenienti dall’area di Firenze sono stati denunciati a vario titolo: lesioni personali in concorso, reato di porto abusivo d’arma- uno di loro aveva un machete con lama di 35 centimetri – esibizione di documenti falsi e furto del cellulare del 20enne mentre questo era privo di sensi.
Tre giovani della zona di Firenze – uno di 15 anni, gli altri di 17 anni – sono stati individuati e denunciati alla procura minorile dai carabinieri di Bibbona, località turistica sulla costa di Livorno, per l’aggressione a un 20enne del posto, episodio risalente alla sera del 2 luglio scorso. Le indagini hanno tratto impulso dalla querela presentata dal 20enne, che venne aggredito, “per futili motivi”, in un locale di Bibbona mentre era con un amico, fino allo svenimento. I tre provenienti dall’area di Firenze sono stati denunciati a vario titolo: un 17enne e il 15enne per lesioni personali in concorso, oltre al reato di porto abusivo d’arma per il 17enne – alla perquisizione gli hanno trovato addosso un machete con lama di 35 centimetri – e di falso materiale per il 15enne (ha esibito ai carabinieri un attestato di identità equipollente a un documento con data di nascita alterata).
All’altro 17enne è stato contestato ‘solo’ il furto del cellulare del 20enne mentre questo era privo di sensi.
Nelle indagini i carabinieri sarebbero arrivati al riconoscimento dell’aggressore fra alcuni giovani nella zona della stazione ferroviaria. Subito perquisito, alla ricerca di armi, gli è stat trovata una pochette contenente il cellulare sottratto alla vittima. Date le circostanze, oltre all’esame delle testimonianze, sono state analizzate le immagini di videosorveglianza acquisite dalla zona dell’aggressione.
I carabinieri hanno stabilito che uno dei 17enni e il 15enne sarebbero stati gli autori dell’aggressione, mentre l’altro 17enne si sarebbe impossessato del cellulare, approfittando dello svenimento della vittima. Il cellulare rubato è poi stato riconsegnato alla vittima, mentre l’arma impropria e il documento contraffatto sono stati posti in sequestro.