Sab 20 Apr 2024

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Un giro tra i mulini del Chianti

Greve in Chianti, attraverso i mulini riscopriamo le origini medievali del Chianti.

I mulini hanno rappresentato la rivoluzione del Medioevo: il mulino ad acqua diventa il principale sistema produttivo dell’epoca, integrandosi e sostituendosi a quella animale e fornendo la fonte di sostentamento più diffusa ed accessibile ai fattori che abitavano nella campagna toscana.

Il Chianti infatti pullula di mulini da riscoprire e valorizzare, lungo la Greve e la Pesa la cui storia, religiosa, economica e leggendaria si lega all’attività della macinazione del grano. Infatti, l’uso più comune era quello legato alla macinatura dei cereali, il fattore o l’affittuario del terreno portava il grano al mugnaio, dipendente solitamente di una famiglia nobile, che lo trasformava in farina.

Uno di questi è il Mulino del Piano di Montagliari, che era anche un frantoio, di origine tardo-medievali. Uno degli esempi più conservati anche grazie all’opera di restauro del suo proprietario Mario Giubbi che ha avviato, dall’acquisto della struttura, un percorso di conoscenza e ricerca storica e valorizzazione.

Della struttura architettonica, della gestione economica del mulino si è parlato in uno dei due appuntamenti promosso dal Comune di Greve.

L’assessore alla cultura, Lorenzo Lotti, commenta: “in collaborazione con i volontari e gli appassionati del Gruppo San Michele Gev del Chianti abbiamo organizzato due appuntamenti, molto seguiti dal pubblico che hanno acceso, al fianco di esperti, architetti, agronomi, storici, archeologi, focus insoliti su alcune delle antiche strutture del nostro territorio da salvare e salvate che rivelano pagine della storia e dell’identità del Chianti, il primo è il Mulino del piano di Montagliari, il secondo è la chiesa romanica di San Piero a Sillano”.

Nel territorio di Greve in Chianti e nell’alta Val di Greve i mulini presenti sono oltre 15. “Abbiamo documenti e cartografie – aggiunge Andrea Garuglieri, presidente del Gev – che attestano la presenza di mulini nelle aree di Greti, Ferrone Lamole Le Corti e Montagliari, le cui origini più antiche risalgono al quattordicesimo secolo”.

“La nostra idea – conclude l’assessore – in collaborazione con i proprietari è quella di coinvolgere in futuro i giovani e le nuove generazioni in un percorso educativo, didattico, culturale che avvicini le persone alla conoscenza della cultura rurale del nostro territorio. La storia passa dalla scoperta delle risorse ambientali e delle presenze architettoniche che testimoniano tracce importante del passato del Chianti, un territorio che vale la pena vivere ed esplorare attraverso esperienze dirette e all’aperto”.

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