Normale, Barone: non mi hanno dato modo di spiegare progetto

Così Vincenzo Barone, intervistato dall’ANSA,  ricostruisce l’ultimo mese di polemiche interne alla Normale culminate con le sue dimissioni da direttore presentate oggi.

“Mi accusano di scarsa condivisione di un progetto, peraltro ideato completamente dal Governo, ma in meno di un mese era già tutto deciso e non mi hanno neppure dato
il tempo di spiegarlo”.
“Bastano le date – spiega – a comprendere l’inusuale accelerazione che c’è stata: l’11 dicembre ho illustrato alla conferenza d’Ateneo il provvedimento del governo” ma già alla
successiva conferenza d’ateneo, una settima dopo, “è stata avanzata la richiesta di dimissioni, condivisa anche dai docenti, da parte degli studenti. Tutto ciò mentre ho continuato a fare incontri al ministero per relazionare sull’intera vicenda. Nei giorni 20 e 21 dicembre sono stato male, lo testimoniano i certificati medici, e dunque si è arrivati alla
scadenza di oggi, che era la prima utile dopo la pausa natalizia. Non vedo come avrei potuto informare più tempestivamente di come ho fatto: lo statuto prevede che certi
passaggi si facciano negli organi preposti, l’ho rispettato”.
Barone parla anche delle “invasioni di campo della politica, con un attacco all’autonomia universitaria”: “Al Senato accademico ho inviato anche una lettera del ministro che
ripercorre l’intera vicenda e precisa che si tratta di una decisione sulla quale io non ho avuto alcuna influenza e non posso per questo essere attaccato se all’interno della Lega si
vive una gigantesca contraddizione interna e se in questo dibattito è del tutto sparito il M5s”.

“Ciò che è capitato a me – sottolinea – è quello che gli storici definiscono sommossa,
ovvero una coalizione di interessi tra loro anche contrastanti che per risolvere i propri malesseri decidono di abbattere il capo. Vedremo cosa succederà quando questi interessi torneranno a divergere tra loro”.
Infine Barone ribadisce che la soluzione finale della nuova Scuola superiore al sud, “di cui continuo a ritenere ce ne fosse assolutamente bisogno e ritengo di avere convinto tutti, tranne qualcuno alla Normale e al Comune” non è la migliore possibile perché “è la solita scuola superiore che nasce da una costola di una università, e per quanto auspico i migliori successi alla Federico II, senza avere come incubatore un’eccellenza assoluta
come la Normale che avrebbe potuto aiutarla nel corso di tre anni di sperimentazione a ritagliarsi uno spazio migliore, con fondi in nessun caso sottratti a Pisa perché vincolati a
progetti per il Sud, ho qualche perplessità in più che l’esperimento vada a buon fine”.

Il Senato accademico della Normale ha invece reso noto di aver ” preso  atto che il direttore ha ritenuto opportuno evitare, vista la netta presa di posizione di tutte le componenti della
Scuola a favore della mozione di sfiducia, un’ultima inutile prova di forza rassegnando le sue dimissioni”.
Il Senato accademico poi “deplora la tendenziosa e strumentale campagna mediatica orientata a interferire con la fisiologica dialettica interna della Scuola, condanna
l’ingerenza politica nelle scelte interne della Scuola, ribadendo il ruolo primario dell’autonomia universitaria” e  “confida che con questo atto la Normale possa chiudere una
pagina travagliata e senza precedenti nella sua storia, augurandosi al contempo che ciò rappresenti un primo necessario passaggio per recuperare armonia, condivisione e serenità
necessarie alla vita e sviluppo della Scuola”.

“Non spetta a me commentare le scelte interne della Normale o del suo direttore . La mia è stata una battaglia per la città di Pisa, troppo spesso in passato depauperata delle
proprie eccellenze”. Qeusto il commento del sindaco di Pisa  Michele Conti, le dimissioni del direttore Vincenzo Barone. Nelle scorse settimane Conti era stato insieme al deputato leghista Edoardo Ziello al Miur per esprimere contrarietà al progetto di una
Scuola Normale al Sud.
“La Normale è qui da 208 anni, rimane a Pisa continuando a portare avanti progetti di apertura e collaborazione con le università e con gli altri istituti di eccellenza – conclude il
sindaco -. Auspico per la Scuola Normale che dopo questa vicenda corpo docente, studenti e ricercatori sappiano ritrovare l’armonia necessaria per continuare a rappresentare
quell’eccellenza che caratterizza l’ateneo in tutto il mondo”.

Mi amareggiano molto le dimissioni del direttore della Scuola Normale di Pisa Vincenzo Barone che voglio ringraziare per la qualità e lungimiranza del lavoro svolto fino ad oggi” dice  in una nota dichiara la senatrice PD Valeria Fedeli.
“La ferma contrarietà della Lega, con il sindaco di Pisa in prima linea, alla fondazione di una Scuola Normale al Sud d’Italia con sede a Napoli ha purtroppo condizionato anche studenti e corpo docente. Da qui – aggiunge la parlamentare – la scelta di Barone di dimettersi. Ma tale opposizione non ha valide ragioni se non quelle di uno sterile campanilismo
cavalcato da un partito che, nonostante la propaganda, resta contro il Sud. Non solo il modello proposto da Barone è quello perfettamente funzionante in Francia dove convivono, con grandi vantaggi per la qualità dell’offerta formativa e del livello di
ricerca scientifica, ben quattro Scuole Normali Superiori, ma l’iniziativa aveva anche il grande pregio di portare una proposta concreta per la crescita culturale proprio del
Mezzogiorno”.

 

Normale Pisa: Barone si dimette “Per No a programma”

Dimissioni “inevitabili” per “il forte dissenso interno che si è immediatamente sviluppato su questo e altri elementi chiave del mio programma di mandato”, perché “non sono e non potrei mai essere un direttore che non cerchi di realizzare il mandato per cui è stato eletto”, e il progetto di una “Normale al Sud ha sempre fatto parte del mio programma di mandato”. E’ quanto afferma, nella lettera di dimissioni recapitata al Senato accademico, il direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, Vincenzo Barone.

Riferendosi al progetto di una Normale al Sud, Barone spiega che “la scuola così costruita doveva poi poggiarsi interamente sulle proprie gambe e camminare da sola: la Scuola Normale Superiore di Pisa doveva solo essere il miglior ‘incubatore’ possibile. Già l’articolo di legge approvato alla Camera non corrispondeva esattamente a questo progetto, ma, soprattutto, la versione finale approvata il 30 dicembre scorso rappresenta un completo stravolgimento dell’idea iniziale, ricondotta all’ennesima scuola locale, filiazione di un’università madre e senza nessuna autonomia”.

Infine, Barone sottolinea che “la mozione di sfiducia al direttore è stata introdotta da me per la prima volta nello statuto della scuola” ma segnala con amarezza “l’accelerazione inusuale dell’insoddisfazione generale, peraltro durante una mia assenza per malattia”.

“Non spetta a me commentare le scelte interne della Normale o del suo direttore che, a quanto si apprende, sarebbe dimissionario. La mia è stata una battaglia per la città di Pisa, troppo spesso in passato depauperata delle proprie eccellenze”. Commenta così il sindaco pisano Michele Conti, le dimissioni del direttore Vincenzo Barone. Nelle scorse settimane Conti era stato insieme al deputato leghista Edoardo Ziello al Miur per esprimere contrarietà al progetto di una Scuola Normale al Sud.

“La Normale è qui da 208 anni, rimane a Pisa continuando a portare avanti progetti di apertura e collaborazione con le università e con gli altri istituti di eccellenza – conclude il sindaco -. Auspico per la Scuola Normale che dopo questa vicenda corpo docente, studenti e ricercatori sappiano ritrovare l”armonia necessaria per continuare a rappresentare quell’eccellenza che caratterizza l”ateneo in tutto il mondo”.

“Le dimissioni del direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, Vincenzo Barone, sono il giusto epilogo di una vicenda che rischiava di svuotare una delle identità più prestigiose del nostro territorio con progetti non concordati con i docenti, né con gli studenti. In ogni caso, massimo rispetto per Barone, pur non avendone condiviso i metodi da direttore. Rimango umilmente a disposizione del corpo docenti e degli studenti de la Normale per cercare di promuovere e valorizzare ancora di più la nostra eccellenza accademica territoriale”. Così il deputato pisano della Lega Edoardo Ziello.

Pisa, striscioni a Università Normale: “Barone dimettiti”

Striscioni sono stati esposti stamani alla Normale di Pisa con la scritta ‘Barone dimettiti’ da alcuni convitti del prestigioso istituto superiore universitario.

La stessa scritta, riferita al rettore Barone, è comparsa all’ora di pranzo sui maxi schermi della mensa della Normale, dopo che qualcuno ha hackerato il sistema interno che proietta il menu giornaliero. Nei giorni scorsi gli allievi avevano presentato una mozione di sfiducia che sarà discussa e votata nelle prossima seduta del Senato accademico il 9 gennaio.

Ma il clima nella Scuola anticipa la conferenza di ateneo fissata domani e durante cui il direttore Vincenzo Barone potrebbe rassegnare le dimissioni dopo le polemiche esplose per il progetto di uno ‘sdoppiamento’ della Normale con l’apertura di una sede a Napoli. Iniziativa da lui caldeggiata e poi stoppata dal governo che ha istituito una nuova scuola superiore universitaria al Sud, presso la Federico II, rinunciando però ad affiliarla alla Scuola.

Università: Rettore Pisa, impossibile promuovere le donne

Vincenzo Barone, rettore dell’Università di Pisa, ha denunciato la situazione di scarsa opportunità lavorativa per le donne in ambito accademico. Sulle sue parole sono intervenuti anche Catizone del Pd e Pedrazzini di Forza Italia

“Ogni volta che si tratta di valutare o proporre il nome di una donna per un posto da docente, si scatena il finimondo”. Lo denuncia in una intervista il rettore della Normale di Pisa, Vincenzo Barone.

“Si parla di tutto – spiega Barone – meno che di preparazione, merito e competenze, che dovrebbero essere i soli criteri per valutare un accademico”. Si tratta spesso, fa sapere, “di calunnie belle e buone, con l’aggiunta, come accaduto in anni recenti, di lettere anonime e notizie false diffuse ad arte”. Riguardo ai contenuti riferisce: “Offensivi, con espliciti riferimenti sessuali, volgari e diffamatori. Anche se missive anonime sono state utilizzate per colpire pure candidati uomini” ma “se per gli uomini in genere il copione è quello di additare il maestro che vuole proteggere l’allievo prediletto – aggiunge – per le donne c’è l’aggiunta di risvolti volgari e riferimenti alla vita privata, del tutto inaccettabili e per di più falsi. Non mi stupirei, visto il clima, di vedere prima o poi anche attacchi magari sulle tendenze omosessuali di qualcuno”.

“Le parole del rettore della Normale di Pisa Vincenzo Barone, sulla difficoltà a promuovere le docenti donne, sono sconfortanti ma totalmente veritiere. E purtroppo non sono circoscritte solo all’ambito accademico.
Servono più atti di coraggio come questo. Il fatto poi che la denuncia venga fatta da un uomo testimonia la gravità della situazione. Nessun piagnisteo al femminile, quindi, ma la constatazione di uno stato di continuo sopruso. La presenza delle donne nei posti di lavoro peraltro è un tema che deve interessare tutti. I numeri e non le opinioni personali dimostrano chiaramente gli effetti positivi che ai determinano in termini di qualità e produttività. La violenza contro le donne nel nostro Paese non è solo fisica ma anche psicologica.
L’accesso a posizioni apicali è certo molto più complessa per le donne. È un grave problema di carattere culturale e strutturale. Di sicuro questo governo peggiora la situazione.
Nelle Università sono ancora poche le donne Rettori, Presidi e, come in altri ambiti professionali, se sei una donna sei obbligata ad un sforzo superiore rispetto ai tuoi parigrado maschile. Su questo fronte siamo ancora un Paese arretrato, terribilmente arretrato”. Lo afferma Andrea Catizone, responsabile pari opportunità del Pd

 

“La denuncia del rettore della Normale di Pisa è indice di un gap di civiltà prima ancora che di genere. L’ostracismo alla carriera accademica delle donne, portato avanti con pregiudizi e pettegolezzi, è un fattore frenante alla premialità del merito”. Lo dichiara il deputato di Forza Italia Claudio Pedrazzini. “Una valutazione della classe docente che non sia basata sulle capacità dei candidati non è solo il sintomo di una insensata discriminazione ma rischia anche di compromettere la qualità dell’offerta formativa agli studenti. L’università è il luogo in cui si forma la classe dirigente del futuro e per questo dovrebbe essere un esempio di meritocrazia: sessismo e logiche baronali non devono trovare spazio nei nostri Atenei”, conclude.

Miur: premiate le eccellenze toscane dell’Università

Sono 20 i dipartimenti degli atenei della regione selezionati dall’Anvur (l’agenzia nazionale di valutazione dell’università e della ricerca) e premiati con l’assegnazione del Fondo del Miur per un totale di risorse nei 5 anni pari a 150 milioni di euro.

Il Miur ha annunciato quali sono le 180 strutture di ricerca d’eccellenza del nostro Paese che dal 2018 al 2022 riceveranno risorse aggiuntive. Hanno presentato domanda per i finanziamenti, inviando i loro progetti di ricerca, 350 dipartimenti inseriti in un elenco stilato dall’Anvur. A raggiungere il maggior numero di dipartimenti in Toscana è stata l’Università di Firenze, con ben nove strutture selezionate in particolare per le materie scientifiche e mediche che riceveranno 14 milioni di euro ogni anno un quinquennio.  L’Università di Firenze si attesta quindi al 5% rispetto al complesso delle assegnazioni con un incremento rispetto al suo standard di qualità, pari al 3,53% del Fondo di finanziamento ordinario basata sulla Valutazione della qualità della ricerca (Vqr).

“Un risultato che ci dà ulteriore consapevolezza della qualità della ricerca svolta nelle nostre strutture” commenta con soddisfazione il rettore Luigi Dei sottolineando come i finanziamenti saranno investiti “in capitale umano, infrastrutture e attività didattiche di alta qualificazione”. Sono quattro invece i dipartimenti di eccellenza dell’Università di Siena: biotecnologie chimica e farmacia, biotecnologie mediche, filologia e critica delle letterature antiche e moderne, scienze sociali, politiche e cognitive. A loro andranno complessivamente 5 milioni di euro annui. All’Ateneo di Pisa vengono premiate ingegneria dell’informazione e civiltà e forme del sapere, mentre la Scuola Normale Superiore si afferma «dipartimento di eccellenza» per scienze matematiche e naturali e per scienze umane e la Scuola Superiore Sant’Anna primeggia invece con scienze sperimentali e applicate e scienze sociali.  “Con questi fondi aggiuntivi- commentano Vincenzo Barone e Pierdomenico Perata, rispettivamente direttore della Normale e rettore del Sant’Anna – potremo valorizzare le professionalità, reclutando giovani ricercatori e con ulteriori benefici per i nostri allievi e, in prospettiva, per l’Italia: formazione e ricerca sono asset strategici che adesso trovano un ulteriore e importante sostegno finanziario”.

Exit mobile version