Elezioni: Chiti, l.elettorale pessima, per questo non corro

Lo ha detto il senatore Vannino Chiti, rispondendo ai giornalisti, a margine della presentazione del suo ultimo libro (‘La democrazia del futuro’), oggi a Pistoia.

“Ho scelto di non ricandidarmi prima di tutto perché penso che nella democrazia sia importante anche il rinnovamento, non mi piace la parola rottamazione, rinnovamento sì. Ho sempre cercato nella mia esperienza politica di scegliere io quando smettere, da sindaco, da presidente della Regione, e quindi anche dal Parlamento”. Lo ha detto il senatore Vannino Chiti, rispondendo ai giornalisti, a margine della presentazione del suo ultimo libro (‘La democrazia del futuro’), oggi a Pistoia.

“In secondo luogo – ha aggiunto – perché ci sono stati alcuni aspetti in questa legislatura che non mi hanno convinto, l’ultima goccia è stata la legge elettorale: io penso che la legge elettorale che è stata approvata sia una pessima legge elettorale, che non consente pienamente ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti e che forse non ci darà neanche la stabilità di governo. Bisogna impegnarsi perché ci sia, ma la legge non è una buona legge”.

“La sinistra senza democrazia non ha il mare in cui nuotare, o non ha l’ossigeno con cui respirare. Deve tenere insieme la lotta per i diritti economico sociali e la lotta per i diritti civili, deve tenere al centro il grande tema dell’uguaglianza e della libertà”. Così il senatore Vannino Chiti, oggi a Pistoia per la presentazione del suo ultimo libro (‘La democrazia del futuro’). “Se non lo fa – ha aggiunto – la sinistra perde, come purtroppo in questo momento sta succedendo e bisogna invertire questa tendenza”.
“In Francia e in Italia, e anche in altri paesi europei, c’è il fenomeno preoccupante della non partecipazione al voto, mi auguro invece che alle elezioni del 4 marzo, la partecipazione ci sia, dobbiamo scegliere chi ci rappresenta e chi governerà”. Ha proseguito Chiti, parlando coi giornalisti a Pistoia, a margine della presentazione del suo ultimo libro ‘La democrazia del futuro’. “In ogni caso – ha aggiunto – penso che la democrazia sia un bene da difendere, come valore, come convivenza, come estensione nella vita anche della società e non solo nelle istituzioni”. La democrazia, ha detto ancora Chiti, “oggi ha sfide nuove, non solo quelle del terrorismo, ma anche quelle dei populismi reazionari e penso che debba rafforzarsi nella responsabilità dei cittadini e anche estendersi”. Per Chiti, “se in questa parte del mondo non costruiamo una democrazia federale europea, alla lunga gli stati da soli non ce la faranno. Perché siamo in un mondo che globalizza l’economia e bisogna globalizzare anche i valori e la democrazia”.

Pd: Chiti, “Boschi? Gentiloni doveva fare in modo che salutasse”

Al posto del premier avrei fatto in modo che Boschi salutasse”. Lo dice il senatore toscano Vannino Chiti, rispondendo – in un’intervista dal Fatto Quotidiano – a una domanda sul caso banche.

“Occuparsi del proprio territorio non mi pare un problema, e certi attacchi nei suoi confronti sono stati vergognosi”, prosegue Chiti, ma “io rimprovero a lei e a tutto il Pd errori politici. E il primo è stata la mozione del Pd su Bankitalia, autogol clamoroso. Boschi conosceva quel testo? Gentiloni non è stato coinvolto”.

Il secondo errore è stata la Commissione: “Andava fatta nella prossima legislatura, con una chiara conclusione temporale”. “Io ero contrario alla scissione – sottolinea parlando poi di LeU – le fratture non hanno mai giovato alla sinistra. Ma stimo Pietro Grasso, e penso che vada ricostruito un centrosinistra plurale, al più presto”. Paventa per il Pd il rischio di scomparire, dopo le elezioni, “in caso di alleanza con Forza Italia. In quel caso verrebbe meno la speranza di ricostruirlo”.

Spiega che non si ricandiderà: “lavorerò per la riunificazione della sinistra. Ma devo ancora capire come”. Chiti risponde anche sui suoi rapporti con Renzi. Ricorda che “da coordinatore della Margherita, lui appoggiò la mia candidatura nel collegio uninominale di Firenze. A coordinare il mio comitato elettorale era Dario Nardella. E il mio avversario era Denis Verdini”. E sul legame tra Verdini e Renzi osserva: “Hanno relazioni pre-politiche. Il senatore aveva rapporti con il padre e la sua famiglia”, poi “Verdini è stato il ponte tra Renzi e Berlusconi: è un pragmatico”.

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