Dalla Valdichiana verso Roma: trattori in ‘marcia’

Sono partiti alle 7 di questa mattina destinazione Roma Nord, i circa 250 trattori in sosta al presidio di Foiano della Chiana (Arezzo) nei pressi di un noto outlet, l’intento è quello di raggiungere un nuovo presidio in zona Roma nord e proseguire così la battaglia articolata in dieci punti contro le direttive della comunità europea.

Gli agricoltori sono pronti a un’altra settimana di proteste, dopo che anche ieri si sono mobilitati dalla Lombardia al Veneto, fino a Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia. Non si sono registrati gravi problemi al traffico, né incidenti. Nuove proteste si preparano ancora in Veneto e in Sicilia, ed è confermato l’arrivo degli agricoltori a Roma. Ieri 500 trattori hanno raggiunto il centro di Pavia, tra clacson, sirene e bandiere tricolori, con gli applausi che hanno prevalso sulle proteste per i disagi alla circolazione. “Contestiamo le politiche agricole dell’Unione Europea, che mettono a rischio l’intero settore primario. Andremo avanti nella protesta”, hanno detto gli organizzatori, finché “non saremo ascoltati”.

A Milano, una decina di agricoltori ha raggiunto Piazza Duomo con una mucca e un vitello, scandendo slogan e suonando fischietti, fra turisti e milanesi incuriositi. Scendendo al Centro, è ancora attivo il presidio a Orte, con rallentamenti al traffico sulle strade interne, ma non sull’autostrada del Sole. Da Orte gli agricoltori hanno rivolto un appello ad Amadeus perché li ospiti al festival di Sanremo: “così possiamo raccontare a tutti gli spettatori le nostre ragioni, pacifiche ma chiare”, hanno detto in collegamento con la trasmissione Agorá Weekend.

In Campania, gli agricoltori della Piana del Sele hanno raggiunto Battipaglia e, con i loro trattori hanno protestato davanti allo stadio Pastena. Le ragioni della protesta sono sempre le stesse: il costo di materie prime e carburanti aumenta, mentre i prodotti finiscono sul mercato allo stesso prezzo.

Nel Foggiano, gli agricoltori in presidio permanente a Lucera hanno distribuito gratuitamente di verdura e farina per spiegare alla popolazione le ragioni della protesta. “Resteremo in presidio – hanno detto – finché non otterremo risposte certe e decise da parte dell’Unione europea e delle istituzioni italiane”.

Qualche momento di tensione  ieri nell’Ennese, quando un presidio ha bloccato lo svincolo sulla A19, Palermo-Catania, poi la marcia dei trattori è ripresa e il traffico è tornato alla normalità. Si organizzano intanto le proteste per i prossimi giorni. In Veneto, oggi è previsto un corteo di trattori nel centro di Rovigo.

Sono circa 250 i trattori che dalla provincia di Arezzo sono partiti verso Roma, diretti a un nuovo presidio nella zona di Roma Nord, in quella che chiamano già ‘marcia su Roma’. Sono riuniti sotto la sigla ‘Riscatto agricolo’.

“Raggiungeremo Roma tramite la via Cassia, l’obiettivo è quello di convogliare più mezzi possibile”, ha detto uno dei portavoce, Andrea Papa. A Palermo, infine, gli agricoltori si preparano alla “manifestazione di San Valentino”, ha detto Cateno De Luca, leader di ‘Sud chiama Nord’. Il 14 febbraio si preparano ad arrivare con i trattori al centro della città per “battere i pugni” e “chiedere rispetto”.

Protesta dei trattori: intasata rotonda fuori casello Valdichiana

La protesta dei lavoratori agricoli non si ferma in Italia come in Toscana :gli agricoltori che dal 30 gennaio stanno protestando con centinaia di trattori davanti al casello dell’A1 Valdichiana, hanno attuato stamani un corteo sulla viabilità esterna all’autostrada e intasato la rotatoria spartitraffico causando dei rallentamenti ai veicoli. La protesta è quella del movimento spontaneo Riscatto Agricolo e segue i temi comuni già contestati dagli agricoltori di Francia, Germania e Belgio contro le politiche agricole della Ue.

 

Continua inarrestabile la “protesta dei trattori” che sta vedendo decine di presidi in tutta Italia, organizzati dai lavoratori agricoli contro i redditi ridotti al minimo, l’Irpef agricola, le imposizioni perpetrate in tutti questi anni dall’Unione Europea. Stamattina il Val di Chiana, nei pressi di Foiano della Chiana in provincia di Arezzo, uno dei centri di rivolta di Riscatto Agricolo, le centinaia di trattori hanno ostacolato la viabilità.

Gli agricoltori che dal 30 gennaio stanno protestando davanti al casello dell’A1 Valdichiana, hanno attuato stamani un corteo sulla viabilità esterna all’autostrada e intasato la rotatoria spartitraffico davanti allo svincolo, causando dei rallentamenti ai veicoli. Le forze dell’ordine seguono sul posto lo svolgimento della manifestazione.
La rotonda è esterna all’autostrada del Sole: LO svincolo è nel comune di Sinalunga (Siena) ma il serpentone di mezzi agricoli da due giorni occupa i terreni fino al vicino outlet Valdichiana Village, nel comune di Foiano (Arezzo). I due punti sono uniti da una strada di scorrimento veloce a carreggiata larga. Nei pressi gli agricoltori bivaccano da due giorni, notti comprese. “Abbiamo trascorso un’altra notte tranquilla senza particolari problemi portando anche stamani la nostra protesta al casello A1 ma senza vole creare tensioni”, spiega Salvatore Fais, referente del presidio in atto dalla rotonda dell’outlet al casello A1, pochi metri più avanti. Una notte fatta di attesa, per l’incontro a Roma, con un occhio a quanto succede in altre parti d’Europa ma anche d’Italia dove la protesta si è fatta più veemente. “La notte – racconta uno dei manifestanti – passiamo il tempo a scambiare opinioni in una sorta di bivacco ma anche a riposare pronti per il giorno dopo. L’Europa ci massacra, vogliamo solo ciò che è giusto”.

 

Capitale cultura 2026, dieci Comuni in corsa per la Valdichiana

Capitale cultura 2026, dieci Comuni in corsa per la Valdichiana – Per far diventare Capitale italiana della cultura 2026 la Valdichiana Senese si sono alleati in task force 10 Comuni, presentando insieme il dossier al ministero.

Sono mobilitati i territori comunali di Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, Pienza, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena e Trequanda, tutti della provincia di Siena. Inoltre è la prima volta che una Unione di Comuni accede alla valutazione conclusiva per l’attribuzione del titolo di Capitale italiana della cultura. “Aspettiamo il verdetto di marzo, ma già questo traguardo è significativo perché certifica la capacità di cooperazione tra 10 enti e 10 comunità anche sul tema della cultura – ha detto Agnese Carletti, presidente dell’Unione dei Comuni Valdichiana Senese nonché sindaco di San Casciano dei Bagni (Siena) – Lavorare insieme, per un territorio così vasto ed eterogeneo, è molto impegnativo, ma in questi anni istituzioni e cittadini si sono convinti di quanto sia importante muoversi in rete, anche collaborando con soggetti nazionali e internazionali”.

Unica finalista tra le candidature toscane, l’Unione dei Comuni Valdichiana Senese ha ricevuto il sostegno del presidente della Regione Eugenio Giani. Il sindaco di Montepulciano Michele Angiolini spiega: “Diventiamo l’unica candidatura toscana e, soprattutto, siamo l’unica area vasta rimasta in competizione contro città e cittadine. Segno di una scelta vincente, fatta tempo fa, di considerare i Comuni della Valdichiana Senese sempre più come un unico territorio, legato da una comune ricchezza storica, paesaggistica, sociale e culturale con una prospettiva comune”.

“La Valdichiana Senese ha messo al lavoro per il dossier di candidatura l’intelligenza collettiva delle sue comunità, che con la sua energia e dedizione ha ben meritato questo primo e già rilevante riconoscimento”, evidenzia Filippo Del Corno che è il direttore della candidatura e sta preparando le audizioni da fare al Mic a marzo per la selezione definitiva.

Treni in ritardo, sindaci della Valdichiana in presidio a Firenze

Treni in ritardo, trasporti ferroviari nel caos e la necessità di dare una risposta alle migliaia di cittadini e pendolari della Valdichiana (e più in generale della parte Sud della Toscana) alle prese con i disagi delle ferrovie. E’ andato in scena stamani il presidio organizzato dai sindaci di Asciano, Chiusi, Montepulciano, Rapolano Terme, Sinalunga, Torrita di Siena, Trequanda e dal presidente dell’Unione dei Comuni Valdichiana Senese per chiedere risposte sui problemi alla viabilità ferroviaria nel Sud della Toscana.

Il vertice si è svolto stamani a Firenze ed è stato definito positivo. Serviva per chiedere un tavolo immediato di confronto sui seguenti punti: miglioramento urgente dei servizi ferroviari sulla linea Siena-Chiusi, con ammodernamento della linea e servizi più efficienti onde evitare il problema dei treni in ritardo; rafforzamento dei collegamenti alta velocità da Chiusi per Roma e Milano, per garantire trasporti moderni e migliori anche nelle aree più interne della provincia di Siena; proposta di una nuova stazione dell’alta velocità nell’area di Montallese, nel comune di Chiusi, e di un nuovo casello autostradale nel comune di Montepulciano.

Al presidio era presente anche il vicepresidente del consiglio regionale della Toscana, Stefano Scaramelli. “L’intervento dell’alta velocità può realizzarsi lungo il percorso dell’autostrada, sarebbe la soluzione migliore che a suo tempo ho già avuto modo di presentare a livello nazionale. Questo presidio dimostra la compattezza della Valdichiana e nello stesso tempo serve a migliorare il collegamento tra Siena e Chiusi. Porterebbe dal capoluogo alla stazione potenziale dell’alta velocità in 30 minuti, mettendo anche Arezzo nelle condizioni di raggiungerlo velocemente. Da parte nostra deve esserci un sostegno chiaro e netto a favore di questa proposta”, ha commentato lo stesso Scaramelli.

Soddisfazione anche dal sindaco di Sinalunga, Edo Zacchei. “Siamo contenti del confronto e dell’esito della discussione. Siamo stati ricevuti ed hanno ascoltato le nostre attenzioni. Abbiamo portato sul tavolo di Trenitalia una situazione di disagio, con una richiesta di ammodernamento della tratta Siena-Chiusi. Abbiamo parlato anche di alta velocità, la presa di posizione dei nostri interlocutori è stata positiva”, ha aggiunto.

Arezzo: accoltellamento per motivi di spaccio, un denunciato

Un 46enne, con precedenti, è stato denunciato dai carabinieri per lesioni personali e porto di oggetto atto ad offendere al termine di una rapida indagine seguita a un accoltellamento avvenuto al parco
Pertini, quartiere Giotto, di Arezzo.

Secondo la ricostruzione dei militari il 46enne nel pomeriggio di domenica avrebbe avuto un alterco con un coetaneo, un coetaneo residente in Valdichiana, e dopo aver estratto un coltello, al culmine della lite (probabilmente maturata nell’ambito del mondo dello spaccio di droga), lo avrebbe colpito alla gamba sinistra provocandogli lesioni personali giudicate guaribili in dieci giorni dai medici del pronto soccorso dell’ospedale di Arezzo. Sul posto i carabinieri hanno raccolto testimonianze e individuato poco dopo il fatto il 46enne che nel mentre si era già disfatto dell’arma usata per colpire l’uomo.

Slow Food Toscana sul “progetto nocciola”: “no a monocolture intensive”

Lo afferma Slow Food Toscana in una nota. Sul “progetto nocciola”, che interessa questi giorni la Toscana, l’associazione dichiara di “essere a fianco di quei produttori e dei territori che si oppongono all’impianto di monocolture intensive, in una area non tradizionalmente vocata”.

“Il Valdarno, come negli altri territori Toscani individuati dal progetto,- continua Slow Food Toscana – la Valdichiana, la zona del Grossetano ed in altre che dovessero essere interessate, ci si deve porre il problema di cosa vorremmo nel nostro futuro per la nostra salute, per la nostra campagna, per il nostro paesaggio.”

“Le coltivazioni “superintensive” non fanno bene alla terra, né agli umani – afferma Agenzia Europea per l’Ambiente, nel suo recente rapporto “Stato per l’ambiente 2020” –  per quello che necessariamente comportano in termini di contaminazione da pesticidi, di emissioni di gas serra, di erosione e impermeabilizzazione del suolo, di inquinamento delle falde”.

Slow Food sottolinea che “quanto già accaduto in altri paesi, in Cile e Turchia, ma anche nel vicino Lazio, già coinvolti in questo progetto, deve sollecitare la nostra attenzione e concentrarla sugli effetti che avrà sulla salute e sull’ambiente.”

Slow Food ha contribuito alla nascita del Distretto Rurale del Valdarno, per una progettualità e una visione di una produzione locale “buona, pulita e giusta”. L’adozione, in questa area, di pratiche mono-colturali di varietà non locali di un prodotto che ha solo un piccolo e occasionale spazio nella piramide alimentare (non la frutta secca, ma il prodotto cui è destinato), a detta di Slow Food, “vanificherebbe il lavoro svolto in tanti anni, il lavoro di cittadini, volontari, produttori e amministrazioni locali e regionali, che hanno, fino a oggi, condiviso una visione comune, impiegando cospicue risorse umane ed economiche per il raggiungimento di ben altri obiettivi.”

A livello regionale e nazionale, Slow Food sta lavorando per “la sostenibilità alimentare, affinché la filiera del cibo si compia per lo più a scala locale, e questo si fa valorizzando la rete delle piccole imprese agricole, sostenendole, con la distribuzione locale nei mercati contadini, partecipando ai tavoli dove si progettano le politiche alimentari locali, tra cui convenzioni con le mense che prevedano l’impiego di prodotti locali. Prodotti fondamentali per la sostenibilità e sicurezza alimentare locale, oltre che per la salute di uomini e ambiente, non destinati al mercato internazionale. Cibo per la comunità, non merce per il mercato.”

L’appoggio ai produttori del Valdarno, in questo contesto, “è necessario. Ribadiamo, in questa occasione, come sempre, la nostra avversione all’agricoltura industriale che sta dimostrando, in tutto il pianeta, di essere causa e non effetto della crisi climatica e sociale, il nostro no alle monocolture, siano di noccioli o di altre varietà alimentari, all’utilizzo di pesticidi di comprovata nocività che si portano dietro, e il nostro sostegno alle economie locali, in particolar modo alle filiere alimentari, mai come oggi importanti per le comunità locali e per il pianeta.

Oggi – conclude Slow Food – ci uniamo alla condotta del Valdarno e ai produttori, nel chiedere spiegazioni alle amministrazioni locali che hanno supportato questa iniziativa, ricordando che i Comuni dell’area che aderiscono al distretto rurale del Valdarno hanno scelto un modello di governo del territorio ben lontano da quanto proposto. Chiediamo, inoltre, in quale modo l’introduzione di colture intensive di cultivar non locali e interamente destinate all’industria e al consumo esterno, può contribuire a “favorire i processi di organizzazione di relazioni di mercato più equilibrate, potenziare la filiera e, quali effetti conseguenti, consolidare la stabilità economica e occupazionale del distretto, apportando vantaggi anzitutto di carattere ambientale al territorio” (legge regionale 17/2017- nuova disciplina dei distretti rurali).

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