🎧 Mappare le farfalle europee per proteggere la loro sopravvivenza, Giornata della Terra

In occasione della giornata della Terra: un progetto dell’Università di Firenze volto alla tutela degli impollinatori europei che negli ultimi 30 anni hanno perso oltre il 70 % della biomassa, secondo una ricerca del WWF

Creata la raccolta completa dei profili genetici delle farfalle europee. E’ una libreria di dati, basata su oltre 20.000 sequenze di DNA mitocondriale, che permette di conoscere e difendere la biodiversità degli insetti e gli ecosistemi in cui vivono. L’ha realizzata il team internazionale coordinato da Leonardo Dapporto, ricercatore dell’Università di Firenze, che ne dà notizia in sulla rivista Communications Biology di Nature.

“La nostra è probabilmente la più completa raccolta al mondo per un intero gruppo animale – racconta Dapporto –. Ci sono voluti più di dieci anni, durante i quali abbiamo sequenziato un piccolo segmento del DNA che porta con sé molte informazioni sulla specie e sulla storia delle popolazioni, il DNA mitocondriale, talmente rapido da estrarre rispetto all’analisi genetica completa e così altamente informativo da essere stato definito DNA-barcoding – prosegue il ricercatore –, un vero e proprio codice a barre identificativo delle circa 500 specie di farfalle che vivono in Europa”.

Basato sulla registrazione e l’analisi dei dati raccolti in tutte le regioni del nostro continente, da Capo Nord fino a Creta, il lavoro fatto dai ricercatori ha ampliato la nostra conoscenza degli insetti, portando alla luce le differenze indistinguibili all’occhio umano. E ha confermato, dati alla mano, che le regioni europee meridionali possiedono una maggiore diversità rispetto a quelle settentrionali e quindi rappresentano il serbatoio per la biodiversità di questi insetti.

“Durante le glaciazioni l’Europa centro settentrionale era coperta da ghiaccio e la vita delle farfalle era impossibile – spiega Dapporto –. Alla fine delle glaciazioni le farfalle hanno potuto colonizzare le regioni settentrionali. Ma non tutta la ricchezza genetica accumulatasi nell’Europa meridionale è migrata al nord, solo quella piccola parte appartenente agli individui che, casualmente, si sono mossi verso le nuove aree rese disponibili dal ritiro dei ghiacci. Questo fenomeno, descritto come ‘southern richness and northern purity’ e verificato grazie alla nostra ricerca – commenta il ricercatore –, ci dice che nell’Europa del sud la biodiversità, fondamentale per l’adattamento e la sopravvivenza delle farfalle, è più alta”.

Le informazioni raccolte dai ricercatori sono la premessa per le azioni di monitoraggio, finalizzate a valutare lo stato di salute delle popolazioni delle farfalle e degli altri insetti impollinatori, che proprio in quest’ultimo anno sono partite in tutti i Parchi nazionali italiani, anche con il coinvolgimento dell’unità di ricerca coordinata da Dapporto.

“Una delle possibilità che le specie hanno di sopravvivere ai cambiamenti climatici è far ricorso alle risorse genetiche che già possiedono, in modo che almeno una parte degli individui possa adattarsi nel nuovo ambiente che si sta creando – conclude il ricercatore -. Mappare la diversità genetica delle popolazioni è fondamentale per la conservazione delle farfalle e di tutti quei servizi ecosistemici che svolgono e che rendono possibile la nostra stessa esistenza su questo pianeta”.

L’intervista al prof. Leonardo Dapporto, ricercatore dell’Università di Firenze a cura di Monica Pelliccia

🎧 QNÈU, “Questa Non È Università”, nuovo gruppo di studenti universitari autorganizzati

Firenze, QNÈU, “Questa Non È Università”, sono un gruppo di studenti universitari autorganizzati dell’Ateneo fiorentino che da qualche mese hanno iniziato a ritrovarsi ed a confrontarsi sulla situazione attuale dell’Università.

“Abbiamo deciso che era giunto il momento di attivarci perché ci sentiamo abbandonati – si legge in comunicato di QNÈU – perché stiamo convivendo da diversi mesi con la frustrazione di chi percepisce che i propri bisogni non sono presi in considerazione da nessuno, men che meno da chi ci ha imposto sacrifici senza pensare né a misure compensative né alle conseguenze di ciò che ci stava imponendo”.

Nel Podcast l’intervista di Gimmy Tranquillo ad alcuni studenti di QNÈU in presidio per promuovere la manifestazione del 30 marzo.

Sarà una nuova formazione di studenti universitari nella sinistra chi siete e perché questa nuova formazione.

Noi siamo partiti a livello autonomo come studenti semplicemente Perché sentivamo la necessità di sentirci un po’ meno soli perché comunque questi mesi sono stati proprio vissuti in solitudine, un po’ questo senso di abbandono c’è l’attenzione sui giovani era più a livello di assembramenti, anche puntare un po’ il dito contro, mentre realtà la necessità di socialità che noi sentivamo per la mancanza anche di presenza all’università era stata del tutto passata in secondo piano. Noi capiamo benissimo le i problemi dovuti a panndemia e alle misure di sicurezza che si devono adottare, però c’è sembrato che sia mancata un po’ la volontà politica di trovare una soluzione in questo senso. Perché è vero che l’università ha un problema di spazi da gestire e che non è facile, però ci sono un sacco di studenti che è un anno che non rientrano in in aula, unendoci insieme abbiamo poi trovato che ci sono tante situazioni dà in qualche modo a rivendicare, e delle cose a portare avanti.

In pratica da cosa differite da altre formazioni che stanno protestando come voi.

L’idea è quella proprio di andare oltre la logica delle formazioni preesistenti, insomma qui dentro ci sono una serie di soggetti comunque che hanno aderito a questo percorso che esistevano in precedenza e che erano già organizzate, però c’era la volontà comune di andare oltre questo discorso per ritrovare un po’ nella mobilitazione il protagonismo degli studenti e delle studentesse e questa era la cosa fondamentale: che si riattivassero gli studenti e le studentesse per esigere quello che è un loro diritto.

Mi sembra di capire che non chiedete una generica riapertura dell’università ma avete richieste più specifiche.

Si, ovviamente in futuro l’esigenza sarebbe quella di rientrare tutti in aula però ci rendiamo conto di quella che è l’emergenza attuale, quindi sicuramente chiediamo delle misure che ci consentono di tornare in aula in sicurezza. Quindi ad esempio la didattica mista, la possibilità di scegliere tra didattica a distanza, per tutti coloro che comunque si trovano meglio così, quindi gli studenti fuori sede e gli studenti lavoratori, però parallelamente la possibilità per coloro che invece me lo vorrebbero di tornare in presenza, e questa è una cosa già stata fatta lo scorso semestre tramite un questionario, ma dal momento che ci rendiamo conto che per questo per quanto riguarda questo semestre però sarà impossibile tornare da qui a giugno, è per questo che vorremmo chiedere un’abolizione o quantomeno una riduzione, della seconda rata delle tasse per l’anno accademico 2021/21.

Questo presidio in realtà è per annunciare una manifestazione?

Si perché abbiamo chiamato una manifestazione studentesca il 30 a cui parteciperanno anche altre realtà dell’università, cioè quei lavoratori dottorandi e alcuni docenti, il 30 marzo saremo in piazza Santissima Annunziata dalla mattina alle 9:30 nonostante la zona rossa per appunto far vedere che ci siamo e che la data studentesca è viva nonostante questa situazione un po’ di mutismo.

https://www.facebook.com/questa.non.e.universita

🎧 Quasicristalli violano anche le leggi della termodinamica

Firenze, come pubblicato da ‘Unifimagazine’, la testata online dell’Univerità di Firenze, secondo studio pubblicato sulla rivista Earth and Space Chemistry, fatto da un team internazionale guidato dal Prof. Luca Bindi, i quasicristalli violano le leggi. (Nel Podcast l’intervista al Prof. Luca Bindi,  a cura di Gimmy Tranquillo).

“I quasicristalli sono minerali unici i cui atomi sono disposti come in un mosaico, in modelli regolari ma che non si ripetono mai nello stesso modo, come succede invece nei cristalli ordinari – spiega Bindi –. Agli albori del nostro sistema solare, 4.5 miliardi di anni fa – prosegue il ricercatore –, gli elementi chimici hanno cominciato a condensare dal gas primordiale, seguendo un ordine preciso, che corrisponde alla loro diversa temperatura di condensazione e alla loro volatilità”.

Il gruppo di ricercatori – composto da Paul J. Steinhardt, dell’Università di Princeton, veterano insieme a Bindi dello studio dei quasicristalli naturali, Paul A. Asimow, del California Institute of Technology, Maurizio Petrelli, dell’Università di Perugia, e Simone Tommasini, del Dipartimento di Scienze della Terra Unifi – ha utilizzato un microscopio che permette di arrivare a un milione di ingrandimenti e che ha reso possibile verificare la presenza di microinclusioni di materia formatasi sia ad alta temperatura che a bassa temperatura.

“Il paradosso termodinamico dei due quasicristalli sta nel fatto che hanno quantità normali di elementi refrattari, cioè che si sono formati ad altissime temperature, ma al contempo sono arricchiti in elementi mediamente volatili, cioè formatisi a basse temperature, con una proporzione fino a cento volte maggiore rispetto alla composizione delle classiche meteoriti. Condizione che non era mai stata documentata in nessun materiale, né terrestre né extraterrestre”.

“La composizione delle microparticelle cosmiche analizzate – conclude Bindi – apre uno scenario affascinante sui processi che hanno portato alla formazione dei quasicristalli durante le prime fasi di condensazione della materia gassosa primordiale e le successive collisioni che sono avvenute tra i vari pianeti in via di formazione”.

Inchiesta Medicina: nuova intercettazioni, salta interrogatorio

La maratona di interrogatori nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità in alcuni concorsi per professori della Facoltà di Medicina subisce una battuta d’arresto.

Nuove intercettazioni relative al caso della professoressa Sandra  Furlanetto, accusata di corruzione in concorso col rettore Luigi Dei  sono state depositate dal procura prima dell’interrogatorio della docente, che era previsto per questo pomeriggio ed è stato rinviato  su istanza del suo difensore, avvocato Mario Taddeucci Sassolini, che ha chiesto tempo per visionare le carte.

L’interrogatorio della professoressa Furlanetto è stato dunque rinviato al 26 marzo. Secondo quanto appreso, il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e il pm Antonino Nastasi hanno depositato altre 50 pagine di intercettazioni prima che si svolgesse l’interrogatorio.
Per l’accusa, il rettore Dei si sarebbe impegnato a conferire a Furlanetto, professoressa associata di chimica analitica all’Università di Firenze, le funzioni di ‘delegato del rettore all’orientamento e servizi agli studenti’, in cambio dell’impegno di lei a non presentare ricorso contro la nomina di un altro prof a ordinario di chimica analitica. Che l’incarico ricevuto da Furlanetto sia una contropartita alla mancata proposizione del ricorso, risulta secondo gli investigatori anche da una conversazione telefonica tra il rettore e a una donna non identificata. “Il contentino – afferma Dei nella telefonata, secondo quanto riportano le agenzia, parlando a proposito del nuovo incarico conferito alla Furlanetto – l’ha chiesto lei”.

Ne complesso si tratta di oltre un anno di conversazioni ascoltate dalla Guardia di Finanza tra i vertici dell’Università e la sanità fiorentina.

La Procura ipotizzerebbe  “accordi spartitori” nella gestione delle cattedre di Medicina per professori ordinari, associati e ricercatori, con “vincitori predeterminati”. Ma nell’inchiesta e nelle intercettazioni non comparirebbero solo i presunti bandi ‘profilati’ per Medicina anche anche altre procedure, cattedre e dipartimenti. Sul fronte degli interrogatori che si protrarranno fino a dopo Pasqua con decisione sulle misure interdittive attesa per metà di aprile, è stato sentito ieri il Rettore di Firenze, Luigi Dei indagato dei reati di associazione per delinquere, corruzione, abuso d’ufficio e induzione indebita a dare o promettere utilità. Nei prossimi giorni sono previsti altri interrogatori di garanzia tra cui il professore di urologia Marco Carini e il direttore generale di Careggi, Rocco Damone.

Rettore Unifi Luigi Dei interrogato: “Dico la verità”

Firenze, il rettore Unifi Luigi Dei è apparso davanti al gip che dovrà decidere sulla richiesta di interdizione dall’incarico avanzata nei suoi confronti dai pm fiorentini. L’interrogatorio, al quale erano presenti anche il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e il pm Antonino Nastasi, titolari delle indagini, è durato quasi 4 ore. L’inchiesta che coinvolge Dei e altre 38 persone è incentrata su presunte irregolarità in concorsi in medicina.

“Sono stanco ma sereno e tranquillo. Io dico la verità, questa è la mia forza, è solo quella”, ha detto il rettore al termine dell’interrogatorio.”Il rettore – ha dichiarato il suo legale, avvocato Sigfrido Fenyes – ha risposto alle domande e ha avuto modo di chiarire i particolari richiesti”.

Nell’inchiesta Luigi Dei è accusato dei reati di associazione per delinquere, corruzione, abuso d’ufficio e induzione indebita a dare o promettere utilità. La richiesta di interdizione è stata avanzata per tre degli episodi che gli vengono contestati.

In un caso è accusato di corruzione in concorso con Sandra Furlanetto, associato di chimica analitica all’Università di Firenze: secondo la procura, si sarebbe impegnato a conferire alla docente le funzioni di ‘delegato del rettore all’orientamento e servizi agli studenti’, in cambio dell’impegno di lei a non presentare ricorso contro la nomina di un altro prof a ordinario di chimica analitica.

In un altro caso sempre il rettore – in concorso col dg di Careggi Monica Calamai e poi con Rocco Damone, succeduto nell’incarico, e col prorettore Paolo Bechi -, per creare un posto da professore straordinario da riservare a una persona già stabilita, si sarebbe fatto promettere il cofinanziamento di due posizioni di professore da parte dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi.

Per quanto riguarda l’ipotesi di induzione indebita a dare o promettere utilità, il rettore in concorso con Bechi, per l’accusa avrebbe indotto il professor Angelo Raffaele De Gaudio, anche lui indagato nell’inchiesta, a conferire un incarico di docente straordinario a una persona predeterminata, offrendogli in cambio il mantenimento della direzione del dipartimento di anestesia e rianimazione.

Conte torna all’Università, protesta collettivo studentesco

Presidio del Collettivo di Scienze Politiche con la partecipazione del movimento Priorità alla scuola durante lo svolgimento della lezione in streming dell’ex premier Conte

Alcune decine di studenti del collettivo di Scienze politiche si sono riuniti davanti alla sede del rettorato di Firenze in piazza San Marco, per protestare contro la presenza dell’ex premier Giuseppe Conte che tiene una lezione in streaming sulla sua esperienza di Governo.

“Non è possibile che a un anno di distanza dall’inizio della pandemia – ha spiegato Francesca Spazio del collettivo studentesco Scienze Politiche – non sia stato ancora fatto niente per garantire il nostro diritto allo studio e il rettore Luigi Dei preferisce organizzare questi teatrini con l’ex premier mentre a noi studenti non sono ancora garantite le lezioni in presenza. E questo lede profondamente il nostro diritto all’istruzione”.

Per il collettivo, è “inaccettabile che dopo un anno da presidente Conte torni a fare il professore come se niente fosse e che anzi il rettore si pieghi a lui dandogli momenti di visibilità e cercando di trovagli spazi invece che pensare a quello di cui gli studenti hanno bisogno”.

Protesta collettivo studentesco Conte
Foto Controradio

Gli studenti e le studentesse hanno mostrato uno striscione con la scritta ‘Conte e Dei: i vostri teatrini non garantiscono il diritto allo studio’ e intonato alcuni cori come “il diritto allo studio non si tocca lo difenderemo con la lotta”. A sostenere il presidio del collettivo anche il comitato di Priorità alla Scuola.

“Appoggiamo la protesta degli studenti – ha spiegato la portavoce Costanza Margiotta – perché è paradossale che questa università dia così tanto spazio a un ex premier che non ha fatto niente per riportare gli studenti universitari dentro le aule e ha fatto pochissimo per riaprire le scuole in sicurezza. E siamo qui anche per denunciare che non c’è stata ancora un’inversione di rotta tra il Governo Conte e quello di Mario Draghi perché in molti comuni si stanno chiudendo le scuole di ogni ordine e grado”.

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