Unesco, Firenze aggiorna il Piano gestione del centro storico

Firenze, aumentano i progetti per il Piano di gestione del centro storico patrimonio Unesco.

Trenta progetti, 171 indicatori e parametri di efficacia e oltre 60 istituzioni, enti e associazioni coinvolti: sono questi i numeri del nuovo Piano di gestione del centro storico di Firenze, che va ad aggiornare quello finora vigente.

Da segnalare la creazione, per la prima volta, del Manifesto sulla sostenibilità per il centro storico di Firenze. Si tratta di un documento in 10 punti con i principi che la città dovrebbe perseguire per promuovere lo sviluppo sostenibile dell’area Unesco e del suo contesto.

Diverse le novità, illustrate dall’assessore all’urbanistica e piano di gestione Unesco, Cecilia Del Re, tra queste l’inserimento dell’estensione del perimetro del sito di 27 ettari con l’inclusione di San Miniato al Monte e l’approfondimento sul tema della ‘governance’, cioè il sistema di gestione del sito che definisce i ruoli e le responsabilità per la protezione e salvaguardia del sito Patrimonio mondiale.

“Nel giorno dell’anniversario dell’alluvione – ha detto l’assessore Del Re – presentiamo il Piano di Gestione Unesco e il Manifesto delle sostenibilità perché il tema dei cambiamenti climatici è fondamentale anche in relazione alla tutela della città. E’ il primo piano che comprende una zona più allargata comprensiva della ‘buffer zone’ intorno al Comune di Firenze, che si aggiunge alla ‘core zone’ del centro storico patrimonio Unesco; ma anche il primo Piano con l’ampliamento ai viali, al giardino delle Rose, alle greenways e all’area di San Miniato”.

Unesco accetta nel suo patrimonio la ‘Cerca e cavatura del tartufo’

La tradizionale pratica della ‘Cerca e cavatura del tartufo in Italia’ entra nella Lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanita dell’Unesco.

Dall’Unesco a Parigi, il sì ufficiale al riconoscimento della candidatura che valorizza una pratica rurale nei numerosi territori tartufigeni italiani. Un iter avviato dall’istanza delle associazioni dei tartufai ai ministeri della Cultura e dell’Agricoltura otto anni fa, fino alla presentazione a marzo 2020 dalla Farnesina della candidatura illustrata dalla sottosegretaria alla Cultura Borgonzoni.

La proclamazione da parte della XVI sessione del Comitato Intergovernativo della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’iscrizione nella Lista Rappresentativa Unesco della “Cerca e cavatura del tartufo è “un’ottima notizia”, commenta la sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni, sottolineando come “con questa iscrizione salgono a 15 gli elementi italiani che fanno parte del patrimonio culturale immateriale dell’umanità riconosciuto dall’Unesco”.

Il percorso di patrimonializzazione e l’iter istruttorio di candidatura sono stati seguiti e coordinati dal Servizio II- Ufficio Unesco del Segretariato Generale del Ministero della Cultura con la partecipazione attiva della comunità di detentori e praticanti, rappresentati dall’Associazione Nazionale Città del Tartufo e dalla Federazione Nazionale dei Tartufai.

Si tratta della prima candidatura nazionale del patrimonio immateriale che rappresenta il tema della biodiversità culturale come fattore chiave per l’identificazione di un elemento capace di unire ai tratti storici ed antropologici millenari la dimensione della trasmissione intergenerazionale non-formale e l’interdipendenza tra uomo e natura nei diversi habitat naturali e territori vocati.

Una rete che unisce circa 70.000 tartufai, 14 Regioni Italiane e numerosi comuni anche di aree interne. Il riconoscimento Unesco è frutto della pluriennale cooperazione tra il Ministero della Cultura, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci), la Rappresentanza Permanente Italiana presso l’Unesco e la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco.

Unesco: Montecatini Terme in lista patrimonio, 8/o riconoscimento per Toscana

“E’ una grande soddisfazione per tutti noi. Con l’inserimento di Montecatini (Pistoia) nella lista dei luoghi dichiarati patrimonio Unesco”, dichiara il presidente della Regione Eugenio Giani

 

“Oggi è una giornata storica per l’Italia: Montecatini Terme è iscritto nella lista del patrimonio Unesco” così il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni, che sta partecipando in collegamento da Roma alla sessione del 44/o Comitato del Patrimonio Mondiale riunito a Fuzhou, in Cina. “Montecatini Terme – dice Borgonzoni -, che rientra in una candidatura transanazionale “The Great Spas of Europe” assieme ad altri 7 Stati, è l’esempio di sistema termale italiano unico, da tutelare e valorizzare. Il riconoscimento – conclude – è il risultato di un impegnativo percorso compiuto dal Ministero della Cultura e dal Comune”.

“E’ una grande soddisfazione per tutti noi. Con l’inserimento di Montecatini (Pistoia) nella lista dei luoghi dichiarati patrimonio Unesco, la Toscana inanella l’ottava perla della sua splendida collana. Montecatini si aggiunge così ai centri storici di Firenze e Siena, a Pienza, San Gimignano, alla Valdorcia, ai giardini e alle ville medicee e a piazza del Duomo di Pisa, e si conferma come una delle regioni più notevoli al mondo”. Così il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. “Siamo di fronte ad un graditissimo riconoscimento della qualità della cittadina pistoiese – aggiunge in una nota -, ottenuto grazie alla sua storia, ai suoi monumenti, al verde dei suoi parchi e ai suoi straordinari stabilimenti termali”. Per Giani, “si tratta di una buonissima notizia anche per i riflessi positivi che, ne sono certo, questa visibilità mondiale porterà sulle presenze turistiche: un riconoscimento importante che giunge dopo troppi mesi di crisi dovuta alla pandemia e che ci auguriamo consentirà alla città termale e al suo tessuto economico di risollevarsi più rapidamente”.

Anche l’assessore regionale ai rapporti con gli enti locali, Stefano Ciuoffo, ha espresso la sua soddisfazione per l’iscrizione di Montecatini Terme nell’elenco dei siti patrimonio Unesco. “Montecatini Terme è iscritto nella lista del patrimonio Unesco: un risultato non scontato – afferma – che è stato raggiunto grazie ad un lavoro corale, durato dieci anni, e alla determinazione di chi all’epoca avviò questo percorso, in primo luogo l’ex sindaco Beppe Bellandi, ed i suoi collaboratori. Complimenti all’Amministrazione Comunale che, pur nelle alternanze politiche ha perseguito con tenacia questo obiettivo, che oggi è ufficialmente arrivato. Uno stimolo ulteriore a proseguire nell’impegno affinché questo patrimonio termale e culturale possa tornare ad essere un volano per la città e l’intera Toscana”.

Bocelli apre a Firenze laboratorio per giovani talenti

Avrà sede nel complesso di San Firenze: il 24 gennaio ci sarà l’inaugurazione con l’esibizione del tenore

Andrea Bocelli inaugurerà il 24 gennaio la nuova sede della sua Fondazione a Firenze, nel complesso di San Firenze, che ospiterà anche un laboratorio, ‘Abf Globalab‘, per incentivare e guidare il talento dei giovani. L’attenzione, è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa, sarà alla fascia tra i 16 e i 25 anni.

La sede ospiterà workshop, conferenze, eventi culturali: tra le altre attività ci saranno pure proiezioni di immagini statiche e in movimento sulla facciata di San Firenze. Il ‘Globalab’ potrà contare su alcune personalità come la vicedirettore generale dell’Unesco Stefania Giannini, l’imprenditore Mike Ferry, il sindaco di Firenze Dario Nardella, la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi, il cantautore Giovanni Caccamo e l’artista Max Frieder. “Tanti ragazzi potranno trarre ispirazione da qui”, ha dichiarato Bocelli. In occasione dell’inaugurazione Bocelli si esibirà, per la prima volta, nel grande classico di Narciso Parigi e Claudio Villa ‘Firenze sogna’.

“Avere qui la fondazione che porta il mio nome per me è motivo di grande soddisfazione e orgoglio perché ritengo che nell’educazione stia la speranza del domani. In questo periodo l’educazione fa sentire la sua importanza. Mi auguro che tanti ragazzi di talento trarranno ispirazione da quello che si respira qui. E che possano trovare il coronamento e la realizzazione di tutti i loro sogni”. Lo ha detto il maestro Andrea Bocelli, in occasione della conferenza stampa online che anticipa l’inaugurazione del 24 gennaio della nuova sede della Andrea Bocelli Foundation. Il complesso di San Firenze, ha aggiunto Bocelli, “è un luogo molto bello e suggestivo. Non c’è intelligenza che possa rendersi utile se non è ben coltivata. Ho abbracciato questa mission: ritengo sia estremamente importante per il futuro nostro e dei nostri figli”

Proprio quest’anno la Abf compie dieci anni: il maestro ha ricordato come è nata l’idea della Fondazione, “dopo che mia moglie Veronica mi ha svegliato in lacrime avendo sentito la tragedia del terremoto di Haiti. Lì ho capito che ci sono situazioni in cui da lontano il cuore comincia a battere e bisogna mettersi a fare qualcosa”. “Il nuovo ‘Abf Globalab’ – ha detto il presidente della Fondazione Stefano Aversa – sarà un luogo di impegno e di crescita per i giovani. Un luogo dove potranno imparare ad esprimere il loro massimo potenziale”. Per Nardella l’inaugurazione “è un messaggio di luce e di speranza in un momento di incertezze. Con questo progetto dimostriamo che il pubblico e il privato possono lavorare insieme. Contro tanti tabù e pregiudizi, soprattutto se esiste un progetto chiaro”. Andrea Bocelli, ha aggiunto il sindaco, “avvierà qui un progetto di grande spessore, cultura e umanità per Firenze e per il mondo”. Nardella ha citato anche “Nelson Mandela che amava sempre dire che l’educazione è l’arma più potente per cambiare il mondo”

Nucleare: Pienza e Val d’Orcia chiedono intervento Unesco

Pienza e la Val d’Orcia, dichiarate bene dell’Umanità, chiedono l’intervento dell’Unesco contro l’ipotesi di creare nel territorio un sito per le scorie nucleari. Lo fa sapere dal suo profilo Facebook il sindaco di Pienza (Siena) Manolo Garosi.

“Sono partite tra ieri ed oggi le pec a firma congiunta mia e del sindaco di Castiglione d’Orcia Claudio Galletti come siti Unesco Pienza e Valdorcia – annuncia Garosi – per chiedere l’intervento dell’Unesco in sede di osservazioni contro la costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi tra Pienza e Trequanda, indirizzate ad Associazione italiana siti Unesco, delegazione italiana Unesco a Parigi e sede centrale Unesco di Parigi”. “Oggi si riunisce il gruppo di lavoro a Montepulciano tra Comune di Trequanda e Pienza, Unione dei Comuni Valdichiana e i tecnici comunali e dell’Unione”, aggiunge il primo cittadino. Al riguardo, in Consiglio regionale della Toscana, nella seduta del 12 gennaio, sono previste due mozioni sul tema, una a firma dei consiglieri Pd e una a firma del consigliere Stefano Scaramelli di Italia Viva. Garosi auspica che “a livello locale si riesca a presentare una sola mozione unita da votare all’unanimità contro questo intervento dannoso per le nostre terre”.
La Provincia di Grosseto non esclude di ricorrere a una class action contro l’individuazione nel territorio maremmano da parte della Sogin di un deposito di scorie radioattive.
“Proprio in queste ore la Provincia formalizzerà l’invito ai Comuni interessati ad un incontro in tal senso – ha detto il presidente della Provincia e sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna -, in modo da condividere gli approfondimenti del caso e procedere con un fronte comune all’interno del procedimento avviato con l’inchiesta pubblica ed, ove necessario, anche con una class action nelle sedi processuali competenti”.
“La Provincia, così come i singoli Comuni, – aggiunge Vivarelli Colonna – sta seguendo la vicenda con attenzione ed è intenzionata a tutelare la vocazione agricola e turistica del territorio e l’investimento che ogni Ente sta facendo in questo senso, assieme ai privati, al settore economico, alle associazioni e ai cittadini”. Non si fermano intanto in Toscana le polemiche contro l’individuazione dei possibili siti per le scorie.
I parlamentari toscani di Forza Italia, Stefano Mugnai, Maurizio D’Ettore ed Elisabetta Ripani, si dicono “indiginati e interdetti” per “una scelta, quella del governo nazionale, priva di senso e del tutto irragionevole che pare anche presentare profili di illegittimità. Noi daremo battaglia in tutte le sedi istituzionali, e se necess
ario di fronte all’autorità giudiziaria competente, per dire il nostro no ad un sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi a Pienza, Trequanda e Campagnatico, realtà ad alto pregio ambientale, paesaggistico e rurale”. Un fermo no all’ipotesi che le scorie possano essere stoccate nel territorio toscano arriva anche dalla Cna e dalla Confcommercio di Siena e dalla Cia e Confartigianato di Grosseto.

Mercati Firenze, ok del Consiglio comunale alla rivoluzione in centro

“Un regolamento storico perché disegna la rinascita del commercio su area pubblica prevedendo la riqualificazione della merce in vendita, che entro 3 anni sarà made in Florence, made in Tuscany e made in Italy, e il rinnovo dei banchi dell’area Unesco secondo un modello unitario approvato dal Comune”. L’assessore al commercio Federico Gianassi ha presentato in Consiglio comunale il nuovo regolamento del commercio su area pubblica, che poi è stato approvato ed entrerà in vigore nei prossimi giorni. “Un regolamento che si inserisce nel progetto di rinascita della città Firenze e che, a fianco di misure emergenziali che abbiamo adottato e che continueremo ad adottare per superare la crisi provocata dal covid, mette in campo misure di sviluppo che ridisegnano i nostri mercati”.
“Diamo oggi esecuzione alle aspettative coltivate in questi anni – ha aggiunto Gianassi – e diamo risposta alle richieste di qualità. Con questo regolamento si gettano basi solide affinché questo settore, duramente colpito dalla crisi, possa operare in maniera stabile e duratura nei prossimi 12 anni”.

Concentrandosi sul tema della riqualificazione e del rilancio, il regolamento stabilisce che per i mercati all’aperto del centro storico saranno venduti prodotti italiani e dell’artigianato fiorentino, toscano e made in Italy. Questa norma entrerà in vigore gradualmente, entro i prossimi tre anni: un cambio che prevede l’esposizione del 30% dei prodotti locali e nazionali entro un anno, del 60% entro 2 anni e del 100% entro tre anni dall’entrata in vigore di questo regolamento. In alternativa il singolo operatore può presentare la proposta per un allestimento innovativo e diverso ma l’autorizzazione è comunale: il Comune mantiene dunque governo e controllo su bellezza e tipicità della esposizione.

Inoltre viene previsto il “banco fiorentino”: l’Amministrazione Comunale approverà entro 6 mesi un modello di banco architettonico coerente con la bellezza dei luoghi in cui si trovano i mercati del Centro storico che dovrà essere realizzato entro due anni dall’adozione del piano. Ad una commissione il compito di definire il progetto del banco ed i criteri di riconoscimento della filiera artigianale fiorentina, toscana e nazionale.

Il regolamento introduce anche “una tutela forte per la tipicità, la tradizione e l’identità dei mercati al coperto di Sant’Ambrogio e San Lorenzo, fiori all’occhiello del nostro sistema mercatale” ha spiegato Gianassi in aula: vengono introdotte regole di tutela delle singole attività e delle merceologie che sono vendute sui singoli banchi per evitare che in futuro non sia più rispettata l’offerta merceologica che invece oggi li caratterizzano. “E’ un segno di riconoscimento e di riconoscenza per i mercati coperti che durante il lockdown hanno anche attivato in via d’emergenza servizi di consegna a domicilio in tutta la città e in tempi molto ristretti rispondendo alle necessità dei fiorentini”.

Con l’approvazione da parte del Consiglio comunale del regolamento di oggi, compreso anche di un emendamento presentato dallo stesso assessore che recepisce alcuni suggerimenti avanzati dalle categorie economiche e dai consiglieri di maggioranza e di opposizione, Palazzo Vecchio dà il via alla prima tappa fondamentale della rivoluzione dei mercati. Un regolamento che sostituisce quello del 2008 e che tiene conto delle recenti normative nazionali e regionali: “Cogliamo adesso questa opportunità di rilancio” ha spiegato ancora Gianassi, perché a dicembre 2020 vanno in scadenza le concessioni che le nuove leggi nazionali e regionali prorogano di 12 anni, previa verifica dei titoli che deve essere fatta entro il 30 giugno 2021.

Dopo l’approvazione del Regolamento e l’inizio delle procedure di rinnovo dei titoli, spetterà poi al “piano delle aree” (che sarà adottato al termine delle procedure di rinnovo delle licenze che si concludono entro il 30 giugno 2021) il compito di definire le collocazioni dei banchi nei singoli mercati in modo tale da valorizzare il ruolo e la funzione del mercato tutelando contemporaneamente il patrimonio architettonico e urbano dove sono collocati.

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