Bosco Monini, 700 mila piante in Umbria, Toscana e Puglia

Spoleto, in provincia di Perugia, nasce ‘Bosco Monini’, un polmone verde che sta prendendo forma tra Umbria, Toscana e Puglia con oltre un milione di nuovi olivi, piantati prevalentemente in aree abbandonate.

Attualmente nel Bosco Monini sono state messe a terra quasi 700 mila nuove piante coltivate ad agricoltura biologica, con l’obiettivo di raggiungere, se non superare, il milione di olivi entro il 2030.

“Un’impresa dalla forte valenza ambientale, che permette di sequestrare fino a 50.000 tonnellate di anidride carbonica in 10 anni e che si somma al progetto ‘100% carbon neutral’ che consente di compensare integralmente le emissioni prodotte nell’intero ciclo di vita dei due bestseller di casa, Monini classico e delicato, che insieme rappresentano il 67% delle bottiglie prodotte in un anno”, spiegano dall’azienda. Bosco Monini – è stato ancora detto – “consente di produrre in maniera sostenibile e rispettosa delle risorse più olio 100% italiano, biologico e di qualità: a regime si stima una produzione di oltre 620 tonnellate l’anno”.

“Produrre più olio che sia italiano fin dall’origine, che abbia uno standard qualitativo garantito e costante e che venga realizzato in maniera sostenibile e rispettosa delle risorse e delle persone che vi lavorano: sono questi i tre capisaldi per il futuro dell’olivicoltura italiana, un settore che sta vivendo, e non da oggi, forti difficoltà, legate tanto a contingenze economiche e climatiche, quanto a situazioni che si trascinano da anni, a partire dalla polverizzazione della filiera”, ha sottolineato il presidente e amministratore delegato Zefferino Monini.

“L’olivicoltura italiana – aggiunge -deve crescere ed evolvere, come dettagliatamente evidenziato nel rapporto ‘Il futuro dell’olio italiano: moderno e sostenibile’, curato da think tank internazionale The European House – Ambrosetti, che abbiamo realizzato in occasione del nostro centenario e che rappresenta una base di riflessione per l’intera filiera”.

Ciclovia Monte Argentario-Civitanova, accelera iter

Ciclovia Monte Argentario-Civitanova, accelera l’iter. A farlo sapere l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Melasecche.

“È alle fasi conclusive l’iter del progetto per la realizzazione della ciclovia nazionale Monte Argentario-Civitanova Marche -dice l’assessore-, con un tratto che attraverserà l’Umbria per circa 200 chilometri, coronando l’impegno profuso dalla Regione grazie al quale è stato riconosciuto il diritto dell’Umbria, particolarmente vocata al cicloturismo, ad essere inserita a pieno titolo nei principali corridoi della Rete ciclabile nazionale e ad accedere agli ingenti programmi finanziari dai quali era rimasta esclusa negli anni precedenti”

La ciclovia Monte Argentario-Civitanova Marche – riferisce la Regione – ha una lunghezza di oltre 400 chilometri, di cui circa la metà in territorio umbro, dove si sviluppa a partire da Fabro, toccando i centri urbani di Orvieto, Todi, Perugia, Bastia Umbra, Assisi, Cannara, Bevagna e Foligno, per passare al territorio marchigiano nei pressi di Colfiorito.

Le dichiarazioni rilasciate dall’assessore

“Si tratta di un’opera di rilevante interesse – spiega Melasecche – che fungerà da collegamento con le altre due ciclovie nazionali, Tirrenica e Adriatica, in corso di realizzazione, e consoliderà la connessione fra aree costiere a forte valenza turistica e le nostre aree interne, così da potenziarne significativamente l’offerta in ambito cicloturistico, a tutto vantaggio dello sviluppo dei territori attraversati”.

“Nel riconoscere il valore strategico della ciclovia – aggiunge l’assessore – la Giunta regionale ha approvato il protocollo d’intesa che sarà firmato entro pochi giorni con le Regioni Toscana e Marche. Ai fini del processo di completamento della ciclovia nazionale, l’Umbria viene individuata come Regione capofila e si concorda di istituire un gruppo di coordinamento tecnico interregionale che accompagnerà le successive fasi”.

“La firma dell’intesa fra le tre Regioni – evidenzia Melasecche – è propedeutica all’altro passaggio determinante: l’invio al ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, che avverrà entro il 31 dicembre, del progetto di fattibilità tecnica ed economica per la realizzazione del tratto umbro approvato dalla Conferenza dei servizi. Il progetto, redatto dal servizio regionale Infrastrutture per la mobilità, sezione Infrastrutture per la mobilità ecologica, era già stato anticipato nel settembre scorso al ministero, con la richiesta di un finanziamento di 20 milioni di euro, a valere su uno specifico finanziamento complessivo di 68,5 milioni di euro”.

“Impegno, determinazione e celerità di azione ci hanno condotto con successo alla fase finale dell’iter. Auspichiamo, pertanto – conclude l’assessore Melasecche – lo stanziamento definitivo delle risorse finanziarie per poter procedere con la progettazione, l’assegnazione dei lavori e l’apertura del cantiere entro il 2023”

Toscana: verso una ciclovia che unisca Tirreno e Adriatico

Toscana, Umbria e Marche hanno siglano un’intesa per la realizzazione di una ciclovia con un percorso che si snodi  tra il Monte Argentario e Civitanova Marche.

A proposito dell’accordo siglato sulla realizzazione delle ciclovia si è espresso anche l’assessore regionale alle infrastrutture e mobilità Stefano Baccelli: “Stiamo sviluppando una rete dedicata alla mobilità dolce. Vogliamo mettere in comunicazione tra loro due importanti assi turistici e ambientali”

“Noi intendiamo però – spiega l’assessore – colmare tale lacuna. Nasce da questa volontà l’idea di siglare un protocollo d’intesa tra tre Regioni, la Toscana, l’Umbria e le Marche. Per arrivare alla progettazione prima e alla realizzazione poi dei tratti da necessari a rendere effettivo questo collegamento”.

“La nostra intenzione – aggiunge l’assessore Baccelli – è quella di creare di una rete interconnessa, protetta e dedicata, di itinerari ciclabili e ciclopedonali attraverso località di valore ambientale, paesaggistico, culturale e turistico”.

“Non si tratterà -continua- soltanto di una anonima mini striscia di asfalto ma, così come abbiamo già fatto, doteremo questa nuova infrastruttura viaria di una rete di servizi e strutture dedicate, compresi i punti di ristoro, con particolare riguardo ai percorsi connessi e correlati e collegati con le vie che hanno caratteristiche storico culturali”.

“Occorre infatti considerare -conclude- che la mobilità ciclistica costituisce uno degli elementi trainanti per lo sviluppo del così detto “turismo lento” a vantaggio soprattutto delle zone interne, connotate da minore attrattività per il turismo di massa. Ed è anche in questao modo che intendiamo valorizzarne le identità e le eccellenze”.

L’accordo tra le tre Regioni dell’Italia centrale

Si tratta della Ciclovia Monte Argentario – Civitanova Marche che si sviluppa attraverso la Toscana, l’Umbria e le Marche, toccando i centri urbani principali di Albinia, Pitigliano, San Casciano dei Bagni, Orvieto, Todi, Perugia, Assisi, Foligno, Serravalle di Chienti, Tolentino, Corridonia e Civitanova Marche.

Lo farà interconnettendosi con le previsioni della Ciclovia del Sole e la Ciclovia degli Appennini, oltre che con i cammini della Via Francigena, della Via di Francesco e della Via Lauretana, anch’essi percorribili in bicicletta.

Per farlo le tre Regioni hanno individuato i rispettivi tratti costitutivi dell’itinerario nazionale con propri atti di previsione e programmazione di sviluppo delle loro reti ciclabili e intendono creare una rete di ciclostazioni per favorire l’intermodalità tra bicicletta e altri mezzi di trasporto.

Il tratto Toscano.

In particolare il tratto toscano partirà da Porto Santo Stefano fino ad arrivare a San Casciano dei Bagni raccordandosi poi con il tratto umbro. In Toscana la ciclovia attraverserà tratti a elevata valenza naturalistica come la Laguna di Orbetello, ma anche luoghi di preminento valore storico culturale come Manciano, la stessa Orbetello, Pitigliano e la necropoli etrusca di Poggio Buco.

Il tratto toscano sarà collegato con le altre infrastrutture a mobilità lenta, tramite le vie del Ret, la Rete escursionistica toscana, la Francigena e l’itinerario Eurovelo.

Infine, oltre all’interconnessione con il trasporto pubblico locale, ci sarà quella con la rete ferroviaria regionale e nazionale a San Casciano dei Bagni e Albinia. Nel tratto finale, Albinia – Porto Santo Stefano, invece si prevede anche il recupero del tracciato dell’ex ferrovia dell’Argentario fino al Tombolo della Giannella.

Tartufo bianco, a causa del caldo e della siccità il prezzo sale a 4.500 euro al chilo

Con il caldo e la siccità che non abbandonano la Penisola il prezzo del tartufo bianco viene quotato su valori di 450 euro all’etto per pezzature oltre i 50 grammi.

È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base degli andamenti della borsa del tartufo bianco di Acqualagna (Pesaro Urbino), dove si è aperta la Fiera nazionale del tartufo bianco. Un appuntamento che sancisce l’entrata nel vivo della stagione delle ‘feste’ dedicate al tartufo, dalla Fiera Internazionale di Alba alla mostra mercato del Tartufo di Città di Castello che si apre il 29 ottobre, ma numerosi appuntamenti sono in calendario nelle regioni più vocate.

La prima raccolta successiva all’iscrizione nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità tutelato dall’Unesco della ‘Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’, fa registrare dunque – sottolinea la Coldiretti – quotazioni sui massimi toccati anche lo scorso anno ma tra le annate più care si registrano anche i 350 euro nel 2013, i 500 euro nel 2012 e i 450 euro all’etto del 2017 per pezzature medie dai 15 ai 20 grammi per il tartufo bianco di Alba.

A far innalzare il prezzo sono state le condizioni climatiche non favorevoli perché il Tuber magnatum Pico, spiega Coldiretti, “si sviluppa in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione”.

Mostre, sagre e manifestazioni dedicate al tartufo coinvolgono in Italia una rete nazionale composta da circa 73.600 detentori e praticanti, chiamati tartufai, riuniti in 45 gruppi associati nella Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italiani (Fnati), da singoli tartufai non riuniti in associazioni per un totale di circa 44.600 unità e da altre 12 Associazioni di tartufai che insieme all’Associazione Nazionale Città del Tartufo (Anct) coinvolgono circa 20.000 liberi cercatori e cavatori.

Dal Piemonte alle Marche, dalla Toscana all’Umbria, dall’Abruzzo al Molise, ma anche nel Lazio e in Calabria sono numerosi i territori battuti dai ricercatori. In cucina il bianco (Tuber Magnatum Pico), conclude Coldiretti, va rigorosamente gustato a crudo su noti cibi come la fonduta, i tajarin al burro e i risotti e per quanto riguarda i vini va abbinato con i grandi rossi.

Tamponamento sulla A1 tra Umbria e Toscana, morte due donne

Fabro, in provincia di Terni, un tamponamento che ha causato un vero e proprio groviglio di lamiere, quello che si è verificato poco prima delle 14:00 sul tratto al confine tra Umbria e Toscana dell’autostrada del Sole, e che ha coinvolto tre autocarri e cinque vetture.

Un incidente in seguito al quale due trentacinquenni, originarie del Lazio, sono morte mentre almeno otto persone sono rimaste ferite nel tamponamento, due delle quali gravemente. L’incidente ha provocato file e traffico per gran parte del pomeriggio risoltisi in serata.

Le due donne decedute viaggiavano insieme su una Fiat Panda incolonnata all’altezza del chilometro 414 dell’Autosole, tra Fabro e Chiusi in direzione nord. Secondo quanto ricostruito dalla polizia stradale, l’auto è stata tamponata da un tir finendo a sua volta su una Punto. Il tamponamento a catena ha coinvolto poi altri due autocarri e alcune vetture che erano ferme sulla corsia di sorpasso.

Il tratto è stato subito chiuso al traffico per permettere l’intervento dei soccorsi. Sul posto è giunta la polizia stradale con i comandanti della sezione di Terni, Luciana Giorgi, e della sottosezione di Orvieto, Stefano Spagnoli. Gli investigatori hanno ricostruito per tutto il pomeriggio la dinamica dell’incidente con il coordinamento del procuratore della Repubblica di Siena Nicola Marini e del sostituto Niccolò Ludovici.

La parte dei soccorsi sanitari è stata invece coordinata dalla centrale operativa del 118 dell’Umbria. Appena scattato l’allarme verso il luogo dell’incidente sono state inviate ambulanze da Fabro, Orvieto e Città della Pieve e si è alzata in volo anche un’eliambulanza, da Grosseto, che ha trasportato all’ospedale di Siena due uomini, di 38 e 42 anni.

Massiccio è stato l’intervento anche dei Vigili del Fuoco con squadre partite da Orvieto, Siena e Perugia che hanno estratto diversi dei feriti dalle lamiere. Inevitabili le ripercussioni sul traffico. Rimasto a bloccato per diverso tempo sulla carreggiata verso Firenze e riaperto in serata.

La circolazione è risultata rallentata anche verso sud con una coda che ha raggiunto i 16 chilometri tra Valdichiana e Fabro ma poi la situazione è progressivamente migliorata. Sul posto una task force della Direzione di Tronco di Firenze di Autostrade.

Questo è il secondo incidente mortale avvenuto nel giro di pochi giorni sul tratto umbro dell’Autosole. Mercoledì infatti un’altra donna, di 70 anni, era morta in incidente tra Fabro e Orvieto. L’auto sulla quale viaggiava la famiglia aveva tamponato un mezzo pesante.

Covid, gli studenti umbri potranno frequentare le scuole toscane

Per rendere possibile la frequenza in presenza tutti gli studenti umbri sono invitati a sottoporsi, prima di fare ingresso a scuola, ad un tampone rapido che ne escluda la positività.

Gli studenti umbri che sono iscritti alle scuole elementari, medie e superiori dei comuni di Sansepolcro, Pieve Santo Stefano, Anghiari e Monterchi potranno continuare a frequentarle, nonostante provengano da zone rosse comprese nel territorio della regione confinante.

È questo l’esito dell’intesa stabilita tra il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani e la sua collega umbra Donatella Tesei.

Per rendere possibile la frequenza in presenza tutti gli studenti umbri sono invitati a sottoporsi, prima di fare ingresso a scuola, ad un tampone rapido che ne escluda la positività.

“Siamo felici – afferma il presidente Giani – di aver trovato una soluzione che salvaguarda sia il loro diritto, che la loro salute e quella di tutti. Sarà il Sistema sanitario regionale toscano che, nell’ambito del programma di screening avviato dalla Regione “Scuole sicure”, li sottoporrà al test gratuito. Chiediamo loro soltanto un paio di giorni di pazienza per darci il modo di predisporre il necessario davanti agli istituti scolastici dei quattro comuni toscani interessati”.

“Ci siamo immediatamente attivati – afferma la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei – affinché i nostri ragazzi che frequentano le scuole toscane a confine tra le due regioni potessero tornare in classe garantendo la sicurezza anche per i loro compagni. Ringrazio il presidente Giani che si è reso subito disponibile a trovare una soluzione condivisa”.

Nel frattempo gli studenti umbri dovranno continuare a seguire le lezioni a distanza, in attesa di ricongiungersi con i loro amici toscani.

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