Istituto degli Innocenti: ex direttrice a processo per falso e abuso

Annamaria Bertazzoni, è stata rinviata a giudizio a Firenze nell’ambito di un’inchiesta che riguarda i lavori di ristrutturazione e ampliamento del museo dell’ente. Le accuse sono di abuso d’ufficio e di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale.

Per l’accusa l’ex direttrice Bertazzoni, dopo aver affidato a uno studio associato di architetti l’incarico della progettazione esecutiva dei lavori, e dopo aver verificato la presenza di errori progettuali, invece di attivare le procedure che prevedevano la soluzione dei problemi a carico del progettista avrebbe approvato due varianti, con ulteriori spese a carico dell’Istituto degli Innocenti per circa 650.000 euro. L’ex direttrice della  secolare istituzione dedicata all’infanzia avrebbe inoltre disposto, in base alle indagini coordinate dal pm Tommaso Coletta, proroghe temporanee di due contratti di appalto adducendo motivazioni che sarebbero risultate false.

A processo andrà anche Alessandro Romolini, supporto del responsabile unico del procedimento (Rup), accusato di concorso formale in falso ideologico, e Aldo Fortunati, accusato di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. La decisione è del gup che ha anche assolto il direttore dei lavori Carlo Terpolilli il quale aveva chiesto e ottenuto di essere giudicato col rito abbreviato. La prima udienza si terrà il 10 settembre.

Bertazzoni sarà assistita dagli avvocati Lorenzo Zilletti e Fausto Falorni.

Condannati ex vertici Consorzio Etruria per bancarotta

Il Tribunale di Firenze ha emesso la condanna per gli ex vertici del Consorzio Etruria, il colosso toscano delle costruzioni edili, implicati in un processo per bancarotta.

Di seguito le condanne del Collegio: gli ex presidenti del Consorzio, Armando Vanni a 4 anni e sei mesi, e Luigi Minischetti a 6 anni; l’ex consigliere delegato Massimo Pagnini a 5 anni e 6 mesi. Gli stessi imputati sono stati assolti dall’accusa di falso in bilancio. Assolti invece da tutte le accuse gli altri imputati del processo, Giovanni Turba, Ciro Paradisi e Marco Fontanelli. Per Vanni e Pagnini il tribunale ha stabilito il risarcimento dei danni, da definire in sede civile, a favore della curatela fallimentare dell’ex Consorzio Etruria.

Il Consorzio Etruria, una delle più antiche cooperative del settore, essendo nata nel 1921, era stato ammesso, con Decreto del 29 giugno 2011 emesso dal Tribunale di Firenze, alla procedura di Concordato Preventivo sotto un passivo di circa 460 milioni e a seguito di ricorso depositato il 21 giugno 2011. Del gruppo di Sammontana faceva parte anche la Inso Spa, società “prime contractor” di ingegneria e costruzioni. Le parti civili, a fine novembre 2018, chiesero un risarcimento danni di oltre 300 milioni di euro per Vanni e Pagnini. Nel 2009 il gruppo di costruzioni della coop Consorzio Etruria, con le sue controllate gioiello che nel frattempo sono state cedute o liquidate, vantava 507 milioni di fatturato e 800 dipendenti.

Firenze, ‘giustizia semplice’: in un anno 1160 mediazioni in cause civili

Da febbraio 2018 a gennaio 2019, grazie alla mediazione di 10 laureati borsisti, sono state possibili 1160 mediazioni in cause civili.

Sono stati presentati, oggi, in Palazzo Vecchio, i dati del progetto, ‘Giuistizia semplice’. A presentarli, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il Presidente del Tribunale di Firenze Marilena Rizzo, dal costituzionalista Andrea Simoncini e dalla prof. Paola Lucarelli.

Grazie a ‘Giustizia semplice’ – si legge nel comunicato del Comune – i laureati in giurisprudenza a Firenze – con competenze specifiche in mediazioni dei conflitti acquisite nel corso di laurea ed in corsi post laurea – hanno affiancato 20 giudici della Terza sezione civile e del Tribunale imprese. Visto il successo del progetto è stato deciso di investire in un altro anno di attività.

Un ottimo risultato che conforta quanto contemplato nel Patto Strategico della città Metropolitana di Firenze – continua il comunicato -. Grazie alla collaborazione tra Metrocittà con il Tribunale, l’Univesrità di Firenze, la Camera di Commercio e la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze si è giunti alla definizione dei progetti ‘Giustizia semplice’ e ‘Giustizia prossima’.Essi sono finalizzati rispettivamente all’implementazione delle procedure di invio di mediazione delle parti in lite e a garantire la presenza nel territorio di punti di contatto e accesso al sistema giudiziario, quale concretizzazione dell’idea di giustizia come bene che deve essere presente sul territorio.

Si è diffusa, con il progetto ‘giustizia semplice’ una prassi ad alto impatto sulla gestione del contenzioso giudiziario che sta trasformando il case management e la professionalità degli operatori arricchendola di nuovi strumenti per la risoluzione delle controversie, che contribuiscono a rendere efficiente il funzionamento della giustizia civile. Gli esiti sono molto siginficativi – conclude il comunicato – e sono sotto osservazione scientifica e istituzionale a livello nazionale e internazionale.

Firenze, presentato progetto per vittime d’odio e razzismo

‘V Start – Sensibilizzazione e lavoro di rete per le vittime dei crimini d’odio’, questo il nome del progetto presentato oggi a Firenze che coinvolge anche Germania,Croazia e Austria.

Una ricerca sull’accoglienza per le vittime dei crimini d’odio, un manuale per operatori e una guida per le vittime di razzismo. Sono i contenuti del progetto internazionale ‘V-Start-sensibilizzazione e lavoro di rete per le vittime dei crimini d’odio’, finanziato dal programma Justice dell’Unione europea e realizzato in Italia da Cospe, con il cofinanziamento della Regione Toscana. Il progetto, presentato oggi a Firenze, oltre all’Italia coinvolge anche Croazia, Austria e Germania, ed è incentrato sulla protezione delle vittime dei crimini razzisti e omofobici.

La ricerca mappa 38 strutture dedicate in tutta Italia, mentre l’obiettivo del manuale, che si rivolge ad operatori pubblici e del privato sociale, è fornire strumenti e conoscenze di base per riconoscere il problema e rispondere alle esigenze primarie delle vittime. Infine, la guida per le vittime, tradotta in inglese, francese o arabo, vuole aiutare coloro che subiscono aggressioni o offese di tipo razzista, omofobico o a causa della propria disabilità ad acquisire consapevolezza in merito a quanto successo, suggerendo possibili soluzioni.

Secondo l’assessore regionale al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi ‘V-Start’ è “un bel lavoro, sempre più attuale: purtroppo il clima nel quale viviamo oggi non aiuta l’accoglienza, l’attenzione alle differenze. Crediamo che debba esserci un impegno dei soggetti pubblici e delle istituzioni”. Per Udo Enwereuzor di Cospe onlus serve “fare una ricognizione dell’esistente” ed “è utile diffondere la conoscenza”. Ornella Galeotti, sostituto procuratore del Tribunale di Firenze, ha definito ‘V-Start’ “un altro faro di speranza per il nostro paese”. Per Vittoria Doretti, responsabile regionale Codice rosa, “più grande alleata della violenza è la solitudine”, conta “non solo la cura, ma anche il prendersi cura, nel rispetto di chi si ha di fronte”.

Firenze: dj condannato a un anno per maltrattamenti, è recidivo

L’uomo, un 50enne, nel 1999 era stato condannato a 12 anni per l’omicidio della ex fidanzata.

Un 50enne è stato condannato a un anno di reclusione dal tribunale di Firenze, con l’accusa di aver maltrattato e picchiato la compagna.
Per l’accusa, avrebbe anche maltrattato la nuova compagna. Per intimorirla avrebbe anche fatto riferimento alla sua precedente condanna.

“Presenteremo appello – ha affermato il legale del 50enne, avvocato Mattia Alfano -, sono convinto che si possa ottenere l’assoluzione, perché a mio parere gli elementi del reato non sono stati dimostrati”. L’uomo, originario della Costa d’Avorio, che lavorava a Firenze come dj, uccise la fidanzata il giorno di San Valentino strangolandola.
Poi tentò di togliersi la vita tagliandosi le vene dei polsi e aprendo il rubinetto del gas.

Firenze: maresciallo carabinieri condannato a 6 anni per corruzione

Nel processo, oltre al maresciallo, erano imputati anche un imprenditore, condannato a 4 anni e interdetto per cinque anni dai pubblici uffici, e una vigilessa, difesa dall’avvocato Antonio Voce, assolta dall’accusa di abuso d’ufficio con la formula ‘perchè il fatto non sussiste”.

Il tribunale di Firenze ha condannato a sei anni di reclusione il maresciallo dei carabinieri Nello Fasciolo, della compagnia di Figline Valdarno (Firenze), per i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e rivelazione e utilizzo di segreti d’ufficio.

Fasciolo è stato anche interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e per questo nella sentenza è stato dichiarato estinto il suo rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione.

Tra le accuse contestate a Fasciolo, difeso dall’avvocato Federico Bagattini, quella di aver favorito un imprenditore amico ottenendo un cambio vari favori, tra cui un cellulare e la possibilità di usare la sua Porsche.

Il tribunale ha infine assolto Fasciolo, con la formula ‘perché il fatto non sussiste’, per alcuni episodi contestati dall’accusa, tra cui quello di essersi messo a disposizione di un imprenditore dichiarando in grado di favorire una procedura di ottenimento di un porto d’armi.

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