Unicoop Firenze dovrà rimborsare le festività non pagate

Il tribunale di Firenze ha condannato l’azienda a risarcire i propri dipendenti per il mancato pagamento della festività del 4 novembre dal 2007 al 2012. Usb: “grande vittoria”.

Il tribunale di Firenze ha condannato Unicoop Firenze in primo grado a risarcire i dipendenti delle festività del 4 novembre mai retribuite per gli anni che vanno dal 2007 al 2012.

Lo rende noto il coordinamento Usb di Unicoop Firenze, che parla di “grande vittoria” e di “sentenza pionieristica” in tema di lavoro. Per l’Usb infatti “il tribunale ha accolto la nostra tesi secondo la quale i crediti di lavoro non si prescrivono più durante il rapporto di lavoro, in quanto l’abbattimento delle tutele sopraggiunte negli ultimi anni con la legge Fornero prima e il Jobs Act dopo, rendono il lavoratore psicologicamente timoroso di fare causa”.

econdo il sindacato di base, “se dovesse prendere piede, si tratterebbe di una cosa importante per i lavoratori e le lavoratrici, perché vorrebbe dire che nel settore privato i crediti di lavoro non si prescrivono più, ma si può tornare indietro anche di dieci o quindici anni nel richiedere gli arretrati”.

Universo Sport punita per condotta antisindacale

La società di abbigliamento per lo sport è stata punita per aver sostituito dei dipendenti in sciopero con lavotatori di un altro punto vendita del brand. Il tribunale di Firenze ha condannato l’azienda a ripagare le ore di sciopero ai lavoratori.

Universo Sport ha tenuto un comportamento antisindacale: questa, secondo quanto riporta la Filcams-Cgil, la sentenza del tribunale di Firenze che ha punita la società per aver utilizzato nel dicembre scorso, in sostituzione dei lavoratori del negozio di Gavinana impegnati in uno sciopero, propri dipendenti in forza ad un altro punto vendita.

L’azienda, scrive il sindacato in una nota, è stata condannata a ripagare le ore di sciopero ai lavoratori. “Lo sciopero – ricorda la Filcams, che parla di ‘sentenza pionieristica nel settore’ – era stato indetto perché l’azienda ha smesso di erogare la maggiorazione festiva del 50% in vigore dal 1999, e soprattutto perché non dava risposte sul futuro di 20 lavoratori e rispettive famiglie visto che Unicoop Firenze non rinnoverà il contratto di affitto di ramo d’azienda in scadenza a giugno 2018, e vista la riorganizzazione del centro commerciale che purtroppo sembra interesserà altri negozi, compreso il bar del centro”.

Accoltellò due giudici a Perugia, perito: capace di intendere

Roberto Ferracci, l’albergatore che acscoltellò due magistrati a Perugia è stato sottoposto ad una perizia psichiatrica su disposizione dei giudici del tribunale di FIrenze. Risulta capce di intendere, sarà imputato con il rito abreviato.

Roberto Ferracci, l’albergatore di Spello (Perugia) che il 25 settembre 2017 assalì, accoltellandoli, due magistrati del tribunale di Perugia, è pienamente capace di intendere e di volere, ed è pertanto imputabile nel processo in corso in rito abbreviato a Firenze per tentato omicidio dei giudici Francesca Altrui e Umberto Rana della sezione fallimentare.

E’ quanto ha stabilito il perito incaricato dal giudice Alessandro Moneti di Firenze, che oggi ha tenuto un’udienza per l’incidente probatorio. Secondo quanto emerso dalla perizia psichiatrica, Ferracci anche se si fosse trovato in uno stato depressivo, questo non incise sulla sua piena capacità di intendere e di volere, ne’ sulla sua capacità di autodeterminarsi con razionalità nelle azioni che tenne aggredendo i due giudici.

Per il perito, quindi, Ferracci era lucido quando impugnando due coltelli da cucina colpì in tribunale i due magistrati. Riguardo, invece, all’aggravante della premeditazione, per il perito potrebbe essere plausibile una spiegazione data dall’albergatore il quale avrebbe sostenuto di essere partito con due coltelli da casa non per aggredire qualcuno, ma eventualmente per suicidarsi dopo aver avuto il colloquio con la giudice Altrui.

Inoltre, sempre al perito, Ferracci avrebbe detto che lui voleva soltanto chiedere spiegazioni alla giudice sull’esito sfavorevole di un contenzioso relativo ad una sua società, ma che le risposte della magistrata furono tali da averlo indotto ad una reazione aggressiva. L’altro giudice fu accoltellato quando andò in soccorso della collega. Prossima udienza, per la discussione, il 9 febbraio.

Staccò le ganasce dal’auto, figlio Verdini oggi a processo

Il figlio del senatore Denis Verdini è stato in aula a Firenze stamane per attendere alla prima udienza del processo che lo vede come imputato. Staccò le ganasce dei vigili dall’auto nel maggio 2015.

E’ sfociata in un processo penale per danneggiamento la vicenda in cui fu coinvolto il figlio del senatore Denis Verdini, Tommaso, per aver liberato la propria auto dalle ganasce applicate dai vigili urbani alle ruote. La vettura, una sera del maggio 2015, fu trovata in divieto di sosta nella centralissima piazza Strozzi e sanzionata dalla polizia municipale.

Oggi, per quel fatto, che al giovane costò una multa ma anche una denuncia penale, c’è stata davanti al giudice Claudia Panteri del tribunale di Firenze la prima udienza del processo dove il giovane è imputato. La difesa del figlio di Verdini, ventisettenne, si era opposta al rinvio a giudizio sostenendo che si trattò di una questione da risolvere solo con sanzione amministrativa, in base al codice della strada. Inoltre, sempre secondo la difesa, Tommaso Verdini aveva aspettato oltre un’ora il carro attrezzi prima di andarsene e avrebbe danneggiato la ganascia inserendo la prima marcia mentre faceva manovra.

L’avvocato Marco Rocchi, difensore, stamani ha fatto allegare agli atti del processo la fattura di circa 30 euro pagata dal giovane Verdini alla Sas, la società dei servizi alla strada di Firenze: la somma sarebbe il costo per il ripristino di un perno del ceppo bloccaruota, la ganascia che, secondo la difesa, non rimase inservibile, quindi non fu danneggiata. Tuttavia il pubblico ministero ha ribadito l’accusa di danneggiamento, aggravato dall’aver causato il danno a un bene pubblico, e chiesto il processo cominciato oggi.

Ordinanza antibagarini, no uso commerciale David

Tribunale contro azienda che promuove vendita ticket maggiorati.

Divieto di usare, su tutto il territorio italiano ed europeo, l’immagine del David di Michelangelo a fini commerciali: è quanto stabilisce, per la prima volta, l’ordinanza ‘antibagarini’ emanata dal tribunale di Firenze, che ha accolto la domanda dell’Avvocatura dello Stato contro le attività di una società, la Visit Today, che vendeva fuori dalla Galleria dell’Accademia di Firenze, ‘casa’ del capolavoro rinascimentale, biglietti a prezzo maggiorato utilizzando su volantini, documentazione promozionale e sito la fotografia del David.

“L’ordinanza ‘antibagarini’ del Tribunale di Firenze, che stabilisce che l’immagine del David
non possa essere sfruttata a fini commerciali senza permesso della Galleria dell’Accademia, è un precedente e un modello: tanti altri musei, vittime della piaga della vendita di biglietti a prezzo maggiorato, possono ora intraprendere questa strada legale perchè il diritto vinca su quella che di fatto è una truffa verso i visitatori”. Così Cecilie Hollberg, direttrice del museo che ha promosso l’azione legale, commenta l’esito positivo, sfociato con l’ordinanza del tribunale.

“Questa è una vittoria per tutti i beni culturali nazionali – aggiunge – ora, con questa pronuncia, tutti si mettano in marcia per tutelare i loro tesori dai fenomeni di sciacallaggio. E per quanto riguarda l’Accademia, il mio piano è di stanare una per una le società che fanno affari con l’immagine del nostro David e impedire loro di continuare questo sfruttamento”.

L’ordinanza del tribunale di Firenze contro l’uso commerciale del David di Michelangelo
prevede anche il ritiro dal commercio di tutto il materiale diffuso e prodotto dalla società contenente la riproduzione dell’opera così come l’oscuramento dell’immagine della celebre
scultura dal proprio sito. Inoltre, il tribunale ha condannato Visit Today a pubblicare il testo dell’ordinanza su 3 quotidiani a diffusione nazionale e tre periodici a scelta della Galleria
dell’Accademia oltre che sul proprio spazio web, e al pagamento di una penale di 2.000 euro per ogni giorno di mancato rispetto di queste disposizioni.

Alla base della richiesta dell’Avvocatura dello Stato soddisfatta dal giudice, di fatto vi è la ‘violazione del copyright’ sul diritto d’immagine relativo al colosso michelangiolesco simbolo della Galleria dell’Accademia, oltre che del Rinascimento. Il Codice dei beni culturali riserva all’autorità che ha in consegna il bene culturale la facoltà di consentirne riproduzione previa richiesta di concessione e pagamento del canone stabilito dall’autorità stessa, richiesta che la Visit today, spiegano dalla Galleria, non ha mai effettuato, usando però il David per pubblicizzare in svariate modalità la sua attività commerciale.

Soddisfazione per il risultato ottenuto dalla Galleria dell’Accademia contro la piaga del
bagarinaggio anche per Luca Bagnoli, presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore (la fabbriceria che cura il Duomo di Firenze, il battistero, il campanile di Giotto e il museo che
custodisce molti dei tesori di questi monumenti) che, dopo l’ordinanza del tribunale di Firenze tesa a impedire l’uso commerciale dell’immagine del David da parte di terzi, spiega  di ‘voler incontrare quanto prima la direttrice Cecilie Hollberg, per capire come fare a seguire il suo esempio’.

“Il problema del bagarinaggio e della vendita di biglietti a prezzi maggiorati da parte di soggetti che sfruttano la nostra immagine affligge anche la cattedrale fiorentina – aggiunge
Bagnoli – e vorremmo adottare quanto prima strategie che ci consentano in qualche modo di combattere efficacemente questo fenomeno”.

Carabinieri accusati di stupro: oggi incidente probatorio ‘protetto’ per studentesse Usa

Sono tornate a Firenze per essere interrogate stamani dal gip Mario Profeta, le due studentesse americane che il settembre scorso denunciarono due carabinieri per violenza sessuale.

Gli interrogatori si tengono con modalità protetta dentro l’aula bunker di Firenze dove le due ragazze americane sono già arrivate accompagnate dai loro avvocati entrando da un ingresso secondario.

Presenti nella struttura anche i due militari accusati della violenza sessuale, l’appuntato Marco Camuffo e il carabiniere scelto Pietro Costa, entrambi accompagnati dai loro difensori. Secondo la modalità protetta, utilizzata in quest’incidente probatorio, il giudice Profeta le sentirà con l’ausilio di un interprete in una stanza separata dove non ci sono altre persone, mentre tutti gli altri presenti nell’aula bunker, pm, difensori e i due carabinieri indagati potranno assistere all’interrogatorio tramite sistema audio video.

Gli avvocati non possono intervenire mentre il giudice rivolge domande alle due ragazze americane, tuttavia possono proporre allo stesso gip proprie domande. A questo proposito, arrivando all’aula bunker, uno dei difensori dei militari, l’avvocato Giorgio Carta, che difende il carabiniere Pietro Costa, ha detto ai giornalisti di aver consegnato preliminarmente al giudice Profeta “250 domande da fare a ciascuna studentessa”.

Non è detto però, che il giudice effettivamente assecondi l’intera richiesta del difensore di Costa potendo decidere in autonomia quali domande siano pertinenti a determinare i fatti e quali no. Quando i due militari sono arrivati all”aula bunker anche loro sono stati fatti entrare da un ingresso secondario differente da quello utilizzato per far accedere le due studentesse.

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