Kata, telecamere ancora al vaglio. E spunta il ‘passaggio segreto’ all’Astor

Si continua ad indagare sulla scomparsa della piccola Kata, la bambina peruviana di cui non si hanno tracce ormai dal 10 giugno scorso. Gli inquirenti sono al lavoro giorno e notte per cercare di dare risposte ad un mistero che al momento di risposte non ne ha.

Per la terza volta sono al vaglio dei carabinieri le telecamere del Comune di Firenze puntate sulle strade attorno all’ex albergo Astor, da cui è scomparsa lo scorso 10 giugno Kata, la bambina che viveva nello stabile occupato con la madre e il fratellino. Nello scorso weekend, la pm Christine von Borries e i carabinieri hanno continuato ad ascoltare altri occupanti dell’ex albergo, come persone informate sui fatti, per riuscire a sciogliere il mistero della scomparsa di Kata.

Forse anche alla luce delle nuove testimonianze raccolte, gli investigatori e i tecnici informatici sono alla ricerca in quei video di dettagli che potrebbero essere passati inosservati a una prima battuta. Non si ferma tuttavia il controllo sulle videocamere pubbliche collocate su un raggio più ampio della città, oltre il quartiere di san Jacopino. Sulla scomparsa di Kata la procura ha aperto un fascicolo per sequestro di persona a scopo di estorsione, al momento senza indagati, dopo la denuncia presentata dalla madre sabato 10 giugno ai carabinieri.

Le ricerche della bambina sono partite quella sera stessa dentro e fuori l’edificio. Dopo l’allontanamento dei 132 occupanti, di cui 42 minori, collocati in strutture di accoglienza messe a disposizione dal Comune, i carabinieri del Ros, del Gis e del Sis hanno ispezionato l’edificio, dalle terrazze ai tombini, anche con sofisticate attrezzature, senza trovare tracce della piccola. Nel frattempo al vaglio dei carabinieri hanno controllato i video delle telecamere puntate sui due ingressi dell’ex albergo via Boccherini e via Maragliano e in zone sempre più ampie.

Intanto spunta anche l’ipotesi di un passaggio segreto, come mostrato dalle telecamere del Tg4. Si tratterebbe però di una pista già seguita dagli inquirenti, che hanno fatto sapere di essere già a conoscenza di quella via all’Astor.

Porto Azzurro, detenuto dà fuoco alla cella del carcere. Sette agenti ricoverati

Un incendio all’interno di una cella e sette agenti all’ospedale per “intossicazioni dei fumi”, escoriazioni e bruciature con prognosi varie. E’ quanto accaduto all’interno del carcere di Porto Azzurro, all’isola d’Elba.

E quanto riferisce il Sappe attraverso il segretario regionale Francesco Oliviero, che parla di “ennesima giornata di follia, sangue e violenza” a Porto Azzurro. Non è la prima volta che il carcere elbano finisce al centro delle cronache per motivi di questo genere. Secondo quanto spiegato, il detenuto “ha distrutto tutto ciò che vi era all’interno, gettando le macerie nel corridoio e ferendo un agente. Dopo qualche ora, nonostante i vari tentativi di mediazione da parte del personale della Polizia penitenziaria, l’uomo cominciava nuovamente a distruggere quel che rimaneva in cella, senza alcuna ragione, barricandosi all’interno, e posizionando materasso, cuscino e le ante dell’armadietto dinnanzi all’ingresso, Li ha poi cosparsi d’olio e li ha incendiati”.

Le fiamme sono immediatamente divampate e la cella del carcere si è trasformata in un inferno. “Sono stati momenti di grande tensione. Tempestivo, il pronto intervento del personale di Polizia penitenziaria, accorso per spegnere l’incendio e salvare il detenuto: ben quattro estintori non stati sufficienti a domare le fiamme e si sono quindi usati gli idranti”.

“Anche questa volta – commenta Oliviero – la professionalità della Polizia penitenziaria ha scongiurato il drastico evento ma purtroppo gli strumenti a disposizioni sono pochi, comprese le maschere antifumo e tutte le attrezzature specifiche per il pronto intervento. Paghiamo ancora lo scotto di una amministrazione carente da ogni lato e per le assegnazioni incondizionata di personaggi violenti, arroganti e pericolosi, non confacenti all’istituto”

“La vera amarezza è che a nulla sono valse le varie segnalazioni emanate dal Sappe per assumere urgenti provvedimenti rispetto alle criticità e alle problematiche” del carcere Porto Azzurro. Di “grave evento critico annunciato” parla Donato Capece, segretario generale del Sappe.

Soddisfazione Giani, il rigassificatore via tra tre anni

Il rigassificatore stanzierà a Piombino per altri tre anni. Giani si dice soddisfatto ed entusiasta della promessa mantenuta

Lo scorso 19 marzo attraccava nel porto di piombino il rigassificatore Golar Tundra. Il progetto, che gode di un doppione stanziato nei pressi di Ravenna, risultava essere agli occhi del Presidente della Toscana Eugenio Giani la risposta più immediata ed efficacia alla necessità di rendersi autonomi rispetto al gas russo.

Il rigassificatore trasforma il gas naturale liquefatto (Gnl), riportandolo allo stato gassoso; una volta estratto, il gas naturale può essere infatti liquefatto tramite un processo di raffreddamento a -160 gradi centigradi, che ne determina una notevole riduzione di volume.

I vantaggi politici ed economici risultanti dalla manovra che ha portato i due rigassificatori presso le coste italiane devono, però, fare i conti con il notevole rischio che secondo molti questi dispositivi rappresentano per la popolazione limitrofa e l’ambiente circostante.

Oltre ai rischi derivanti da malfunzionamento, e che possono palesarsi con perdite di gas, incendi, esplosioni ed emissioni di sostanze inquinanti nell’ambiente circostante, le associazioni hanno sempre denunciato che si tratterebbe di impianti emittenti inquinanti, soprattutto ossidi di azoto, in concentrazioni tutt’altro che trascurabili.

Sarà per questo che le regioni si stanno organizzando, non senza difficoltà, affinché i rigassificatori non stanzino per un periodo troppo prolungato nei pressi di uno stesso porto.

Nei giorni scorsi Palazzo Chigi ha proceduto alla nomina del presidente della Liguria Giovanni Toti quale commissario straordinario di governo per il nuovo posizionamento del rigassificatore.

Il dialogo tra i presidenti delle due regioni sembra rispettare i patti stretti durante lo scorso marzo, che prevedevano un periodo di stanziamento del rigassificatore di non oltre 3 anni. Giani a riguardo ha affermato che “sin dal momento della mia nomina a commissario straordinario per la realizzazione dell’opera, avevamo detto che la nave sarebbe rimasta a Piombino per un tempo molto limitato  e questo impegno è stato mantenuto”.

E ha aggiunto “il comportamento del Governo ha confermato con quella nomina quanto io avevo chiesto, ovvero che la nave di rigassificazione stesse a Piombino tre anni e poi andasse in una piattaforma offshore. La nomina di Toti garantisce il fatto che vi siano tre anni di tempo per creare un offshore in un’altra realtà”.

“Che si decida dove all’interno del territorio della Liguria domani o tra un mese  cambia poco” conclude il presidente della Toscana.

Violenza sessuale, Lucarelli e Apolloni hanno ottenuto la revoca dei domiciliari

Lucarelli e Apolloni, i due calciatori indagati per violenza sessuale ai danni di una 22enne americana, ottengono la revoca da parte del gup livornese Roberto Crepaldi dopo solo 20 giorni di domiciliari

Sono ritornati liberi Mattia Lucarelli, figlio dell’ex attaccante Cristiano, e Federico Apolloni, i due calciatori 23enni, accusati di violenza sessuale ai danni di una studentessa americana. A revocare la misura cautelare con cui dal 13 febbraio scorso è stato imposto ai due ragazzi di non lasciare la città di Livorno è stato il gup Roberto Crepaldi, che ha ritenuto siano venute meno le esigenze cautelari. Secondo quanto risulta dalle sue parole, infatti, “in oltre 4 mesi non hanno mai violato le prescrizioni e non hanno mai avuto alcun comportamento tale da far pensare a una possibile reiterazione del reato”.

L’udienza preliminare per i due violentatori, e presieduta dal giudice Crepaldi, avrà luogo alla fine di settembre. Strategia della difesa sarà quella di accertare lo stato di alterazione della ragazza di quella notte, con l’obiettivo di stabilire quanto fosse ubriaca e se quindi fosse o meno in grado di dare il consenso.

Anche da parte della Procura è attesa una consulenza per dimostrare, a conferma della ricostruzione accusatoria, che la studentessa, per via dell’alcool, era stordita al punto da non essere minimamente lucida.

Stando all’inchiesta della Squadra mobile e del pm Alessia Menegazzo, la violenza sessuale risale alla notte tra il 26 e il 27 marzo dell’anno scorso e per la quale sono imputati anche tre amici di Lucarelli e Apolloni.

IT-Alert e le nuove frontiere della comunicazione

Mercoledì 28 giugno ci sarà il primo test di IT-Alert, un tentativo che aspira a sfruttare al meglio le nuove tecnologie per l’avviso e la prevenzione in caso di emergenze

Mercoledì 28 giugno alle ore 12 tutti gli smartphone connessi a cellule telefoniche toscane riceveranno in contemporanea il seguente messaggio: “Questo è un MESSAGGIO DI TEST del sistema di allarme pubblico italiano. Una volta operativo ti avviserà in caso di grave emergenza. Per informazioni vai sul sito www.it-alert.it e compila il questionario”. Sarà un test, la prima prova di portata regionale in Italia del sistema IT-Alert, messo a punto dal Dipartimento nazionale di Protezione civile, in collaborazione con la Protezione civile regionale, per sfruttare in senso positivo le grandi potenzialità delle nuove tecnologie ed avvisare i cittadini in tempo reale in caso di gravi emergenze, eventi catastrofici imminenti o in corso.

IT-Alert, testato per la prima volta nel 2022 in provincia di Reggio Calabria tramite una simulazione di eruzione, nasce con l’obiettivo di coprire “l’ultimo miglio” dell’informazione in ambito di protezione civile e raggiungere i cittadini potenzialmente interessati da una situazione di emergenza.

A riguardo Eugenio Giani, presidente della regione Toscana,  sottolinea quanto “questa scelta sia collegata anche all’efficienza dimostrata dal nostro sistema di Protezione civile ed al proficuo rapporto di collaborazione da anni attivo tra settore regionale e Dipartimento nazionale”. E continua “mercoledì seguirò con attenzione il varo, di questo sistema, per il momento sperimentale, che se perfezionato rappresenterà un potente strumento di comunicazione in tempo reale delle criticità e, dunque, un grande passo in avanti verso una migliore gestione delle emergenze ed una maggiore sicurezza delle persone”.

L’assessora regionale alla Protezione civile Monia Monni spiega che “il test in Toscana sarà il primo di portata regionale e servirà sia per perfezionare il sistema, sia per informare i cittadini di questo nuovo sistema di comunicazione in tempo reale. Il test prevede che tutti i cellulari agganciati alle cellule telefoniche di una determinata area nel momento concordato ricevano un testo che fornisce loro informazioni e istruzioni”.

Inoltre sottolinea che “Quello di mercoledì 28 sarà solo un test, ma se il meccanismo funzionerà, sapremo di avere a disposizione un potente strumento di informazione in tempo reale, più che mai prezioso in caso di calamità naturali o gravi eventi. Seguiremo l’esito del test con attenzione. Invito già da ora tutti i cittadini a non allarmarsi, a verificare di aver ricevuto il messaggio ed a seguire le istruzioni in esso contenute, per dare il proprio feedback sull’esito del test”.

Il questionario presente sulla pagina www.it-alert.it è pensato per raccogliere feedback e perfezionare il sistema dove necessario. Alla ricezione dell’avviso non dovrà seguire alcunché, se non leggere il messaggio di allarme che comparirà automaticamente sul suo telefono e lo illuminerà. Il messaggio resterà in primo piano fino a quando non verrà letto.

Nella fase iniziale IT-Alert non sarà utilizzato per tutte le tipologie di eventi catastrofici ma solo in caso di maremoto generato da un sisma, collasso di una grande diga, attività vulcanica, lì dove presente, incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica, incidenti rilevanti in stabilimenti industriali, precipitazioni intense. L’utilizzo di IT-Alert è escluso per eventi a elevata incertezza, fortemente localizzati o con un margine assai breve di prevedibilità.

Nei messaggi IT-Alert futuri, i cittadini troveranno scritto chi invia il messaggio (per esempio, “Protezione civile”), il motivo per cui è stato inviato (es. “Allarme precipitazioni intense”) e le azioni raccomandate con urgenza (per esempio, “Raggiungi aree di emergenza in collina”).

Trattandosi di un’informazione inviata esclusivamente alle persone potenzialmente coinvolte dall’emergenza, si configura come una vera e propria Call To Action, una sorta di attivazione civile che consente ai cittadini di tutelare se stessi e gli altri.

Il servizio funziona con tutti gli smartphone (ma non con i vecchi cellulari) in quanto conforme allo standard internazionale “Common Alerting Protocol” che garantisce la completa interoperabilità con altri sistemi di divulgazione di allerte e allarmi di emergenza e avvisi pubblici, nazionali e internazionali.

La fase di sperimentazione proseguirà fino a febbraio 2024.

Toscana settima per reati relativi all’inquinamento marittimo

In Toscana aumentano i reati connessi all’inquinamento marittimo: inquinamento, abusivismo e mala depurazione anche senza la criminalità organizzata

Secondo quanto risulta dal dossier di Legambiente “Mare Nostrum”, elaborata tramite l’accurata ricezione dei dati forniti dalle forze dell’ordine e dalle capitanerie di porto, la Toscana è settima tra le regioni italiane per i reati connessi al mare inquinato.

Nel 2022 ne sarebbero stati commessi 249, a fronte di quasi 9mila controlli, mentre sarebbero 287 le persone denunciate ed arrestate e 78 i sequestri effettuati.

Tra i reati ambientali, spiega una nota, inquinamento, abusivismo edilizio, mala depurazione, cattiva gestione dei rifiuti, assalto al patrimonio ittico e alla biodiversità sarebbero quelli più diffusamente commessi.

A livello nazionale nel 2022 lungo le coste italiane sono state 13.229 le infrazioni contestate. La Toscana si trova a metà classifica aperta da Campania, Puglia, Lazio, Calabria e Sicilia dove la pressione dei reati ambientali è più forte, bisogna dirlo, a causa della presenza di organizzazioni di criminalità organizzata.

Sottolinea a riguardo Fausto Ferluzza, presidente di Legambiente Toscana, che “come ogni anno, all’avvio della lunga navigazione di Goletta Verde, uno dei capitoli più odiosi della criminalità ambientale risulta essere quello relativo al mare. Come sempre in classifica svettano le regioni dov’è più stabile l’insediamento malavitoso, ma siamo superati anche dall’Emilia Romagna, a causa delle fortissime pressioni antropiche sulla Riviera. Da notare che l’intensità del fenomeno in Toscana assomma al 5,3% del totale nazionale, molto al di sotto del peso specifico naturale (per popolazione, territorio, economia) che la nostra regione rappresenta sullo scacchiere nazionale, che è del 6,5%”.

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