Veronesi licenziato dal Festival Pucciniano di Torre del Lago

Dopo la velata contestazione dello scorso venerdì, che ha visto il Veronesi presentarsi bendato sul podio del Festival Pucciniano di Torre del Lago, il direttore è stato licenziato. “Manifestare il proprio dissenso è un diritto costituzionale”

Il direttore d’orchestra Alberto Veronesi, dopo aver appreso che il Festival Pucciniano di Torre del Lago (Lucca) lo ha ‘licenziato’ per le prossime repliche della Boheme, alla cui prima, venerdì scorso, si è esibito sul podio con gli occhi bendati per contestarne l’allestimento, ha affermato: “Mi presenterò al prossimo concerto, con il mio frac e la mia mascherina. Se non mi faranno dirigere chiederò i danni, anche quelli di immagine. Nel contratto non c’è la pregiudiziale di fiducia, non mi interessa avere la fiducia di questo presidente, il mio lavoro è dirigere e per farlo ho rinunciato a tante proposte in questi due mesi e mezzo, sollevarmi dall’incarico ora è un danno”.

Alla luce del licenziamento, preteso dal presidente del Festival, Luigi Ficacci, e in funzione della replica dello spettacolo, prevista per il 29 luglio prossimo, il Veronesi ha rivendicato l’illiceità di cui è stato vittima: “Mi hanno inviato una lettera di licenziamento per email, motivandola su un ritardo alle prove che non c’è stato, ho i documenti che lo confermano, e per il quale tra l’altro mi hanno già sanzionato; e poi su dichiarazioni che avrei fatto sulla Bohème durante la conferenza stampa a Roma. Peccato però che io non abbia detto niente anche perché mi avevano vietato di dare anticipazioni e così ho fatto”.

“La ragione giuridica non c’è”. L’esecuzione del 14 luglio è stata, continua il direttore, “perfetta, senza sbavature. Non possono dire che non so dirigere perché faccio il Festival da 25 anni. La verità è che questa è una vendetta politica, è un reato di opinione. E’ un fatto grave. Alcuni membri del cda hanno perso alle amministrative comunali di Lucca, motivo per cui non mi fu rinnovato il contratto”.

“Il presidente di fronte alla mia richiesta di rispettare l’accordo su regia e scene, secondo cui non ci sarebbe stata nessun riferimento ideologico politico, mi ha risposto diffidandomi di parlare della recita”, ha concluso Veronesi.

In riferimento alla vicenda non poteva mancare il commento del sottosegretario alla cultura, Vittorio Sgarbi, che ha sottolineato il fatto che non è possibile colpevolizzare, né tanto meno licenziare, Veronesi per aver manifestato il suo dissenso rispetto alla regia di Christophe Gayral e le scene di Christophe Ouvrad, dal momento che “manifestare dissenso è un atto costituzionalmente legittimo”.

Il sottosegretario ha, inoltre, aggiunto, riprendendo il concetto della pena proporzionata di Beccaria: “Ad un’insoddisfazione estetica, quella che cioè ha mosso Veronesi nel suo atto di dissenso, non deve seguire una pena politica di tal genere”

 

Quinto nido per la tartaruga Caretta caretta: “Stagione incredibile”

La tartaruga Caretta caretta ha nidificato per la quinta volta le spiagge dell’Isola d’Elba, presso Marciana Marina. Legambiente parla di una “stagione incredibile”

Da quanto risulta da una nota diffusa da Legambiente, che ritiene la stagione corrente “incredibile”, la tartaruga Caretta caretta ha nidificato per la quinta volta l’Isola d’Elba.

La scoperta è stata fatta la notte scorsa a mezzanotte su una spiaggia di Marciana Marina: la tartaruga, si spiega, prima ha risalito la spiaggia de La Marina, “probabilmente attratta e confusa dai lampioni”. “Lì purtroppo è successo tutto quello che non si deve fare in situazioni simili: foto con il flash, gente intorno alla tartaruga che parlava ad alta voce e persino un tizio che ha cercato di spostare l’animale, che la fine e fortunatamente, dopo una ventina di minuti, ha ripreso la via del mare”.

Secondo i controlli effettuati, avrebbe poi raggiunto la vicina spiaggia del Capitanino dove ha scavato “il suo nido in un’area molto meno illuminata e tranquilla, proprio accanto al molo dei sassi e a pochi metri dalle barche ormeggiate in porto e a pochi passi dal lungomare”.

I volontari dell’associazione hanno messo in sicurezza “la nidicazione con un’innocua luce rossa e tenendo a debita distanza i curiosi”. Poi la tartaruga è tornata in mare.

E’ stata, dunque,  avvertita la Capitaneria di porto che ha a sua volta allertato l’Arpat per effettuare il controllo definitivo dell’avvenuta nidificazione. Un quarto nido di Caretta caretta, ricorda la Guardia costiera, “è stata scoperto sabato scorso nel comune di Campo nell’Elba, in località la Foce”.

I frequentatori dei tratti di spiaggia interessati dalle nidificazioni, si spiega dalla Capitaneria di porto, “sono pregati di non avvicinarsi ai nidi per non alterare lo stato dei luoghi e assicurare ai futuri ‘piccoli’ esemplari di nascere in sicurezza”.

Arte, a Poppi mostra delle opere scampate alle guerre mondiali

La mostra ‘Michelangelo rapito’, in programma al Castello di Poppi, ospiterà opere d’arte, fotografie e filmati d’epoca, insieme a documenti archivistici e bibliografici per ricostruire le vicende del patrimonio artistico toscano durante la seconda guerra mondiale

Opere d’arte, fotografie e filmati d’epoca, insieme a documenti archivistici e bibliografici per ricostruire le vicende del patrimonio artistico toscano durante la seconda guerra mondiale, questa la proposta della mostra ‘Michelangelo rapito – Capolavori in guerra dagli Uffizi al Casentino’, in programma al Castello di Poppi, in provincia di Arezzo.

Il castello, assieme al monastero di Camaldoli e a Villa Bocci di Soci, divenne tra il 1940 e il 1944 luogo di protezione per opere d’arte.

La rassegna, inserita nel programma degli Uffizi Diffusi, è in programma dal 20 luglio al 28 gennaio 2024, con prestiti dalle Gallerie degli Uffizi ed immagini dei più importanti dipinti e sculture messe al sicuro durante la guerra: dagli Uffizi arriva, per esempio, il Ritratto di Giovanni II Bentivoglio di Lorenzo Costa che fu ricoverato al Castello di Poppi dal novembre 1940 fino all’agosto 1944, quando fu requisito e portato dall’esercito tedesco in Alto Adige per poi tornare a Firenze nel luglio del 1945.

In prestito anche la copia in gesso del Fauno perduto di Michelangelo, esposta agli Uffizi, ma anche edizioni antiche della Vita di Michelangelo, documenti originali dell’archivio del museo e le foto che documentano il trasloco delle opere nei rifugi di campagna.

Completa il percorso espositivo una mostra allestita negli ambienti della biblioteca Rilliana di Poppi con proiezioni, su pareti e pavimento, di una serie di opere tra cui il Tondo Doni di Michelangelo, la Madonna del Cardellino di Raffaello, l’Annunciazione di Leonardo o la Medusa di Caravaggio.

Per il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, “la mostra di Poppi non è solo un’occasione per ammirare dipinti e belle immagini, ma tocca soprattutto un argomento di scottante attualità: l’arte, infatti, è tra le vittime principali dei conflitti in tutto il mondo, perché rappresenta l’idea più profonda di identità nazionale”.

Per il presidente della Toscana, Eugenio Giani, “in questa ricostruzione delle vicende dei nostri tesori durante la guerra, ci rendiamo conto che ognuna delle opere esposte avrebbe potuto non esserci più. La mostra illumina, per la prima volta, le loro tante storie e trasforma le loro singolarità in una grande epopea collettiva di passione, di impegno e di bellezza salvata”.

La mostra, commenta infine il sindaco di Poppi, Carlo Toni, “costituisce davvero un’occasione unica e preziosa per far conoscere alla comunità, e ai molti turisti italiani e stranieri che visitano il Castello e il Casentino, una storia emblematica di salvaguardia di un patrimonio universale”.

Marina Berlusconi ce l’ha coi giudici di Firenze per l’inchiesta sul padre

Marina Berlusconi contro i giudici di Firenze per l’inchiesta che riguarda Forza Italia. “Abbiamo diritto a una giustizia che, come si legge nelle aule di tribunale, sia ‘uguale per tutti’. Per tutti, senza che siano certe Procure a decidere chi sì e chi no. La persecuzione di cui mio padre è stato vittima, e che non ha il pudore di fermarsi nemmeno davanti alla sua scomparsa – scrive sulle pagine del Giornale -, credo contenga in sé molte delle patologie e delle aberrazioni da cui la nostra giustizia è afflitta”.

Il riferimento della presidente di Fininvest e Mondadori è all’inchiesta della Procura di Firenze sulla stragi del 1993-94. La Procura di Firenze, secondo Marina Berlusconi, “ha aspettato giusto un mese dalla sua scomparsa per riprendere imperterrita la caccia con l’accusa più delirante, quella di mafiosità. Mentre nel Paese il conflitto tra magistratura e politica è più vivo e violento che mai”.

Secondo Marina Berlusconi, “siamo incastrati in un gioco assurdo, che ci costringe a un eterno ritorno alla casella di partenza. È una sensazione sconfortante, perché sembra che ogni ipotesi di riforma diventi motivo di scontro frontale, a prescindere dai suoi contenuti. Sia ben chiaro, spetta solo a politica e istituzioni, nel rispetto del dettato costituzionale, affrontare problemi gravi come questo. Sento però la necessità di portare una testimonianza, e una denuncia, innanzitutto come figlia”.

“È una storia – prosegue Marina Berlusconi rivolgendosi al direttore del Giornale Augusto Minzolini – che vede una sia pur piccola parte della magistratura trasformarsi in casta intoccabile e soggetto politico, teso solo a infangare gli avversari, veri o presunti”. E allora “l’avviso di garanzia serve così solo a garantire che l’indagato venga subito messo alla gogna: seguiranno le canoniche intercettazioni, anche le più lontane dal tema dell’inchiesta. Ma tutto serve a costruire la condanna mediatica, quella che sta loro davvero a cuore, prima ancora che il teorema dell’accusa venga vagliato da un giudice terzo. Un meccanismo diabolico, questa tenaglia pm-giornalisti complici che rovina la vita ai diretti interessati ma anche condiziona, e nel caso di mio padre si è visto quanto, la vita democratica del Paese, avvelena il clima, calpesta i più sacri principi costituzionali”. E’ un “fine pena mai”.

Nemmeno con la morte. “Ci sono ancora pm e giornalisti che insistono nella tesi, assurda, illogica, molto più che infamante, secondo cui mio padre sarebbe il mandante delle stragi mafiose del 1993-94. È qualcosa di talmente enorme che fatico perfino a scriverlo” aggiunge, ricordando quanto fatto dal padre contro la criminalità. “Contro Cosa Nostra nessun altro esecutivo ha mai fatto tanto. Ma tutto questo non basta. La lettera scarlatta giudiziaria che marchia l’avversario resta indelebile, gli sopravvive. E il nuovo obiettivo è chiaro: la damnatio memoriae”, conclude Marina Berlusconi.

A Firenze e in Toscana l’inflazione cresce più che altrove

Non sembra fermarsi l’aumento dei prezzi a Firenze e in Toscana. Le ultime rilevazioni dell’Istat, elaborate dal Codacons, mettono il capoluogo alle spalle della sola Genova per quanto riguarda l’inflazione a giugno.

L’Istat ha reso noti oggi i dati territoriali dell’inflazione di giugno, in base ai quali l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica completa di tutte le città più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita. Non solo, quindi, delle città capoluoghi di regione o dei comuni con più di 150 mila abitanti.

In testa alla graduatoria, Genova dove l’inflazione tendenziale più alta d’Italia, pari a +8,5%, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente a 1853 euro per una famiglia media. Medaglia d’argento per Firenze, la quarta inflazione più elevata del Paese, +7,6% su giugno 2022, e un incremento di spesa pari a 1772 euro a famiglia. Sul gradino più basso del podio Grosseto che, pur avendo la stessa inflazione di Firenze, +7,6% ha una spesa supplementare pari a 1713 euro annui per una famiglia tipo.

Al quarto posto Milano, +6,3% e una stangata pari a 1710 euro. Seguono Bolzano (+6,4%, +1701 euro), Siena (+7,5%, +1691 euro), al settimo posto Varese (+6,4%, +1688 euro), poi Lodi (+6,6%, +1675 euro) e Perugia (+7,2%, +1654 euro). Chiude la top ten Lecco (+6,5%, +1650 euro).

In testa alla classifica delle regioni più “costose”, con un’inflazione annua a +8,2%, la più alta d’Italia, la Liguria che registra a famiglia un aggravio medio pari a 1692 euro su base annua. Segue l’Umbria, dove la crescita dei prezzi del 7,2% implica un’impennata del costo della vita pari a 1626 euro, terza la Toscana, +7,2% e un rincaro annuo di 1595 euro.

Un documentario racconterà il parco nazionale delle Foreste Casentinesi

Il parco nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna in un documentario. Succede nel trentesimo anniversario del parco. L’ente gestore ha quindi chiesto al giovane regista Paolo Sodi, che opera a livello internazionale ma che da sempre frequenta il Parco, di raccontare le foreste di faggio.

Il parco nazionale Foreste Casentinesi è infatti uno scenario unico a livello mondiale che non a caso è stato inserito nel 2017 nel sito UNESCO Patrimonio dell’umanità “Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe”.

“Can you hear them?”, questo il titolo del documentario, è stato selezionato in concorso alla 26/a edizione del Gran Paradiso Film festival. Narra, in sette minuti densissimi di emozioni, l’esperienza un fotografo che, fin da bambino, scopre la bellezza misteriosa delle Foreste Casentinesi, luogo d’elezione per conoscere se stesso e “riconoscersi” come entità naturale. “L’arte dell’equilibrio” è il tema della 26/a edizione del festival, la manifestazione dedicata al cinema più longeva della Valle d’Aosta. Con la direzione artistica di Luisa Vuillermoz, prenderà il via il 24 luglio e toccherà tutti i comuni all’interno del Parco nazionale.

Come ha spiegato Luca Santini, presidente del parco nazionale Foreste Casentinesi: “Paolo è un regista giovane, ma la sua voglia di lanciare sempre nuove sfide produttive e artistiche, e di rimanere sempre al passo con le innovazioni (non a caso è ambasciatore di Sony Europe per le tecnologie all’avanguardia della cinematografia), gli ha permesso di accumulare esperienze con professionisti internazionali di primissimo livello. Anche la scelta inconsueta di valorizzare l’inverno del bosco, carico di suggestioni per l’occhio attento e sensibile, diverse ma non meno accattivanti dei colori e delle atmosfere della primavera, dell’estate e dell’autunno, col risultato notevole che ha raggiunto, è un traguardo che premia nuovamente il suo coraggio, il suo talento e la sua intraprendenza. A tutti un invito a vederlo e a riconoscere, sotto la particolare lente di questo artista, i propri luoghi del cuore”.

Sono previste 58 proiezioni in 22 giorni e un totale di 85 eventi. Protagonisti saranno i film ‘animalier’, scelti tra più di 164 opere iscritte al concorso internazionale e a CortoNatura da 39 diversi Paesi, tra cui 12 prime visioni nazionali e un totale di 58 proiezioni, in contemporanea in tre sale e in due valli, oltre che online. “Can you hear them?”, verrà proiettato a Cogne e a Rhemes Notre Dame venerdi 28 luglio e a Rhemes Saint Georges il 1 agosto. Saranno presenti l’autore e Luca Santini, invitato in quanto presidente nazionale di Federparchi.

Gli eventi del Gran Paradiso film festival sono gratuiti e aperti a tutti: su prenotazione, tramite i siti www.gpff.it e www.grand-paradis.it, nonché i canali social ufficiali della manifestazione e di Fondation Grand Paradis.

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