Firenze: riapre la biblioteca dei ragazzi di via Tripoli

La biblioteca comunale dei ragazzi di via Tripoli riaprirà a breve e sarà gestita dall’Istituto comprensivo Centro Storico Pestalozzi, con possibilità di collaborazione con altre realtà associative. Lo prevede una delibera approvata nel corso dell’ultima giunta su proposta dell’assessore alla cultura, Tommaso Sacchi.

La biblioteca, nata come spazio specializzato in letteratura per ragazzi, nel tempo era stata affiancata da nuove sezioni specificamente dedicate all’infanzia nelle altre biblioteche cittadine, per esempio quella delle Oblate o la Bibliotecanova, ed era frequentata, anche a causa del suo orario di apertura al pubblico molto ridotto, soprattutto dai bambini e ragazzi delle scuole dell’Istituto comprensivo.

Adesso il Comune concederà gratuitamente l’utilizzo dei locali e del patrimonio librario della biblioteca all’istituto comprensivo, per garantire la prosecuzione del servizio bibliotecario in favore delle scuole del centro storico. Sarà stipulata una convenzione, che prevede l’estensione ad altri soggetti volontari, mentre il Comune si impegna a mettere a disposizione il proprio personale bibliotecario per la formazione, il supporto e la consulenza nella gestione dei libri e a provvedere alla spese di pulizia dei locali. L’istituto comprensivo si farà carico di garantire la fruizione del servizio da parte dei propri studenti e di quelli delle scuole limitrofe che ne faranno richiesta. L’accordo avrà una durata sperimentale di due anni.

Lunedì prossimo ci sarà un incontro tra il Comune e l’associazione Genitori Vittorio Veneto. “Come promesso – ha sottolineato l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi – la biblioteca dei ragazzi riaprirà e continuerà ad essere un presidio di cultura e socialità del centro storico. Le biblioteche civiche sono un patrimonio prezioso che vogliamo difendere e incrementare”.

“Un luogo di cultura molto vissuto e apprezzato dai nostri ragazzi e dai nostri studenti – ha detto l’assessore all’educazione Sara Funaro – che torna alla cittadinanza grazie all’impegno dell’amministrazione e alla disponibilità della scuola e delle associazioni”.

Al via restauro gruppi scultorei di piazza della Signoria e Piazzale

?Firenze, annunciato oggi, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Vecchio, il progetto di restauro dei grandi gruppi scultorei di Piazza della Signoria e del David bronzeo al Piazzale Michelangelo, restauro che sarà reso possibile grazie all’erogazione liberale ex Art Bonus di 1.093.750 di euro da parte della Salvatore Ferragamo SpA per il triennio 2019-2021.

Il nuovo accordo prevede il restauro della statua equestre di Cosimo I de’ Medici del Giambologna in Piazza della Signoria; Ercole e Caco di Baccio Bandinelli e la copia del David di Michelangelo poste all’ingresso di Palazzo Vecchio; la copia di Giuditta e Oloferne sull’Arengario di Palazzo Vecchio; la copia bronzea del David al piazzale Michelangelo.

“Siamo davvero lieti che la Maison Ferragamo abbia a cuore i nostri beni artistici e che voglia continuare, con intuito e sensibilità, essere al nostro fianco per una nuova operazione di restauro che è anche una prova di vero amore per la città – sottolineano il sindaco Dario Nardella e l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi -. Dopo la splendida fontana dell’Ammannati recentemente inaugurata dopo l’accurato restauro, vedremo una Piazza Signoria completamente rinnovata e le nostre statue più care risplendere come un tempo”.

“Per la nostra Azienda, moda e arte sono sempre state attività fortemente legate fra loro: fin dall’inizio della sua attività, mio padre Salvatore intuì lo stretto rapporto fra questi due mondi in termini di ricerca e creatività e durante tutto il suo percorso ha trovato ispirazione e spunti geniali nelle diverse espressioni dell’arte – commenta Ferruccio Ferragamo Presidente della Salvatore Ferragamo – Il rapporto con l’arte, con la città di Firenze e con tutto il suo territorio è quindi parte del nostro DNA e con questa scelta abbiamo voluto proseguire il percorso che mia madre e mio padre avevano iniziato a tracciare. L’Italia è un Paese con un patrimonio artistico inestimabile e credo fortemente che la sua salvaguardia sia una priorità e un dovere di tutti noi”.

Gimmy Tranquillo ha intervistato l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi ed il sindaco di Firenze Dario Nardella:

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Firenze: nasce “Rinascimento +”

A Firenze torna a risplendere la passione per il collezionismo di arte contemporanea. Nella città dei Medici, nasce RINASCIMENTO +, un riconoscimento internazionale che il Museo Novecento, in collaborazione con MUS.E, consegnerà a eminenti personalità del collezionismo e del mecenatismo per il loro sostegno all’arte e agli artisti.

La cerimonia si svolgerà alle ore 11 di domenica 23 febbraio, nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio a Firenze, alla presenza dell’assessore alla cultura Tommaso Sacchi.

Per questa prima edizione, il premio sarà conferito a Laurent Asscher, Paolo Fresco, Ursula Hauser e Rosella Nesi per la visionarietà, generosità e dedizione con cui si sono prodigati nel tempo in varie forme di mecenatismo e nel collezionismo, per incrementare benessere culturale, formazione e sperimentazione artistica. I premiati riceveranno il gioiello “Crisalide Sole”, ideato e realizzato da Maria Sole Ferragamo, giovane designer che ha ereditato dal nonno Salvatore Ferragamo il senso della bellezza e dell’innovazione nelle forme e nei materiali.

“Sono onorato di contribuire a dare vita alla prima edizione di RINASCIMENTO +,” dichiara Tommaso Sacchi. “Premiare quattro figure che si sono distinte per l’attenzione nei confronti delle nuove traiettorie dell’arte contemporanea, attraverso un collezionismo accurato e di alto livello, è per me motivo di grande orgoglio. Questo premio nasce anche con la speranza di poter sensibilizzare i collezionisti di tutto il mondo sul grande investimento che Firenze ha fatto negli ultimi anni nei confronti dell’arte contemporanea e con l’ambizione di poter creare legami sempre più virtuosi tra il mondo dei collezionisti d’arte e la nostra città”.

“MUS.E e il Museo Novecento – afferma Matteo Spanò, Presidente MUS.E – sostengono questo importante riconoscimento internazionale, dedicato a coloro che hanno contribuito alla produzione e alla divulgazione dell’arte, anche nelle sue espressioni più audaci e innovative. Ogni giorno, MUS.E impegna tutte le sue forze nella valorizzazione dei beni culturali e nella crescita dell’amore per il bello, alimentando interesse per la sperimentazione nei linguaggi artistici.  E se lo può fare, è grazie anche a coloro che hanno dedicato la propria vita all’importante ‘missione’ di sostenere gli artisti nella loro libera ricerca, perché da questa libertà e intraprendenza dipende la continua rinascita del desiderio di bellezza”.

“Il nome scelto, RINASCIMENTO +, fa riferimento alla magnificenza dell’arte passata, in una visione non statica, ma di continuità e di trasformazione,” spiega Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento, ideatore dell’iniziativa. “RINASCIMENTO + parla dell’arte e degli artisti, dei collezionisti e dei mecenati, del gusto per la bellezza, del suo rigenerarsi e travalicare le epoche, della rinascita sempre continua dell’amore per l’arte e del perpetuarsi di una creatività innovativa, di generazione in generazione. Firenze è ‘destinata storicamente’ a consegnare un riconoscimento internazionale come questo, restituendo un’immagine di sé come città creativa oggi, in cui la magnifica stagione del Rinascimento non è conclusa, e dove la passione per l’arte e il gusto della sperimentazione non si sono esauriti. Un riconoscimento che trova le sue ragioni di essere nella storia e nell’arte del Rinascimento, ma vive delle nuove ambizioni del presente. E Palazzo Vecchio e Museo Novecento sono luoghi ideali per ricucire il legame tra antichità e contemporaneità”.

Non c’è dubbio che Firenze sia stata la culla del collezionismo e del mecenatismo moderno, fenomeni culturali, sociali ed economici necessari all’evoluzione artistica occidentale e al successo di ogni avanguardia. Il Rinascimento, infatti, non si sarebbe affermato senza i Medici, i Sassetti, i Tornabuoni, i Gondi e i Rucellai, solo per citare alcuni dei più grandi sostenitori dell’arte e della cultura in quel tempo glorioso. “Un desiderio di bellezza – prosegue il direttore artistico del Museo Novecento – non pomposamente sfoggiato, ma coltivato ambiziosamente, come fruttuoso e duraturo beneficio nell’orizzonte della gloria e della memoria future, e soprattutto come anelito alla trascendenza, cercando di bilanciare il lato angoscioso e doloroso dell’esistenza terrena, il trauma della violenza e della malattia, che in quell’epoca erano all’ordine del giorno. Dalle passioni dei singoli illuminati, dal loro gusto, dai loro raffinati pensieri, sono nati i musei moderni, a partire dagli Uffizi. La dimensione del privato si è estesa a quella pubblica, per una condivisione allargata di un privilegio originariamente vissuto nella sfera privata”.

Da quell’epoca, Firenze ha esercitato un preciso mandato nei secoli, una funzione necessaria alla strutturazione del sistema dell’arte moderna. La città nei secoli è stata luogo del fare arte, della critica d’arte e dell’investimento in arte: una vocazione, quest’ultima, ininterrotta anche nell’Ottocento e nel Novecento, quando le grandi famiglie borghesi e industriali hanno perseverato in questa logica, collezionando e investendo in bellezza e cultura. Firenze è sopravvissuta al suo glorioso passato come crocevia d’artisti, filosofi, poeti, architetti e poi di mecenati italiani e stranieri che nella città di Lorenzo il Magnifico e di Botticelli hanno coltivato affari, relazioni diplomatiche, alleanze politiche ed economiche attratti tutti dall’aura del Rinascimento. Tra questi, si ricordano Stefano Bardini, dal cui gusto e capacità imprenditoriale come mercante d’arte è scaturito quel gioiello museale che è il Museo Stefano Bardini. L’eclettico Frederick Stibbert e lo storico dell’arte Herbert Percy-Horne, le cui collezioni sono un pezzo importantissimo della storia fiorentina. Senza dimenticare il lascito effettuato dallo storico dell’arte Charles Alexander Loeser, con straordinarie opere del Rinascimento, oggi conservate in Palazzo Vecchio.

Anche il Museo Novecento è testimone di questa passione per la bellezza e il suo perpetuarsi nelle epoche storiche. L’istituzione museale è nata grazie alla presenza in città di una straordinaria collezione privata, donata nel 1970 al Comune di Firenze. La Raccolta Alberto Della Ragione – ricca di 240 opere dei maggiori esponenti dell’arte moderna italiana – rappresenta il vero e proprio pilastro del Museo Novecento. Questo patrimonio di opere d’arte è stato donato alla città all’indomani dell’alluvione del 1966, come ricorda Della Ragione, “quale frutto di una vita d’intensa passione e come un atto di adesione agli sforzi che si fanno per restituire alla città il ruolo di viva capitale dell’arte”. Un patrimonio ingente di sculture e dipinti, che è prova del gusto del collezionista, capace di affacciarsi da profondo intenditore nel mondo dell’arte italiana della prima metà del Novecento, con una sua particolare inclinazione e logica critica. Nelle parole del collezionista si leggeva allora un preciso messaggio, valido ancora oggi: ricucire la distanza tra passato e presente, poter colmare lacune e contribuire a un ruolo di Firenze nella contemporaneità.

Sono queste le premesse storiche e critiche all’origine di Rinascimento+. Parte allora dal Museo Novecento l’idea di questo premio internazionale, che è anche un riconoscimento alla storia nobile del collezionismo e a un’idea del rinascimento come categoria aperta, come narrazione non compiuta definitivamente. Un omaggio alla continua progressione delle arti, dell’amore per le arti e della passione del collezionare.

 

RINASCIMENTO + è stato ideato da Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento, che nella selezione si è avvalso della collaborazione di Giovanni Iovane, critico d’arte e curatore, direttore dell’Accademia di Brera, Laura Lombardi, critico d’arte, corrispondente de Il Giornale dell’Arte, docente di Fenomenologia della Arti Contemporanee all’Accademia di Brera e di Giorgio Verzotti, critico d’arte, curatore al Castello di Rivoli Museo d’arte Contemporanea, direttore di Arte Fiera dal 2012 al 2016.

 

info

MUSEO NOVECENTO

Piazza Santa Maria Novella 10

50123 Firenze

www.museonovecento.it

comunicazione.cultura@comune.fi.it

Al via restauro della Vergine nella cappella SS. Annunziata, rimossi i gioielli

Al via il restauro della Vergine nella cappella della Santissima Annunziata, rimossi i gioielli che adornano la Madonna. Intervento nell’ambito del recupero del complesso finanziato da Fondazione CR Firenze. I preziosi rimarranno in un caveau per circa 5 mesi prima di essere ricollocati.

I gioielli che da secoli adornano la Madonna raffigurata nell’affresco all’interno del Tempietto della Cappella della Santissima Annunziata, nell’omonima Basilica, sono stati rimossi ieri e messi al sicuro in un caveau per consentire il restauro dell’opera. I preziosi, che comprendono una corona, una collana e una stella, rimarranno in cassaforte per circa 5 mesi prima di essere ricollocati.

L’operazione si è svolta alla presenza dei responsabili dei lavori (Direzione servizi tecnici, servizio belle arti e fabbrica di Palazzo Vecchio del Comune di Firenze), delle restauratrici, di rappresentanti della Fondazione CR Firenze che tramite Art Bonus sostiene i lavori, e dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale.

Il restauro dell’affresco fa parte di una complessa opera di restyling iniziata nel 2015 che vede come partner Comune e Fondazione CR Firenze e comprende non solo il restauro e la nuova impiantistica di molte parti della Basilica (il principale santuario mariano cittadino che ha una delle Porte Sante giubilari) ma anche numerose azioni di carattere strutturale che hanno lo scopo di riqualificare l’intera piazza.

L’intervento più rilevante (oltre un milione di euro) è certamente riservato alla basilica che necessita, da tempo, di importanti lavori di consolidamento e pulitura. Uno tra i più significativi è appunto il restauro del Tempietto della Vergine Maria che conserva un affresco duecentesco raffigurante l’Annunciazione che è molto cara ai fiorentini. Questo affresco è protetto da una vetrata e i gioielli, con appositi supporti, sono conservati all’interno. Tra gli altri interventi già ultimati ci sono il restauro della cupola, l’illuminazione, l’ispezione di sicurezza interna ed esterna, il sistema fognario per eliminare le infiltrazioni di umidità, i lavori all’adiacente convento, il restauro del Chiostro grande, il restauro dell’oratorio di San Francesco Poverino e della facciata del museo archeologico. Rimangono da fare i restauri delle opere d’arte e quadri all’interno della Basilica, il restauro degli affreschi del Chiostro, il consolidamento delle travi del tetto.

“Passo dopo passo – commenta l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi –  va avanti questo imponente progetto di valorizzazione che è un eccellente esempio di sinergia tra il Comune e la Fondazione, da sempre al nostro fianco nella valorizzazione e nella riqualificazione dei nostri beni culturali e artistici. Santissima Annunziata è uno dei luoghi del cuore dei fiorentini e uno dei punti di riferimento religiosi più importanti da secoli”.

“Questo importante intervento – dichiara il Presidente della Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori – si inserisce nel nostro ampio progetto di recupero e valorizzazione multidisciplinare dell’area della Santissima Annunziata, avviato nel 2015. Da allora ad oggi abbiamo stanziato oltre 2.500.000,00 di euro che ci hanno permesso di elaborare una approfondita indagine sullo stato di conservazione del complesso monumentale e di intervenire in maniera assai consistente sulla Basilica attraverso contributi a favore del Comune di Firenze (restauro della Cupola, ripristino impianto elettrico e di illuminazione, restauro del tempietto della Madonna) e attraverso il nostro intervento diretto (ispezione di sicurezza interna ed esterna). Inoltre, per porre rimedio al grave problema dell’umidità che affligge tutto il complesso basilicale, la Fondazione in collaborazione con il Comune di Firenze e con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, ha mappato e ispezionato completamente tutta la rete di scorrimento delle acque dentro e fuori il perimento basilicale coinvolgendo nelle indagini il sistema circostante di strade e la piazza’’

“Le operazioni di risanamento – aggiunge Salvadori – hanno coinvolto anche la struttura conventuale (sono stati infatti restaurati il Chiostro Grande e l’Androne) diventando eccezionalmente (per la pulitura delle lapidi del chiostro) una palestra per giovani restauratori con il progetto di alternanza scuola lavoro del liceo Artistico Alberti di Firenze. Interventi specifici e puntuali sono stati realizzati anche sugli edifici prospicenti la piazza come il restauro della facciata del Museo Archeologico e dell’Oratorio di San Francesco Poverino. Grazie alla collaborazione con le Istituzioni Fiorentine (Comune di Firenze, FEC, Provincia Toscana dei Servi di Maria, Università di Firenze, Soprintendenza Archeologica, Belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze) stiamo stilando una specie di ‘cartella clinica’ del complesso che è fondamentale per la conservazione futura. Desidero infine sottolineare che per poter contrarre i tempi di avvio e di esecuzione dei lavori, la Fondazione CRF è stata per la prima volta Stazione Appaltante dei lavori, impiegando risorse economiche, progettuali ed umane a servizio della propria città”.

Alcune informazioni sui gioielli:

LA CORONA. L’attuale redazione della corona risale al 1852, su commissione del conte Ferdinando Bardi Serzelli e realizzazione dell’orafo Pietro Bensi. In tale occasione – strettamente legata alle celebrazioni per la solenne Incoronazione della Madonna tenutasi l’8 settembre di quell’anno – fu eseguita in oro la struttura della corona sulla quale furono tuttavia rimontati, con l’aggiunta di nuove gioie e perle offerte dal granduca Leopoldo II d’Asburgo Lorena, gli smalti, le pietre e le perle della precedente, che presentava un supporto in argento dorato. Quest’ultima era stata donata la vigilia del Natale del 1605 da un altro membro della famiglia Bardi, il conte Carlo (che trattenne per se la più antica, di minor valore veniale e che tuttavia aveva acquisito per il lungo contatto con l’Immagine miracolosa valore di reliquia), ed era stata «fatta rifiorire, e accomodare» da un suo omonimo nel 1687 (Tozzi 1765). Nonostante l’intervento ottocentesco, apparentemente limitato a definire il ‘supporto’ di un lavoro di ben altro impegno, l’opera conserva tuttavia il suo carattere seicentesco, in particolare per la fattura degli smalti che evidenziano richiami alla tradizione nordica (Liscia Bemporad 2015) e in sintonia con quanto indicano le cronache relativamente al lavoro di Pietro Bensi, che appunto si sarebbe limitato a ricomporre gli elementi «sull’antico e primitivo disegno» (Tonini 1876).

LA STELLA. Il gioiello, incastonato nella pittura murale «nel fine del raggio che spira lo Spirito S., e riesce vicino alla spalla destra della Vergine» (Tozzi 1765), fu donato da Cristina di Lorena attorno al 1605. Misura sei centimetri di diametro e si presenta sotto forma di stella in oro con raggi fiammeggianti, posti arretrati, in smalto rosso, che si alternano ad altri lanceolati, posti in primo piano, definiti ciascuno da un pavé di diamanti, il tutto segnato al centro da un grosso diamante esagonale sfaccettato. Sul verso la stella si presenta ugualmente finita e smaltata di bianco (sui raggi lanceolati) e di rosso (sui dardi fiammeggianti), in ambedue i casi vedendo risparmiata la porzione mediana in modo da definire una nervatura centrale in oro, nel primo caso lanceolata, nel secondo fiammeggiante.

IL COLLIER. Il collier, nella sua configurazione attuale, si è definito nel corso dei secoli a seguito dei donativi delle granduchesse, dei padri Serviti e di altri fedeli, e contestualmente si è andato nel tempo modificando in ragione dell’inserimento di nuove gioie sotto forma di fili di perle, spille, pendenti e anelli, con accrescimenti, adattamenti, ma anche con sostituzione delle singole gioie, in alcune casi smontate per adattare le pietre preziose a nuovi gioielli. Ricostruire datazione e provenienza dei singoli elementi risulta quindi allo stato attuale (e osservando l’insieme nell’odierno assemblaggio) oltremodo complesso. Appare tuttavia chiaramente identificabile il gioiello donato nel novembre del 1687 dalla granduchessa Vittoria della Rovere, opera dell’orafo e gioielliere di corte Giovanni Comparini, caratterizzato al centro da un topazio orientale quadrato, dettagliatamente descritto dalle fonti archivistiche (Tozzi 1765, Tonini 1876) e successivamente adattato ad altre gioie a costituire parte della barra verticale centrale del collier. Il collier, così come la collana, non è applicato sull’affresco ma forma un tutt’uno sostenuto da una barra superiore che si aggancia sul montante laterale destro della cristalliera.

Estate Fiorentina, le novità della prossima edizione

?Firenze, con un bell’anticipo si è tenuta la prima conferenza stampa sulla prossima Estate Fiorentina, durante la quale sono stati illustrati i tratti fondamentali e le novità dell’edizione 2020.

Resta identica la durata della prossima Estate Fiorentina, sei mesi da maggio a ottobre, ma crescono le risorse (dal milione e 75 mila euro del 2019 a 1.135.000 euro di quest’anno), con un’attenzione particolare alla cavea del Maggio musicale fiorentino e alle periferie.

“Presentiamo anche quest’anno l’Estate Fiorentina con largo anticipo – ha sottolineato Sacchi –, un progetto ormai maturo che da qualche anno si configura come un grande incentivo alle varie realtà culturali cittadine. Nel 2020 vogliamo investire in particolare nella cavea, straordinario spazio all’aperto che sarà animato da concerti e altri eventi e che fa parte di un rilancio culturale complessivo del grande parco delle Cascine. Vogliamo inoltre dedicare in maniera ancora più convinta l’Estate alle zone meno centrali di Firenze e per questo nel bando ci saranno 15 punti in più, il massimo possibile, per chi presenta un progetto per le periferie, nella convinzione che la cultura e gli eventi sono il miglior antidoto alla mancanza di cura e decoro”.

Gimmy Tranquillo ha intevistato l’assessore alla cultura del Comune di Firenze Tommaso Sacchi, ed il curatore del progetto di valorizzazione della Cavea del Maggio, Benedetto Ferrara:

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Due gli avvisi pubblici di quest’anno, entrambi da 500 mila euro. Il primo si è chiuso nei giorni scorsi e a breve ci saranno i risultati: si tratta di un bando dedicato a festival e rassegne di respiro nazionale e/o internazionale, di particolare prestigio e di elevata qualità culturale e artistica, proposti da soggetti di comprovata esperienza e capacità organizzativa (almeno triennale) che abbiano realizzato almeno una manifestazione similare nel triennio precedente, che riescano a mettere insieme più operatori culturali e abbiano una programmazione triennale (anni 2020, 2021 e 2022). Sono individuati 15 festival/rassegne, per ognuno dei quali è previsto un contributo economico per un totale complessivo di mezzo milione: festival di musica jazz; rassegna di arti performative in luoghi inesplorati cittadini; rassegna cinematografica nel piazzale degli Uffizi; rassegna concerti e spettacoli in Santa Croce; rassegna di eventi artistici nelle terrazze cittadine; festival di musica in Santissima Annunziata; festival di danza in Santa Maria Novella; concerti serali sui sagrati; festival di letteratura; festival di sonorità di altri continenti; festival di musica elettronica; festival sulle sperimentazioni e realtà giovanili; festival di musica folk; festiva dedicato agli strumenti a fiato; festival di circo contemporaneo.

L’altro bando, che chiuderà il 27 febbraio, i cui criteri di selezione possono cambiare annualmente, riguarda eventi e progetti diffusi in città e vale anche questo mezzo milione di euro. Gli eventi proposti devono garantire il carattere e l’originalità multidisciplinare della kermesse fiorentina e valorizzare i luoghi della città più periferici o comunque meno frequentati dai fiorentini e turisti.

Il bando prevede progetti negli spazi estivi assegnati a soggetti terzi e già allestiti quali Fortezza da Basso-Vasca dei Cigni; Piazzetta dei Tre Re; Giardino Niccolò Galli; complesso della Limonaia di Villa Strozzi; area Parterre; Giardino dell’Orticoltura; Parco dell’Anconella; Piazzale Michelangelo; Giardino di Via Salvi Cristiani-Via Novelli; Piazza Tasso; Piazza delle Murate; Ponte San Niccolò/Lungarno Pecori Giraldi; Lungarno del Tempio-zona destra sbocco Affrico; Lungarno del Tempio-zona sinistra sbocco Affrico.

Nei quartieri sono stati individuati i seguenti luoghi: nel Quartiere 1: Piazza del Carmine, Piazza Dallapiccola, Piazza Puccini, Piazza Bonsanti, Giardino di Porta Romana; nel Quartiere 2: Giardino di Villa Arrivabene-Piazza Alberti, Piazza delle Cure-area del mercato, piazzetta Bongo di via Rocca Tedalda, area verde del Parco Pettini Burresi in via Faentina, Piazza Savonarola, area verde di via Visconti Venosta; nel Quartiere 3: Piazza Bartali, Anfiteatro Ponte a Ema, Giardini di San Gaggio alle Due Strade, Giardino del Centro diurno Linar-Nave a Rovezzano, Piazza Istria a Sorgane, Centro incontri di via di Ripoli, “Albereta 2000”; nel Quartiere 4: Parco di Villa Vogel, Giardino di BiblioteCanova, Piazza Pier Vettori, Piazza della Crezia ad Ugnano, Giardino del Bindolo a Ponte a Greve (via Neri de Bicci-via Attavante), Giardino Montagnola (via Montorsoli), l’area aperta dell’ex Gasometro di via dell’Anconella; giardino di Pontignale (tra via del Pantano e via Stilicone); nel Quartiere 5: Villa Pallini-via Baracca, Piazza 1° Maggio, Piazza Garibaldi, Giardino della Bizzarria, Piazza Morandi, Piazza Dalmazia, Piazza Giorgini, area di via Maddalena, Piazza Ugo di Toscana, Anfiteatro di via Nave di Brozzi, Anfiteatro del Giardino del Lippi, Giardino di via Allori, Piazza delle Medaglie d’Oro, via Magellano. Particolare attenzione, con un bando ad hoc che scadrà il 18 febbraio, sarà per il Parco dell’Argingrosso.

Infine, con delibera di giunta è stato approvato un progetto di valorizzazione della Cavea del Maggio con eventi da realizzarsi nel mese di luglio fino al 10 agosto 2020. Il progetto, con la direzione artistica di Benedetto Ferrara, è stato presentato da MUS.E e per la sua realizzazione, compreso l’allestimento, è stata prevista la somma di poco meno di 135 mila euro.

Firenze Rocks, Irpet e Centro Studi Turistici: 36,5 milioni di ricaduta

?Firenze, presentati i risultati del report realizzato da Irpet e centro Studi Turistici, commissionato dalla Camera di commercio di Firenze sull’impatto economico del festival Firenze Rocks.

Con 36,5 milioni di euro di ricaduta economica dell’ultima edizione del Firenze Rocks musica si conferma un elemento catalizzatore per il turismo toscano e una risorsa preziosa anche in termini di ricchezza che resta sul territorio.

I 172mila spettatori di Firenze Rocks del 2019 hanno speso circa 22 milioni, di cui 19 milioni solo nell’area di Firenze. Una spesa che, considerando i beni e servizi utilizzati, ha attivato una produzione totale nel sistema economico regionale di 28,6 milioni, inoltre, se alla spesa degli spettatori si considerano i costi/ricavi dell’organizzazione dell’evento, gli effetti sul territorio salgono appunto a 36,5 milioni di euro.

La proposta del Firenze Rocks si dimostra inoltre capace di sviluppare integrazioni con il tradizionale contesto culturale della città: 15.500 sono le persone venute in città nel 2019 per il festival che si stima abbiano visitato almeno un museo, visto un monumento o altro luogo di cultura. Interessanti le scelte di mobilità “green” degli spettatori, che in maggioranza hanno deciso di raggiungere a piedi l’area del concerto; in quota crescente la percentuale di chi ha usufruito della tramvia (35% rispetto al 23,2% del 2018). Il mezzo più utilizzato per raggiungere Firenze resta l’auto, mentre il 62,4% degli stranieri arriva in aereo.

La tipologia degli spettatori è stata come al solito influenzata dalle proposte musicali: per il concerto di Ed Sheeran l’età media era di 27 anni, di 35 anni per il concerto dei The Cure, gruppo dalla carriera ormai consolidata. Una proposta musicale eterogenea e una location di valore come Firenze (l’impianto del Visarno, dove si svolgono i concerti, dista 1,5 chilometri dalla stazione di Santa Maria Novella), si confermano asset che fanno la differenza di Firenze Rocks rispetto agli altri eventi e rassegne di musica rock in Italia.

Gimmy Tranquillo ha intervistato gli assessori del Comune di Firenze, Tommaso sacchi e Cecilia Del Re:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/01/200128_00_FIRENZE-ROCKS_SACCHI-DELRE.mp3?_=3

 

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