Istituto degli Innocenti: ex direttrice a processo per falso e abuso

Annamaria Bertazzoni, è stata rinviata a giudizio a Firenze nell’ambito di un’inchiesta che riguarda i lavori di ristrutturazione e ampliamento del museo dell’ente. Le accuse sono di abuso d’ufficio e di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale.

Per l’accusa l’ex direttrice Bertazzoni, dopo aver affidato a uno studio associato di architetti l’incarico della progettazione esecutiva dei lavori, e dopo aver verificato la presenza di errori progettuali, invece di attivare le procedure che prevedevano la soluzione dei problemi a carico del progettista avrebbe approvato due varianti, con ulteriori spese a carico dell’Istituto degli Innocenti per circa 650.000 euro. L’ex direttrice della  secolare istituzione dedicata all’infanzia avrebbe inoltre disposto, in base alle indagini coordinate dal pm Tommaso Coletta, proroghe temporanee di due contratti di appalto adducendo motivazioni che sarebbero risultate false.

A processo andrà anche Alessandro Romolini, supporto del responsabile unico del procedimento (Rup), accusato di concorso formale in falso ideologico, e Aldo Fortunati, accusato di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. La decisione è del gup che ha anche assolto il direttore dei lavori Carlo Terpolilli il quale aveva chiesto e ottenuto di essere giudicato col rito abbreviato. La prima udienza si terrà il 10 settembre.

Bertazzoni sarà assistita dagli avvocati Lorenzo Zilletti e Fausto Falorni.

Facoltà Medicina Firenze, i nomi degli 8 docenti interdetti

Otto docenti universitari sono stati interdetti dai pubblici uffici, per durate che variano da 6 a 12 mesi, nell’ambito di un’inchiesta della procura fiorentina su presunte turbative nella programmazione dei concorsi per professori e ricercatori. Lo ha deciso la gip Anna Liguori.

La Guardia di finanza stamani ha notificato l’esecuzione dell’ordinanza. Le accuse nell’inchiesta del pm Tommaso Coletta sono a vario titolo per falso in atto pubblico, abuso d’ufficio e turbata libertà nel procedimento.
L’inchiesta della procura era iniziata alla fine del 2017 e avrebbe messo in evidenza delle irregolarità nelle attività di predisposizione della programmazione triennale delle chiamate per professori e ricercatori universitari alla facoltà di Medicina di Firenze. Inoltre le stesse indagini, condotte dalla guardia di finanza, avrebbero riscontrato anche irregolarità in una procedura concorsuale per l’individuazione di un professore associato.
Gli indagati in tutto risultano una dozzina di docenti le cui condotte avrebbero comportato più violazioni dei regolamenti dell’Università di Firenze.
Ad essere sospesi per un anno “dalla direzione/partecipazione ad organismi istituzionali con funzioni programmatiche o deliverative” e interdetti “agli stessi dal partecipare a commissioni d’esame o valutazione di qualsiasi tipo” sono i professori Marco Santucci, Massimo Innocenti e Domenico d’Avella. Mentre sono stati interdetti dalle stesse funzioni per sei mesi i docenti Gabriella Pagavino, Nicola Pimpinelli, Gianni Virgili, Franco Servadei e Alessandro Della Puppa. Si salvano dal provvedimento in quanto già in pensione l’ex prorettore dell’ateneo Paolo Bechi e i professori Donato Nitti e Roberto Delfini.
La procura aveva chiesto interdizioni dall’esercizio di funzioni pubbliche per tutti gli indagati, ma secondo quanto emerge la gip ha stabilito interdizioni solo per otto professori, sei dei quali risultano in servizio a Careggi, dove ha sede la facoltà di Medicina di Firenze. Le interdizioni riguardano attività degli indagati in ambito universitario ma non l’esercizio della professione medica.
L’ordinanza è stata notificata ai diretti interessati ed eseguita stamani dal Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Firenze.

Firenze, inchiesta Medicina, gli indagati non rispondono al giudice

All’interrogatorio per l’inchiesta sulle presunte irregolarità ai concorsi della facoltà di Medicina di Firenze gli indagati non rispondono al gip, ma depositano brevi memorie difensive. Il Pm chiede interdizioni.

Primi interrogatori da oggi, davanti al gip di Firenze, per l’inchiesta sulla facoltà di Medicina di Firenze. Il giudice Anna Liguori dovrà decidere sulla richiesta di interdizione avanzata dalla procura contro gli indagati.

I primi a presentarsi all’interrogatorio sono l’ex prorettore dell’area medica Paolo Bechi, ora in pensione, e i professori ordinari Massimo Innocenti e Marco Santucci. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere presentando però delle brevi memorie difensive.

“I miei assistiti hanno risposto con queste memorie – ha spiegato il difensore di Bechi e Innocenti, avvocato Sigfrido Fenyes -, contestando gli addebiti e illustrando alcune circostanze dei fatti”.

Stessa linea per il professor Santucci: “Si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha presentato una memoria – spiega il suo legale, avvocato Neri Cappugi – Poi, come previsto dal codice, ho discusso sulla totale assenza di giustificativi per la richiesta interdittiva avanzata dal pubblico ministero. Adesso attendiamo serenamente, per quanto questo sia possibile, la decisione del giudice”.

Complessivamente sono 12, su 15 indagati, le persone per le quali il pm Tommaso Coletta ha chiesto la misura interdittiva. Il giudice deciderà all’esito degli interrogatori, che si concluderanno il 15 febbraio.

Omicidio Duccio Dini: arrestato settimo indagato, dna in auto

Nuovo arresto per la morte di Duccio Dini, il 29enne travolto il 10 giugno scorso, mentre era fermo in scooter a un semaforo a Firenze in via Canova, da un’auto coinvolta in un inseguimento per un regolamento di conti.

I carabinieri hanno eseguito una misura di custodia cautelare nei confronti di settimo componente del gruppo coinvolto, disposta dal gip Angelo Pezzuti su richiesta del pm Tommaso Coletta. Destinatario del provvedimento Kjamuran Amedt, 38 anni, residente presso il campo nomadi del Poderaccio.
Secondo le indagini, in base alle tracce biologiche repertate su una Volto S60, l’auto inseguitrice, anche il 38enne si sarebbe trovato per l’accusa sul luogo degli eventi quale
componente della spedizione punitiva nei confronti del cognato Rufat Bajram. Inoltre nei giorni precedenti avrebbe inviato a Rufat Bajram messaggi contenenti minacce di morte.

Sarebbe stato infatti proprio Kamjuran Amedt il passeggero seduto sul sedile posteriore della Volvo che colpì lo scooter di Duccio Dini. Il 38enne, pur ferito, sarebbe riuscito a nascondersi dopo l’incidente. I carabinieri hanno ricostruito anche i giorni precedenti alla spedizione contro Rufat Bajaram, e soprattutto le minacce che proprio il 38enne gli avrebbe rivolto con messaggi sul cellulare, minacciando di morte lui, il padre e gli altri familiari.

Per il gip Angelo Antonio Pezzuti la misura cautelare in carcere va applicata perchè l’unica “idonea” anche per il tentativo attuato dagli altri indagati, e dello stesso 38enne, di tenere nascosto il suo coinvolgimento. Inoltre il giudice sottolinea che il campo nomadi del Poderaccio non appare un “luogo idoneo” all’eventuale svolgimento della misura degli arresti domiciliari, e che comunque le accuse di omicidio, tentato omicidio, e lesioni personali, giustificano la misura della custodia cautelare in carcere.

Inchiesta concorsi medicina, una quindicina indagati a Firenze

La procura di Firenze ha aperto un inchiesta sui concorsi universitari alla facoltà di medicina dell’Ateneo fiorentino.

Una quindicina, secondo quanto riportato oggi da Corriere Fiorentino e Nazione, le persone indagate nei confronti delle quali sono state richieste misure interdittive. I reati contestati, a vario titolo, sono abuso d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta.

Gli indagati compariranno a febbraio davanti al gip per essere interrogate al fine della decisione in merito alle misure interdittive richieste dal pm Tommaso Coletta, titolare delle indagini. Gli accertamenti della procura riguarderebbero sia concorsi per professore ordinario che per ricercatore. Tutto sarebbe nato dell’esposto di un otorinolaringoiatra, professore associato presso la facoltà di medicina.

Morte Duccio Dini: chiuse indagini, 6 accusati omicidio

Uccisero Duccio Dini nel corso di un inseguimento tra auto per punire un loro parente. C’è un settimo indagato

Volevano punire un parente e lo inseguirono in auto a 100 chilometri all’ora nelle strade di Firenze, zona via Canova, causando la morte di un ignaro passante in scooter, Duccio Dini, 29 anni, travolto da auto mentre era fermo a un semaforo rosso.

Per questo fatto del 10 giugno 2018, la procura di Firenze ha concluso le indagini indicando come responsabili dell’omicidio sei uomini. Sono Dehran Mustafa di 36 anni, Remzi Mustafa di 20, Remzi Amet di 65, Antonio Mustafa di 44, Emin Gani di 27, Kole Amet di 39.

Il procuratore Giuseppe Creazzo e il sostituto Tommaso Coletta li accusano, in concorso, dell’omicidio di Duccio Dini e del tentato omicidio del loro parente, Bajram Rufat che volevano uccidere a causa di una lite, e che rimase gravemente ferito nello speronamento della sua auto, e di lesioni per un altro automobilista (40 giorni di prognosi) di passaggio, anche lui, come Duccio Dini, estraneo allo scontro.

Nella ricostruzione, i sei indagati inseguirono, su tre vetture, quella di Bajram Rufta speronandola più volte fino a fargli perdere il controllo. Anche gli inseguitori persero il controllo delle loro auto finendo per scontrarsi con altri veicoli fra cui lo scooter di Duccio Dini, che morì il giorno dopo in ospedale a causa dei gravissimi traumi riportati.

Nell’inchiesta c’è un settimo indagato, Kamjuran Amet, 37 anni, per violenza privata: la procura lo accusa di aver minacciato gravemente di morte Bajram Rufta intimandogli di lasciare l’Italia.

Ad oggi gli indagati risultano tutti detenuti nel carcere di Sollicciano tranne Emin Gani, che è agli arresti domiciliari, e Kamjuran Amet.

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