🎧 Teatro Niccolini, tornano gli spettacoli al teatro più antico di Firenze

Firenze, tornano gli spettacoli al Teatro Niccolini, il più antico di Firenze e uno dei più antichi d’Europa (le origini risalgono al 1650).

Il nuovo corso segna il ritorno di Roberto Toni, direttore artistico che ha firmato le migliori stagioni del Teatro Niccolini e che ha accolto l’invito del gruppo Polistampa di Mauro Pagliai, proprietario dell’edificio, a cui si deve il complesso progetto di ristrutturazione che ha restituito il teatro a nuova vita, nel 2016.

In podcast l’intervista al direttore artistico, Roberto Toni, a cura di Gimmy Tranquillo.

Inaugurazione lunedì 4 ottobre nel ricordo di Paolo Poli, che al Niccolini ha legato, per anni, il proprio nome: “Sempre fiori mai un fioraio” di Pino Strabioli è lo spettacolo dedicato al pensiero libero, alla profonda leggerezza di un genio che ha attraversato il Novecento con la naturalezza e il coraggio che lo hanno reso unico.

Pino Strabioli, Gennaro Cannavacciuolo, Paolo Graziosi, Filippo Timi, Scimone e Sframeli, Ettore Bassi, Paolo Nanni, Carlo Cecchi, Giancarlo Cauteruccio sono solo alcuni protagonisti della stagione in programma da ottobre a dicembre 2021.

Dice il direttore artistico, Roberto Toni: “Firenze e il suo pubblico, da sempre chiamato, e a ragione, uno dei più competenti del nostro pianeta teatrale (‘se uno spettacolo passa a Firenze è fatta’, diceva il primo attore e il capocomico di un tempo) meritano questa impresa, fatta di tanto rischio e di tanta passione. Soprattutto ora che, per le ragioni che tutti conoscono e che non ripeterò per non annoiare, tutto appare più difficile e di esito incerto. Abbiamo fatto il nostro meglio, speriamo di fare ancora di più con la complicità degli spettatori e del nostro inesauribile coraggio”.

Dice Antonio Pagliai, amministratore di Eventi Pagliai: “Immaginare di riaprire il Teatro Niccolini, tanto più con una stagione così importante, può sembrare un’operazione coraggiosa, anzi incosciente, specialmente se pensiamo che è principalmente sulle spalle di una realtà privata. Ma non c’era scelta, come non c’era scelta il giorno in cui si presentò la possibilità di rilevare e ristrutturare un teatro di valore abbandonato da vent’anni. Dopo la chiusura forzata dovuta al Covid, abbiamo l’obbligo morale di far rivivere questi ambienti secondo la loro vocazione, augurandoci di trovare strada facendo una sponda. Il nostro impegno si limita all’anno in corso: dopodiché, speriamo in un coinvolgimento delle istituzioni, fondamentale affinché la programmazione continui anche il prossimo anno”.

Programma: http://www.teatroniccolini.com/

Giorno della Memoria, concerto di Michele Gazich al Teatro Niccolini

Tra le iniziative promosse dall’Ateneo in occasione del Giorno della Memoria 2020, mercoledì 5 febbraio (ore 21) al Teatro Niccolini in programma il concerto “Temuto come grido, atteso come canto” del musicista Michele Gazich, accompagnato da Marco Lamberti.

Il concerto sintetizza il percorso del poeta e compositore nel mondo ebraico: il programma include brani dall’ultimo ciclo di canzoni di Gazich, pubblicato nel 2018 in occasione dell’ottantesimo anniversario delle leggi razziali e dedicato agli ebrei deportati nel 1944 dall’isola-manicomio di San Servolo a Venezia. Nelle canzoni, frutto di un appassionato lavoro di ricerca, si valorizza e riscopre la parlata giudeo-veneziana, pressoché cancellata dalla violenza dei carnefici.

La performance – in cui sarà anche eseguita “Dia de Shabat”, che si ricollega alla tradizione sefardita – avrà al suo centro l’inedita “Argon”, declinazione in musica e versi dell’omonimo racconto di Primo Levi, composta in occasione del centenario della nascita dello scrittore. A conclusione del programma “Il latte nero dell’alba”, dedicata al poeta Paul Celan.Legato insieme alla musica classica e alla tradizione popolare, Gazich è attivo dall’inizio degli anni Novanta: con il suono del suo violino è stato protagonista di vari tour negli Stati Uniti e in Europa, collaborando con formazioni sinfoniche e con il mondo dei cantautori italiani e USA.

L’ingresso al concerto è libero fino ad esaurimento posti. Teatro Niccolini Firenze

 

Al teatro Niccolini dal 26 dicembre “L’acqua Cheta”, commedia in vernacolo fiorentino

Al Teatro Niccolini di Firenze, dal 26 dicembre fino al 4 gennaio, la Compagnia delle Seggiole, capitanata da Fabio Baronti, torna, per il terzo anno consecutivo, con “L’acqua cheta” di Augusto Novelli, per la regia di Spaggiari.

Un allestimento filologico, impeccabile, che riporta l’opera alla sua essenzialità, spogliandola di aggiunte, invenzioni e rivisitazioni che, nel corso del tempo, hanno modificato la forma, il linguaggio e la gerarchia dei personaggi.

L’acqua cheta è da ritenersi il capolavoro di Augusto Novelli: si tratta, senza dubbio, della commedia in vernacolo fiorentino più conosciuta e più rappresentata nei teatri di tutta Italia. Fu messa in scena per la prima volta al Teatro Alfieri di Firenze nel gennaio del 1908 e replicata per 26 sere consecutive, dando il via alla rinascita del teatro dialettale fiorentino, che fino ad allora era rimasto come fuoco sotto la cenere.

Una scena tratta dall'”Acqua Cheta”, diretta da Spaggiari

111 anni fa, nella notte di Capodanno, al Teatro Alfieri si festeggiava, con un banchetto, il grande attore Andrea (Dreino) Niccòli, che si preparava a partire in America con la sua compagnia per una tournée. Il commediografo Augusto Novelli, che si trovava a passare di là, fu invitato sul palco a parlare e riuscì a persuadere l’attore a tentare la fortuna con un nuovo progetto teatrale: una commedia che portasse in America il teatro popolare in vernacolo, impegnandosi a scrivere un atto prima della partenza della compagnia. La commedia debuttò il 29 gennaio, con il titolo “L’acqua cheta”. Fu un successo clamoroso. Da allora, la commedia è stata oggetto di innumerevoli rappresentazioni, sia come lavoro in prosa, sia come operetta (l’adattamento musicale di Giuseppe Pietri è del 1920).

Confermando le intenzioni di Novelli, che voleva realizzare, attraverso  di essa, la propria idea di teatro popolare, il pubblico e le compagnie, che nel corso degli anni l’hanno messa in scena, l’hanno fatta propria, intervenendo sul testo, sulle scene e sui personaggi con tagli e aggiunte, nate dall’improvvisazione degli attori e dal gradimento del pubblico, trattandola, di fatto, come un prodotto di cultura orale. Nella pratica teatrale, oggi, non esiste una sola “Acqua cheta”, ma tante, e tutte  diverse tra loro. E come accade con ogni prodotto della cultura popolare, ci troviamo di fronte, da un lato, a un gran numero di varianti che la rendono proteiforme, dall’altro, a delle consuetudini, nella rappresentazione delle singole scene, così note e amate dal pubblico, che, per quanto non siano ‘scritte’, è difficile pensare di poter intervenire su di esse, per modificarle o rinnovarle.

Alla luce di tali considerazioni, questa commedia così leggera appare carica di sensi diversi. Uno su tutti: quello di rappresentare per i fiorentini, e forse anche per i non fiorentini, quella Firenze che hanno conosciuto o di cui hanno sentito raccontare, che esisteva ‘prima’. Prima dei turisti, prima dell’alluvione, prima della guerra. In ogni caso, prima di un qualche disastro che le ha cambiato i connotati.

 

 

Fondazione Teatro della Toscana

in collaborazione con La Compagnia delle Seggiole

L’ACQUA CHETA

di Augusto Novelli

con Fabio Baronti, Sabrina Tinalli, Carolina Pezzini, Chiara Barcaroli, Luca Cartocci, Andrea Nucci, Carlo Martelloni, Claudio Spaggiari, Marcello Allegrini, Brenda Potenza, Giovanna Calamai, Anna Collazzo

costumi Giancarlo Mancini

realizzati da Pino Crescente

aiuto regia Giovanna Calamai

direttore di scena Daniele Nocciolini

organizzazione Roberto Benvenuti

regia Claudio Spaggiari

Durata: 2h, con due intervalli.

 

055.0763333 – biglietteria@teatrodellapergola.com.

La nuova stagione del Teatro della Toscana orientata ai giovani, con 13 prime nazionali e 17 produzioni

Non un semplice cartellone di spettacoli ma la ricerca costante di un rapporto col proprio pubblico, presente e futuro. Così il teatro della Pergola  presenta la nuova stagione 2019/20 puntando su 17 produzioni, eccellenze europee, giovani artisti ed esclusive italiane. Una sfida tra tradizione e innovazione portata avanti non solo nello storico spazio de La Pergola di Firenze ma anche negli altri teatri gestiti dalla Fondazione Teatro della Toscana: il teatro Era di Pontedera, il Mila Pieralli di Scandicci e il Niccolini.

Le interviste di Chiara Brilli a partire dal direttore enerale Marco Giorgetti.

Teatro della Pergola, Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ Scandicci 2019/2020

9 prime nazionali – 13 produzioni

Il domani è oggi

Il teatro come fattore attivo nella società, luogo di incontro e arricchimento. Anche nella stagione 2019/2020 la Pergola di Firenze si conferma non interessata alla semplice erogazione di spettacoli, quanto, piuttosto, alla ricerca di un rapporto con il nostro pubblico. Presente e futuro. Centrale, per tutti noi, è la costruzione e cura di una comunità coesa, raccolta attorno alla storia, proiettata nel domani, del Teatro della Pergola. Continua, quindi, l’investimento sulla qualità professionale degli artisti in cartellone, in un rapporto da sempre fruttuoso tra tradizione e innovazione, anche grazie al progetto StudioTeatro a Scandicci.

Produzioni e coproduzioni ricercano la qualità artistica attraverso i nomi di artisti riconosciuti a livello nazionale, con uno sguardo internazionale rivolto alle eccellenze europee. E si comincia proprio da un’esclusiva per l’Italia: Isabelle Huppert interprete per Robert Wilson in Mary Said What She Said di Pinckney (11-13 ottobre). Poi, Gabriele Lavia dirige e interpreta I giganti della montagna di Pirandello (24 ottobre-3 novembre). Maurizio Scaparro riallestisce con Pino Micol Memorie di Adriano di Yourcenar (5-10 novembre). Emanuele Gamba dirige Daniela Poggi in occasione di Emily Dickinson – Vertigine in altezza di Valeria Moretti (22-30 novembre). Roberto Andò dirige Gianfelice Imparato Carolina Rosi inDitegli sempre di sì di De Filippo (27 dicembre-5 gennaio). Glauco Mauri Roberto Sturno sono guidati da Andrea Baracco in Re Lear di Shakespeare (10-19 gennaio). Claudio Longhi affronta Elias Canetti ne La commedia della vanità (18-23 febbraio). Ferzan Özpetek porta a teatro le sue Mine vaganti (31 marzo-5 aprile). Quanto al ricambio generazionale attraverso il rapporto giovani/maestri, foriero di una nuova modalità produttiva, I Nuovi – Giovane Teatro della Toscana sono impegnati in un percorso di approfondimento e indagine conGiancarlo Sepe, che porta a ridare vita al suo storico The Dubliners da Joyce (14-19 aprile; 28 aprile-8 maggio).

Molte le ospitalità: classici, riletture, e drammaturgia contemporanea, tra cui Giulio Scarpati e Valeria Solarino, Silvio Orlando, Gigio Alberti e Barbara Bobulova, Renato Carpentieri, Natalino Balasso, Giuseppe Battiston, Giuliana De Sio e Isa Danieli, Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini, Vinicio Marchioni, Daniele Russo e Alessandro Gassmann, Eros Pagni.

 Pier Paolo Pacini Coordinatore Area Fiorentina – Fondazione Teatro della Toscana

Teatro Era 2019/2020

4 prime nazionali – 6 produzioni

 Il Teatro Era è!

 Le linee di sviluppo della stagione 2019/2020 del Teatro Era si diramano a partire da un rapporto solido con compagnie e nomi della scena nazionale e internazionale portato avanti dalCSRT – Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale, che ne sottolineano l’aspetto di luogo di indagine dei linguaggi teatrali contemporanei. La presenza dell’artista e registaJan Fabre, della danza firmata da Lisbeth Gruwez Claire Chevallier, dell’Odin Teatret, per arrivare agli italiani MotusEmma DanteLino MusellaPippo DelbonoAlessandro Serra, delineano un panorama ricco e fertile su cui si inseriscono l’ultima creazione Svegliami e il Progetto Oblomov di Roberto Bacci.

Fondamentale, da questa prospettiva, il lavoro costante con la drammaturgia che trova in Michele Santeramo la figura di congiunzione tra la stagione teatrale, la formazione e progetti territoriali di sempre maggior respiro come il Festivaldera, di cui Santeramo è autore centrale. Il rapporto testo/contesto ha del resto l’obiettivo di ridisegnare il territorio attraverso la spinta dello spettacolo dal vivo e attività di qualità che ripartano dal Teatro Era quale luogo riconosciuto di identità e riferimento della Valdera e possano mostrare il fare teatro anche da prospettive inedite. L’idea di attivare nel tempo una rete progettuale delle eccellenze territoriali si muove verso un ampliamento relazionale costante che sta ponendo le basi per una piattaforma di pensiero, dialogo e confronto sempre più vitale e aperta.

Si struttura infine con ancora maggior solidità rispetto al passato il profilo del Teatro della Toscana quale Teatro Nazionale in cui il Teatro Era trova – tra innovazione e tradizione – ulteriori modalità di avvicinamento del pubblico anche verso proposte immaginate per comunità di spettatori eterogenee e diversificate, moltiplicando le possibilità di incroci tra sguardi e proposte di qualità. Sotto questa spinta entrano in stagione nomi del calibro di Filippo Dini, Valeria Solarino e Giulio Scarpati, Ferzan Özpetek, Gianni Clementi, Roberto Andò, Vinicio Marchioni, Luca Zingaretti.

 Carlo Calabretta Coordinatore Area Valdera – Fondazione Teatro della Toscana

Firenze: “Dieci storie proprio così-Terzo atto” al Niccolini

Martedì 19 marzo, ore 21, e mercoledì 20 marzo, ore 10, arriva al Teatro Niccolini di Firenze Dieci storie proprio così – Terzo atto, una ‘ragionata’ provocazione contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire. È lo svelamento dei complessi legami che si intrecciano tra economia “legale” ed economia “criminale”, legami che uccidono il libero mercato e minacciano gravemente il nostro futuro.

Da un’idea di Giulia Minoli, drammaturgia di Emanuela Giordano e Giulia Minoli, regia di Emanuela Giordano. Una produzione Teatro di Roma, Teatro Stabile di Napoli, ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus, in collaborazione con Teatro Stabile di Torino e Co2 Crisis Opportunity Onlus.

Emanuela Giordano e Giulia Minoli sono partite nel 2012 scavando nella memoria, per ricordare chi ha combattuto le mafie. Questo inizio costituisce l’ossatura imprescindibile della loro esperienza. Da allora hanno viaggiato in tutta Italia, approfondendo il tema della lotta alla criminalità organizzata grazie all’aiuto di alcune università italiane e ai tanti testimoni che hanno raccontato le loro storie.

Per questa ragione hanno deciso di concentrarsi sul presente, su ciò che accade ora e su quello che ognuno di noi può realmente fare, assumendoci la responsabilità di un cambiamento faticoso, difficile, ma irrinunciabile. Si è affrontato il tema della scelta.

Storie e riflessioni che sintetizzano la complessità di un problema che non può più essere affrontato tracciando con sicurezza una linea di demarcazione tra chi è ‘contaminato’ e chi non lo è.

La criminalità organizzata si sta appropriando della nostra economia e noi non ce ne siamo accorti? È una forma di distrazione di massa o siamo complici? Cambia la logica del merito, del diritto, cambiano le regole del profitto e del mercato e siamo incapaci di reagire, ammutoliti e stanchi. Dieci storie proprio così – Terzo Atto con Maria Chiara Augenti, Daria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Valentina Minzoni, Alessio Vassallo, e con Tommaso Di Giulio alle chitarre, Paolo Volpini alla batteria (musiche originali di Tommaso Di Giulio), traccia il profilo di personaggi collusi, grazie alla loro complicità le mafie hanno potuto infiltrarsi in tutti i settori dell’economia, e non solo di quella.

Ma non è con il disincanto che possiamo combatterli. Non è l’assenza di impegno a salvarci. Per fortuna c’è chi si oppone, rischia, denuncia, indica alternative fattibili a questo degrado. C’è chi sceglie. Dieci storie proprio così – Terzo Atto vuole raccontare un’Italia poco conosciuta: il sindaco che combatte le logiche mafiose che intossicano la sua città, il commercialista che contrasta il rapporto tra aziende e denaro sporco, il giornalista, il collaboratore di giustizia, il testimone. Si intende far conoscere le strategie di impegno di un gruppo di liceali, la sfida di alcuni imprenditori, un’Italia viva di aziende, università, comunità che propongono un modo diverso di concepire le risorse economiche, gli spazi comuni, la nostra stessa esistenza.

Possiamo farlo anche noi. Stare insieme, in teatro, può aiutarci a imparare.

Le Storie

Bruno Caccia: procuratore della repubblica di Torino, ucciso dalla ‘ndrangheta nel giugno del 1983. La controversa storia dell’unico omicidio di ‘ndrangheta nel nord Italia lascia trasparire in filigrana la fitta rete di relazioni che negli anni Ottanta connetteva alcuni membri della criminalità organizzata calabrese a esponenti delle istituzioni e della magistratura piemontese.

Cortocircuito: è un’associazione culturale antimafia di Reggio Emilia, formata da studenti universitari. Nasce nel 2009 come giornalino studentesco indipendente e web-tv per le scuole. Attraverso delle video-inchieste e dei reportage ha messo in luce la penetrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso nel territorio.

Giovanni Tizian: è un giornalista calabrese, emigrato in Emilia Romagna dopo l’omicidio del padre, un funzionario di banca che non si era piegato alla ‘ndrangheta. Laureato in criminologia presso l’Università di Bologna, ha iniziato a scrivere con la ‘Gazzetta di Modena’ nel 2006 conducendo inchieste sulle infiltrazioni mafiose nel territorio. Dal 2011 vive sotto scorta.

Gaetano Saffioti: imprenditore edile calabrese. Per anni subisce le violenze della ‘ndrangheta, fino a quando decide di denunciare per riconquistare la propria libertà, diventando testimone di giustizia. La sua denuncia ha contribuito all’arresto di molti boss della Piana di Gioia Tauro. Oggi vive sotto scorta, ma continua a lavorare in Calabria.

Gabriella Augusta Maria Leone: Sindaco di Leinì, comune in provincia di Torino. La storia di un rinnovato impegno politico e sociale in un comune precedentemente sciolto per infiltrazioni mafiose.

Maria Stefanelli: la prima donna collaboratrice di giustizia contro la ‘ndrangheta al nord appartenente a famiglie mafiose. Vive con la figlia sotto protezione dello Stato ed è testimone al maxiprocesso Minotauro, che indaga le infiltrazioni delle cosche calabresi in Piemonte.

Sanitaensamble: orchestra giovanile attiva nel Rione Sanità di Napoli – un quartiere spesso associato a storie di degrado e marginalità – che offre a bambini, adolescenti e giovani una formazione musicale di alto profilo.

Federica Angeli: giornalista di La Repubblica che vive ad Ostia, il municipio di Roma sciolto nel 2015 per infiltrazioni mafiose. Per le sue coraggiose indagini e denunce oggi vive sotto scorta.

Cooperativa sociale La paranza: nata nel 2006 da un gruppo di ragazzi e ragazze del Rione Sanità di Napoli, ha contribuito alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del quartiere. Negli anni hanno progettato e sviluppato percorsi formativi e processi di inserimento lavorativo, di scambio e di networking fra persone, enti ed associazioni.

Fiume in piena: un movimento popolare che raccoglie cittadini, studenti, associazioni, rappresentanze sociali e territoriali provenienti dal triangolo della Terra dei Fuochi, in prima linea nella lotta per la salvaguardia dell’ambiente contro gli abusi della criminalità organizzata.

La fattoria di Masaniello Ristorante – Pizzeria Etica: nasce nel quartiere Pilastro di Bologna e coinvolge lavoratori svantaggiati e una rete di associazioni e cooperative del territorio con cui mette in campo attività educative, formative e culturali. Per la sua cucina utilizza prodotti realizzati da cooperative sociali che lavorano su terreni confiscati alle mafie, presidi Slow Food, aziende antiracket o che operano in carcere.

L’Associazione Figli in Famiglia: ha creato un centro di aggregazione minorile in un appartamento confiscato al clan Mazzarella a San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli.

Nicoletta Polifroni: calabrese, ha studiato legge a Bologna. Nel 1996 suo padre, un imprenditore edile, è stato ucciso dalla ‘ndrangheta perché si rifiutava di pagare il pizzo.

Tamara Ianni: collaboratrice di giustizia e testimone chiave nel processo al clan Spada. Per le sue dichiarazioni oggi vive con la sua famiglia in una località protetta.

“Il Palcoscenico della legalità” è un progetto sperimentale di collaborazione tra teatri, istituti penitenziari minorili, scuole, università e società civile. Sono coinvolte le maggiori Istituzioni teatrali d’Italia, le associazioni impegnate nell’antimafia e quelle che lavorano per il riutilizzo sociale dei beni confiscati.

Il progetto nasce nella sua prima forma di spettacolo, Dieci storie proprio così, dall’incontro con decine di familiari di vittime innocenti di mafia, camorra, criminalità e con i responsabili di cooperative e associazioni che sulle terre confiscate alla mafia hanno costruito speranze, lavoro, accoglienza, idee. Lo spettacolo, in seguito a questo primo traguardo, è diventato strumento di riflessione sul come strutturare un rapporto continuativo e di scambio benefico tra istituzioni pubbliche e private perché insieme si apprenda un nuovo alfabeto civile. Da allora nelle scuole sono stati attivati laboratori propedeutici alla visione dello spettacolo (più di 40.000 gli studenti coinvolti).

Il linguaggio e le tecniche teatrali sono diventati strumento per imparare il lavoro di squadra, ma soprattutto per ragionare sulla nostra responsabilità individuale e collettiva riguardo a logiche e culture mafiose.

Attualmente l’attività formativa è in corso in Toscana e nelle scuole di altre nove regioni italiane.

Parallelamente si è sviluppato il progetto di formazione sui mestieri del teatro negli Istituti Penitenziari Minorili di Airola (BN) e Malaspina (PA), da cui sono nati gli spettacoli Aspettando il tempo che passa nel carcere di Airola, Fiesta al Malaspina di Palermo e il brano rap Puortame là fore interpretato da Lucariello e Raiz. Nel 2017 è stato realizzato un film documentario, coprodotto da Jmovie e Rai Cinema, che percorre le tappe del progetto. La rete di associazioni che oggi sostiene le varie fasi di questo esperimento nasce dalla volontà di Giulia Minoli, con The Co2 Crisis Opportunity Onlus, di creare un legame virtuoso di progettualità e collaborazione.

Firenze:

INFO:

Teatro della Pergola, via della Pergola 30, Firenze

055.0763333

biglietteria@teatrodellapergola.com.

Dal lunedì al sabato: 9.30 / 18.30

Biglietteria serale

A partire da un’ora prima degli spettacoli presso la biglietteria del Teatro Niccolini, via Ricasoli 3, Firenze.

San Casciano: “Pietre di inciampo” al Teatro Niccolini

Le pietre si raccontano sul palcoscenico del Teatro Niccolini di San Casciano in Val di Pesa. ”Via Roma, 34. Il gioco interrotto. Storia di una famiglia: I Modigliani 1943-1944” è il primo evento teatrale e musicale della Toscana sulle pietre di inciampo che lo stabile sancascianese metterà in scena martedì 26 febbraio alle ore 21.

Scritto e diretto da Tiziana Giuliani, con la consulenza storica di Marta Baiardi dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea e di alcuni giovani storici fiorentini dell’associazione Sgabuzzini Storici, lo spettacolo è ispirato all’arte del tedesco Gunter Demnig, creatore delle “Pietre d’inciampo”.

Un monumento diffuso di cubetti di pietra rivestite d’ottone inserite nel selciato delle strade e del tessuto urbano di centinaia di città italiane ed europee.

“Inciampare sulle pietre d’inciampo – dichiara l’assessora alla Cultura Chiara Molducci – significa tenere vivo il ricordo delle vittime delle deportazioni nei campi di sterminio”.

Anche il Comune di San Casciano, dopo aver elaborato uno studio e un percorso di ricerca sulle famiglie ebraiche, perseguitate dai nazifascisti e dai fascisti repubblichini a San Casciano, ha identificato le vite spezzate di Giacomo Modigliani (nato nel 1891) e Paolo Sternfeld (nato nel 1888), catturati il 17 ottobre 1943 in via Roma 34, loro luogo di residenza. I due ebrei furono deportati a Fossoli e successivamente ad Auschwitz dove furono assassinati.

Lo spettacolo si snoda come un racconto teatrale in musica di e con Tiziana Giuliani, liberamente ispirato alla vicenda della famiglia Modigliani tra San Casciano e Firenze 1943 1944.

In scena gli attori del Teatro dei Passi Arcazzurraformazione 2019 Andrea Batacchi, Andrea Castrucci, Gloria Lapini, Nicoletta Matteuzzi, Leonardo Poggi, Anna Spedicato, Olimpia Ferrazzani, Lorenzo Morganti, Gianmarco Ottaviani, Anna Zanchi, Teresa Zucchelli e la piccola Viola Frosecchi. Ad accompagnare lo spettacolo il violoncello di Filippo Burchietti. L’allestimento si avvale anche della collaborazione dell’associazione La Porticciola per le immagini storiche. L’evento è promosso dal Comune di San Casciano. Ingresso libero.

INFO:

Teatro Niccolini, Piazza della Repubblica, 12, 50026 San Casciano in Val di Pesa, FI

055 8256388,

 segreteria@teatroniccolini.it

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