Zubin Mehta e la moglie Nancy donano un milione di dollari al Teatro del Maggio

Firenze, Zubin Mehta e la moglie Nancy hanno donato un milione di dollari al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, per il nuovo auditorium intitolato proprio al direttore d’orchestra indiano, direttore principale del Maggio dal 1985 e poi direttore onorario a vita dal 2006.

La donazione è stata presentata oggi a Firenze proprio nella nuova sala del teatro alla presenza Zubin Mehta e la moglie, del sovrintendente Alexander Pereira, e del sindaco Dario Nardella.

“Mia moglie era così commossa quando ha saputo dell’intitolazione della sala – ha spiegato Zubin Mehta -, che ha voluto donare al Teatro parte delle nostre azioni in America, del valore di un milione di dollari, in modo che il sovrintendente e il sindaco li possano usare come meglio ritengono. Mia moglie e io siamo veramente molto felici, e mia moglie spera che questo ispirerà altri italiani e stranieri a donare all’Italia e a Firenze, e il Governo per dare l’opportunità di detrarre queste somme dalle tasse come accade in America”.

“Credo che sia sicuramente la più grande donazione fatta per questa sala – ha aggiunto Pereira -, ma credo che sia una delle più grandi donazioni private fatte a un’istituzione in Italia, e sicuramente da parte di un direttore d’orchestra che ringrazia un’istituzione come quella. È un gesto così generoso e meraviglioso, che fa capire quanto grande sia questo uomo”.

La donazione di un milione di dollari da parte di Zubin Mehta e della moglie Nancy al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino è “un messaggio di ottimismo e di speranza verso la vita del teatro, verso la cultura della nostra città”. Lo ha detto Dario Nardella, sindaco di Firenze, secondo cui “la filantropia è un grande valore che serve ad aiutare la cultura, e quindi non posso che ringraziare la famiglia Mehta perché penso che si tratti della più grande donazione che il teatro abbia mai ricevuto in questi anni”.

Nardella ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione della donazione con i Mehta e il sovrintendente Alexander Pereira. “Speriamo poi che Elon Musk apprenda la notizia – ha aggiunto -, perché questa era una donazione in azioni Tesla, che poi sono state trasformate in risorse economiche; penso che Musk, che è stato a Firenze l’anno scorso e che ama questa città, potrebbe anche lui rilanciare e fare un grande gesto di amore verso Firenze e verso questo teatro”.

🎧 Auditorium Maggio Musicale, inaugurazione 21/12 con Mattarella

Firenze, il sovrintendente del Maggio, Alexander Pereira, ha confermato l’inaugurazione del nuovo Auditorium per il 21 dicembre, con Zubin Mehta sul podio, annunciando però, visto l’alto numero di invitati, tra cui anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, una replica del concerto di inaugurazione per il giorno dopo.

“Il nuovo auditorium del teatro del Maggio Musicale Fiorentino sarà inaugurato, come pianificato – ha detto Pereira – il 21 dicembre alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma abbiamo deciso di non fare solamente una volta questo concerto, perché all’inaugurazione ci saranno tanti invitati, ma di farlo anche il 22 per il pubblico di Firenze”.

In podcast le dichiarazioni del sovrintendente del Maggio, Alexander Pereira nel servizio a cura di Gimmy Tranquillo.

L’evento sarà replicato il 22 dicembre con prezzi più contenuti. “Ho aperto la vendita al pubblico di 200 biglietti per il 21 dicembre – ha spiegato Pereira – ma ho visto che abbiamo tanti invitati e quindi ho pensato che fosse giusto ripetere il concerto per la città”.

Pereira ha poi spiegato che il concerto prevede la ‘Messa di Gloria’ di Giacomo Puccini, la prima esecuzione assoluta di ‘Per lo corpo luce’, commissionato dal teatro a Luca Francesconi e il ‘Te Deum’ di Anton Bruckner. Per la replica dell’evento, ha concluso Pereira, “abbiamo dovuto cambiare la data della recita della Madama Butterfly che era pianificata per il 22 dicembre e che sarà trasferita il 27 dicembre. Chiedo al pubblico di comprendere e accettare questa situazione”

Musica: il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino lancia “L’archivio dei tesori” online

Le cinque puntate iniziano domenica 8 novembre e con un appuntamento serale alle 20.45 al giovedì e poi alla domenica successiva e così fino al 22 novembre.

La puntata introduttiva verrà trasmessa il 5 novembre. Gli incontri saranno in compagnia di Manuel Rossi, responsabile dell’archivio.

Una serie di cinque brevi appuntamenti video trasmessi on line sui propri social per “raccontare” l’archivio storico.  Verranno svelati alcuni segreti, molte curiosità partendo dall’archivio propriamente detto, poi parlando dei bozzetti e figurini che vi sono conservati, i modellini, i diari e le dediche, i costumi.

Al Teatro del Maggio arriva il “Don Pasquale” di Donizetti

Un titolo che segnò un punto di rottura per la tradizione dell’opera buffa; un nuovo allestimento fedele al libretto originale, ma dall’ambientazione del tutto inedita: l’interno di un casinò. Al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, debutta il 21 febbraio il “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti, affidato alla regia di Andrea Bernard e con Antonino Fogliani a dirigere l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino.

In scena, un cast di affermati interpreti, con il basso Nicola Ulivieri, nel ruolo di Don Pasquale, il soprano spagnolo Marina Monzò, a vestire i panni di Norina, il tenore russo Maxim Mironov a interpretare Ernesto e il baritono Davide Luciano che sarà il Dottor Malatesta. Francesco Samuele Venuti, dell’Accademia del Teatro del Maggio, interpreta il notaro. Scene di Alberto Beltrame, costumi di Elena Beccaro, luci di Marco Alba. La prima è in calendario venerdì 21 febbraio, repliche il 23, 26, 29 febbraio e il 4 marzo.

Don Pasquale è un vecchio arricchito e avaro, che in tarda età viene colto da pruriti amorosi: vorrebbe sposare una donna molto più giovane, anche per far dispetto al nipote Ernesto, un giovane e sentimentale innamorato. Dovrà però fare i conti con un’astuta ragazza, decisa a beffarlo con la complicità di uno scaltro doppiogiochista. Equivoci, travestimenti, finte nozze e raggiri, nell’intreccio del Don Pasquale c’è tutto il repertorio tradizionale dell’opera buffa settecentesca, basata su situazioni e personaggi stereotipati.

Quella di Donizetti è invece un’opera di rottura, che si appropria dello schema antico solo per alterarne e stravolgerne i tratti. I “tipi” dell’opera buffa diventano, in Don Pasquale, personalità credibili, coerenti e addirittura complesse. Anche la comicità – sulla quale il libretto non lesina – pur conservando i  toni del farsesco, è venata di una malinconia e di un lirismo che prima di allora mai si erano affacciati nella commedia.

Opera di gran successo fin dalla prima rappresentazione nel gennaio 1843, “Don Pasquale” si presenta a Firenze nella rilettura dell’emergente regista Andrea Bernard, nato a Bolzano nel 1987. Il suo nome irrompe sulla scena internazionale nel 2016, quando vince lo European Opera-directing Prize, grazie a un progetto de “La traviata”, che verrà poi portato in scena al Festival Verdi di Parma 2017 e al Teatro Comunale di Bologna nel 2019.

A un suo “Don Pasquale”, Bernard aveva iniziato a lavorare già nel 2017, quando con un progetto sull’opera di Donizetti raggiunse le semifinali del Ring Award, competizione internazionale per registi d’opera under 35 che si tiene a Graz, in Austria. Tre anni più tardi, quell’idea è finalmente un allestimento compiuto, nuovo e ambizioso che proprio al Teatro del Maggio avrà il suo debutto.

L’intuizione di Bernard è quella di ambientare il subdolo raggiro ai danni dell’avaro Don Pasquale nel luogo di perdizione per eccellenza: il casinò. Un casinò dismesso, di cui si immagina che questo Don Pasquale fosse stato proprietario, nel quale ha costruito la sua fortuna e vissuto una vita di successi, avidità e potere.

“Un casinò come luogo dove si perde la concezione del tempo – spiega il regista –, dove le persone danno il meglio e il peggio di sé e si trasformano in bestie, serve dei loro istinti. Un casinò come luogo perfetto per la truffa perfetta, dove si può giocare tutto e si gioca con le vite proprie e degli altri. Questo è il nostro Don Pasquale, un gioco di inganni e travestimenti, di sentimenti e relazioni umane”.

La direzione dell’Orchestra e del Coro del Maggio Musicale Fiorentino è affidata ad Antonino Fogliani, uno dei direttori più apprezzati della sua generazione a livello internazionale. Nel suo ampio repertorio operistico figurano in particolare molte delle principali opere del primo Ottocento italiano, dal giovane Verdi a Rossini e Bellini fino, appunto, a Gaetano Donizetti.

“Essere al Maggio  è un onore”, dice Fogliani. “Lavoro molto tra Germania e Svizzera – continua il direttore – e anche se il gap si sta restringendo, la cultura che un’orchestra italiana dimostra nell’eseguire questa musica è ancora più vicina e naturale nell’approccio alla partitura di Donizetti. Tanti colori che all’estero non posso dare per scontati, si ottengono in modo spontaneo con un orchestra e un coro così colti e preparati. Ho da subito abbracciato questa idea del regista, un Don Pasquale dall’ambientazione insolita e contemporanea. Abbiamo lavorato in modo molto rigoroso sull’edizione integrale e questo tipo di ambientazione, che peraltro mi diverte tantissimo, non ha ovviamente dato nessun problema. Anzi, dà un volto nuovo all’opera”.

La recita del 21 febbraio 2020 sarà trasmessa in diretta da Rai Radio 3

Al Maggio arriva Risurrezione, l’opera che consacrò il talento di Franco Alfano

Tratto dal romanzo di Tolstòj, un titolo scarsamente rappresentato negli ultimi decenni ritrova il palco fiorentino con il debutto italiano dell’allestimento firmato da Rosetta Cucchi per il Wexford Festival Opera. Direzione di Francesco Lanzillotta, scene di Tiziano Santi, costumi di Claudia Pernigotti. Tra i protagonisti, Anne Sophie Duprels e Matthew Vickers.

È l’opera che ha rivelato il talento di Franco Alfano, eppure, per certi versi, è oggi un’opera “dimenticata”: Risurrezione, del 1904, su libretto di Cesare Hanau, tratto dal romanzo omonimo di Lev Tolstòj, è il primo titolo lirico non di repertorio del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino nel 2020. L’allestimento, con la regia di Rosetta Cucchi e il maestro Francesco Lanzillotta sul podio, a dirigere l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino, debutterà venerdì 17 gennaio alle 20. Repliche il 19 (ore 15.30), 21 e 23 gennaio.

Una produzione realizzata nel 2017 per il Wexford Festival Opera, rassegna di lunga tradizione e grande prestigio che ogni anno, a ottobre, porta in scena nell’omonima città irlandese tre titoli raramente rappresentati ma degni di riscoperta, spesso affidati ad artisti giovani o emergenti. Ed è proprio grazie a questa formula, che molti di questi lavori hanno poi trovato nuova circolazione nei maggiori teatri d’opera europei. Avverrà anche per questo acclamato allestimento di Risurrezione, che al Maggio vedrà  il suo debutto italiano.

L’esperta regia di Rosetta Cucchi, già autrice di produzioni per numerosi teatri italiani e internazionali, nonché direttore artistico del Lugo Opera Festival fra il 2001 e il 2015 e della Fondazione Arturo Toscanini di Parma dal 2005 al 2018, si avvarrà delle scene di Tiziano Santi, di recente autore, per il Maggio, dell’allestimento delle tre opere del ciclo “Passione Puccini” Butterfly, La bohème, Tosca. I costumi sono di Claudia Pernigotti, le luci di Ginevra Lombardo su progetto di D.M. Wood. Al soprano francese Anne Sophie Duprels è affidato l’impegnativo ruolo di Katiusha, mentre  Matthew Vickers sarà il principe Dimitri. Leon Kim avrà il ruolo di Simonson, Francesca Di Sauro sarà Sofia Ivanovna, Ana Victoria Pitts nel doppio ruolo di Korablyova e Vera, così come Romina Tomasoni, che interpreterà Matryona Pavlovna e Anna.

 

Risurrezione è un’opera nata dalle esperienze internazionali di Franco Alfano, che, dopo gli studi al Conservatorio di Napoli, sentì il bisogno di ampliare il raggio delle proprie conoscenze musicali viaggiando all’estero. È prima a Lipsia, centro vitale della musica europea, e poi nella Parigi di inizio Novecento, capitale indiscussa in fatto di gusti e tendenze musicali. Qui lavora qualche anno come autore di balletti per le Folies Bergères e  sempre qui si imbatte, nel 1902, nel romanzo di Lev Tolstòj, Resurrezione, innamorandosene. Il compositore, che aveva alle spalle due prove in campo operistico – un’opera su testo di Fogazzaro mai rappresentata (Miranda) e La fonte d’Enscir, una favola araba su libretto di Luigi Illica, rappresentata a Breslavia nel 1898 – si avvale, per il nuovo progetto, della collaborazione del commediografo Camillo Antona Traversi e del giornalista Cesare Hanau che firma il libretto, il primo in prosa della storia dell’opera italiana. Dal romanzo di Tolstòj era stata ricavata una riduzione teatrale da Henri Bataille, che Alfano conosceva. Risurrezione segue in gran parte la versione teatrale del dramma, a eccezione dell’episodio dell’attesa del treno alla stazione, marginale nel romanzo e su cui invece Alfano costruirà tutto il secondo atto. E anche l’elemento di critica sociale, al centro della fonte letteraria, risulta attenuato a favore dell’elemento sentimentale.

I quattro atti dell’opera fotografano, infatti, le sfortunate vicende della protagonista Katiusha e del suo amore infelice per il principe Dimitri, uomo che la seduce e l’abbandona, condannandola a una vita di sacrifici e scelte drammatiche. Dopo essersi conosciuti da ragazzini, i due si ritrovano la sera di Pasqua nella casa di Sofia Ivanovna, zia di Dimitri per la quale Katiusha lavora come dama di compagnia, e il sentimento amoroso, già provato durante l’adolescenza, rinasce più forte: Katiusha cede alle lusinghe amorose di Dimitri, che dopo la notte d’amore parte per il fronte. Nei mesi seguenti la ragazza scopre di essere incinta. Cacciata dalla casa di Sofia Ivanovna per le sue condizioni, si reca alla stazione in attesa del convoglio su cui sta viaggiando il principe per rivederlo, ma alla vista dell’amato in compagnia di una donna, Katiusha, disperata, desiste dal proposito di parlargli. La sua esistenza da quel momento è segnata da una tragica parabola discendente: morto il suo bambino, per sopravvivere diventa una prostituta e in seguito viene condannata ingiustamente alla detenzione in carcere e ai lavori forzati per la morte di un cliente. Dopo averla trovata, Dimitri si offre di sposarla per rimediare al male procuratole, ma Katiusha, donna ormai perduta e stravolta dalla sofferenza e dalla degradazione morale, lo allontana. Pur amandolo ancora profondamente, la protagonista sceglie di sposare un detenuto politico e di condividere con lui i lavori forzati in Siberia: solo rinunciando all’amore potrà finalmente risorgere e ottenere il suo riscatto morale.

Risurrezione debutta il 30 novembre 1904 al Teatro Vittorio Emanuele di Torino e porta per la prima volta alla ribalta il nome di Alfano. Sono infatti molti gli ingredienti che garantiscono il successo di un’opera che dal debutto fino alla metà del secolo scorso registrava già un migliaio di recite (prima di venire di fatto accantonata negli ultimi trent’anni): il ruolo di grande impegno vocale di Katiusha, eroina appassionata e sofferente, l’ambientazione nella pittoresca cornice russa (in gran voga a inizio Novecento), una scrittura orchestrale ricca di suggestioni di stampo francese (è ben presente la lezione di Massenet e Debussy, assorbita da Alfano nei suoi anni parigini), e il moderno periodare libero e lontano dal numero chiuso, che sostanzia un declamato quasi continuo, interrotto solo da brevi momenti di acceso lirismo.

Spiega la regista Rosetta Cucchi: “Un binario interminabile attraversa l’intera esistenza di Dimitri e Katjusha, i due protagonisti dell’ultimo e forse più grande romanzo di Lev Tolstòj, reinterpretato magistralmente nell’opera da Franco Alfano e Cesare Hanau.  Ad ogni stazione corrisponde un momento diverso delle vite di queste due anime. Esse si sfiorano per un attimo e quell’atto d’amore, quasi rubato, diventa per lei l’inizio di un viaggio attraverso il dolore, l’umiliazione e la rinascita. Ed è lungo le rotaie di un treno, di cui non vediamo né l’inizio né  la fine, che i due ritrovano le loro vite. Non è una risurrezione in senso religioso, bensì una rinascita di quegli spiriti, vessati dalle vicende della vita, che riescono a ritrovare la propria purezza”.

“L’importanza di una partitura come Risurrezione – aggiunge il maestro Francesco Lanzillotta – risiede nella ostinata e consapevole ricerca di un linguaggio che, pur affondando le proprie radici nel passato, si sviluppa attraverso nuovi percorsi, nei quali orchestrazione, armonia e rapporto testo-linea vocale schiudono le porte di un secolo colmo di inedite e differenti estetiche: il Novecento”.

Al via le celebrazioni per il centenario di Piero Farulli

Tanti i concerti in programma in tutta Italia e anche Europa, ma anche saggi, festival, concorsi, convegni e borse di studio per celebrare i 100 anni dalla nascita di Piero Farulli, violista, per oltre trent’anni, del celebre Quartetto Italiano e ideatore, fondatore e direttore della scuola di musica di Fiesole (Firenze).

Il progetto ‘Farulli 100’, promosso dal Comitato nazionale per le Celebrazioni del centenario della nascita di Piero Farulli, presieduto da Gianni Letta, è stato presentato oggi a Firenze.

A inaugurare le commemorazioni sarà il concerto di Capodanno della scuola di musica di Fiesole  che si terrà il primo gennaio, al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, con l’Orchestra Galilei e l’Orchestra dei Ragazzi. Seguirà, il 13 gennaio, giorno della nascita di Farulli, un evento a Palazzo Vecchio, dal titolo ‘Tanti Auguri, Maestro’, che  lo ricorderà con un incontro e un concerto. In programma anche il primo Concorso internazionale per quartetti d’archi junior, il cui bando d’iscrizione è già aperto. La competizione  si svolgerà tra il 23 e il 25 ottobre,  mentre il convegno internazionale a Fiesole dal titolo ‘Formazione 2020: musica e conoscenza’ è previsto nei giorni 2-4 dicembre.

A queste iniziative che si svolgeranno in Toscana, si aggiungono altri eventi ufficiali in Italia e in Europa, come Nizza e Zurigo, ed eventi  a lui dedicati da tanti allievi e artisti.
“Piero Farulli ha vissuto il dono della musica – ha detto il presidente Letta – come un vero Apostolo. Conosceva e aveva sperimentato lo straordinario valore formativo del far musica insieme e a questo ha dedicato un grande progetto culturale profondamente innovativo nella cultura della musica del nostro paese”.

Adriana Verchiani, compagna di una vita e ideatrice del progetto ‘Farulli 100’ ha spiegato che “il progetto nasce per rilanciare il messaggio di Piero: la volontà di affermare la valenza culturale e formativa della musica. La musica come bene da restituire sarà il filo conduttore dell’anno ‘farulliano'”.

Exit mobile version