Ven 29 Mar 2024

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Al Teatro del Maggio arriva il “Don Pasquale” di Donizetti

Un titolo che segnò un punto di rottura per la tradizione dell’opera buffa; un nuovo allestimento fedele al libretto originale, ma dall’ambientazione del tutto inedita: l’interno di un casinò. Al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, debutta il 21 febbraio il “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti, affidato alla regia di Andrea Bernard e con Antonino Fogliani a dirigere l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino.

In scena, un cast di affermati interpreti, con il basso Nicola Ulivieri, nel ruolo di Don Pasquale, il soprano spagnolo Marina Monzò, a vestire i panni di Norina, il tenore russo Maxim Mironov a interpretare Ernesto e il baritono Davide Luciano che sarà il Dottor Malatesta. Francesco Samuele Venuti, dell’Accademia del Teatro del Maggio, interpreta il notaro. Scene di Alberto Beltrame, costumi di Elena Beccaro, luci di Marco Alba. La prima è in calendario venerdì 21 febbraio, repliche il 23, 26, 29 febbraio e il 4 marzo.

Don Pasquale è un vecchio arricchito e avaro, che in tarda età viene colto da pruriti amorosi: vorrebbe sposare una donna molto più giovane, anche per far dispetto al nipote Ernesto, un giovane e sentimentale innamorato. Dovrà però fare i conti con un’astuta ragazza, decisa a beffarlo con la complicità di uno scaltro doppiogiochista. Equivoci, travestimenti, finte nozze e raggiri, nell’intreccio del Don Pasquale c’è tutto il repertorio tradizionale dell’opera buffa settecentesca, basata su situazioni e personaggi stereotipati.

Quella di Donizetti è invece un’opera di rottura, che si appropria dello schema antico solo per alterarne e stravolgerne i tratti. I “tipi” dell’opera buffa diventano, in Don Pasquale, personalità credibili, coerenti e addirittura complesse. Anche la comicità – sulla quale il libretto non lesina – pur conservando i  toni del farsesco, è venata di una malinconia e di un lirismo che prima di allora mai si erano affacciati nella commedia.

Opera di gran successo fin dalla prima rappresentazione nel gennaio 1843, “Don Pasquale” si presenta a Firenze nella rilettura dell’emergente regista Andrea Bernard, nato a Bolzano nel 1987. Il suo nome irrompe sulla scena internazionale nel 2016, quando vince lo European Opera-directing Prize, grazie a un progetto de “La traviata”, che verrà poi portato in scena al Festival Verdi di Parma 2017 e al Teatro Comunale di Bologna nel 2019.

A un suo “Don Pasquale”, Bernard aveva iniziato a lavorare già nel 2017, quando con un progetto sull’opera di Donizetti raggiunse le semifinali del Ring Award, competizione internazionale per registi d’opera under 35 che si tiene a Graz, in Austria. Tre anni più tardi, quell’idea è finalmente un allestimento compiuto, nuovo e ambizioso che proprio al Teatro del Maggio avrà il suo debutto.

L’intuizione di Bernard è quella di ambientare il subdolo raggiro ai danni dell’avaro Don Pasquale nel luogo di perdizione per eccellenza: il casinò. Un casinò dismesso, di cui si immagina che questo Don Pasquale fosse stato proprietario, nel quale ha costruito la sua fortuna e vissuto una vita di successi, avidità e potere.

“Un casinò come luogo dove si perde la concezione del tempo – spiega il regista –, dove le persone danno il meglio e il peggio di sé e si trasformano in bestie, serve dei loro istinti. Un casinò come luogo perfetto per la truffa perfetta, dove si può giocare tutto e si gioca con le vite proprie e degli altri. Questo è il nostro Don Pasquale, un gioco di inganni e travestimenti, di sentimenti e relazioni umane”.

La direzione dell’Orchestra e del Coro del Maggio Musicale Fiorentino è affidata ad Antonino Fogliani, uno dei direttori più apprezzati della sua generazione a livello internazionale. Nel suo ampio repertorio operistico figurano in particolare molte delle principali opere del primo Ottocento italiano, dal giovane Verdi a Rossini e Bellini fino, appunto, a Gaetano Donizetti.

“Essere al Maggio  è un onore”, dice Fogliani. “Lavoro molto tra Germania e Svizzera – continua il direttore – e anche se il gap si sta restringendo, la cultura che un’orchestra italiana dimostra nell’eseguire questa musica è ancora più vicina e naturale nell’approccio alla partitura di Donizetti. Tanti colori che all’estero non posso dare per scontati, si ottengono in modo spontaneo con un orchestra e un coro così colti e preparati. Ho da subito abbracciato questa idea del regista, un Don Pasquale dall’ambientazione insolita e contemporanea. Abbiamo lavorato in modo molto rigoroso sull’edizione integrale e questo tipo di ambientazione, che peraltro mi diverte tantissimo, non ha ovviamente dato nessun problema. Anzi, dà un volto nuovo all’opera”.

La recita del 21 febbraio 2020 sarà trasmessa in diretta da Rai Radio 3

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