Tramvia Firenze: Comune Bagno a Ripoli contro ricorso a Tar

Il Comune di Bagno a Ripoli (Firenze) si costituisce a fianco di Palazzo Vecchio nel giudizio promosso davanti al Tar della Toscana per la linea della tramvia 3.2, presentato dal consigliere comunale fiorentino Mario Razzanelli (Fi).

Il ricorso, contro il Comune di Firenze e Tram spa, ricorda una nota, è per l’annullamento e la riforma della delibera della giunta fiorentina relativa alla non assoggettabilità a Via del progetto della linea tramviaria per Bagno a Ripoli.
“Pur non essendo direttamente citati dal ricorso – spiega il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini – riteniamo doveroso costituirci nel giudizio dinanzi al Tar, al fianco del Comune di Firenze nella battaglia in difesa della tramvia.
Stiamo parlando di un progetto di altissimo interesse pubblico che, una volta realizzato, consentirà a tutto il territorio a sud est di Firenze e al nostro comune di disporre di un mezzo di trasporto ecologico, moderno e all’avanguardia, in grado di ripensare in chiave sostenibile la mobilità e gli spostamenti di migliaia di cittadini”.
Per Casini, “eventuali ritardi o slittamenti del progetto costituirebbero un grave danno per il nostro territorio. Un rischio che vogliamo scongiurare”.

 

Linea 3.2.1 Libertà – Bagno a Ripoli

Il tracciato ha una estensione di circa 7,2 Km con 17 fermate previste: si aggancia al sistema tramviario fiorentino in Piazza della Libertà (con il capolinea previsto su un piccolo tronco posizionato lungo Viale Don Minzoni) da dove imbocca Viale Matteotti, percorre i viali di circonvallazione, fino a Viale Giovine Italia, per proseguire sui Lungarni Pecori Giraldi, del Tempio e Cristoforo Colombo. Superato il Ponte da Verrazzano il tracciato percorre Via Poggio Bracciolini, Viale Giannotti, Viale Europa e Via Pian di Ripoli, fino a svoltare in Via Granacci e arrivare al capolinea di Bagno a Ripoli.

Con l’Atto Aggiuntivo del 2007 il Comune di Firenze ha affidato alla Tram di Firenze SpA (concessionario) la progettazione del prolungamento di Linea 3. Il progetto è stato approvato nel 2009. Il Progetto Definitivo, redatto nel 2018 e presentato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stato ammesso al finanziamento statale per circa 200 M€. Attualmente sul Progetto Definitivo è in corso il processo autorizzativo, in primis la verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale, a valle della quale potrà chiudersi la Conferenza dei Servizi.

Aeroporto Firenze: ricorso Avvocatura dello Stato contro annullamento Via

L’Avvocatura generale dello Stato ha presentato, per il ministero dell’Ambiente e l’Enac, un ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar della Toscana, emessa nel maggio scorso, che ha annullato il decreto di Via per il masterplan di potenziamento dell’aeroporto di Firenze.

La notizia è stata comunicata dall’associazione Vas – Vita Ambiente Salute, tra i promotori del ricorso accolto nei mesi scorsi dal Tribunale amministrativo regionale. Secondo quanto si apprende da fonti ministeriali, il ricorso sarebbe stato presentato dall’Avvocatura in base a osservazioni formulate dalla Commissione di Via.

I comitati ambientalisti della Piana fiorentina chiedono ora analogo provvedimento da parte dei Ministeri: in caso contrario, sostengono, sarà chiara “la volontà politica di costruire questo nuovo aeroporto”.

In una nota l’Enac ha tuttavia annunciato “di aver richiesto all’Avvocatura dello Stato di ritirare l’appello, erroneamente presentato dall’Ente”, decisione disposta “in quanto l’impugnazione era relativa ad un atto non emanato dall’Ente”.

Comunque, secondo i ricorrenti, “il Tar ha immotivatamente – si legge – ovvero presuntivamente omesso di considerare la disciplina introdotta dal d.lgs. n.104/2017”, che detta le nuove regole per la Valutazione di impatto ambientale, e che all’articolo 23 “ha previsto l’applicabilità di tali modifiche anche per i progetti presentati anteriormente il 16.05.2017”.

Il Tar della Toscana, si sostiene nel ricorso, ha “erroneamente” ritenuto che in sede di Via sia stato presentato “un progetto parziale e comunque insufficiente a consentire una compiuta valutazione degli impatti ambientali non essendosi individuate compiutamente le opere di realizzare”, mentre invece “contrariamente a quanto ha ritenuto il Tar, il progetto sottoposto a Via contiene la puntuale descrizione delle opere da realizzare”. Per i ricorrenti, inoltre, mentre la normativa vigente “ha previsto per i provvedimenti di Via – si legge ancora nel testo del ricorso – che gli elaborati progettuali presentati dal proponente siano predisposti con livello di dettaglio equivalente a quello del progetto di fattibilità, il Tar Toscana ha erroneamente ritenuto che il livello progettuale adeguato sia quello in cui le opere vengono ‘compiutamente definite’ come dovrebbe avvenire, invece, in sede di progettazione definitiva o anche esecutiva”.

Il ministero dei Beni culturali ha comunicato all’Avvocatura dello Stato che non intende invece  ricorrere presso il Consiglio di Stato contro le sentenze del Tar della Toscana. Secondo quanto si apprende, il Mibac il 27 maggio aveva già trasmesso all’Avvocatura distrettuale dello Stato la propria decisione di non ritenere opportuna una eventuale impugnazione da parte del Ministero. Comunicazione, si apprende adesso, reiterata in data odierna.

TAR: rimane sospensione variante urbanistica, anche fuori centro storico

?Firenze, il TAR della Toscana ha rinviato a un’udienza di merito, fissata per il 6 novembre prossimo, la causa promossa da un ricorso, presentato dai proprietari dell’ex villa La Querce di Firenze, contro l’applicazione della sospensione della variante urbanistica in seguito a un’ordinanza del Consiglio di Stato.

La causa è ‘pilota’ anche rispetto a quale parte della città subisca gli effetti della sospensione della variante urbanistica: cioè, se soltanto gli edifici del centro storico, come auspica il ricorso della proprietà di villa La Querce che è situata fuori, o una fascia urbana più ampia.

“Speravamo quantomeno in una riduzione del problema, in un ridimensionamento della zona d’intervento dell’ordinanza sospensiva e quindi ovviamente che intanto i lavori potessero ripartire nelle fasce esterne al cent ro storico Unesco – ha commentato il vice-presidente dell’ordine degli architetti di Firenze, Duilio Senesi – E invece il TAR non ha ritenuto di decidere ieri rinviando al 6 di novembre. Quello che noi diciamo – continua Senesi – e che questa situazione non si risolve nelle aule giudiziarie, dobbiamo trovare soluzioni prima e fuori”.

Mentre l’assessore all’urbanistica del Comune di Firenze Cecilia Del Re spiega: “Ad oggi la situazione resta inalterata. Ovvero la variante è sospesa per tutta la città, quindi arriverà prima presumibilmente la pronuncia di merito del Tar sulla sospensiva del Consiglio di Stato, essendo l’udienza fissata al 9 ottobre. Affinché la situazione si sblocchi prima del 9 ottobre, a questo punto, l’unica strada per uscire da questo stallo resta quella del dialogo”.

Gimmy Tranquillo ha intervistato Duilio Senesi:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/07/190712-Duilio-Senesi-CE.mp3?_=1

Peretola: anche Provincia di Prato contro ministero Trasporti

La decisione di Puggelli, presidente della Provincia di Prato, arriva dopo la prima vittoria ottenuta il mese scorso di fronte Tar della Toscana: i giudici amministrativi hanno dato ragione ai sindaci e ai comitati della Piana, annullando il decreto di valutazione di impatto ambientale e di fatto imponendo lo stop ai progetti di ampliamento dell’aeroporto.

La Provincia di Prato si schiera quindi a fianco dei sindaci della Piana  nell’opposizione all’ampliamento di Peretola. Il presidente Puggelli (sindaco di Poggio a Caiano) ha conferito il mandato agli avvocati Stefania Logli, Paola Tognini ed Elena Bartalesi . Sono incaricate di rappresentare e difendere l’ente che presiede nella battaglia legale con il dicastero guidato dal ministro Danilo Toninelli.

“Siamo profondamente in disaccordo con la decisione del Ministero – spiega Puggelli, proponendo di aprire un tavolo istituzionale per decidere un impieg migliore delle risorse previste per la pista -. Andremo avanti in tutte le sedi per salvaguardare i nostri concittadini e tutelarne le ragioni.
Costruire una nuova pista aeroportuale nello spazio di un parco -continuia Puggelli – significherebbe sacrificare l’intero territorio imponendo scelte non condivise che metterebbero a dura prova l’assetto ambientale, idrogeologico e viario di quella zona”,

“Nelle ultime settimane abbiamo dovuto leggere, soprattutto da parte dei rappresentanti di Toscana Aeroporti, di attacchi fuori luogo nei confronti della magistratura e di chiunque avesse opinioni diverse. La giustizia – conclude il presidente invitando poi ‘ad abbassare i toni – deve fare il suo lavoro liberamente: spetta ai giudici esprimersi, sulla base dei documenti e del rispetto delle leggi”

Nei giorni scorsi, l’ordine degli Architetti della Provincia di Prato, si era schierato contro il decreto ministeriale che approva il masterplan del nuovo aeroporto.

Firenze: Viminale impugnerà sentenza Tar zone rosse

Lo si apprende da fonti del Viminale secondo le quali si sta anche valutando di rivolgersi all’Avvocatura dello Stato per valutare se i magistrati che hanno emesso le sentenze avrebbero dovuto astenersi “per posizioni in contrasto con le politiche del governo in materia di sicurezza”.

Il ministero dell’Interno impugnerà la sentenza del Tar di Firenze contro le cosiddette ‘zone rosse’ e quelle dei tribunali di Bologna e Firenze a proposito dell’ iscrizione anagrafica di alcuni cittadini stranieri. Lo si apprende da fonti del Viminale secondo le quali si sta anche valutando di rivolgersi all’Avvocatura dello Stato per valutare se i magistrati che hanno emesso le sentenze avrebbero dovuto astenersi “per posizioni in contrasto con le politiche del governo in materia di sicurezza”.

Annullando l’ordinanza del prefetto di Firenze Laura Lega sulle cosiddette ‘zone rosse’, “il Tar della Toscana ha detto che certi provvedimenti non si possono fare in questo modo, perché ci devono essere presupposti di urgenza e di necessità, e perché una persona denunciata non può essere considerata automaticamente pericolosa”. Così invece l’avvocato Cino Benelli che insieme ai colleghi Adriano Saldarelli e Fabio Clauser ha assistito Matteo Innocenti, attivista di Potere al popolo che ha ricorso contro l’ordinanza: era direttamente interessato dall’ordinanza perché destinatario di una denuncia.

Con le zone rosse la prefettura aveva previsto che in 17 aree della città fosse vietato stazionare “a soggetti che ne impediscano l’accessibilita’ e la fruizione con comportamenti incompatibili con la vocazione e la destinazione” delle stesse aree, venendo ritenuto responsabile di tali condotte i denunciati in materia di stupefacenti, reati contro la persona, per danneggiamento di beni o commercio abusivo.

“Le zone rosse non sono mai state inserite in un regolamento di polizia urbana a Firenze”, ha aggiunto Benelli e questa è “un’ordinanza straordinaria ai sensi delle leggi di pubblica sicurezza del 1931, che poteva essere applicata solo per casi di urgenza e necessità. Nel testo dell’ordinanza stessa però si sottolinea che Firenze è una città tutto sommato messa in sicurezza. Non si possono limitare libertà personali per una presunzione di insicurezza”. L’obiettivo, è stato spiegato, era anche quello che l’ordinanza “non diventasse a regime”. Il ricorrente si è detto “contento di aver vinto, segno che esiste un minimo di dignità in questa città. Come Pap siamo in totale disaccordo contro questa ordinanza”: “Portava a una deriva autoritaria”.

Dal Viminale sottolineano di essere pronti a “riformulare l’ordinanza per allontanare da alcune aree cittadine balordi e sbandati” ma, ribadiscono, si valuta anche la possibilità di chiedere un intervento dell’Avvocatura dello Stato per valutare se i magistrati che hanno emesso le sentenze avrebbero dovuto astenersi e passare il fascicolo ad altri a causa delle proprie posizioni sulla politica del governo.
Idee che, dice il Viminale, sono state “espresse pubblicamente o attraverso rapporti di collaborazione o vicinanza con riviste sensibili al tema degli stranieri come “Diritto, immigrazione e cittadinanza” o con avvocati dell’Asgi (associazione studi giuridici per l’immigrazione) che hanno difeso gli immigrati contro il Viminale.

Il ministero fa riferimento in particolare alla giudice Luciana Breggia – il magistrato del tribunale di Firenze che ha emesso la sentenza che ha escluso il ministero del giudizio sull’iscrizione anagrafica di un immigrato e contro la quale si è già scagliato il ministro dell’Interno Matteo Salvini (“si candidi per cambiare le leggi che non condivide”) – ma anche altri due magistrati che “collaborano con la rivista”: Rosaria Trizzino, che, dice il Viminale, è il giudice che presiede la sezione del Tar della Toscana che ha bocciato le zone rosse e Matilde Betti, la presidente della prima sezione del tribunale civile di Bologna che il 27 marzo 2019 non ha accolto il ricorso proposto dal ministero dell’Interno contro la decisione del giudice monocratico del capoluogo emiliano che disponeva l’iscrizione nel registro anagrafico di due cittadini stranieri.

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