Santo Spirito, la soprintendente Ranaldi: “Panchine? Sono provvisorie”

Continua a far discutere la questione delle panchine in Santo Spirito, così fortemente criticate dal comitato dei residenti che non sembra gradirle. Tanto più che sarebbero presto diventate un “bivacco per i turisti”.

“Se le sedute temporanee”, installate in piazza Santo Spirito a Firenze e criticate dai residenti, “fossero state disposte in modo più coerente col disegno della piazza, avrei preferito. Comunque, si tratta di panchine temporanee. Servono perché c’è la possibilità di godersi una bella piazza dove c’è il verde. E’ un’opportunità”. Lo ha detto la soprintendente di Firenze Antonella Ranaldi, a margine di un evento a Firenze.

Ranaldi ha parlato riguardo alle critiche che il Comitato dei residenti del quartiere storico di Santo Spirito ha fatto sulle panchine installate nella piazza. “Le panchine in piazza Santo Spirito non c’entrano niente con il disegno urbanistico-architettonico della piazza, e questo basterebbe per rimuoverle”, ha scritto il Comitato nei giorni scorsi al ministro Sangiuliano, al sottosegretario Sgarbi e al sindaco Nardella, valutando negativamente l’impatto estetico di tali manufatti.

Il Comitato dei residenti aveva auspicato una pronta rimozione di quelle sedute, aggiungendo di augurarsi un dialogo maggiormente proficuo con l’amministrazione anche in virtù del fatto che le panchine sono diventate appunto un bivacco per i turisti.

Calcio: Pessina, sul Franchi si apre capitolo costruttivo

Soprintendente Pessina, ‘su stadio Mibact sposato nostra relazione’

Sullo stadio di Firenze “il parere che è arrivato dal Mibact ha sposato pienamente la nostra relazione inviata agli inizi di dicembre, ha anche sposato le aperture che abbiamo dato, come per esempio sullo spostamento delle curve senza abbatterle. Ora si apre un capitolo che da parte nostra vuole esser costruttivo e propositivo e io sono certo che ora sia il momento per sedersi intorno a un tavolo e vedere come possiamo immaginare il nuovo stadio Franchi”. Lo ha detto Andrea Pessina, soprintendente per l’Archeologia, belle arti e paesaggio per Firenze, Pistoia e Prato, commentando il futuro dello stadio Franchi a margine dell’inaugurazione di una mostra su Pier Luigi Nervi alla Manifattura Tabacchi di Firenze. Durante la visita guidata il soprintendente è tornato sul futuro dello stadio Franchi dopo il parere del Ministero e il progetto di riqualificazione annunciato dal sindaco Nardella.

“Abbiamo sempre capito anche la posizione della Fiorentina e di Rocco Commisso – ha aggiunto Pessina – che è un imprenditore che ritene di avere delle necessità e lo comprendiamo. Ma questa sfida la dobbiamo prendere come Nervi ha affrontato altre sfide: è troppo facile radere al suolo per costruire, il punto è trovare, con i bravissimi architetti e progettisti che non mancano, il modo per conservarlo e renderlo funzionale alle esigenze della comunità e della Fiorentina”.

Sentiamo il soprintendente Andrea Pessina

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2021/01/210129_03_PESSINA-FRANCHI.mp3?_=1

 

 

Firenze, droni per la tutela del patrimonio storico-artistico

Innovativo progetto della Prefettura di Firenze con i Vigili del Fuoco: uso dei droni per il controllo preventivo del patrimonio storico-artistico. L’iniziativa è stato presentata al Salone Internazionale del Restauro dei Musei che si è tenuto a Ferrara.

La Prefettura di Firenze ha sperimentato, insieme ai Vigili del Fuoco, l’uso di un drone per monitorare lo stato dei monumenti che appartengono al Fec, il Fondo Edifici di Culto di proprietà del Ministero dell’Interno. Per la prima volta sul territorio nazionale, tale dispositivo mobile è stato impiegato in un’azione preventiva di controllo del patrimonio storico-artistico, mentre finora è stato usato esclusivamente nelle operazioni di soccorso che seguono gli eventi calamitosi.

Il drone si è rivelato un elemento strategico per verificare la stabilità e le condizioni di sicurezza dei beni controllati (soprattutto delle parti di difficile accesso diretto come coperture, campanili e guglie) e rappresenta, quindi, un valore aggiunto nella tutela del patrimonio storico-artistico e nella salvaguardia della pubblica incolumità.

Per la sua portata innovativa, il progetto è stato presentato dalla Prefettura e dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato al “Salone Internazionale del Restauro dei Musei e delle Imprese Culturali” che si è tenuto a Ferrara dal 18 al 20 settembre scorsi.

L’iniziativa della Prefettura è stato possibile grazie alla collaborazione del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco che ha utilizzato un drone di circa 700 grammi, pilotato dal Nucleo SAPR –  Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto della Toscana, coordinato dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Durante le operazioni di sorvolo dei beni del Fec, il drone ha raccolto una grande quantità di immagini ad alta definizione, che saranno utili per la digitalizzazione del patrimonio artistico, per la gestione informatizzata dei piani di manutenzione e per la programmazione di interventi conservativi. Inoltre, il dispositivo ha individuato alcune situazioni precarie su paramenti lapidei, rivestimenti, elementi aggettanti e apparati scultorei, che richiedevano interventi immediati, subito realizzati con l’impiego di cestelli telescopici.

Nell’area metropolitana fiorentina appartengono al FEC le basiliche di Santa Croce, di Santa Maria Novella, della Santissima Annunziata, di Santo Spirito, le chiese del Carmine, della Santa Maria Maddalena dei Pazzi, di San Marco, di San Paolino ed i complessi monumentali di Montesenario e Vallombrosa.

Monticchiello, Barni: “Torre del Cassero diventa pubblica, ottima notizia”

“Esprimo tutta la mia soddisfazione per la decisione del Ministero per i beni e le attività culturali di acquistare la storica Torre del Cassero a Monticchiello. Una decisione che consente di mantenere nel patrimonio pubblico un edificio che più di ogni altro in Val d’Orcia rappresenta l’identità, la storia e le tradizioni culturali di questa terra”, così la vicepresidente e assessora alla cultura Monica Barni al termine dell’iter di acquisto della Torre da parte del Mibac.

“Quando, – continua Barni – nel luglio scorso, il sindaco di Pienza lanciò alle istituzioni un accorato appello perché venisse scongiurata la vendita della Torre del Cassero ai privati, come Regione ci siamo subito adoperati per una sua acquisizione al patrimonio pubblico: risultato ottenuto grazie al sollecito intervento del Ministero e del sovrintendente Andrea Pessina, a cui va la mia riconoscenza”.

Il possente Cassero Senese di Monticchiello è parte della Rocca eretta nel 1260, a cui faceva capo tutto il sistema delle fortificazioni del borgo di Montichiello, nel punto più alto della collina; la Torre costituisce una testimonianza molto ben conservata della storia del borgo di Monticchiello, e ha quindi un grande valore storico. Il complesso fu ceduto a privati dal Comune di Pienza nel 1968 e da allora non è più visitabile né accessibile per il pubblico. Negli anni ’70 era stato sottoposto a ristrutturazione interna.

Nel luglio scorso il sindaco di Pienza, essendo venuto a conoscenza di un atto pubblico di compravendita per 450.000 euro, in seguito al quale la Torre sarebbe stata adibita a struttura agrituristica, aveva scritto alla Regione, al Ministero, alla Soprintendenza, ricordando che sull’immobile gravano vincoli ambientali, architettonici e paesaggistici. Nella lettera, il Comune si dichiarava impossibilitato a reperire le risorse finanziarie per esercitare la prelazione sulla Torre, e chiedeva l’intervento delle istituzioni, ritenendo l’acquisizione al patrimonio pubblico del Cassero e del parco circostante un’occasione irrinunciabile per l’interesse pubblico. Il Ministero, anche su sollecitazione della Regione, ha accolto l’appello del sindaco e ha acquistato l’immobile, che quindi avrà ora una destinazione pubblica.

Ricordiamo che il territorio della Val d’Orcia è patrimonio mondiale dell’Umanità dal 2004.

Millenario San Miniato: una nuova illuminazione per la Basilica

Una nuova illuminazione per la Basilica di San Miniato a Monte realizzata con tecnologia LED d’avanguardia da Exenia, azienda fiorentina del gruppo Lumenpulse

Exenia ha voluto donare una nuova luce all’importante architettura religiosa e ai tesori in essa custoditi finanziando per intero l’intervento. 
Il delicato progetto, curato dal lighting designer Massimo Iarussi, è stato realizzato con la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio nell’ambito delle celebrazioni del Millenario della Basilica.

L’evento inaugurale aperto al pubblico, durante il quale saranno presentati i nuovi scenari d’illuminazione, è fissato per il prossimo 18 ottobre 2018. L’opera nasce da un lungo e articolato dialogo tra i monaci della Basilica di San Miniato e Exenia e dalla condivisione di un desiderio profondo di dare una nuova luce a un gioiello artistico e religioso così rappresentativo della città di Firenze.

“Donare luce alla Basilica di San Miniato al Monte – commenta Dario Nistri, amministratore delegato Exenia -, per un’azienda come la nostra profondamente radicata nel territorio, è un grande motivo d’orgoglio. Era un nostro sogno far risplendere la bellezza della Basilica attraverso un intervento ambizioso, realizzato nel rispetto totale del monumento e affidato a un professionista conosciuto e apprezzato, specializzato nell’illuminazione di edifici storici. La sensibilità progettuale ci ha permesso di intervenire senza stravolgere l’identità del luogo, la tecnologia all’avanguardia del gruppo Lumenpulse è stata capace di illuminare lo spazio senza inquinarlo e il nostro approccio sartoriale ci ha permesso di realizzare prodotti su misura, studiati appositamente per questo luogo di culto.“

“Siamo lieti di inaugurare un progetto che è stato capace di esaltare e sottolineare, con elegante discrezione, attraverso la luce, la bellezza artistica di San Miniato, le sue geometrie, i suoi simboli, gli elementi architettonici e gli affreschi – commenta  padre Bernardo Gianni, priore dell’Abbazia di San Miniato – . Siamo lieti di poter festeggiare questo intervento insieme ai mille anni di San Miniato, che sono mille anni di parola ascoltata e pregata, mille anni di interrogativi, mille anni di ricerca, che non mancano di sottolineare, come fa l’illuminazione all’interno Basilica, la bellezza spirituale nella storia della nostra città”.

Il progetto della luce di Massimo Iarussi è basato sul completo rispetto dell’opera architettonica.: “Mi piace ripetere, con un gioco di parole, che il lavoro di chi progetta luce, quando è davvero ben fatto, è destinato a rimanere nell’ombra: una buona illuminazione non deve imporsi con invadenza, deve piuttosto apparire connaturata agli spazi illuminati. Questo è stato particolarmente vero per questo progetto. Come era possibile anche soltanto pensare di aggiungere qualcosa alla bellezza di questo luogo? Bisognava piuttosto intervenire in punta di piedi, accompagnando il visitatore e aiutandolo a godere di tanta bellezza, mantenendo intatto il sapore del luogo, il senso di raccoglimento, la pace. Chi entrava nella Basilica, prima dell’intervento, era colpito dal contrasto fra la luce naturale esterna, talvolta accecante, e l’oscurità dell’interno che spesso impediva di godere della bellezza del luogo. E tuttavia, il buio fa parte di quella bellezza. Solo, andava declinato nel modo appropriato. Ecco, qui sta il nodo dell’intero progetto d’illuminazione: il rispetto del buio; il silenzio degli occhi.”

Ciò è stato possibile grazie all’impiego di prodotti Exenia ad alta tecnologia dedicati all’illuminazione degli ambienti storico museali. Da un lato apparecchi illuminanti miniaturizzati, con altissime prestazioni e finiture di colore le più vicine possibili alle superfici d’installazione, in grado di “scomparire” e non inquinare lo spazio, esaltando le diverse espressioni dell’arte senza minacciarne l’integrità. Dall’altro l’applicazione di una tecnologia innovativa brevetto del gruppo Lumenpulse che permette l’utilizzo dei vecchi impianti elettrici preesistenti per regolare ogni punto luce, rendendo superflui nuovi cablaggi, senza interventi invasivi e spese ulteriori.

Il progetto ha tenuto conto dell’epoca in cui la struttura è stata realizzata, dei successivi interventi, degli elementi architettonici di maggior rilievo, delle opere d’arte della Basilica e della luce naturale diurna.

All’interno della Basilica l’illuminazione è stata graduata secondo precisi criteri gerarchici per enfatizzare gli elementi architettonici, gli affreschi e gli oggetti valorizzando l’armonia delle forme, la consistenza dei materiali, le opere e i simboli.

I fasci luminosi guidano lo sguardo verso il presbiterio e il catino absidale col suo meraviglioso mosaico, punto focale dell’architettura e fulcro della simbologia religiosa. Gli intarsi marmorei del pavimento, ricchi di riferimenti simbolici, sono illuminati zenitalmente da apparecchi fissati sulle capriate, realizzati su disegno – a evocare le lanterne tradizionali – e dotati di ottiche di precisione per far risaltare con nettezza ciascuna delle formelle.

Il nuovo impianto d’illuminazione è governato da un sistema di controllo digitale, completamente configurabile, con possibilità di scelte d’illuminazione infinite poiché ogni prodotto è gestito singolarmente.

Per semplificare l’utilizzo delle configurazioni di luce e per garantire il massimo risparmio energetico, sono stati predisposti alcuni scenari d’illuminazione standard corrispondenti alle cerimonie ricorrenti della liturgia religiosa. Gli scenari liturgici messi in opera partono da uno scenario diurno a basso consumo per arrivare a quelli più complessi di cerimonie  solenni o concerti durante i quali la luce è regolata d’intensità e orientata dove serve.

Scenari luminosi differenziati ritmano l’intensa vita quotidiana della Basilica: accompagnano i frati nel loro raccoglimento, orientano turisti e visitatori, accolgono i fedeli e li seguono nelle funzioni, esaltano il tripudio nei momenti di festa.

Exit mobile version