Giani: ‘Orsetti merita il gonfalone d’argento’

“In una regione come la nostra, rappresentata dal Pegaso, cavallo alato simbolo di democrazia e libertà, vogliamo dare il massimo riconoscimento a un degno figlio, di cui tutti ci sentiamo orgogliosi”. Con queste parole il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, ha annunciato l’imminente consegna del gonfalone d’argento, massimo riconoscimento dell’Assemblea toscana, alla memoria di Lorenzo Orsetti, il 33enne fiorentino ucciso il 18 marzo in Siria mentre combatteva a fianco dei curdi contro l’Isis.

“Entro la prima quindicina di luglio consegneremo il gonfalone d’argento alla madre Annalisa e al padre Alessandro – ha affermato Giani – per manifestare l’orgoglio della Toscana tutta, di fronte a chi ha lottato per una causa, sacrificando la propria vita. A Lorenzo il grazie e l’abbraccio di tutti i cittadini toscani”. Giani ha poi ricordato che “da domenica Lorenzo riposa alle Porte Sante, accanto ai grandi e sul sagrato della basilica di San Miniato ci siamo ritrovati in tanti, non solo parenti e amici, ma rappresentanti delle istituzioni e soprattutto tanti giovani, che come lui hanno deciso di lottare per un mondo più giusto”.

Il Consiglio regionale aveva approvato una mozione unanime, con l’intento di conferire il Gonfalone d’argento del Consiglio regionale alla memoria di Lorenzo Orsetti, riconoscendone “l’impegno per la giustizia, l’eguaglianza e la libertà, a fianco del popolo curdo che in questi anni è stato il principale argine al terrorismo e al fanatismo dell’Isis”.

Orsetti: rientrata la salma a Roma

La salma di Lorenzo Orsetti, il 33enne fiorentino ucciso dall’Isis lo scorso 18 marzo in Siria dove stava combattendo come volontario a fianco delle milizie curde, è rientrata oggi a Roma, all’aeroporto di Fiumicino.

Il corpo del giovane è rientrato con un volo di linea della Qatar Airways proveniente da Doha. ADa quanto risulta, una volta espletate le formalità burocratiche, nell’area della Cargo City dello scalo romano, la salma di Orsetti verrà trasferita all’Istituto di Medicina Legale di Roma per gli esami autoptici su disposizione della Procura capitolina.

Ad accoggliere il combattente fiorentino nel suo rimpatrio, fuori dalla Cargo City di Fiumicino, una rappresentanza di attivisti della comunità curda a Roma. Lo hanno salutato con bandiere della guerriglia Y P G e striscioni sui quali campeggiano una gigantografia con la foto di Lorenzo Orsetti ritratto in mimetica ed un’immagine stilizzata di un orso, in richiamo del cognome di Lorenzo, stanno attendendo l’uscita del feretro. Con loro, anche il presidente dell’VIII Municipio di Roma, Amedeo Giaccheri

Terminate le procedure autoptiche il corpo dovrebbe ricevere sepoltura nel cimitero le Porte Sante di San Miniato al Monte. Questa almeno la proposta del sindaco Dario Nardella, proposta accettata dalla famiglia Orsini.

Padre Orsetti: “Salma Lorenzo si è fermata a Erbil, ma segnale da governo italiano”

La salma di Lorenzo ha lasciato il Rojava, è arrivata a Erbil ma è ferma lì. Ci sono stati però dei movimenti da parte del Governo, le autorità italiane si sono mosse”. A dirlo è Alessandro Orsetti, il padre del 33enne fiorentino ucciso in combattimento dall’Isis in Siria mentre militava come volontario a fianco delle milizie curde.

Da parte del Governo “c’è stato un segnale, stamani parlavo con il sindaco di Firenze che mi ha detto di aver” avuto un colloquio “col ministro degli Esteri”, in visita in città. Nardella “mi ha detto” anche “che richiamerà l’ambasciatore, che lui conosce direttamente. La situazione sembrava statica”, poi “si è smossa”.  Rispondendo ad una domanda sul tempo che trascorrerà prima che la salma possa rientrare in Italia, Orsetti ha detto di “non avere idea di quanto ci voglia”, facendo intendere però che le tempistiche non saranno brevi.

Orsetti aveva parlato, lo scorso 23 aprile, di problemi di comunicazione tra Ypg e consolato italiano, “problemi che sono stati risolti” anche perché “abbiamo sollecitato i curdi”. Adesso, ha precisato, “la salma si trova in Iraq, c’è tutta la parte di procedura che non è gestita direttamente dal consolato” italiano “ma dalle autorità irachene” come “il riconoscimento medico-legale”. La salma di Orsetti è stata salutata con onorificenze militari dalle milizie curde.

Uccisione Orsetti, familiari contattati dalla Farnesina

Il ministero degli Esteri ha contattato stamani la famiglia di Lorenzo Orsetti, il 33enne fiorentino volontario nelle milizie curde ucciso durante un contrattacco dell’Isis nei combattimenti in Siria. E’ quanto si apprende da uno zio che tiene i rapporti per conto dei genitori di Lorenzo Orsetti. La Farnesina ha confermato lo svolgimento dei fatti relativi al 33enne secondo quanto già emerso ieri e ha dato alla famiglia la disponibilità per tutte le necessità che emergeranno riguardo alla morte del giovane fiorentino.

La salma di Lorenzo Orsetti potrebbe non tornare più in Italia e venire seppellita in Siria. E’ quanto spiega il padre, Alessandro Orsetti, venendo a conoscenza delle ultime volontà del figlio dalle milizie curde in cui si era arruolato come volontario.

“Il suo comandante – dice il genitore dalla sua casa a Firenze – mi ha detto che Lorenzo aveva chiesto di essere seppellito là in caso di morte in battaglia”. “Noi – ha proseguito – penso che accetteremo la sua decisione anche se non avremo un corpo su cui piangere. Noi vorremmo riaverlo qui a Firenze ma al tempo stesso lui ha detto di voler esser seppellito coi martiri di questa guerra. Che possiamo fare? Lo avrebbe anche scritto. Accetteremo probabilmente la sua decisione, anche se non avremo una tomba su cui piangerlo. Ci hanno pure invitato ad andare là, non so cosa faremo”.

Alessandro Orsetti inoltre ha detto: “Mi aspetterei, non per Lorenzo, ma per la situazione che c’è là, che la città di Firenze facesse qualcosa, delle iniziative per chiarire le posizioni ambigue in questa guerra”. Ieri sera, intanto, si sono svolte alcune iniziative pubbliche a Firenze per ricordare Lorenzo Orsetti. Una  in piazza Dalmazia con presidio promosso da sigle dell’estrema sinistra, del mondo antagonista e degli anarchici. L’altra  al Cpa Firenze Sud – centro sociale che veniva frequentato da Orsetti – con un’assemblea per decidere le iniziative per ricordarlo. Sempre ieri sera il Collettivo di Scienze Politiche ha esposto uno striscione in facoltà per ricordarlo, a Novoli.

La comunità kurda e le realtà solidali con la resistenza kurda, hanno invece promosso un incontro per oggi  martedì 19 marzo, alle ore 18.30 alla Casa del Popolo Il Campino, in via Caccini a Rifredi, il quartiere di Orso.

“È morto per i suoi ideali, sul campo di battaglia, un giovane toscano, Lorenzo Orsetti; un cittadino del mondo, un partigiano combattente, insieme ai curdi, anche per la nostra libertà contro i terroristi dell’Isis. Siamo commossi e orgogliosi”. Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, commenta la morte di Lorenzo Orsetti. “A nome mio e della Regione Toscana desidero esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia e a tutte le persone che gli hanno voluto bene”, dichiara Rossi. “Lorenzo aveva fatto la scelta impegnativa di andare a combattere in Siria contro il sedicente Stato islamico. Aveva lasciato tutto per arruolarsi nell’Ypg, le unità di protezione popolare del Kurdistan siriano. Combatteva, sono parole sue, per la giustizia, l’emancipazione della donna, la cooperazione sociale, l’ecologia sociale e la democrazia . afferma Rossi – Lorenzo aveva scelto da che parte stare, a differenza del mondo occidentale che ha lasciato soli i curdi nella battaglia contro il terroristi islamisti”.

“Questa mattina ho chiamato Alessandro Orsetti, papà di Lorenzo per esprimere a lui e alla sua famiglia il cordoglio mio e di tutta la città di Firenze. Lo Stato deve essere vicino alla famiglia Orsetti e alla città di Firenze. Deve occuparsi seriamente di questa questione”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, a margine della presentazione di una mostra a Palazzo Vecchio. “Sono rimasto colpito – ha continuato – per le frasi che Lorenzo Orsetti ha lasciato a tutti noi prima della morte, sono addoloratissimo per questa vicenda tragica che colpisce anche la comunità di Firenze. Rispetto la sua scelta personale e non entro nel merito politico, in questo momento credo che la cosa più importante sia l’impegno delle istituzioni governative affinché si risolva la questione del sequestro della salma di Lorenzo”.

E’ fiorentino il combattente dichiarato ucciso da Isis in Siria

Le forze curdo-siriane con cui combatteva in Siria Lorenzo Orsetti, ucciso dall’Isis, hanno diffuso  la lettera-testamento dell’italiano in queste ore. La lettera – una consuetudine per tutti i miliziani – si apre con la frase: “Ciao, se state leggendo questo messaggio significa che non sono più in questo mondo”. Nella lettera-testamento, Orsetti scriveva: “Non ho rimpianti. Sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli e rimanendo fedele al mio ideale di giustizia, eguaglianza e libertà”. La lettera è firmata “Orso, Tekoser, Lorenzo” in riferimento rispettivamente al suo soprannome, al suo nome di battaglia in curdo e al suo nome all’anagrafe.

La famiglia  aspetta nella propria casa di Firenze notizie dalle autorità sul figlio, che un anno e mezzo fa decise di andare a combattere per la causa del Kurdistan.  Nell’abitazione il padre Alessandro, la madre Annalisa e la sorella Chiara hanno appreso della morte di Lorenzo dal telegiornale che rilanciava le agenzie.

L’Isis ha diffuso la foto del cadavere senza vita di quello che viene descritto come “il crociato italiano Lorenzo Orsetti”. L’immagine, pubblicata sui social network da Aamaq, piattaforma di notizie legata all’Isis, mostra il viso e parte del busto della vittima, a terra. Accanto al volto appaiono le punte di due scarponi militari, probabilmente indossati dai miliziani dell’Isis autori dell’immagine. L’Isis aveva nelle scorse ore pubblicato anche la fotografia dei documenti del 33enne fiorentino ucciso durante una battaglia a Baghuz, in Siria.

fiorentinoOrsetti dichiarato ucciso dall’Isis nella Siria sud-orientale combatteva nelle file delle milizie curde Ypg, legate al Pkk turco, contro i jihadisti dello ”Stato islamico”. Lo affermano all’ANSA fonti militari curde a conferma di quanto riferito sui social network e da media locali e internazionali. Orsetti era stato di recente intervistato da media italiani come un combattente volontario italiano a fianco dei curdi contro l’Isis.

“Mi ha telefonato il suo comandante curdo e mi ha detto che Lorenzo è morto insieme a
tutti quelli del suo gruppo in un contrattacco dell’Isis stamani”. Lo ha detto il padre Alessandro. “Sembra che il suo gruppo sia stato accerchiato, era con una unità araba, ma non so cosa significhi esattamente da un punto di vista militare – ha aggiunto – Li hanno uccisi tutti”.

Lorenzo Orsetti è morto assieme ad altri quattro miliziani curdo-siriani nella pianura
di Baghuz. Lo riferisce uno dei profili Twitter dei media vicini all’Isis e che afferma che tra i “cinque uccisi c’è il crociato italiano”. Orsetti.

L’anno scorso, mentre era impegnato a difendere la citta’ di Afrin dall’assedio di jihadisti e turchi era stato intervistato dal Corriere Fiorentino, al quale aveva ricordato di essere nato e cresciuto a Firenze e di aver “lavorato per 13 anni nell’alta ristorazione: ho fatto il cameriere, il sommelier, il cuoco. Mi sono avvicinato alla causa curda- ricorda Orsetti – perche’ mi convincevano gli ideali che la ispirano, vogliono costruire una societa’ piu’ giusta piu’ equa. L’emancipazione della donna, la cooperazione sociale, l’ecologia sociale e, naturalmente, la democrazia. Per questi ideali sarei stato pronto a combattere anche altrove, in altri contesti. Poi e’ scoppiato il caos a Afrin e ho deciso di venire qui per aiutare la popolazione civile a difendersi”.
A chi gli chiedeva che cosa avrebbe fatto una volta tornato in Italia rispondeva: “Non mi preoccuperei troppo delle conseguenze (la legge Alfano punisce i foreign fighters, ndr). Io non ho nessuna remora morale, sto facendo la cosa giusta, sono a posto con la mia coscienza. Siamo qua e qua resteremo fino all’ultimo. Un po’ perche’ non c’e’ nient’altro da fare, un po’ perche’ e’ la cosa giusta da fare. Combattiamo”.

“Ha sempre voluto aiutare gli altri”. E quanto afferma la mamma di Lorenzo Orsetti. “Noi
eravamo contrari alla sua partenza, ma lui voleva aiutare questo popolo oppresso”, conclude la signora Annalisa. Secondo quanto appreso, la presenza di Orsetti in Siria sarebbe documentata almeno dal periodo aprile-maggio 2018. Fino all’agosto del 2017 risultava dipendente di un’enoteca nella zona di Settignano, sulle colline di Firenze.

Pisa prima città d’Italia a dare fondi bimbi Aleppo (Siria)

Il Comune di Pisa è stato il primo Comune in Italia ad aderire, con un contributo di 26.500 euro, al progetto di solidarietà ‘A drop of milk’ (Una goccia di latte), promosso dalla Fondazione ‘Aiuto alla Chiesa che Soffre’.

L’iniziativa, accolta subito dal Comune di Pisa, ha come obiettivo, quello di aiutare le popolazioni siriane colpite dalla guerra, soprattutto coloro che hanno deciso di non abbandonare la propria terra d’origine. In particolar modo, da gennaio 2017, il progetto ‘A drop of milk’ riesce ad assicurare ad Aleppo la prima alimentazione per bambini sotto i dieci anni e latte speciale per neonati, con l’obiettivo di fornire a circa 2.850 bambini al di sotto dei dieci anni di età, dei quali 220 neonati, appartenenti a 1.500 famiglie cristiane, il latte anche in polvere, fondamentale per la loro crescita.

“Abbiamo voluto dare un contributo ad un progetto concreto – ha detto la vicesindaco di Pisa e assessore alla cooperazione internazionale, Raffaella Bonsangue – che porta aiuto a chi sceglie di rimanere a casa propria, a rischio della propria esistenza, pur di continuare a testimoniare una fede e una cultura.”

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