Sarti, oggi la cerimonia funebre

Alle 9.30  commemorazione pubblica  a Palazzo Vecchio per il partigiano pillo, simbolo delle Resistenza.

Sarti è scomparso giovedì notte. A 14 anni era già in fabbrica attivo nel Soccorso Rosso, organizzato dai comunisti clandestini per sostenere le famiglie antifasciste. Ha visto il padre “subire punizioni corporali” perché non iscritto al Partito Nazionale Fascista. E’ stato presidente dell’Anpi provinciale di Firenze e attuale presidente onorario.

“Il partigiano Silvano Sarti ci ha lasciati. Se ne è andato in questa fredda notte fiorentina, in silenzio. Un uomo alto, forte, energico, è stato piegato dal tempo – scrive il sindaco di Firenze Nardella – Lui che aveva combattuto con i partigiani per liberare la nostra Firenze dai nazifascisti, medaglia d’oro al valore militare. Lui che non ha mai dubitato da che parte stare. Lui che ha passato tutta la sua vita a parlare con i giovani, a discutere con gli operai, sempre in prima linea”.

“Lui che incarnava i valori più genuini dell’essere fiorentino – ha proseguito il primo cittadino nel suo lungo post – Ce lo ricorderemo così, con il foulard rosso al collo, il sorriso tenero sul volto scolpito dalla vita, spesso dura, la voglia di parlare, di raccontare senza fermarsi mai. Aveva paura di perdere la voce Silvano, per non poter più raccontare la violenza del fascismo, l’odio degli oppressori, il coraggio di chi non si è piegato e ha scelto la libertà”.

“Stai tranquillo Silvano – ha concluso il sindaco – la tua voce sarà sempre la nostra voce, la tua speranza sarà sempre la nostra speranza, la tua testimonianza sarà sempre la nostra testimonianza. Ciao Silvano. Compagno partigiano”.

Sarti, Renzi: educava giovani a impegno e libertà 

Vari i messaggi di cordoglio per la scomparsa di Silvano Sarti, il partigiano ‘Pillo’ della brigata Sinigaglia che aveva combattuto sul Monte Giovi e partecipato alla Liberazione di Firenze dai nazifascisti, a lungo presidente di Anpi Firenze.

“Stanotte ci ha lasciati Silvano Sarti. Era un partigiano che amava stare con i giovani. Raccontava con il suo vocione le storie della Resistenza e della Liberazione di Firenze”, “per me è stato un punto di riferimento e un amico vero. Buon viaggio, Silvano. Grazie per quello che sei stato e che continuerai a essere nel cuore di chi ha camminato con te”. Lo scrive su facebook il senatore Pd Matteo Renzi in merito alla scomparsa a Firenze di Silvano Sarti, il partigiano ‘Pillo’, residente onorario dell’Anpi fiorentina. “I suoi discorsi dell’11 agosto in Palazzo Vecchio erano interminabili e bellissimi canti d’amore per la libertà – ricorda Renzi -. Finiva con tutto il salone in piedi per applaudirlo e lui si voltava piano verso di me: ‘Come sono andato?'”. “Educava i giovani all’impegno – aggiunge -: ‘Ragazzi, voi siete più importanti del telefonino che tenete fisso in mano. Quando s’aveva la vostra età a qualcuno di noi è toccato morire per la vostra libertà’. Amava la politica e incoraggiava tutti a mettersi in gioco, sempre: ‘Mi raccomando, non mollare'”.
“Partigiano Pillo antifascista schietto, esempio per i giovani”, afferma Sandro Fallani, sindaco di Scandicci, cittadina dove era nato Sarti. “Grati per l’esempio e la testimonianza”, le parole del sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi.
Un “instancabile divulgatore di valori alle nuove generazioni. Questo è stato Silvano Sarti” secondo i segretari regionale, metropolitano e comunale di Firenze, Simona Bonafè, Marco Recati e Massimiliano Piccioli che aggiungono: “Non si è limitato ad essere protagonista della Liberazione del nostro paese, ma fino all’ultimo non ha mai mancato un appuntamento o una ricorrenza per portare la sua testimonianza”. Cordoglio anche dal Pd Empolese Valdelsa.
“Ciao Silvano. E grazie di tutto”, le parole dell’on.del Pd Rosa Maria di Giorgi che parla di Sarti come uomo “straordinario”, “simbolo stesso del movimento partigiano fiorentino”.
Lo “ricorderemo sempre con la gratitudine che si deve a chi si è battuto per riaffermare la libertà e la democrazia in questo Paese: se oggi in Italia esistono sindacati liberi lo dobbiamo anche a lui”, le parole del segretario generale della Cisl di Firenze-Prato Roberto Pistonina.
Per il presidente di Anpas Toscana Dimitri Bettini, Sarti “ha seminato anche valori importanti come la solidarietà, il civismo, l’impegno a favore degli ultimi, dei lavoratori, dei bisognosi”

Di Giorgi (PD): Ciao Silvano. E grazie di tutto

Messaggio dell’On Rosa Maria di Giorgi, in ricordo del Partigiano Silvano Sarti, scomparso oggi

Con Silvano Sarti scompare un uomo straordinario, che le parole non bastano a contenere. Un uomo di grandissima energia, un trascinatore di folle, dotato di una grande lucidità di pensiero che sapeva naturalmente esprimere con concetti semplici ed allo stesso tempo profondissimi. Una persona di estremo rigore morale che con entusiasmo ha testimoniato fino all’ultimo i valori della lotta di Liberazione contro il nazifascismo che lo vide protagonista, e che furono poi trascritti mirabilmente nella nostra Carta Costituzionale, cui lui faceva sempre riferimento.

Silvano era il simbolo stesso del movimento partigiano fiorentino. Di lui ricordo le tante iniziative pubbliche, quelle fatte nelle scuole quando ero assessore alla pubblica istruzione del comune. E il garbo con cui mi chiamava ‘Rosellina’ spronandomi ad impegnarmi perché i valori della democrazia e dell’antifascismo fossero sempre affermati nelle Istituzioni come nella vita civile. L’ho sentito l’ultima volta due mesi fa: lo stesso tono di voce fermo con cui immancabilmente conquistava l’attenzione del pubblico, chiunque fosse ad ascoltarlo. Anche in quell’occasione mi disse di non mollare, in questo momento così difficile per il nostro Paese Di serrare le fila dell’opposizione contro i pericoli di una deriva autoritaria che lui intravvedeva chiaramente. Era preoccupato dall’incapacità di far fronte comune contro gli avversari.

Mi diceva sempre:” l’unità costa, ma sapessi quanto costa di più la divisione” e citava ad esempio quello che fu fatto con il CNL, quando tutte le differenze delle forze antifasciste furono messe in disparte in vista della lotta contro il nemico comune per la liberazione del Paese .

Silvano lascerà un vuoto profondo: da oggi siamo tutti più soli. Lui però aveva una grande speranza nei giovani, e proprio per questo dobbiamo credere fermamente che le nuove generazioni, con il nostro aiuto, sapranno raccogliere il testimone di quello straordinario manipolo di eroi che, giovanissimi, combatterono per la libertà e la democrazia nel nostro Paese.

Silvano, ti volevo eterno come i tuoi ideali

Il telefono squillava, rispondevo e la tua inconfondibile voce risuonava potente e si ragionava di quello che stava succedendo: delle marce di Forza nuova annunciate a Roma, delle sedi di Casa Pound che spuntavano come funghi, del bisogno di esserci, dell’astensionismo, dell’importanza dell’informazione. Oggi più che mai.

Della scelta dell’Anpi di essersi aperta ai giovani. Un’associazione non solo di partigiani che prima o poi ci lasceranno come hai fatto tu stanotte, ma anche di giovani, donne e uomini che vogliono difendere i valori costituzionali e portare avanti quella resistenza contemporanea che oggi la politica, i partiti, la sinistra sembrano non sapere più rappresentare.

E questo tuo andare per scuole, irrefrenabile, instancabile. Magnetico difronte a migliaia e migliaia di studenti che solo con te improvvisamente ammutolivano. Riuscivi ad arrivare alle menti e al cuore di una generazione che è così difficile da intercettare e coinvolgere. Ma tu ci sei sempre riuscito. “Noi si va a tirare secchiate d’acqua, qualcuno tu vedrai si bagnerà” era la metafora che più mi è rimasta del perché tu andassi nelle scuole a raccontare la resistenza, la lotta di Liberazione, i pericoli dell’oggi. Gli anticorpi che non bastano mai perché la democrazia va difesa ogni giorno.

E poi le decine di presentazioni insieme. I Ribelli che con te abbiamo portato in giro, nei territori. Come Emma anche se piccola riconosceva in te il Partigiano. Il Sarti. Con quella imponenza e quella umanità che solo una bimba può sentire. Come quando te, Sugo e Saturno le feci quella foto a Borgo San Lorenzo e pensai che quando non ci sareste stati più tutti e tre, non avreste smesso di esserci dentro di lei e di noi.

“Se io sono nato nel 25 e l’affermazione del fascismo c’è stata nel ’22, noi siamo nati senza libertà e tu sapessi quanto ti manca addosso la libertà quando non ce l’hai”. Mi hai detto nell’ultima intervista due anni fa. Quella libertà e quei diritti che oggi sembrano così scontati. Sottovalutando pericoli, riflussi, e nuovi fascismi.

“Per essere fascisti bisogna prima essere sicuri di essere imbecilli e poi si diventa fascisti”, ripetevi sempre conquistandoti applausi e ovazioni ovunque tu andassi. Immancabile a San Niccolò per il 25 aprile con la tua Firenze resistente.

E allora caro Silvano, comandante Pillo: di imbecilli oggi ce ne sono tanti, troppi e in posti dove possono anche decidere. Di nuovo. E tu hai lasciato questo mondo sapendolo. Non te lo meritavi. Meritavi un Paese che ti desse dimostrazione di avere capito la vostra lotta, i vostri ideali. I nostri ideali.

Ma ribadivi anche sempre, fino all’ultimo la tua fiducia nei giovani. A noi il compito di mantenerla viva quella fiducia. Quell’acqua pulita, limpida con cui tu li hai bagnati con secchiate di umanità la dovremo adesso trovare anche in noi. Per onorare la tua memoria ma soprattutto mettere in pratica i valori che ci hai insegnato.

Ciao Silvano, chiamami ancora e non smettere di darci mano.

 

Chiara Brilli

Galgani (Cgil Firenze) su morte Sarti: “se ne va uno di noi”

Morte del presidente onorario di Anpi Firenze Silvano Sarti, la nota di Paola Galgani, segretaria generale della Camera del lavoro di Firenze (che a nome della Cgil fiorentina esprime cordoglio alla famiglia): “Silvano era uno di noi, da molto prima di noi”.

“Negli ultimi tempi era molto preoccupato per l’Italia, perché vedeva ripresentarsi quelle pulsioni fasciste e razziste che fin da giovane partigiano aveva combattuto: lui che ha passato la sua vita a trasmettere instancabilmente il valore ideale e civile di quella esperienza ai giovani. Ma Silvano non è stato solo un simbolo della Resistenza: è stato anche un operaio e un sindacalista della Cgil, sempre a fianco di chi lavorava e cercava migliori condizioni sociali.

Nato a Scandicci nel 1925, figlio di operai, nel 1940 fu assunto come operaio tagliatore al calzaturificio Rangoni di Firenze. Avvicinato da due esponenti Pci in clandestinità, svolge attività di raccolta fondi da distribuire alle famiglie degli antifascisti arrestati (il soccorso rosso). Nel 1944 si iscrive al Pci e partecipa alla lotta di Liberazione nella SAP. Dopo la guerra, è tra i primi che si impegnano nella ricostruzione della Camera del lavoro Cgil di Firenze. Per la Cgil diventa segretario della commissione interna al calzaturificio Rangoni; negli anni ‘60 è segretario provinciale dei lavoratori del tessile e dell’abbigliamento, nel decennio successivo è segretario nazionale dei calzaturieri. Insomma una vita da iscritto e militante Cgil (dopo la pensione, nello Spi Cgil).

Abbiamo trovato Silvano al nostro fianco tante volte nelle piazze, per difendere il lavoro, combattere il razzismo e il fascismo, tutelare la Costituzione e la pace. Con Silvano se ne va un pezzo di noi. Ci mancheranno tanto le sue parole e la sua passione civile: proseguiremo nel solco che ci ha lasciato, fatto di antifascismo, giustizia sociale, lavoro, diritti, eguaglianza, antirazzismo. Ciao partigiano Pillo, grazie per tutto, continueremo a batterci per gli stessi ideali che ti hanno animato tutta la vita” commenta Paola Galgani.

La segretaria toscana della Cgil, Dalida Angelini, ricorda che di recente “era venuto in Cgil Toscana, a trovarci, a fare visita” al suo sindacato. “Qualcuno – aggiunge – l’ha definito patrimonio di Firenze, io aggiungo patrimonio della Toscana e del paese. Carissimo Silvano, non ti dimenticherò, non ti dimenticheremo”.

Exit mobile version