Rapido 904: Mattarella ricorda valori comunità contro eversione e insidie antidemocratiche

“Sono trascorsi 34 anni da quell’attentato infame sul treno rapido 904 ma rimane incancellabile la memoria dei lutti e delle indicibili sofferenze che sconvolsero cittadini inermi e famiglie in procinto di riunirsi per il Natale”. Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel ricordare l’attentato del 1984.

“La Repubblica rinnova vicinanza e solidarietà ai parenti delle vittime, ai sopravvissuti, a chi è stato costretto a convivere con il dolore, a quanti non hanno mai smesso di impegnarsi – e continuano a operare – per ottenere la piena verità sugli autori della strage e per trasmettere ai più giovani quei valori democratici e di civiltà che la strategia eversiva voleva colpire”.
“La bomba collocata sul treno e fatta esplodere nella galleria, tra le stazioni di Vernio e San Benedetto Val di Sambro, nel più grande disprezzo per la vita umana, venne usata come mezzo per sferrare un attacco all’ordinamento democratico, per creare sgomento e disorientamento, per tentare di incrinare il legame tra i cittadini e le istituzioni. A questa aggressione la comunità nazionale reagì con unità, riaffermando i principi
che sono alla base del nostro patto costituzionale, e sconfiggendo, così, il disegno dei terroristi. Fu una stagione molto dura, con ripetute, gravissime ferite inferte al Paese.
L’attentato sul treno rapido 904 segnò un innesto criminale, mettendo in luce minacciose complicità tra mafia e terrorismo stragista, come hanno dimostrato le indagini, i processi e le
sentenze”. “La Repubblica è stata capace di sconfiggere le strategie della tensione e di rispondere ai ricatti eversivi senza venir meno ai valori costitutivi della nostra comunità di vita: è questo un insegnamento fondamentale che non dobbiamo dimenticare nell’affrontare le insidie che provengono dalle nuove forme di terrorismo e dalla criminalità organizzata”, conclude Mattarella.

Firenze: 13enne investito da moto polizia, incontra Mattarella a Meyer

L’agente della polizia Municipale stava facendo servizio di viabilità in vista arrivo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’esatta dinamica dell’incidente è al vaglio della polizia municipale, incaricata dei rilievi. Il poliziotto alla guida della moto, di 43 anni, è rimasto anche lui ferito. Dopo l’incidente ha subito prestato i primi soccorsi al ragazzino, poi è stato portato in ospedale per le cure del caso. Secondo quanto appreso, il 13enne stava attraversando la strada all’altezza della fermata ‘Università’ della tramvia.

Sempre in base a quanto emerso, la moto della polstrada, coi colori d’istituto, procedeva come previsto coi lampeggianti accesi, a sirene spente. La scena sarebbe stata ripresa dalle telecamere della fermata della tramvia, al vaglio della municipale. Il ragazzino, rimasto sempre lucido e cosciente, è stato portato al pediatrico Meyer per la sospetta frattura di una gamba. Nella caduta avrebbe battuto la testa, e per questo sarà sottoposto a ulteriori esami in via precauzionale.

Il ragazzo è stato investito da una moto della polizia stradale di Firenze che stava facendo servizio di viabilità in attesa del passaggio del corteo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, diretto proprio al Meyer. L’agente, secondo quanto appreso, è ‘scivolato’ in curva e la moto ha finito la sua corsa contro il ragazzo che sembra stesse attraversando la strada. Le sue condizioni non sono gravi.  Il presidente è stato subito informato dagli agenti della scorta.

Il 13enne, arrivato al pronto soccorso, ha chiesto se era possibile vedere Mattarella che, appreso della richiesta ha fatto subito una ‘deviazione’ nel percorso che era stato preparato per lui al Meyer e ha visto il ragazzo.

Con lui ha anche scherzato e lo ha invitato al Quirinale, assicurandogli che se andrà a Roma ancora con la gamba ingessata metterà la sua firma sul gesso. Inoltre avrebbe commentato coi sanitari intenti a prestargli le cure del caso: “Che figo Mattarella”.

Mattarella visita Meyer: “L’ospedale è punto di riferimento per Paese”

“E’ emozionante essere qui, questa visita mi ha coinvolto, rendere omaggio ai bambini, ai familiari e agli operatori dell’ospedale Meyer è cosa che desideravo fare”.

Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando della sua visita nell’ospedale pediatrico fiorentino al personale e alle famiglie dei pazienti. “Io posso soltanto ringraziare molto coloro che lavorano per il Meyer, per quel che fanno, li ringrazio per come contribuiscono a mettere al centro il bambino paziente, in un ospedale dove si accoglie in maniera particolarmente serena, dove i bambini sono al centro di uno sforzo comune, nelle cure, nell’assistenza, nelle terapie”.

Il presidente della Repubblica ha sottolineato che “il Meyer è un punto di riferimento nel Paese e un punto di eccellenza internazionale”, sottolineando l’importanza che l’ospedale pediatrico di Firenze ha negli scambi medico sanitari con tutto il mondo in termini di ricerca e cura.

Mattarella dopo questo saluto si è avvicinato alle persone che lo stavano ascoltando e ha salutato diverse famiglie con i loro bambini, i medici, gli infermieri, il personale sanitario, poi, tra gli applausi si è spostato in un altra sala dove gli è stato illustrato un plastico in cui si vedono i progetti futuri di ampliamento dell’ospedale, tra cui, un nuovo campus, il Parco della Salute con gli ambulatori del day service, e un centro di accoglienza delle famiglie degli utenti.

E’ la seconda volta che un presidente della Repubblica visita il Meyer, in precedenze viene ricordata quella di Sandro Pertini nel 1984.

“Una visita che ci ha riempito di gioia e di orgoglio: il presidente della Repubblica ha apprezzato la mostra e soprattutto il nostro lavoro, che, come ci ha detto, fa bene alla comunità”. Lo ha detto il presidente di Montedomini Luigi Paccosi dopo la visita che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto stamattina alla mostra fotografica ‘Soli mai: due anni di gratuità’ in Palazzo Vecchio. Mattarella era in visita a Firenze per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo fiorentino.

La mostra, che racconta le relazioni nate tra alcuni anziani di Firenze e i volontari che trascorrono del tempo con loro, resterà aperta fino al 7 dicembre nel cortile di Michelozzo di Palazzo Vecchio.

“Abbiamo presentato il nostro lavoro sul territorio – ha aggiunto Paccosi – e il progetto che in questi due anni è cresciuto e si è rafforzato, come le relazioni tra i volontari e gli anziani, creando una vera e propria rete di protezione contro la solitudine. Il presidente – conclude Paccosi – si è complimentato per il nostro lavoro e ci ha spronato a fare sempre meglio per il bene della comunità.”

Mattarella a Firenze: “Università decisive per la democrazia”

“Le università sono il luogo principe per affermare la cultura del Paese” e “hanno un ruolo fondamentale e decisivo per la democrazia e la Repubblica”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo saluto alla cerimonia di apertura dell’Anno accademico dell’università di Firenze.

Uno dei rischi che “periodicamente si corre” è quello di restare “prigionieri del presente”, “un oggi senza passato e senza orizzonte”, che si mostra indifferente “agli insegnamenti della storia”. C’è il rischio di essere “catturati da un presente immutabile senza passato e senza futuro”, un rischio che la cultura può esorcizzare. Lo ha detto il presidente della Repubblica, nel suo intervento Palazzo Vecchio.

La cerimonia d’apertura dell’Anno accademico dell’Università di Firenze si è aperta nel salone dei Cinquecento con i saluti del sindaco Dario Nardella che si è rivolto al presidente Sergio Mattarella dicendo anche: “Presidente lei trova una città aperta, forte, unita, orgogliosa del rapporto speciale con lei. Sono riconoscente che lei sia presente in questa occasione e in questo salone dove hanno operato i geni della storia”. Nardella aveva incontrato brevemente Mattarella prima della cerimonia per un saluto istituzionale.Mattarella

“L’Università sarebbe pronta, con risorse proprie, a fare investimenti in capitale umano e in infrastrutture, ma né verifichiamo l’impossibilità. Le politiche governative sul massimo di spesa consentito annualmente ci impediscono progettualità di lungo raggio”. Lo ha detto il rettore di Firenze Luigi Dei nella relazione letta all’inaugurazione. Dei ha anche detto che “dobbiamo realizzare gli obiettivi che ci da l’Europa sull’incremento dei laureati nella fascia 25-34 anni, ma non saremo mai in grado di reggere l’impatto di un incremento della popolazione studentesca a causa delle deficienze infrastrutturali, le quali si risolvono solo con decisi interventi finanziari governativi su base pluriennale”.

Festa della Toscana, Rossi: ” Armando le persone avremo solo più morti”

Il governatore, Enrico Rossi, a margine delle celebrazioni della festa della Toscana è intervenuto sostenendo come “la via non può essere quella di armare singolarmente i cittadini e di dare il messaggio che si può sparare liberamente, perché questa è la via del far west.

“Assumere qualche decina di migliaia di poliziotti e garantire che questi siano davvero sulle strade e nei paesi, e dare una direttiva per non ‘considerare criminalità’ minore ladrocini e violazioni del domicilio – ha spiegato Rossi-. C’è un patto per cui lo Stato deve garantire la sicurezza e la protezione dei cittadini. Rompere questo patto è sbagliato. Quando questo non avviene siamo comunque in presenza di una sconfitta dello Stato”.

“Armando le persone, e consentirgli di sparare a chiunque si pari davanti, non si risolvono i problemi, avremo solo più morti e un’idea di Stato meno forte e meno vicino ai cittadini – ha aggiunto il governatore-.”

“Serve inoltre prendere finalmente sul serio questi episodi che sconvolgono la vita delle persone, fatti che non possono essere ridotti a ‘criminalità minore’: chi vede la sua casa violata, il frutto di tanti sacrifici, per lui quella è la più grande offesa che possa essere portata alla sua vita. Qui lo Stato deve intervenire – ha concluso Rossi -, ritornare al far west, quello sarebbe sbagliato”.

Le celebrazioni sono state aperte dall’intervento di Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo: “L’Europa è l’unico continente al mondo dove non esiste la pena di morte – ha detto Tajani -. Non è un caso, e questo non perché siamo più morbidi con chi commette reati, che deve scontare in pieno la sua condanna, ma anche il peggior delinquente deve avere la possibilità di potersi pentire”.

“Mi è capitato di vedere mafiosi condannati all’ergastolo che hanno chiesto scusa pubblicamente e hanno detto che era giusto rimanere in carcere fino alla fine – ha raccontato il presidente del Parlamento-. Ma queste persone si erano pentite, e in carcere svolgevano un servizio a favore degli altri, cercando di convincere anche i loro compagni che era giusto cambiare vita, e che si poteva farlo ed essere utili agli altri anche in carcere”.

“Questo è un messaggio chiaro a favore di un valore fondamentale che collega la nostra lunga storia di europei e di italiani, questo valore si chiama libertà – ha aggiunto -. Garantire a tutti la possibilità anche di poter cambiare e poter migliorare significa garantirgli la libertà. Perché ogni essere umano è indispensabile per mandare avanti la società e il mondo”.

“Credo che il nostro compito di politici e rappresentanti delle istituzioni – ha concluso Tajani – sia quello di mettere ognuno nelle condizioni di realizzare i propri sogni e di difendere la propria libertà”.

“Quella di oggi non è solo una rievocazione: oggi la pena capitale è stata abolita solo in 106 Stati al mondo, ve ne sono altri 47 in cui è prevista dall’ordinamento, e questi coprono più della metà della popolazione mondiale, con 4mila sentenze che vengono eseguite”. Così il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani.

Nell’occasione è intervenuto anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani: “La Festa della Toscana rappresenta una solenne occasione di riflessione sulla dignità dell’essere umano. Questa iniziativa nel segno del contrasto alla pena capitale e ai trattamenti inumani o degradanti intende celebrare la secolare identità della Regione che affonda le sue radici nelle libertà comunali, confermandone la vocazione all’impegno per superare ogni discriminazione a tutela dei diritti inviolabili della persona”.

“La straordinaria scelta di civiltà del Granduca – continua Mattarella nel messaggio che è stato letto in apertura delle celebrazioni – costituisce ancora un punto di riferimento al quale la Toscana si ispira per alimentare quel patrimonio di virtù civili testimoniato dalla sua storia.”

 

 

Flash mob giornalisti fiorentini, appello per libertà di stampa

Manifestazione davanti alla prefettura di Firenze, nell’ambito della mobilitazione #giùlemanidall’informazione. La protesta è organizzata da Fnsi e Ordine dei giornalisti in tutti i capoluoghi di regione d’Italia.

 

Le interviste di Domenico Guarino

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Oltre cento partecipanti a Firenze per il flash mob promosso, come nei capoluoghi di regione di tutta Italia, dalla Fnsi e dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in segno di protesta “contro gli insulti a tutta la categoria – si legge in una lettera consegnata al prefetto di Firenze Laura Lega – da parte del vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio e dall’esponente del M5s Alessandro Di Battista, e per richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla difesa del diritto all’informazione e sul rispetto dell’art. 21 della Costituzione.

“Una risposta seria e forte contro chi vuole credere di poter addomesticare l’informazione, cosa che non è possibile”, ha affermato Sandro Bennucci, presidente dell’Associazione stampa toscana. “E’ inaccettabile la caccia alle streghe, l’insulto pesante e volgare, la svalutazione di una professione che è un elemento di garanzia fondamentale per la costruzione della democrazia”, ha dichiarato Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana. Hanno partecipato al presidio di oggi anche autorità istituzionali quali il presidente della Regione Enrico Rossi con alcuni assessori, il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani con rappresentanti della maggior parte dei gruppi politici consiliari, e il vicesindaco di Firenze Cristina Giachi. Fra le adesioni anche Camera di Commercio, Confesercenti, Cgil, Cisl, Uil.

“E’ il momento di dire basta alle offese e agli attacchi portati negli ultimi giorni all’informazione da esponenti del governo e del Movimento 5 Stelle”, si legge in una nota. All’iniziativa di Firenze, alla quale interverrà anche il segretario aggiunto della Fnsi, Carlo Parisi, insieme ai giornalisti, hanno fatto sapere che ci saranno il presidente della Giunta regionale della Toscana, Enrico Rossi, il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, la vicesindaca di Firenze, Cristina Giachi, l’assessore comunale Federico Gianassi e altri esponenti politici e sindacali. Sandro Bennucci, presidente dell’Associazione Stampa Toscana e Carlo Bartoli, presidente del Consiglio dell’Ordine della Toscana – che consegneranno un appello per la libertà di stampa al prefetto di Firenze, Laura Lega – invitano a partecipare i colleghi: “tutti coloro che possono non facciano mancare la loro presenza, ma intervengano anche le associazioni e i cittadini che hanno a cuore una stampa libera, secondo il dettato dell’articolo 21 della Costituzione”.

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