Rossi: Governo manda Paese allo sbando e popolo paga conto

“Il Paese è allo sbando: il conto verrà pagato dai cittadini e prima di tutto dai ceti popolari. Ecco il risultato del miscuglio di post fascismo e populismo al governo. È ora che l’opposizione democratica si unisca su un programma alternativo e con liste e coalizioni unitarie. Non c’è più tempo da perdere”. Lo ha scritto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana su facebook.

Il governatore spiega la sua convinzione sottolineando alcune delle iniziative del Governo giallo-verde: “‘Abolita la povertà’ (Di Maio) con lo scoprimento della tessera giallo oro delle poste, ‘chi se ne frega di andare a Lione’ (Toninelli), e ‘sul Venezuela dobbiamo restare neutrali’ (Di Battista). C’è la recessione, aumenta il lavoro precario, i conti pubblici non tornano e cresce l’evasione, sono a rischio i finanziamenti europei per la Tav, e l’Italia in Europa è isolata in politica estera. Salvini gira ancora minaccioso con il giubbotto della polizia, ma ha abbassato un po’ i toni perché vuole evitare il processo” dice Rossi che conclude soffermandosi come anche “gli appelli del presidente Mattarella sul Venezuela restano inascoltati”.

Renzi su nuova linea tramvia: non fermiamo cantieri

La nuova linea sarà inaugurata lunedì prossimo, 11 febbraio, con la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha annunciato alcuni giorni fa il sindaco Dario Nardella.

“Un gran giorno per Firenze, per l’inaugurazione della nuova linea della Tramvia (Aeroporto-Stazione). Bravo davvero il sindaco Nardella e tutta la squadra che governa Palazzo Vecchio. In alcune città si bloccano i cantieri, in altre città si inaugurano le opere. Anche questa è la differenza tra populismo e politica”. Lo afferma il senatore Pd Matteo Renzi nella sua Enews settimanale.

Istituto degli Innocenti: Mattarella al Seicentenario

Lunedì 11 febbraio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella aprirà le celebrazioni per il Seicentenario dell’Istituto degli Innocenti.

“La conferma dal Quirinale ci è arrivata nelle scorse ore e siamo veramente felici che il Capo dello Stato inauguri il Seicentenario dell’Istituto degli Innocenti – dice Maria Grazia Giuffrida, Presidente dell’Istituto degli Innocenti -. In un anno così importante per questo ente che da 600 anni si occupa della tutela e della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la presenza del Presidente della Repubblica ci riempie d’orgoglio e dà un riconoscimento importante a tutti coloro che quotidianamente si occupano di bambini e alla città di Firenze”.

Nel 2019 l’Istituto degli Innocenti celebrerà i 600 anni dall’inizio della sua costruzione con un calendario di eventi, iniziative e mostre che coinvolgeranno anche tutte quelle Istituzioni nazionali, regionali e locali che sono partner degli Innocenti.
Non solo accoglienza di bambini e madri in condizioni di difficoltà, ma anche servizi educativi, ricerche, monitoraggi, formazione, documentazione, progettazione internazionale, sono il lavoro dell’Istituto, la più antica istituzione pubblica italiana ad occuparsi ininterrottamente di infanzia.

Decreto Sicurezza: Ceccardi, “Orlando si intende bene di vicende giudiziarie”

“Non mi stupisco che la rivolta dei sindaci del Pd contro l’applicazione di una norma statale sia capeggiata da Leoluca Orlando, uno che, curriculum alla mano, di vicende giudiziarie se ne intende bene. Mi sorprendo, piuttosto, che ci siano colleghi che lo assecondino”. Lo scrive sul suo profilo Facebook la sindaca leghista di Cascina (Pisa), Susanna Ceccardi, anche consigliera personale per la sicurezza del ministro Matteo Salvini.

Orlando, aggiunge Ceccardi, “brandisce oggi la Costituzione millantando presunti diritti dei migranti negati. Ma la stessa Costituzione parla di diritto al lavoro: e dov’era Orlando ieri quando i suoi compagni di partito votavano la Riforma Fornero che ha lasciato per strada migliaia di italiani? Al sindaco di Palermo, peraltro, forse sfugge che un decreto, prima di diventare legge, deve essere firmato dal Capo dello Stato. Nel caso del Decreto Sicurezza, la firma apposta è di un suo concittadino, ovvero Sergio Mattarella”.

Iacopo Melio Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana

Firenze, “Ho trovato un sacco di messaggi senza capirne, inizialmente, il motivo. Poi le prime telefonate”.

Iacopo Melio commenta così, sulla sua pagina ufficiale Facebook, la nomina a Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, onorificenza che gli è stata conferita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella insieme ad altri 32 cittadine e cittadini, che si sono distinti per “atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel soccorso, per l’attività in favore dell’inclusione sociale, nella cooperazione internazionale, nella tutela dei minori, nella promozione della cultura e della legalità”.

Nel caso specifico di Iacopo Melio la motivazione del conferimento dell’onorificenza è stata: “Appassionato contributo alla causa dell’abbattimento delle barriere architettoniche e degli stereotipi culturali”.

“Siete stati più veloci di me, nonostante la mi’ mamma dica che sto sempre col telefono in mano – continua nel suo post Iacopo Melio – E questo è un segnale bellissimo, significa che in questi anni abbiamo creato una comunità solida di persone che, accanto, viaggiano nella stessa direzione”.

“Vi abbraccio tutti – conclude Iacopo – E viva le parole, quelle che costruiscono il futuro migliore, con tanti ponti e pochi muri”.

Iacopo Melio, affetto dalla Sindrome di Escoban che lo costringe ad una vita sulla sedia a rotelle, è il fondatore della Onlus ‘#vorreiprendereiltreno‘, che nasce da un suo post ironico del 2014 quando, allora studente universitario, affrontava sui social, in maniera ironica, il tema della disabilità e delle barriere architettoniche.

Da allora l’hashtag ha fatto il giro del web, conquistando prima il popolo italiano dei social network, poi la stampa nazionale, arrivando a catturare i media internazionali, tra cui BBC e Al Jazeera ed ora anche il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.

Rapido 904: Mattarella ricorda valori comunità contro eversione e insidie antidemocratiche

“Sono trascorsi 34 anni da quell’attentato infame sul treno rapido 904 ma rimane incancellabile la memoria dei lutti e delle indicibili sofferenze che sconvolsero cittadini inermi e famiglie in procinto di riunirsi per il Natale”. Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel ricordare l’attentato del 1984.

“La Repubblica rinnova vicinanza e solidarietà ai parenti delle vittime, ai sopravvissuti, a chi è stato costretto a convivere con il dolore, a quanti non hanno mai smesso di impegnarsi – e continuano a operare – per ottenere la piena verità sugli autori della strage e per trasmettere ai più giovani quei valori democratici e di civiltà che la strategia eversiva voleva colpire”.
“La bomba collocata sul treno e fatta esplodere nella galleria, tra le stazioni di Vernio e San Benedetto Val di Sambro, nel più grande disprezzo per la vita umana, venne usata come mezzo per sferrare un attacco all’ordinamento democratico, per creare sgomento e disorientamento, per tentare di incrinare il legame tra i cittadini e le istituzioni. A questa aggressione la comunità nazionale reagì con unità, riaffermando i principi
che sono alla base del nostro patto costituzionale, e sconfiggendo, così, il disegno dei terroristi. Fu una stagione molto dura, con ripetute, gravissime ferite inferte al Paese.
L’attentato sul treno rapido 904 segnò un innesto criminale, mettendo in luce minacciose complicità tra mafia e terrorismo stragista, come hanno dimostrato le indagini, i processi e le
sentenze”. “La Repubblica è stata capace di sconfiggere le strategie della tensione e di rispondere ai ricatti eversivi senza venir meno ai valori costitutivi della nostra comunità di vita: è questo un insegnamento fondamentale che non dobbiamo dimenticare nell’affrontare le insidie che provengono dalle nuove forme di terrorismo e dalla criminalità organizzata”, conclude Mattarella.

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