Firenze, incidente A1: scontro tra due Tir. Due morti

Grave incidente su A1: due tir si sono scontrati all’altezza del km 289. Due persone sono morte. Nell’impatto i mezzi si sono incendiati.

Un grave incidente è avvenuto sull’atuostrada A1 all’altezza del km 289, in direzione nord, poco prima dell’uscita di Scandicci. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. Le due persone che conducevano i mezzi hanno perso la vita. L’incidente avvenuto dopo le 13.

All’interno del tratto chiuso il traffico è bloccato con 3 chilometri di coda. Il traffico è bloccato anche verso Roma con 4 chilometri di coda tra il bivio con la A11 Firenze-Pisa nord, e Firenze Impruneta per consentire le operazioni in sicurezza da parte dei Vigili del Fuoco. Un mezzo pesante ha infatti parzialmente invaso la carreggiata in senso opposto, ribaltandosi. Dopo lo scontro si è scatenato anche un incendio e la colonna di fumo era visibile a grande distanza.

Difficoltà per la viabilità, nello stesso tratto, si sono registrate anche nelle scorse ore. Sempre sulla A1, infatti, questa mattina intorno alle 11,30 era stato chiuso il tratto compreso tra Calenzano e il bivio con la variante di Valico in direzione Bologna, a causa di un incidente in cui erano rimasti coinvolti due mezzi pesanti e un’auto. Nello scontro, avvenuto al km 277 nella galleria Colle, una persona è rimasta ferita. Il tratto è stato riaperto intorno alle 12,45. Ieri, nel tratto appenninico fra Calenzano e Aglio due chilometri di coda alle 17, per un altro incidente che ha coinvolto due mezzi pesanti. Con oggi, siamo a quattro giorni consecutivi di caos sul tratto Milano – Napoli, nei pressi di Firenze.

 

Guerra in Ucraina: l’appello per la pace dei sindaci della Metrocittà

Questa mattina all’alba è scoppiata la guerra in Ucraina con l’invasione della Russia di Putin. Esplosioni che sono giunte fino alla capitale Kiev. Firenze, assieme ai sindaci della città metropolitana, invoca la pace.

Dario Nardella e Sindaci della Città Metropolitana di Firenze rivolgono un appello a fermare la tragedia che si sta consumando in queste ore in Ucraina e promuovono un presidio aperto a tutti, alle ore 19, in Piazza Resistenza a Scandicci.

Di seguito il testo dell’appello: “C’è sempre lo spazio per una trattativa se davvero lo si vuole aprire. Se si ha cuore la vita dei figli degli altri come dei propri – perché nè gli uni nè gli altri sono invulnerabili – si è sempre in tempo a fermarsi. La risposta non è mai nella guerra, nell’attacco armato, nell’illusione di poter dirigere i conflitti come da una cabina di regia che ci porta sullo schermo un terribile spettacolo visto dall’alto, ma senza entrare nella carne, nel cuore, nella mente delle persone.”

“Come Sindaci della Città Metropolitana di Firenze ci rivolgiamo alle autorità russe perché sospendano l’invasione dell’Ucraina – continua l’appello -, un Paese che ha profonde ferite nella sua storia, e i bombardamenti. Tutti si fermino in presenza di gesti di buona volontà e ascolto. Una grande potenza che si è sentita umiliata dall’aggressività di una parte del mondo che ha puntato ad arricchirsi anche su di lei e ancora di più dopo il 1989 e la fine dell’Unione Sovietica, rischia ora di dissipare un capitale di cultura, amicizia, rispetto che ha sempre legato l’Italia alla Russia e all’Est europeo. Per noi Russia e Ucraina sono Europa e c’è bisogno di tutti per fermare un’involuzione legata ovunque all’accaparramento del risorse e delle fonti energetiche, con disprezzo per la vita umana. Non sarà un’altra guerra a risolverla, semmai l’approfondirà.”

“I problemi tra Russia e Ucraina e il loro rapporto con l’Occidente si è aggravato negli ultimi anni nell’insensibilità generale – bisogna riconoscerlo – ma si può tornare sui propri passi dando prospettiva a tutti. Nei nostri territori vivono più di 2330 ucraini, più di 800 russi e di 100 bielorussi. Vivono con noi, molti e molte di loro aiutano i nostri anziani, altri si sono inseriti in tante altre attività delle nostre comunità. Facciamo nostra la loro angoscia e chiediamo a tutti di non credere alla presunta forza risolutiva della guerra. Da queste nostre città, in questi giorni impegnate a dare un futuro pacifico al Mediterraneo, scongiuriamo di abbassare le armi, di non avvelenare la terra, di fare respirare i cieli – concludono -, di sentire il pianto dei bambini, di salvare tutti”.

Iniziativa anche a Livorno. “In queste ore drammatiche la città di Livorno vuol lanciare un messaggio per la pace nei territori ucraini e dire no ad ogni genere di conflitto”. Lo scrive su Facebook il sindaco di Livorno Luca Salvetti postando una foto della giunta davanti al palazzo Comunale con una bandiera della pace esposta in facciata.

“La Giunta – continua Salvetti – ha cosi deciso di esporre la grande bandiera con i colori dell’arcobaleno oltre a promuovere e partecipare a tutte le iniziative che in città si stanno preparando grazie all’impegno di enti, istituzioni, associazioni e semplici cittadini”.

🎧 Guerra in Ucraina: l’intervista all’Assistente al Consolato d’Ucraina a Firenze

Dopo settimane di crescenti tensioni, alle 5 di giovedì mattina il Presidente russo Vladimir Putin ha invaso i territori dell’Ucraina. Diverse sono le città sotto assedio ed esplosioni sono state segnalate anche nella capitale Kiev. Per parlarci di questa terribile situazione abbiamo intervistato Oxana Polataichouk, assistente al Consolato d’Ucraina a Firenze.

“A Firenze ci sono circa duemila cittadini di nazionalità ucraina, in totale in Toscana sono 50mila; si tratta prevalentemente di donne che hanno figli e famiglia in Ucraina”. A dirlo è l’assistente al Consolato d’Ucraina a Firenze, Oxana Polataichouk.

Una crisi che all’alba è sfociata nell’attacco russo con esplosioni che hanno raggiunto anche la capitale Kiev, e l’annuncio del presidente russo Vladimir Putin che “la reazione della Russia sarà immediata per chiunque proverà a interferire”. I cittadini sono in fuga e al momento, secondo quanto riportato dalla presidenza ucraina sarebbero morti 10 civili e 40 soldati.

Nel frattempo l’esercito russo ha affermato che “i civili non hanno nulla da temere”, ma la preoccupazione sale e il telefono di Oxana Polataichouk squilla dalle 5 del mattino fino a tarda notte. Anche la macchina dell’accoglienza si è messa in moto in previsione di un arrivo di rifugiati nel nostro Paese.

In Toscana e a Firenze sono previste manifestazioni, nelle prossime ore. Al momento ne sono segnalate una a Firenze, una a Prato e un’altra a Scandicci.

Nel dettaglio, oggi, giovedì 24 febbraio alle 19 Dario Nardella e tutti i Sindaci della Metrocittà Firenze, saranno in Piazza della Resistenza a Scandicci. “Vi scongiuriamo di fermarvi”, questo è lo slogan dell’iniziativa a sostegno dell’Ucraina. “C’è sempre lo spazio per una trattativa se davvero lo si vuole aprire. Salvare la vita di tutti”, affermano nell’appello i sindaci.

“Come sindaci della Città metropolitana di Firenze – si legge nella nota – ci rivolgiamo alle autorità russe perché sospendano l’invasione dell’Ucraina, un Paese che ha profonde ferite nella sua storia, e i bombardamenti. Tutti si fermino in presenza di gesti di buona volontà e ascolto. Per noi Russia e Ucraina sono Europa e c’è bisogno di tutti per fermare un’involuzione legata ovunque all’accaparramento delle risorse e delle fonti energetiche, con disprezzo per la vita umana”.

Nell’appello si precisa che nei territori dell’area metropolitana fiorentina “vivono più di 2.330 ucraini, più di 800 russi e di 100 bielorussi. Vivono con noi, molti e molte di loro aiutano i nostri anziani, altri si sono inseriti in tante altre attività delle nostre comunità. Facciamo nostra la loro angoscia e chiediamo a tutti di non credere alla presunta forza risolutiva della guerra. Da queste nostre città, in questi giorni impegnate a dare un futuro pacifico al Mediterraneo, scongiuriamo di abbassare le armi, di non avvelenare la terra, di fare respirare i cieli, di sentire il pianto dei bambini, di salvare tutti”.

A Firenze, sabato 26, dalle 10 alle 12 al Ponte Santa Trinita l’Evento del Comitato Fiorentino Fermiamo la Guerra. Un invito rivolto a tutta la popolazione: ‘FIRENZE DICE NO ALLA GUERRA IN UCRAINA’.

Poi, un Presidio per la Pace, sabato 26 febbraio alle 16,30 si svolgerà in Piazza del Comune a Prato. Un’iniziativa per dire ‘NO alla GUERRA, al RIARMO e alla MILITARIZZAZIONE’.

Nella giornata di ieri, il premier Mario Draghi, in visita a Firenze, aveva affermato che “In momenti di crisi dobbiamo ancor più difendere i valori in cui crediamo e che ci guidano. La convivenza, la fratellanza, la tolleranza che celebriamo in questo incontro devono realizzarsi anche oltre i confini della regione in cui viviamo. Gli eventi in Ucraina ci portano a ribadire che le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati”.

In podcast l’intervista a Oxana Polataichouk, a cura di Lorenzo Braccini.

Lavoro a Scandicci: +3% di occupati rispetto al 2019

Nel biennio di pandemia 2019-2021 i posti di lavoro a Scandicci (Firenze) sono aumentati di 786 unità (+3,23%), con 25.124 addetti alla fine dello scorso anno rispetto ai 24.338 di fine 2019.

I dati sono stati forniti dall’Ufficio statistica e studi della Camera di commercio di Firenze all’Amministrazione comunale di Scandicci, che ne ha fatto richiesta tramite l’assessorato allo sviluppo economico. Il saldo positivo del biennio, sottolinea il Comune in una nota, conferma l’andamento del dato dell’occupazione nel territorio comunale, con un aumento del 16,83% dei posti di lavoro negli ultimi cinque anni, ovvero una differenza in positivo di 3619 unità tra fine 2021 e fine 2016, quando gli addetti erano 21.505.

Il saldo finale di +786 lavoratori nel biennio è il risultato di un’iniziale flessione tra il 2019 e il 2020 (-165 addetti), seguita da un aumento di occupati tra 2020 e 2021 (+951). Assieme al numero degli addetti, la Camera di commercio ha anche fornito il numero delle sedi d’azienda attive a Scandicci che a fine 2021 sono 5.370, sostanzialmente stabili rispetto al 2019 quando erano 5.374 (-4).

Riguardo all’occupazione, dei 25.124 addetti totali nel territorio a fine 2021, 12.168 (ovvero il 48,43%) lavorano in attività manifatturiere, comparto che rispetto al 2019 ha visto una crescita di 296 posti di lavoro (+2,5%). Più di tre lavoratori su dieci a Scandicci sono occupati nella pelletteria: gli addetti nel settore manifatturiero “Fabbricazione di articoli in pelle e simili” sono infatti 7.567, pari al 30,12% del totale degli occupati.

Oltre al comparto manifatturiero, altri settori che registrano crescite occupazionali sono quelli del commercio all’ingrosso e al dettaglio con 3.682 occupati (+143, aumento del 4,04%), delle costruzioni con 1.439 addetti rispetto ai 1349 di due anni prima (+90, pari ad una crescita del 6,67%), dei servizi di alloggio e ristorazione con 969 addetti (+15, +1,6%), di informazione e comunicazione con 340 (+69, +25,46%), di attività finanziarie e assicurative con 484 (+94, +24,10%), immobiliari (251 addetti, +26, +11,56%), professionali, scientifiche e tecniche (1.141, +97, +9,29%), di noleggio, agenzie di viaggi, supporto alle imprese (2.155, +53, +2,52%). In diminuzione gli addetti ad agricoltura e silvicoltura (213, -9, -4,02%), trasporto e magazzinaggio (1.209, -29, -2,34%), sanità e assistenza sociale (371, -6, -1,59%).

Auroradisera, Michele Serra in scena a Scandicci il 16 febbraio

Torna AURORADISERA, mercoledì 16 febbraio alle ore 21,15, con il secondo appuntamento dell’edizione 2022, al teatro Aurora di Scandicci. Michele Serra porta in scena il monologo L’AMACA DI DOMANI.

Michele Serra porta in scena il monologo, L’AMACA DI DOMANI, al teatro Aurora di Scandicci, mercoledì 16 febbraio alle 21,15. AURORADISERA è una rassegna frutto della collaborazione tra la Fondazione Toscana Spettacolo onlus e il Comune di Scandicci. Considerazioni in pubblico alla presenza di una mucca. Scrivere ogni giorno, per ventisette anni, la propria opinione sul giornale, è una forma di potere o una condanna? Un esercizio di stile o uno sfoggio maniacale, degno di un caso umano? Bisogna invidiare le bestie, che per esistere non sono condannate a parlare? Le parole, con le loro seduzioni e le loro trappole, sono le protagoniste di questo monologo teatrale comico e sentimentale, impudico e coinvolgente nel quale Michele Serra apre allo spettatore la sua bottega di scrittura.

Le persone e le cose trattate nel corso degli anni – la politica, la società, le star vere e quelle fasulle, la gente comune, il costume, la cultura – riemergono dal grande sacco delle parole scritte con intatta vitalità e qualche sorpresa. Dipanando la matassa della propria scrittura, Michele Serra fornisce anche traccia delle proprie debolezze e delle proprie manie. Il vero bandolo, come per ogni cosa, forse è nell’infanzia. Il finale, per fortuna, è ancora da scrivere.

La storia di Michele Serra, tra i più noti giornalisti e intellettuali italiani, si intreccia in modo attivo a quella del mondo progressista nazionale a partire dagli anni ‘70. Corsivista acuto all’Unità, è l’anima della satira politica dell’inserto Tango negli anni ‘80, con Sergio Staino direttore, che si trasformerà poi nella brillante stagione di Cuore, settimanale satirico di grande successo dagli anni ’90, nel periodo in cui scrive con Beppe Grillo il recital Buone notizie, debutto teatrale del comico genovese, che sarà diretto da Giorgio Gaber. Dal 1996 collabora con la Repubblica, dove oggi, oltre a essere commentatore ed editorialista, cura la rubrica L’amaca, in cui descrive con garbata ironia vizi e costumi della politica e della società italiana. Collabora anche a L’Espresso, sul quale cura la rubrica Satira preventiva.

Nel 1997 esce il suo primo romanzo, Il ragazzo mucca, e debutta a teatro lo spettacolo Giù al Nord, scritto per Antonio Albanese, con lo stesso ed Enzo Santin. Nel 1999 è autore con altri del programma TV C’era un ragazzo, condotto da Gianni Morandi su Raiuno. Nel 2001 è autore con altri del programma TV 125 milioni di caz.. te, condotto da Adriano Celentano su Raiuno. Il 24 novembre del 2001 si tiene la prima di Peter Uncino, rilettura del mito di Peter Pan scritta a quattro mani con Marco Tutino per Milva e David Riondino. Dal 2003 è autore con altri del programma di Raitre Che tempo che fa. È autore di numerosi libri, la gran parte dei quali raccoglie una selezione dei suoi contributi su quotidiani e periodici. La rassegna AURORADISERA prosegue martedì 1° marzo con lo spettacolo CHI È DI SCENA, scritto, diretto e interpretato da Alessandro Benvenuti, con Paolo Cioni e Maria Vittoria Argenti. Il sipario si apre di nuovo giovedì 24 marzo per IO, JOHN COLTRANE. Quartetto per cinque elementi con Daniela Morozzi (voce narrante), Stefano Cocco Cantini (sax), Ares Tavolazzi (contrabbasso), Francesco Maccianti (piano) e Piero Borri (batteria). Chiude la rassegna, martedì 5 aprile, Simone Cristicchi con PARADISO. Dalle tenebre alla luce.

Per maggiori informazioni:

cultura@comune.scandicci.fi.it

toscanaspettacolo.it

comune.scandicci.fi.it

🎧 Scandicci: Hugo Boss chiude il sito, 22 lavoratori licenziati

L’azienda ha avviato le procedure per il licenziamento collettivo e dismissione del sito produttivo. Organizzato un primo sciopero, stamani, dai lavoratori che domani avranno un primo incontro con l’azienda.

In podcast l’intervista a Masssimo Bollini di Filtem Cgil Firenze e a Giovanni Liccione: lavoratore di Hugo Boss da 13 anni, a cura di Lorenzo Braccini. 

Chiedono di essere ascoltati e ritengono irricevibili le motivazioni dell’azienda Hugo Boss che ha deciso per il licenziamento collettivo, i 22 lavoratori che questa mattina sono stati in presidio a Scandicci, davanti ai cancelli dell’azienda.

Allo sciopero, dalle 10 alle 12, erano presenti i sindacati di  Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil che hanno definito inaccettabile la decisione di Hugo Boss. Un sostegno per dare voce a chi da anni porta avanti la lavorazione del lusso in questo distretto.

Secondo Massimo Bollini di Filtem Cgil, “le motivazioni addotte sono assolutamente irricevibili. L’ennesima delocalizzazione selvaggia, alla ricerca della massimizzazione profitto. Questa scelta operata da Hugo Boss è incomprensibile e pensiamo non sarà ben accetta dai mercati. Delocalizzare lo sviluppo delle collezioni in Cina, vuol dire che stai dequalificando il tuo prodotto.”

“In Toscana – prosegue Bollini – ci sono quelle profesionalità idonee per poter creare e realizzare dei prodotti esclusivi e artigianali, come il lusso chiede. Noi in questa vicenda dobbiamo difendere le 22 persone che perdono il posto di lavoro, ma anche tutto il distretto della pelletteria.”

“Chiederemo un tavolo alla Regione e a Confindustria Moda perchè intanto si ridia dignità e la giusta collocazione al nostro distretto”, conclude Bollini.

Giovanni Liccione lavora Hugo Boss da 13 anni e afferma “una settimana fa è arrivata la comunicazione del licenziamento collettivo che ci ha colto di sorpresa. Hugo Boss è un’azienda sana dal punto di vista degli investimenti e dei fatturati. La motivazione è stata legata al mercato: il mercato ha deciso. Secondo noi invece è una scelta strategica adottata dall’azienda. Noi vogliamo capire perchè in questa nuova strategia non è possibile coinvolgere 21 professionisti che lavorano per Hugo Boss da 16 anni. ”

“Chiediamo di ritirare i licenziamenti – conclude Liccione -. Vorremmo almeno un gesto di sportività da parte dell’azienda e capire perchè 21 professionisti non possono essere reinseriti all’interno della nuova strategia”.

Hugo Boss Scandicci

Sulla vicenda è intervenuta anche la il sottosegretaria di Stato ai rapporti con il Parlamento Deborah Bergamini.

“La zona industriale di Scandicci si va impoverendo sempre di più – afferma Bergamini -. A breve 22 operai della Hugo Boss non potranno più varcare la soglia dello stabilimento per continuare a produrre i prototipi di pelletteria per donna del noto brand. Le motivazioni dell’azienda al momento non appaiono chiare, parlare di scarso interesse verso il Made in Italy non sembra plausibile, considerato il successo e l’interesse che riscuotono i prodotti toscani in tutto il mondo. Le imprese, oggi più che mai, dovrebbero valutare le mutate condizioni economiche del nostro Paese, le promettenti prospettive di crescita e, non da ultimo, la maggiore decontribuzione sul costo del lavoro. Tutti aspetti che incrementeranno nel breve termine la produzione industriale.”

“Auspico, quindi – conclude Bergamini -, che venga promosso un tavolo di confronto tra azienda, lavoratori e parti sociali così da raggiungere un accordo e ristabilire la piena operatività della fabbrica”.

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