🎧 Sanità, Toscana virtuosa ma con alcune criticità. Gramolati (SPI Cgil): “Il governo stanzi più risorse e restituisca il payback”

Dal convegno “Più sani più equi” su fisco e sanità organizzato a Firenze da SPI CGIL Toscana emerge che siamo tra le regioni più performanti ma che non mancano le criticità. Il sistema fiscale italiano non corregge le disuguaglianze poiché diventa regressivo per il 5% degli italiani più abbienti. Altri punti di debolezza: i tempi di attesa e la variabilità geografica. Dopo il Covid aumenta, inoltre, la percentuale di dirigenti medici che ritiene di non poter svolgere il proprio lavoro con ritmi sostenibili.

Regione che vai sanità che trovi, e la nostra, nonostante alcune criticità non di poco conto, viene definita “virtuosa”. Un aggettivo che rischia di lasciare il posto ad altri meno edificanti se, come ha sottolineato il segretario generale dello SPI CGIL Toscana Alessio Gramolati dal convegno su fisco e sanità “Più sani, più equi” organizzato a Firenze da SPI CGIL Toscana, il governo non cambia passo. “Con la manovra il Governo ha ridotto le risorse per la sanità pubblica e questo, insieme alla mancata restituzione del payback, ha penalizzato le regioni a maggiore vocazione pubblica, come la Toscana. Se la Giunta regionale non avesse fatto la manovra sull’addizionale sarebbe scattato il Piano di rientro, e questo avrebbe voluto dire alzare l’addizionale anche per i redditi sotto i 28mila euro, cancellare gli extra Lea e bloccare il turnover di medici e infermieri. Ma ci aspettiamo che il sacrificio di lavoratori dipendenti e pensionati venga ripagato attraverso migliori servizi e costi equi. Noi continuiamo a chiedere con forza al Governo di portare le risorse per la sanità ad almeno il 7,5% del PIL, come abbiamo chiesto con la raccolta firme “Impazienti” che ha superato le 120mila firme, e la restituzione del payback”.

Dai dati che Stefano Casini Benvenuti, già direttore Irpet e oggi responsabile del progetto Sociotech Lab Spi Cgil nazionale, ha presentato oggi al seminario emerge che l’aumento dell’addizionale Irpef deciso dalla Giunta regionale si tradurrà in un incremento medio di 131 euro a testa per i cittadini toscani con redditi tra i 28mila e i 50mila euro e di 1.042 euro per chi ha redditi da 50mila euro in su (sono esclusi quelli sotto i 28 mila euro). Se per la fascia 28-50 mila euro l’imposta 2021 era stata in media di 533 euro, per effetto dell’addizionale l’imposta prevista sarà di 663 euro, mentre nella fascia 50mila euro e oltre si passerà da un’imposta 2021, in media, di 1.505 euro, ad un’imposta prevista di 2.548 euro. Secondo l’analisi, dalla fascia di reddito 28-50mila euro (in cui si collocano oltre 428mila contribuenti), arriverà un incremento di gettito di quasi 56 milioni, dalla fascia 50mila euro e oltre (più di 134mila contribuenti) arriverà un incremento superiore a 140 milioni, per un totale di oltre 196 milioni di euro. A sostenere l’innalzamento dell’addizionale regionale saranno in maggioranza lavoratori dipendenti (54%) e pensionati (34%), con un restante 12% di lavoratori autonomi. L’analisi di Casini Benvenuti ha evidenziato come le caratteristiche del sistema toscano (nuovi ospedali finanziati con mutui e quindi con una maggiore incidenza di interessi passivi, prevalenza del pubblico e quindi maggiori spese per il personale e per l’acquisto di beni e dell’energia, entrate aggiuntive derivanti da payback e rimborsi per i degenti provenienti da altre regioni) lo abbiano portato a risentire maggiormente, rispetto ad altre regioni, di eventi esterni come il Covid, l’inflazione, la riduzione di risorse per la sanità da parte del governo, la mancata restituzione del payback.

A fornire il quadro dello “stato di salute” del sistema toscano è stata Milena Vainieri della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, che nella sua relazione ha messo in luce come sugli indicatori che monitorano i livelli essenziali di assistenza, la Toscana figuri sempre tra le regioni più performanti (questi gli ultimi risultati pubblicati dal ministero della salute ad oggi, punteggi 2021: area della prevenzione 91,37, area distrettuale 95,02, area ospedaliera 88,07. Nella valutazione della performance 2022 del Laboratorio MeS Management e Sanità della Scuola Sant’Anna, la maggior parte degli indicatori è posizionata verso il centro del bersaglio, che indica una performance buona o ottimale. Una sanità che sta bene, in cui però – ha spiegato Vainieri – emergono anche dei punti di debolezza: ad esempio c’è da lavorare ancora sui tempi di attesa. Agenas ha mostrato che la Toscana ha erogato un 50% in più di prestazioni ambulatoriali nel primo semestre 2023 rispetto al primo semestre 2019. Sugli interventi prioritari dell’area cardiovascolare e oncologica da erogare entro i 30 giorni, la Toscana ha una performance superiore alla media italiana, con interventi realizzati prevalentemente in strutture pubbliche. Non mancano alcune criticità, una di queste è la variabilità geografica. Ci sono alcune realtà in cui l’eccellenza regionale non si percepisce. Ad esempio, se si prende in esame (anno 2022) la percentuale di fratture al collo del femore operate entro 2 giorni, si passa da realtà in cui la percentuale si attesta al 25% ad altre in cui è al 92%. In alcune realtà la probabilità di rivolgersi al Pronto Soccorso può arrivare a circa il 60% in più fra i territori. Indice che in alcune realtà la rete delle cure primarie non è riuscita a fare da filtro. Sui corsi di attività fisica adattata a bassa disabilità per 1000 residenti (65 anni), si va da 0,33 a 4,12. Se i pazienti in dimissione mostrano percentuali elevate di gradimento (intorno al 90%), dall’analisi è emerso come dopo il Covid sia aumentata la percentuale di dirigenti medici che ritiene di non poter svolgere il proprio lavoro con ritmi sostenibili.

Uno studio congiunto di Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Università di Milano-Bicocca, pubblicato sul Journal of the European Economic Association e presentato oggi dal professor Andrea Roventini, direttore Istituto di Economia della Scuola superiore sant’Anna, mostra che la disuguaglianza in Italia è cresciuta più velocemente rispetto ad altri Paesi europei come la Francia. L’Italia soffre di una forte disuguaglianza di genere, generazionale e territoriale. Dallo studio emerge che il sistema fiscale italiano non corregge la disuguaglianza poiché diventa regressivo per il 5% degli italiani più abbienti, che pagano un’aliquota fiscale effettiva inferiore al restante 95% dei contribuenti. Per rendere il sistema fiscale progressivo, in linea con i dettami costituzionali, sarebbe necessario introdurre un’imposta patrimoniale che colpisca solo il 5% più ricco della popolazione.

L’iniziativa si è conclusa con una tavola rotonda moderata dal segretario generale SPI CGIL Toscana Alessio Gramolati, a cui hanno partecipato importanti ospiti, tra cui monsignor Vincenzo Paglia Presidente della Pontificia Accademia per la Vita (in videocollegamento), il giornalista Ferruccio De Bortoli e Tania Scacchetti, Segretaria SPI CGIL Nazionale, in cui si sono toccati vari temi: legge sulla non autosufficienza, connessione tra ospedale e territorio, telemedicina, l’esigenza di un sistema fiscale equo e progressivo, la difesa dell’universalità del sistema sanitario nazionale.

 

 

🎧 Sanità, Giani: “Tagli? Una notizia che non corrisponde a verità”

Sulle critiche mosse alla Regione dai sindacati della sanità per il piano che prevede una nuovo taglio degli organici, con 3-400 professionisti in meno tra medici, infermieri, operatori e amministrativi, il presidente della Regione Giani, a margine di una conferenza stampa, risponde: “E’ una notizia che non corrisponde a verità, non c’è nessuna volontà di fare tagli al personale della sanità pubblica in Toscana”.

I tagli del personale per la sanità toscana? “Una notizia che non corrisponde a verità perché non c’è nessuna volontà di fare tagli al personale della sanità pubblica in Toscana. In questo momento ci sono le singole Asl che devono presentare i piani per la gestione dei propri servizi e del personale, nel momento in cui questi piani ci verranno presentati può darsi ci siano degli aspetti che arrivino a individuare un minor ricorso al turnover, ma nell’ordine di meno dell’1%. Ma non si può parlare di tagli di 400 persone”. Lo ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani, rispondendo, a margine di un evento a Firenze, sulla sanità in Toscana. “Noi – ha poi aggiunto Giani – abbiamo 57mila dipendenti a tempo indeterminato, abbiamo un settore pubblico allargato di 100mila dipendenti, quindi nessun taglio, ma semplicemente un’indicazione in relazione ai fabbisogni di personale per l’organizzazione delle nove Asl che presenteranno il proprio piano di esecuzione di servizi. Quello che è chiaro – ha poi concluso – è che la sanità non è gratis perché per tenere un sistema di sanità pubblica, che io ho voluto senza tagli di servizi, abbiamo dovuto fare un’addizionale Irpef che porta 200 milioni.

SPI CGIL: superato l’obiettivo delle 100mila firme a difesa della sanità pubblica

Ha raggiunto e superato l’obiettivo delle 100mila firme la campagna “Impazienti” organizzata dallo Spi Cgil Toscana e da Cgil Toscana a sostegno della proposta di legge promossa della Regione Toscana per migliorare e salvare il Servizio sanitario nazionale. Stamani l’annuncio durante l’evento al Tuscany Hall, “Prenditi cura di me”, promosso dal sindacato pensionati.

Stamani al Tuscany Hall è andata in scena la sanità con i suoi “contro” più che i suoi “pro”, una giornata dal titolo “Prenditi cura di me” promossa dalla SPI CGIL che è più di un invito, è un appello accorato da parte dei molti cittadini accorsi, in gran parte âgé, ma anche dei medici, a rivedere il Servizio sanitario nazionale sotto vari punti di vista. Le parole chiave del cambiamento, emerse a gran voce dai 4 panel, sono sburocratizzare, abbattere le liste d’attesa, presidiare le aree svantaggiate, prevenire invece di ospedalizzare, recuperare il rapporto tra medico di base e paziente. Nota positiva tra tante stonate e portate all’attenzione della cosa pubblica, la campagna on line “Impazienti” a sostegno della proposta di legge promossa dalla Regione Toscana per migliorare il servizio, che raggiunge e supera il migliaio di firme che si era proposta (113.353). “Abbiamo ottenuto un risultato straordinario che ha superato ogni nostra aspettativa, è stato lanciato un messaggio tempestivo, dato che in questi giorni si decideranno partite importanti sia per quanto riguarda la legge di bilancio sia la restituzione alle Regioni prevista dal payback – afferma il segretario generale dello Spi Cgil Toscana Alessio Gramolati –. Bisogna migliorare anche la sanità toscana, altrimenti diventerà sempre più difficile difenderla e questo è solo l’inizio del nostro impegno”. Dal palco, Stefano Grifoni, direttore del pronto soccorso di Careggi e coordinatore dell’ organismo toscano per il governo clinico, avverte: “Le disuguaglianze economiche hanno accentuato la forbice tra risposta pubblica e privata, a vantaggio di quest’ultima”, come attestano i 35 miliardi di spesa. “Mancano le cure primarie”, gli fa eco l’ex direttore generale della sanità toscana, Walter Giovannini, “il percorso assistenziale è diventato un calvario, siamo al punto che un paziente deve cercarsi risposte da solo mentre spetterebbero al medico che lo ha in carico”. Si cercano dunque soluzioni che, avverte sempre lo SPI CIGL, non devono essere di tampone allo stato dell’arte ma andare a riformulare l’organizzazione rimasta agli anni Sessanta. Tra le proposte emerse: percorsi di prevenzione per intercettare precocemente gli indicatori di fragilità dell’anziano; un ampliamento del portale Zero code della Regione Toscana e l’attivazione di “uffici virtuali remoti” in aree svantaggiate; un servizio di trasporto per accompagnare alle visite ambulatoriali chi vive nelle zone in cui manca il medico di base e un luogo di coordinamento che avanzi soluzioni concrete nelle zone transitoriamente scoperte. Sul fronte Rsa e malati cronici si punta a un modello di cura domiciliare in grado di fornire le stesse cure che si riceverebbero in ospedale, oltre che alla prevenzione per andare a intercettare precocemente gli indicatori di fragilità dell’anziano, così da inserire tempestivamente la persona in un programma di identificazione delle malattie croniche e rallentare così il processo di disabilità. “Dobbiamo fare presto, perchè siamo a un pericoloso punto di non ritorno – chiude Gramolati -, la quota di investimenti sulla sanità era tornata a crescere dopo un ventennio di tagli, quest’anno facciamo marcia indietro, passando dal 6,7% di incidenza della quota di PIL sulla sanità al 6,2%, ergo si spende meno che nel 2022. Questo si traduce in una fuga dal pubblico, in meno servizi e più costosi”.

Sanità: Toscana, trasporto per le cure gratis a chi è in difficoltà

Firenze, la regione assegnerà, a chi ne avrà diritto, ‘Voucher per il trasporto con soglia accesso legata Isee’.

Dal 15 gennaio prevista una novità nel settore sanità toscano, infatti arriveranno in Toscana voucher per il trasporto gratuiti per chi deve effettuare, all’interno del sistema sanitario, cicli di prestazioni diagnostico-terapeutiche prescritte dai medici di medicina generale o da uno specialista ma non ha modo di raggiungere il luogo di cura autonomamente.

L’aiuto, si spiega dalla Regione, è pensato e rivolto a chi soffre una condizione economica e sociale di fragilità (con persone che vivono da sole o con un disabile o un altro anziano di oltre 75 anni) e con un Isee fino a un massimo di 18mila euro. I voucher, si spiega ancora, andranno richiesti all’Asl di competenza: fino a 9.360 euro annui di Isee si potrà essere accompagnati a qualunque distanza, con un Isee tra 9.360 e 12mila euro si potrà sfruttare il trasporto gratuito se il luogo di cura è lontano più di 10 chilometri, più di 30 chilometri con Isee tra 12 e 15mila euro e oltre 50 chilometri con Isee tra 15 e 18mila euro annui.

Per richiedere il voucher si dovrà compilare un’autocertificazione: il dieci per cento delle domande, viene chiarito dalla Regione, sarà sottoposta a controllo e verifica. Il trasporto deve essere diretto verso una struttura sanitaria pubblica o una struttura sanitaria privata convenzionata. La fase di sperimentazione durerà sei mesi: al termine, sulla base del tipo di utenza individuato, saranno sviluppati progetti specifici.

La novità arriva dopo che è emersa la necessità di passare da un tipo di prescrizione di servizi cartacea, ad una di tipo digitale. Tale riorganizzazione permetterà un’applicazione più uniforme delle azioni, in modo da rispondere più efficacemente alle nuove esigenze dei cittadini. Da qui la sperimentazione del nuovo servizio e dei voucher, per rispondere ai bisogni emersi.

Terminata la fase di sperimentazione, che durerà sei mesi, sulla base dei volumi e del tipo di utenza individuata le zone distretto e società della salute svilupperanno progetti specifici, assieme alle associazioni di volontariato, finanziati con fondi strutturali europei.

Informazione più dettagliate possono essere richieste al numero verde 800 55 60 60 ma ci si potrà rivolgere anche a Cup aziendali, Botteghe della salute e Caf accreditati.

🎧 La Cisl si interroga sulla sanità territoriale. Bezzini rassicura: “Il piano entro fine anno”

Da un lato la volontà di realizzare le strutture grazie all’arrivo dei fondi del Pnrr, dall’altro i 1000 interrogativi su come farle funzionare. Al centro il tema della sanità territoriale e dei servizi di prossimità di cui si è parlato questa mattina in un incontro alla Cisl. Era presente tra gli altri anche l’assessore regionale Simone Bezzini.

Le case e gli ospedali di continuità possono rappresentare un presidio importante per la vicinanza dei servizi sanitari al cittadino, specialmente per quanto riguarda i soggetti più fragili e gli anziani. Ma la Cisl continua a porre l’accento su tutte le difficoltà legate alla carenza di organico, in particolare riguardo al personale sociosanitario come infermieri e Oss. E alle problematiche che si verificano nel momento in cui si tratta di dare gambe a certi progetti.

Un obiettivo, quello della prossimità, che spesso si scontra con le problematiche della politica. E soprattutto con i numerosi tagli che sono stati effettuati nel corso degli ultimi anni. Da Bezzini alla Cisl la promessa di un impegno che la regione Toscana sta mettendo nell’applicazione del cosiddetto Dm 77 che sta portando e porterà alla nascita delle case di continuità. Dai sindacati la volontà di tenere alta l’attenzione per tutelare al massimo le necessità e i bisogni dei cittadini a cominciare dai più fragili e ancora una volta dagli anziani.

“Lavoriamo su più fronti – ha spiegato lo stesso Bezzini alla Cisl – cercando di portare avanti gli investimenti del Pnrr nelle strutture. Ovviamente c’è l’incognita prezzi, ma mi auguro che vengano realizzati degli strumenti di accompagnamento. E che questi strumenti consentano di gestire le variazioni legate all’aumento delle materie prime”.

“Inoltre – prosegue l’assessore all’incontro con la Cisl – dobbiamo riuscire ad erogare servizi mediante professionisti e modelli organizzativi. Per questo presenteremo entro la fine dell’anno le linee di indirizzo per la gestione della sanità territoriale in accordo con il cosiddetto Dm 77”.

Sanità, Giani: “per mantenere il sistema è necessario individuare e aggiungere risorse ordinarie della Regione”

Firenze, il superamento strutturale dei conti della sanità Toscana ammonta a circa 500 milioni di euro. Giani: “Sono numeri ‘a cazzotto’ perché i veri numeri si avranno solo ad aprile prossimo”.

Il presidente della Toscana Eugenio Giani, davanti alla commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale, ha illustrato la terza variazione al bilancio di previsione 2022-2024 e gli interventi normativi collegati.

“Ormai – spiega il presidente della Toscana – sappiamo che per mantenere il sistema è necessario individuare e aggiungere risorse ordinarie della Regione”.

Alla Toscana servono 500milioni in più rispetto a quanto ci si aspetta dal Governo, “sono circa 7,5 miliardi”, dice Giani. La terza variazione prevede per la sanità 46 milioni di cui 36 per la parte corrente e 10 per interventi a completamento della ristrutturazione e il potenziamento dell’ospedale Cisanello di Pisa.

“Rispetto a due anni fa mi sento comunque più sicuro – ha aggiunto il presidente Giani – La capacità previsionale dei nostri uffici è maturata. Mentre nel 2020 avevo un’assoluta preoccupazione, oggi sono più tranquillo.”

“Ovviamente – conclude – in queste settimane continuano le verifiche e i monitoraggi. Dobbiamo migliorare sempre più la nostra capacità di programmazione della spesa più che affidarci ad una verifica successiva e quindi dobbiamo rafforzare la nostra struttura” di valutazione.

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