Firenze, inchiesta medicina: per il PM c’è “uso cosa pubblica come propria”

Lo sostengono il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e il pm Antonino Nastasi, nella richiesta di interdizione dagli incarichi avanzata nei confronti di sette dei 39 indagati nell’inchiesta. chiesta interdizione per rettore Dei

Dalle indagini dell’inchiesta  sulle presunte irregolarità nei concorsi per cattedre alla facoltà di Medicina dell’Università di Firenze e di altri atenei sarebbe emersa “l’esistenza di un centro di potere che gestisce la cosa pubblica come se fosse cosa propria” ossia “in funzione personale con scambi di favori, facilitando i propri clientes nell’occupazione di posti di ricercatore e di professore ordinario e associato”.

Lo sostengono il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e il pm Antonino Nastasi, nella richiesta di interdizione dagli incarichi avanzata nei confronti di sette dei 39 indagati nell’inchiesta della procura, su cui dovrà pronunciarsi il gip Angelo Antonio Pezzuti all’esito degli interrogatori. L’interdizione è stata chiesta tra gli altri per il rettore Luigi Dei che sarà il primo a comparire davanti al gip il prossimo 17 marzo.

Nella richiesta di misura cautelare i pm contestano al rettore due episodi di presunta corruzione e uno di induzione indebita a dare o promettere utilità. “Deve rilevarsi – scrivono i pm – la sua inclinazione a delinquere e a commettere reati contro la pubblica amministrazione” agendo “in spregio delle regole di legalità, trasparenza e correttezza”.

Gli altri destinatari di richieste di misure interdittive sono il direttore generale dell’Aou di Careggi Rocco Damone, il professor Marco Carini, primario di urologia a Careggi, il direttore del dipartimento cardiotoracovascolare Niccolò Marchionni, Sandra Furlanetto professore associato di chimica analitica all’Universita’ di Firenze, Corrado Poggesi docente ordinario di fisiologia in pensione, Francesco Montorsi professore ordinario presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e Andrea Benedetto Galosi, quest’ultimo secondo gli investigatori che conducono l’inchiesta designato come vincitore predeterminato di un concorso per professore ordinario indetto presso l’Università Politecnica delle Marche.

Inchiesta medicina Firenze: pm, interdire rettore e altri 7

Sulla misura dovrà decidere il gip dopo l’interrogatorio. L’inchiesta medicina firenze su presunte irregolarità nei concorsi all’Università

Chiesta dalla procura fiorentina la misura dell’interdizione dagli incarichi per otto fra dirigenti sanitari, universitari e docenti indagati nell’inchiesta su presunte irregolarità nei concorsi alla facoltà di medicina di Firenze.

Secondo quanto emerso, per Dei è stata chiesta l’interdizione per un anno. E’ di 11 mesi invece il periodo di sospensione dall’incarico richiesto per il dg di Careggi Damone. Gli altri destinatari delle misure interdittive sono il professor Marco Carini, primario di urologia a Careggi, il direttore del dipartimento cardiotoracovascolare Niccolò Marchionni, Sandra Furlanetto, professore associato di chimica analitica all’università di Firenze, Corrado Poggesi, docente ordinario di fisiologia in pensione, e due professori delle università di Ancona e Milano. Gli interrogatori davanti al gip inizieranno il 17 marzo prossimo, giorno in cui sarà ascoltato anche il rettore Luigi Dei.

Il rettore dell’Ateneo Luigi Dei, accusato associazione per delinquere, corruzione e abuso d’uffici, e il direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi Rocco Damone. Sulla richiesta di misure cautelari, avanzata dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli dovrà pronunciarsi il gip Angelo Pezzuti all’esito degli interrogatori.

Secondo quanto appreso, l’attività delle fiamme gialle sarebbe stata svolta nell’ambito di un’inchiesta sulla facoltà di Medicina per presunte turbative nell’organizzazione di concorsi, nella quale sono indagate una ventina di persone, tra cui il il direttore generale di Careggi Rocco Damone.
Secondo l’accusa ci sarebbero state logiche spartitorie nell’assegnazione delle cattedre universitarie e nella programmazione dei concorsi.
I reati ipotizzati dai pm sono quelli di falso, abuso d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
Nell’ambito delle indagini nel marzo del 2019 il Giudice per le Indagini Preliminari di Firenze ha emesso misure di interdizione dall’insegnamento per otto docenti delle facoltà di Firenze, Milano e Padova. Alcune di questi provvedimenti sono stati poi annullati dal tribunale del riesame.
Ci sarebbero nuovi episodi, secondo quanto appreso, al vaglio degli inquirenti, nel nuovo filone dell’inchiesta sarebbe ipotizzato anche il reato di associazione per delinquere. Il nuovo filone di indagini sarebbe quello nell’ambito del quale questa mattina sono state perquisite abitazioni e uffici degli indagati, tra cui quelli del dg di Careggi Rocco Damone e il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei.

Inchiesta Medicina: avviso garanzia al rettore Dei, perquisizioni a Careggi

Il rettore dell’università di Firenze Luigi Dei ha ricevuto un’informazione di garanzia relativa a un procedimento aperto nei suoi confronti nell’ambito dell’inchiesta su concorsi universitari.

A riferire gli sviluppi dell’inchiesta lo stesso ateneo della città di Firenze. “Ogni documentazione ritenuta utile è stata acquisita dall’autorità giudiziaria – dichiara nella stessa nota Luigi Dei – per ogni opportuna valutazione. Sono sereno e fiducioso che ogni vicenda potrà essere chiarita”.
Perquisizioni della guardia di finanza questa mattina negli uffici dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi di Firenze.
Secondo quanto appreso, l’attività delle fiamme gialle sarebbe stata svolta nell’ambito di un’inchiesta sulla facoltà di Medicina per presunte turbative nell’organizzazione di concorsi, nella quale sono indagate una ventina di persone, tra cui il il direttore generale di Careggi Rocco Damone.
Secondo l’accusa ci sarebbero state logiche spartitorie nell’assegnazione delle cattedre universitarie e nella programmazione dei concorsi.
I reati ipotizzati dai pm sono quelli di falso, abuso d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
Nell’ambito delle indagini nel marzo del 2019 il Giudice per le Indagini Preliminari di Firenze ha emesso misure di interdizione dall’insegnamento per otto docenti delle facoltà di Firenze, Milano e Padova. Alcune di questi provvedimenti sono stati poi annullati dal tribunale del riesame.
Ci sarebbero nuovi episodi, secondo quanto appreso, al vaglio degli inquirenti, nel nuovo filone dell’inchiesta sarebbe ipotizzato anche il reato di associazione per delinquere. Il nuovo filone di indagini sarebbe quello nell’ambito del quale questa mattina sono state perquisite abitazioni e uffici degli indagati, tra cui quelli del dg di Careggi Rocco Damone e il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei.
Tra i destinatari degli avvisi di garanzia ci sarebbero anche altre personalità di spicco dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi, oltre all’ex dg di Careggi Monica Calamai.
Sono circa 30, tra dirigenti sanitari e universitari, e docenti, gli indagati nell’inchiesta su presunte irregolarità nei concorsi alla facoltà di medicina di Firenze, per cui oggi sono scattate perquisizioni della guardia di finanza all’Aou Careggi. Perquisito tra gli altri anche il rettore dell’Ateneo fiorentino Luigi Dei, indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Inoltre l’associazione per delinquere è contestata ad altri sei, tra cui figure apicali dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi. Gli altri reati ipotizzati, a vario titolo, nella nuova inchiesta, sono corruzione, abuso d’ufficio e induzione indebita a dare e promettere utilità. Secondo quanto emerge da fonti vicine agli inquirenti, si tratterebbe di un’inchiesta slegata dalle altre che nel passato recente hanno già coinvolto la facoltà di Medicina di Firenze, sebbene molti degli indagati figurino anche nei filoni precedenti.
Questa mattina le Fiamme gialle, coordinate del procuratore aggiunto Luca Tescaroli, hanno eseguito complessivamente 43 perquisizioni. Tra i destinatari anche docenti delle università di Ancona e Milano, indagati in relazione ad alcuni concorsi svolti presso questi atenei, i cui vertici sono risultati al momento estranei ai fatti. Perquisiti anche alcuni professori universitari non indagati. Sempre questa mattina sono state effettuate alcune acquisizioni di documenti, anche presso uffici dell’azienda ospedaliero universitaria di Careggi.

Coronavirus, oltre il 95% di operatori di Careggi risultati negativi su campione di 1.167 sanitari

Dallo screening condotto dal laboratorio di microbiologia di Careggi diretto dal professor Gian Maria Rossolini, su un primo campione di 1.167 operatori sanitari dell’Aou di Careggi, oltre il 95% è risultato negativo.

“Questo risultato è molto incoraggiante e dimostra che la decisione che per primi abbiamo preso di effettuare il tampone a tutti coloro che si sono presentati al pronto soccorso ospedaliero con o senza sintomi è stata giusta. Alzare il livello di protezione e separare i servizi ha funzionato – è il commento del presidentre Enrico Rossi – Particolarmente positivo il dato in area Covid, dove l’attenzione e la protezione sono state ancora più forti. In Toscana gli ospedali non sono diventati centri di diffusione dell’infezione. È un dato straordinario del quale ringrazio la professionalità e la correttezza dei nostri professionisti e operatori sanitari. La maggioranza di essi è indenne. È un dato sorprendente, visto che in Toscana è da circa un mese e mezzo che circola il virus, e che rivela che gli operatori in area Covid sono quelli che si proteggono meglio. Pur in un quadro difficile di approvvigionamento riusciamo a tutelare bene la stragrande maggioranza degli operatori. Per questo motivo dobbiamo puntare sui dispositivi di protezione a tutti”.

Lo screening condotto dal laboratorio di microbiologia di Careggi

Sono stati sottoposti a prelievo per lo screening sierologico 1.505 operatori.

Sono stati processati dal laboratorio di microbiologia di Careggi i campioni di 1.167 operatori.

Di questi, 1.113 operatori (oltre il 95%) sono risultati negativi.

I restanti 54 operatori (4,6% su 1.167) sono positivi o dubbi.

15 di questi sono medici: 1 neonatologo, 2 ortopedici, 1 maxillo facciale, 1 geriatra, 2 ematologi, 2 anestesisti, 1 chirurgo plastico, 1 neurochirurgo, 4 specializzandi.

39 sono del comparto: 24 infermieri, 6 ostetriche e 10 OSS (operatorio socio sanitari).

325 sono in Aree Covid: di questi, 13 sono risultati positivi o dubbi (4%).

842 sono in Aree No Covid: di questi, 42 sono risultati positivi o dubbi (4,9%).

Quanto alla dislocazione negli edifici e nei contesti operativi:

– 11 sono del Materno Infantile (2 medici, 6 ostetriche, 1 Infermiere, 2 OSS)

– 12 sono del San Luca (2 specializzandi, 8 infermiere, 2 OSS)

– 15 sono del Cto (5 medici, 1 specializzando, 7 infermieri 2 OSS)

– 6 sono di Oncoematologia e TMO, Trapianto midollo osseo (2 medici, 2 infermiere, 2 OSS)

– 5 sono del Deas Covid (1 medico, 3 infermieri, 1 OSS)

– 2 sono del Deas no Covid (2 infermieri)

– 4 sono di Clinica Medica (1 medici, 1 specializzando, 1 Infermiere, 1 OSS)

Negli operatori positivi allo screening è stato effettuato il tampone e sono disponibili i dati per i primi 34 operatori, di cui 1 risultato positivo.

Lo stato attuale della sorveglianza degli operatori

Sono stati effettuati 424 tamponi agli operatori contatti di caso giudicati a medio/alto rischio e pertanto sotto sorveglianza del medico competente. 15 di questi sono risultati positivi (3,5%).

Da pochi giorni, al tampone si associa anche il test sierologico. È stato possibile condurre le prime valutazioni di concordanza tra il tampone e lo screening sierologico: 125 operatori sotto sorveglianza sono stati indagati con il test combinato (tampone + sierologico). Sono risultati positivi a tampone 3 operatori.

“La popolazione dei lavoratori ospedalieri sottoposti a screening risulta sierologicamente positiva o dubbia nel 4,6% dei casi – è il commento di Rocco Damone, dg dell’Aou di Careggi – Le differenze tra il gruppo degli operatori delle aree Covid e delle aree No Covid è al limite della significatività statistica e potrà essere meglio indagata con la prosecuzione dello screening. La popolazione dei lavoratori ospedalieri sottoposti a tampone nell’ambito della sorveglianza sanitaria ai contatti esposti a rischio medio alto risulta positiva nel 3,5,% dei casi”.

“Adesso concentreremo la nostra attenzione nelle Rsa e nelle Rsd toscane – dice ancora Enrico Rossi –  dove sono ospitati circa 13mila anziani. Fare lo screening, verificare eventuali casi di positività e distinguere aree Covid e non Covid è la strada che abbiamo preso e su cui proseguiremo con determinazione. La grande lezione è che occorre separare, separare e ancora separare. Distinguere negativi da positivi, identificare aree diverse tra loro e graduare le cure a seconda della gravità, condurre la battaglia nel territorio, presidiando e difendendo gli ospedali. A questo punto siamo pronti per passare alla fase due: estendere lo screening sierologico a tutto il resto della popolazione sanitaria in ogni ambito e poi passare all’indagine di massa a partire dalle aree più colpite”.

 

Ospedale Careggi, firmato accordo contratto integrativo

Per 4mila dipendenti dell’ospedale previsti aumento di indennità e salari.

Firmato ieri l’accordo sul rinnovo del contratto integrativo aziendale per i circa quattromila dipendenti dell’ospedale fiorentino di Careggi. L’intesa, arrivata al termine di mesi di trattative, è stata siglata dalla direzione dell’azienda ospedaliero universitaria, dalla Rsu e dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Fials e Fsi.

Tra i punti previsti, si spiega in un comunicato diffuso dalla Cgil, “l’innalzamento dell’indennità notturna a 25,60 euro, indennità di pronta disponibilità pagata mensilmente e non più a saldo l’anno successivo, regolamentazione degli straordinari”. Previsti dall’accordo, rende noto sempre la Cgil, una nuova progressione economica con un aumento di salario in busta paga di circa 500 euro per infermieri e amministrativi con requisiti di anzianità professionale, “l’inclusione dei lavoratori somministrati nel sistema di produttività aziendale” e la “regolamentazione degli straordinari”.

Soddisfatto dell’intesa il responsabile aziendale per la Fp Cgil, Michele Tortorelli, secondo il quale tuttavia “a Careggi resta aperto il capitolo delle assunzioni”. Per il direttore generale di Careggi, Rocco Damone, l’intesa “va nella direzione di valorizzare l’esperienza professionale nell’ambito delle progressioni economiche e di rafforzare il coinvolgimento del personale nel raggiungimento degli obiettivi di performance”. “Careggi – sottolinea ancora Damone -, è tra le poche aziende che ha redatto e siglato l’accordo secondo la formula del testo unico di contratto collettivo integrativo aziendale”.

Concorsi medicina Firenze: interrogato dg Careggi

Il direttore generale dell’azienda ospedaliero universitaria di Careggi, Rocco Damone, è stato interrogato in procura nell’ambito dell’inchiesta su presunte irregolarità in concorsi alla facoltà di Medicina di Firenze. L’avvocato difensore dichiara l’estraneità ai fatti del suo assistito.

“Speriamo di aver chiarito la nostra posizione personale – ha dichiarato il difensore di Damone, avvocato Francesco Maresca – Il mio assistito si è dichiarato estraneo rispetto alle contestazioni”.

L’interrogatorio è durato poco più di un’ora. Secondo quanto appreso, Rocco Damone non è tra i 12 indagati per i quali il pm ha chiesto al gip l’applicazione di misure interdittive. Tuttavia, nei giorni scorsi, attraverso l’avvocato Maresca, il direttore di Careggi aveva dato alla magistratura “piena disponibilità” a collaborare. Successivamente è stato convocato dal pubblico ministero.

L’inchiesta della procura fiorentina riguarderebbe sia concorsi per professore ordinario che per ricercatore. Nel dettaglio, gli inquirenti ipotizzerebbero irregolarità nell’attività della commissione d’indirizzo e autovalutazione della facoltà, commesse nella fase di preparazione al bando di alcuni concorsi. Al vaglio anche l’assegnazione di una cattedra da professore ordinario. I fatti contestati riguardano gli anni 2017 e 2018.

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