Amministrative Palagi (SPC) ‘Associazione 11 Agosto ci dica cosa non va in nostro programma ‘

A dirlo Dmitrij Palagi, candidato sindaco di Sinistra Progetto Comune a margine della presentazione del simbolo elettorale per la corsa a Palazzo Vecchio, rispondendo indirettamente all’Associazione 11 Agosto.

“Attendiamo di capire cosa non va bene nel nostro programma, perché abbiamo trovato compatibilità tra quanto è stato inviato e le posizioni che noi avevamo già fatto emergere, tolti alcuni aspetti che per noi sono fondamentali”. Tra questi ultimi, sottolinea, “il chiaro no alla nuova pista dell’aeroporto e al comando Nato a Rovezzano ed abbiamo visto che ancora mancano tanti punti su cui ci siamo confrontati in consiglio comunale con Firenze democratica che riguardano le politiche urbanistiche” lo ha detto Dmitrij Palagi, candidato sindaco di Sinistra Progetto Comune a margine della presentazione del simbolo elettorale per la corsa a Palazzo Vecchio, rispondendo indirettamente all‘Associazione 11 Agosto.

“Non abbiamo posto nessun veto. E anzi dall’estate dello scorso anno abbiamo messo a disposizione contenuti e tavoli partecipativi. All’evento al Lippi dello scorso dicembre c’erano sia Cecilia Del Re che Roberto De Blasi, quindi le interlocuzioni con Firenze Democratica e M5s potevano partire da molto prima” ha aggiunto Palagi.

Che ha ribadito che i tempi per una convergenza sono sempre più stretti: “Mancano solo 47 giorni al voto, adesso abbiamo difficoltà a pensare che mondi così diversi tra loro non possano essere percepiti solo come un’alleanza elettorale. Il nostro programma è pronto ed è ad uno stato avanzato, aspettiamo di conoscere quello di Firenze Democratica che fino a pochi giorni fa trattava ancora con Italia Viva, forza a cui siamo senza dubbio alternativi”.

Per quanto riguarda invece il simbolo elettorale, afferma ancora Palagi,  sono stati scelti un sole e una stella che si abbracciano su sfondo rosso, con i nomi delle forze politiche che compongono il cartelli di Sinistra Progetto Comune (Possibile, Potere al popolo e Rifondazione comunista). Non c’è il nome del candidato sindaco. Le liste dovrebbero essere chiuse a breve.

Rifondazione chiede dimissioni Giani: “si è genuflesso all’assise dei monarchici”

‘Ha contravvenuto alla Costituzione e allo Statuto regionale’ accusa Rifondazione . “Giani si dimetta per cena con Emanuele Filiberto”

“Si è  genuflesso all’assise dei monarchici” partecipando alla cena di gala, alcuni giorni fa, alla presenza di Emanuele Filiberto di Savoia. Per questo Rifondazione Comunista della Toscana chiede le dimissioni del presidente della Regione Eugenio Giani.

Rc accusa Giani di aver “ricevuto ufficialmente Emanuele Filiberto Savoia e poi addirittura” di aver partecipato “alla cena della ‘consulta dei Senatori del Regno’ appellandolo con il titolo di principe”. Così facendo, continua la nota, “ha con tutta evidenza contravvenuto alla XIV disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana, secondo cui i titoli nobiliari non sono più riconosciuti” e “all’articolo 1 dello Statuto regionale secondo cui “la Regione Toscana rappresenta la comunità regionale, esercita e valorizza la propria autonomia costituzionale nell’unità e indivisibilità della Repubblica italiana, sorta dalla Resistenza”.

Per Rifondazione Comunista “stiamo parlando di fatti oggettivi e a nostro avviso giuridicamente rilevanti e ci aspettiamo che tutti, a cominciare da coloro che hanno stigmatizzato l’accaduto, si affianchino in questa richiesta, dimostrando quindi la dovuta coerenza. Giani, per quanto fatto e detto, ha umiliato la Toscana, la Repubblica, la memoria della resistenza, sdoganato un luogo parallelo e alternativo alle istituzioni repubblicane come tale “consulta” e in ultimo glorificato una continuità fra la monarchia e la Repubblica, simboleggiata dalla tenuta di San rossore, la stessa dove il re aveva firmato le leggi razziali. Qui – conclude la nota – non siamo di fronte a legittime opinioni, si tratta di incompatibilità morale, politica, civile e istituzionale a ricoprire quel ruolo”.

Multiutility: anche SCE contro quotazione in borsa

Dopo il pronunciamento della Corte dei conti, anche Sinistra Civica ed Ecologista che fa parte della maggioranza di governo in Toscana chiede che ci sia un “serio confronto sulle alternative possibili” al progetto della multiutility

“Non siamo contrari a a processi di aggregazione e a ipotesi di rafforzamento, a patto che questi avvengano in un contesto di gestione e controllo interamente pubblico. Ora si apra un serio confronto sulle alternative possibili, a cominciare dall’utilizzo di nuovi strumenti come le forme societarie ‘benefit’ o l’emissione di ‘green bond’ o ‘social bond’, strumenti che possono mettere al sicuro gli interessi dei cittadini e dei comuni più piccoli”. Lo scrive in un comunicato Sinistra Civica ed Ecologista a proposito della Multiutility Toscana.

“il recente parere della Corte dei conti richiama tutte le istituzioni a comportamenti rigorosi a tutela dell’interesse pubblico, una questione che non è solo formale e che dovrebbe indurre tutti ad abbandonare ogni forma di privatizzazione” afferma SCE in una nota.

”Come più volte sottolineato, Sinistra civica ecologista – si legge ancora nella nota -. “Nei mesi scorsi – ricorda anche Sce – avevamo espresso forte preoccupazione per il processo di finanziarizzazione dei beni e dei servizi pubblici essenziali, ribadendo la nostra contrarietà alla quotazione in borsa della Multiutility toscana. Inoltre, avevamo evidenziato la necessità che il percorso di riorganizzazione coinvolgesse cittadini e lavoratori e tenesse conto delle esigenze degli enti locali più piccoli”.

Ieri era stato il turno di Rifondazione Comunista. “La Corte dei conti ci ha dato ragione, agiremo in ogni sede: va rimesso in discussione tutto il progetto della futura Multiutiliy dei servizi, con particolare riferimento alla quotazione in borsa” die il PRC. Che aggiunge “la quotazione minerebbe l’inalienabilità della natura demaniale delle reti idriche a causa di una forma societaria aperta al mercato. Qui la sostanza del parere, mentre la valutazione politica non può che essere il crollo di uno dei pilastri dell’operazione, cioè la quotazione di borsa. Parere che quindi rimette tutto in discussione – anche tenendo conto della dichiarazione nero su bianco di tale sbocco, inserito nelle delibere votate dai consigli comunali. Che quindi diventano in buona sostanza carta straccia”.

“Se non ci fosse stata la provvidenziale delibera della Corte dei conti, con la quotazione in borsa, avrebbero ceduto beni demaniali, cosa che si sarebbe potuto evitare non ignorando le segnalazioni del Coordinamento” affermano invece i comitati contro la Multiutility Toscana rispondendo ad Alia spa che l’altroieri in una nota invitava a non strumentalizzare il parere dato dalla magistratura contabile, invitando i sindaci “se hanno a cuore la cosa pubblica” a revocare l’intero Cda “che avrebbe dovuto verificare la consistenza dei beni”. In particolare i comitati contestano che il percorso di fusione sia stato “approvato in ossequio ai principi e alla disciplina di settore e la titolarità dei beni demaniali resterà in mano pubblica”, come affermato dalla stessa azienda. “Abbiamo rivisto il progetto di fusione, già analizzato a tempo debito, ma non abbiamo trovato alcun accenno al conferimento di beni demaniali da parte di Consaig e nemmeno all’eventuale sua ripubblicizzazione dopo il conferimento e prima della quotazione in borsa della società”. Secondo il coordinamento, “è probabile che gli autori del progetto di fusione e della successiva quotazione, non si siano accorti della presenza di beni demaniali visto che, come spiega l’esperto nominato dal Tribunale per accertare la congruità del concambio, vi erano parecchie criticità nella valutazione delle società partecipanti alla fusione, tanto da portarlo ad assumere acriticamente i valori predisposti dagli amministratori della società”. Da qui il rinnovato invito ad annullare tutto il percorso sin qui realizzato ed a confrontarsi con cittadini e utenti “che, nell’organizzazione e nella erogazione dei servizi di interesse economico generale di livello locale, sono la centralità del sistema”.

Comune di Pisa condannato alle spese legali per mancata iscrizione anagrafica a richiedente asilo

Pisa, il Comune è stato nuovamente condannato dal Tribunale di Pisa per aver negato l’iscrizione anagrafica a un richiedente asilo, ospitato a Pisa presso una struttura della Croce Rossa.

“Fin da quando il primo “Decreto sicurezza” ha stabilito che il permesso di soggiorno per richiesta asilo non dava diritto alla residenza -si legge in un comunicato firmato da  ‘Una città in comune’, ‘Rifondazione Comunista’ e ‘Pisa Possibile’ – abbiamo contestato l’intento discriminatorio della norma e la sua interpretazione strumentale: la residenza è, infatti, un diritto soggettivo che non può essere negato a chi vive regolarmente sul territorio, come nel caso dei richiedenti asilo, anche perché tale negazione lede altri diritti fondamentali legati alla residenza, come la salute e la protezione sociale. La nostra posizione è stata confermata anche dalla sentenza n. 186 del 2020 della Corte costituzionale, che ha denunciato l’intrinseca irrazionalità della norma voluta dall’ex Ministro degli Interni Salvini”.

“La novità, rispetto alle precedenti condanne subite dal Comune, – continua il comunicato – è che il Tribunale ha assegnato il pagamento delle spese legali all’amministrazione comunale, per 2.900 euro: questo è il risultato del fatto che il sindaco, nonostante le precedenti sentenze con cui il Comune di Pisa era stato già condannato dal 2019 e le nostre reiterate diffide a seguito di una giurisprudenza consolidata, non ha mai dato disposizione agli ufficiali dell’anagrafe di dare la residenza ai richiedenti asilo, applicando le sentenze e rispettando la legge”.

“Con l’addebito delle spese legali, la collettività finisce per pagare il prezzo della propaganda antimmigrati della Lega e del sindaco. Per contrastare quest’esito inaccettabile, invieremo nei prossimi giorni una segnalazione alla Corte dei Conti. La cifra di 2.900 può essere considerata modesta, all’interno del bilancio comunale, ma noi difendiamo un principio molto semplice: il sindaco ha avuto tutto il tempo, in questi anni, per allineare la prassi dell’anagrafe a quanto deciso dai tribunali e quanto previsto dalla nostra Costituzione. Se non l’ha fatto, per motivi di propaganda xenofoba, non è giusto che a pagare sia la cittadinanza”.

‘Toscana a sinistra’ lancia la sfida per le regionali

?Firenze, ‘Toscana a sinistra’, durante una videoconferenza a cui hanno partecipato tra gli altri rappresentanti toscani di Potere al popolo, Rifondazione comunista e Sinistra anticapitalista che sostengono Tommaso Fattori come candidato governatore della Toscana alle prossime regionali ha lanciato lanciato il loro progetto per le prossime elezioni.

“Lanciamo oggi la nostra sfida – ha detto Tommaso Fattori candidato di Toscana a sinistra – e un ciclo di assemblee in tutta la Toscana. Siamo un progetto di governo e di cambiamento per questa regione. Non è tempo di restaurare la normalità pre Covid, ma di usare le opportunità aperte da questa terribile crisi, come la spesa in deficit, per costruire una Toscana felice, per compiere una svolta verde e sociale. Vogliamo lanciare questa sfida su temi maggioritari perché la maggioranza dei toscani è a favore di una gestione pubblica della sanità, dell’acqua, e dei servizi pubblici fondamentali”.

“La Regione Toscana non è contendibile elettoralmente da parte della coalizione della destra, – ha detto Fattori, spiegando poi che – la proposta politica di Eugenio Giani assorbe le istanze della destra e dei suoi centri di potere. I primi sondaggi ci danno al 6-7% e siamo soltanto all’inizio, noi vogliamo fare molto di più e meglio e siamo fiduciosi di poter ottenere un buon risultato in Toscana. Il nostro progetto non è fatto né con le ruspe di Salvini, né con i carri armati di Giani, ma è un progetto di partecipazione dal basso”.

Gimmy Tranquillo ha intervistato Massimo Torelli e Tommaso Fattori della coalizione “Toscana a sinistra”:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/06/200615_00_TOSCANA-A-SINISTRA_TORELLI-FATTORI.mp3?_=1

Pisa: spazzatrice si rompe, insulti razzisti a netturbino

La spazzatrice meccanica si è rotta per un guasto, c’è stato un ritardo di alcune decine di minuti prima che intervenisse un altro mezzo ma nel frattempo il netturbino, originario del Senegal, che manovrava l’apparato è stato insultato con insulti razzisti da due commercianti in strada.

E’ successo, secondo quanto riporta il quotidiano Il Tirreno, in piazza Sant’Omobono a Pisa e destinatario delle offese è un operatore ecologico della società Avr. E’ un cinquantenne, padre di tre figli, che a Pisa abita dal 1996. Secondo la ricostruzione del giornale, i due esercenti non si sarebbero limitati a un reclamo per il temporaneo disservizio, inconveniente superato con attività manuale, ma lo avrebbero insultato con epiteti ripetuti più volte. “Ho provato a spiegare le ragioni di quel ritardo invitandoli alla calma ma non è bastato – ha detto lo stesso netturbino, Kebe Bassirou – Sono stato costretto a lasciare la piazza per non peggiorare la situazione e, su indicazione del responsabile, a cambiare la zona dell’intervento”.

Secondo fonti sindacali non è la prima volta che a Pisa accadono episodi dove insulti razzisti vengono rivolti a operatori di colore dei servizi pubblici. L’uomo ha ricevuto la solidarietà dei colleghi e di molte altre persone.

“Esprimiamo non solo la nostra solidarietà al lavoratore, ma chiediamo anche alle associazioni di categoria di prendere una posizione di ferma condanna, augurandoci al contempo che le autorità competenti svolgano le loro indagini e intraprendano gli opportuni provvedimenti contro i meschini autori di quegli insulti”, scrivono in una nota gli esponenti di Diritti in Comune (Una Città in Comune, Rifondazione Comunista, Pisa Possibile).

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