🎧 Rfi: bando da 1,13 mld per stazione Belfiore. Giani: “Impressione positiva”

“Entro il 10 agosto verrà emesso il bando di gara da 1,133 miliardi di euro” per “la ultimazione dei lavori nella stazione di Belfiore che sono già stati avviati come scavo da parte di Infrarail, la società del gruppo Fs che cura tutti i lavori su Firenze”. Per Giani: “Dopo la delusione, oggi ne ricavo un’impressione molto positiva”

Lo ha affermato Vincenzo Macello, vicedirettore generale infrastruttura di Rfi, che oggi
a Firenze ha effettuato un sopralluogo sul cantiere Tav in zona Campo Marte a Firenze col presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

“Dall’1 agosto – ha spiegato – abbiamo contrattualizzato all’impresa fornitrice della fresa, che oggi era qui con noi, lo smontaggio, il ricondizionamento e il rimontaggio della fresa
per renderla pienamente funzionante, perché una volta che parte non si deve fermare mai. Questa è un’attività importante che prevede da qui a metà settembre le attività propedeutiche; da metà settembre a metà dicembre avremo lo smontaggio delle parti
sensibili, parliamo dello scudo, parliamo del cuore della talpa, ed entro fine marzo verranno rimontati tutti i componenti. Ci sarà una fase di test di 15 giorni: il 30 marzo la talpa è
pronta”.

Macello ha confermato che “le tempistiche che oggi sono sulla base dell’appalto, e che potranno poi essere migliorate in sede di realizzazione e di attività di gara, prevedono che il primo treno alla stazione Foster potrà fermarsi nel primo semestre 2028”.

Valutazione positiva, da parte di Regione Toscana e Comune di Firenze, dello stato del cantiere.  “Dopo la delusione, le incertezze dei giorni scorsi, oggi ne ricavo un’impressione molto positiva”, ha detto il presidente Giani, spiegando che “c’è da cambiare i pezzi che sono necessari per adeguarci alle normative di oggi, ma il cuore, il motore della talpa è
funzionante”. Per il rispetto delle tempistiche di completamento del nodo Tav (2028), ha aggiunto il governatore, “vigileremo giorno per giorno”.

Il sottoattraversamento Tav di Firenze “non è assolutamente un’opera pericolosa: Rfi la vuole fare, tanto è vero che l’opera, compresa anche la quota di finanziamento legate al caro-materiale, è stata autofinanziata da Rfi”- afferma Macelli – “Rfi vuole assolutamente quest’opera, perché oltre ai benefici indubbi che ci saranno per i treni ad Alta Velocità, i benefici incredibili saranno nel liberare Santa Maria Novella e poter quindi riuscire a incrementare tutti i treni urbani e regionali”.

Le terre e rocce di scavo, ha proseguito il vicedirettore generale di Rfi, “una volta che col nastro trasportatore della fresa vengono portate al di fuori della galleria, vengono
caricate sui convogli ferroviari per Cavriglia (Arezzo), dove verranno posizionate nelle piazzole, e poi conseguentemente una volta rese biodegradabili saranno utilizzate per la collina”.

Gli immobili della zona, ha concluso Macello, “sono tutti monitorati, e continueranno a essere monitorati ora e durante tutte le attività soprattutto di scavo”.

Domenico Guarino ha intervisto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani

Giani dopo sabato nero treni: “Realizzare il sottoattraversamento dell’Av”

Firenze, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, ha rivolto un appello al Governo, dopo il sabato nero della circolazione ferroviaria: “Quanto avvenuto ieri deve essere un campanello d’allarme sull’urgenza di realizzare il sotto-attraversamento dell’Av a Firenze

“L’idea di dilatare la fine lavori del tunnel Belfiore-Campo di Marte al 2028: è assurdo – ha continuato Giani – Dobbiamo invece impegnarci a rispettare i tempi imposti dal Pnrr e puntare a concludere tutto nel 2026. Solo così potremo rendere il sistema ferroviario italiano efficiente e degno di un paese europeo e non vulnerabile come invece ieri ha dimostrato di essere”.

“Questo l’appello che, per il quale ho protestano fortemente con Fs, per il traffico dei treni a causa di un problema col nuovo software installato pochi giorni fa a Firenze Campo di Marte”.

Per Giani “inutile pensare ad altre strategie sull’Av se prima non si completa l’asse fondamentale in Italia, ovvero il collegamento Milano Roma con i nodi di Bologna e Firenze quali punti strategici dai quali si diramano i collegamenti verso l’Adriatico da Bologna, e verso il Tirreno da Firenze”, ed è “inutile parlare della prospettiva di valorizzare il trasporto pubblico locale su rotaia” se “prima non si rende prioritaria la realizzazione del tunnel” fiorentino: Firenze “è uno snodo che, finché non vedrà realizzato il tunnel che permetterà la separazione dei treni Av convogliati sul passaggio sotterraneo rapido dai treni regionali e locali destinati ai binari in superficie, sarà sempre esposto a una fragilità che potrà far piombare questa stazione in situazioni come quella di ieri. La commistione dei due canali, Av e treni regionali, fa sì che ogni ritardo di un treno Av si rifletta sul sistema dei treni locali e la conseguenza è lo scoraggiamento all’uso del treno”.

“Sono convinto – ha concluso Giani – della serietà del ministro Giovannini con il quale mi sono confrontato più volte sulla questione, che mi ha dato rassicurazioni sul suo impegno a riguardo. Mi auguro che quanto avvenuto ieri possa essere un ulteriore motivo di riflessione”.

Sulla stessa linea del presidente Giani è anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella: “Quello che è successo ieri con il blocco del nodo ferroviario di Firenze ci conferma ancora una volta quanto sia indispensabile completare i lavori di sotto-attraversamento Av della città. Se non si risolve in modo strutturale il problema del nodo ferroviario di Firenze continueremo a rischiare di dividere il Paese in due, con disagi insostenibili per i pendolari locali e per tutti viaggiatori”.

RFI: “Forti ritardi dei treni in transito, arrivo e partenza da Firenze”

Firenze, circolazione fortemente rallentata dalla prima mattina per i treni alta velocità in direzione Nord e Sud e per i regionali in arrivo e in partenza da Firenze. Lo rende noto RFI in un comunicato.

Nel comunicato viene spiegato che ci sono stati “prima gli ostacoli in linea fra Orte e Orvieto, linea Direttissima Roma – Firenze, rimossi dal personale di RFI, e poi dei guasti tecnici nel nodo di Firenze” che “stanno provocando forti ritardi”.

I tecnici di Rete Ferroviaria Italiana – prosegue la nota – “hanno risolto il guasto agli impianti che gestiscono il nodo di Firenze. È prevista la graduale ripresa della normale circolazione. RFI mantiene un presidio tecnico per assicurare il corretto funzionamento degli impianti ed è attiva l’assistenza di Trenitalia nelle principali stazioni e attraverso l’invio di mail e sms ai passeggeri interessati”.

Ma i problemi al traffico ferroviario proseguono anche nel pomeriggio: “Il traffico permane fortemente rallentato, prosegue l’intervento dei tecnici”. È quanto scrive il sito Infomobilità di Ferrovie dello Stato dopo da questa mattina si sono avuti problemi sul nodo di Firenze.

Secondo l’aggiornamento delle 15:45 si registra un “maggior tempo di percorrenza fino a 200 minuti per i treni in direzione Roma e fino a 80 minuti per i treni in direzione Firenze. I treni precedentemente coinvolti hanno registrato maggiori tempi di percorrenza fino a 220 minuti. I treni sono instradati sulla linea convenzionale tra Arezzo e Firenze. In atto la riprogrammazione dell’offerta commerciale”.

Sempre secondo le informazioni del sito Infomobilità, i problemi non sono ancora in serata: “Ancora in corso l’intervento dei tecnici” e sono almeno 10 i treni cancellati, una ventina quelli parzialmente cancellati, decine quelli direttamente coinvolti nel rallentamento, in un elenco che inizia dal numero 8505 partito da Bolzano alle 5:12 e che sarebbe dovuto attivare a Roma Termini alle 10:10.

All’origine dei forti rallentamenti che interessano la rete ferroviaria toscana da questa mattina ed in particolare il nodo di Firenze c’è la messa a punto del sistema Accm (Apparato Centrale Computerizzato Multistazione) attivato pochi giorni fa nel capoluogo toscano.

A spiegare il problema che sta provocando i forti ritardi dei treni in transito, arrivo e partenza da Firenze una notizia pubblicata su Fs news. L’Accm è un sistema tecnologico – si legge – “già attivato con successo nei principali nodi nevralgici della rete, assicura a regime una maggiore efficienza, regolarità e affidabilità. In queste prime fasi di esercizio, vista la complessità del nodo ferroviario fiorentino e il sofisticato software che ne regola il funzionamento, sta provocando alcune problematiche con impatto sulla riprogrammazione delle corse in caso di anormalità e ritardi, sulle quali i tecnici di RFI, di Borbardier/Alstom stanno lavorando per una loro quanto più rapida e definitiva soluzione”.

A peggiorare la situazione, inoltre spiega ancora Fs news, dalle prime ore del pomeriggio, un guasto tecnico ha interessato l’infrastruttura tra Arezzo e Firenze: tutti i treni percorrono la linea convenzionale con un aumento dei tempi di viaggio.

L’ Apparato Centrale Computerizzato Multistazione (ACCM) e il Sistema Comando Controllo Multistazione (SCCM) è stato attivato da RFI nelle stazioni di Rovezzano e Firenze Campo di Marte con un investimento da 40 milioni di euro. L’attivazione fa parte di un piano di interventi che comprende anche gli adeguamenti dei piani regolatori di stazione, il rinnovo del Sistema di Controllo Marcia Treni (SCMT), l’aggiornamento dei sistemi automatici per le informazioni al pubblico e la riconfigurazione di tutti i sistemi ACCM/SCCM degli impianti limitrofi al nodo di Firenze.

Strage Viareggio motivazioni della Cassazione: “Prescrizione perché norma è successiva”

Firenze, la riduzione della velocità a 60 km/h al passaggio del treno cisterna in stazione non era una regola prevedibile quando si verificò la strage di Viareggio ed è stata introdotta successivamente come norma.

Così in sintesi la Cassazione nella motivazione della sentenza sul disastro che provocò la strage, inoltre i giudici hanno dichiarato prescritto il reato di omicidio colposo per il venir meno dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. La violazione della regola cautelare della riduzione della velocità a 60 km/h “è stata individuata ex post, con una erronea identificazione della condotta che avrebbe evitato l’evento”.

“La circostanza – scrivono i giudici della Cassazione – che successivamente all’incidente, per treni trainanti carri cisterna, sia stata disposta la riduzione delle velocità di attraversamento delle stazioni a 60 km/h non dimostra la preesistenza di un’analoga regola, non essendo stato accertato che ciò rispondesse a un orientamento preesistente e anzi apparendo evidente la natura meramente precauzionale delle misura”. “La condotta che avrebbe potuto evitare l’evento” e che fu accertata dopo l’incidente, spiegano ancora i giudici, è stata confusa dalla corte di appello di Firenze “con quella che il sapere disponibile avrebbe dovuto suggerire agli operatori del settore prima del verificarsi del sinistro”.

I rischi connessi a una non adeguata manutenzione degli assili dei carri merci erano ben noti agli addetti ai lavori quando si verificò la strage di Viareggio. Lo sostengono i giudici della Corte di Cassazione, secondo i quali “nel 2005 era certamente noto gli operatori del settore il rischio di rottura degli assili per l’esistenza di corrosioni o danneggiamento non eliminati nell’attività di manutenzione”. Lo scrivono i giudici della Cassazione nelle motivazioni della sentenza per il disastro alla stazione di Viareggio del 29 giugno 2009: la carrozza cisterna con un carico di gpl deragliò a seguito della rottura dell’assile. Nella ricostruzione dell’accusa poi un picchetto a fianco della rotaia tranciò la cisterna, con fuoriuscita del gas che incendiandosi causò 32 vittime.

“Sin da prima del verificarsi del sinistro di Viareggio – sostiene ancora la Cassazione – tutti gli operatori del settore ferroviario erano a conoscenza del fatto che una manutenzione non eseguita a regola d’arte era stata all’origine di alcuni incidenti ferroviari”. “Anche le prassi instaurate per i carri merci nazionali – si legge ancora nella sentenza – attestano la conoscenza del rischio derivante da una inadeguata manutenzione degli assili”. “Non è stato mai anche solo rappresentato – sottolineano ancora i giudici – che il carro sviato a Viareggio avesse caratteristiche costruttive tali da renderlo significativamente diverso da quelli ‘nazionali'”.

Un’attesa durate otto mesi. È quanto si sottolinea fra i familiari delle vittime della strage di Viareggio del 29 giugno 2009 in merito al deposito della motivazione della sentenza di Cassazione. Il verdetto risale all’8 gennaio. “È già qualcosa che siano uscite”, osserva Marco Piagentini, presidente dell’associazione che riunisce i parenti ‘Il Mondo che vorrei’, spiegando però di “non sapere ancora nulla. Visto che ci saranno dei passaggi tecnici, dobbiamo leggerli con i nostri avvocati per capire bene il contenuto, soprattutto il passaggio che riguarda l’incidente sul lavoro. Poi faremo un comunicato e una conferenza stampa per commentare il tutto”. Riccardo Antonini, il ferroviere licenziato per avere fatto da consulente alle vittime della strage è sintetico nel suo commento. “Meglio tardi che mai – dice – ci hanno messo quasi come per un parto, per il tempo impiegato per far uscire le motivazioni. Certo che la Cassazione in tre udienze ha ribaltato le 180 udienze che ci sono state sia di primo grado che in appello. Adesso siamo curiosi di leggere materialmente le motivazioni della Cassazione, spero che ci vengano spedite al più presto”.

L’ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti potrà decidere se rinunciare alla prescrizione per l’accusa di omicidio colposo nel processo di appello bis disposto a suo carico. Lo hanno stabilito i giudici della Corte di Cassazione, precisando come la rinuncia alla prescrizione effettuata da Moretti nel corso del processo di appello svoltosi a Firenze non possa essere ritenuta valida. La dichiarazione di Moretti, precisano i giudici, “volta a rinunciare alla prescrizione per tutti i reati che fossero stati estinti”, “non può ritenersi efficace” perché fatta prima del verificarsi dell’estinzione del reato. “Il rimedio – sostiene sempre la Cassazione – può essere rivenuto nel riservare al giudizio di rinvio la verifica della volontà dell’imputato di rinunciare alla prescrizione dei reati di omicidio colposo”. Sempre gli ermellini ricordano nella loro sentenza quanto sostenuto dai giudici della Corte di Apello di Firenze, nella sentenza di secondo grado, ossia come Moretti, dopo la cessazione della carica in Rfi spa, avesse mantenuto “forti poteri di controllo e di indirizzo sulle società collegate, tra cui la stessa Rfi spa”.

Circolazione treni fra Pianoro e Prato, sospesa per lavori

Sarà sospesa – dal 9 al 29 agosto – la circolazione dei treni fra Pianoro e Prato sulla linea storica e convenzionale Bologna-Prato.

La sospensione della circolazione – spiega in una nota Rfi-Rete Ferroviaria Italiana – è programmata e annunciata da oltre un anno ed è legata a importanti interventi di manutenzione, innovazione tecnologica, miglioramento dell’accessibilità ai treni e adeguamento alla circolazione di convogli merci a standard europeo.

Durante i lavori il servizio sarà garantito con il treno fra Bologna e Pianoro e con autobus sostitutivi fra Bologna e Prato. Sono previste corse con autobus anche fra Sasso Marconi e Monzuno-Grizzana-San Benedetto Val di Sambro.

Nessuna modifica, invece, all’offerta sulla linea Alta Velocità Bologna – Firenze. Fra le attività in programma spiccano il rifacimento dell’arco rovescio all’interno della Grande Galleria dell’Appennino fra San Benedetto Val di Sambro e Vernio con l’eliminazione dell’attuale riduzione di velocità; la manutenzione agli impianti di telecomunicazione e di emergenza della stessa galleria; gli interventi su profilo plano-altimetrico del tracciato tra Vernio e Prato e tra Monzuno e Pianoro; il rinnovo del binario e interventi per la realizzazione di nuovi e più performanti impianti tecnologici di gestione e regolazione della circolazione fra Pianoro e Monzuno; gli interventi al binario e alla linea di alimentazione elettrica fra Vernio e Prato. Saranno circa 130 ogni giorno i tecnici di Rfi e delle ditte appaltatrici impegnati nei cantieri con l’ausilio di dieci mezzi d’opera.

‘Murati in casa’ dalle barriere antirumore della ferrovia, la protesta di via di Padule (Sesto F.no)

‘Siamo murati in casa’. E’ l’affermazione provocatoria ma circostanziata dei residenti di via di Padule a Sesto Fiorentino che ieri sono scesi in strada nonostante le temperature rigide e il maltempo  per protestare contro una barriera di cemento antirumore posta lungo la linea ferroviaria, a pochi metri dalle loro finestre.

Foto Controradio

Il muro è alto 4 metri  e, tenendo conto che la strada è tre metri e mezzo sotto il binario, “in pratica siamo a 7,5 metri di altezza, quasi come il muro di Berlino”, dicono gli abitanti.

Foto Controradio

‘Chiediamo che almeno  la parte finale possa essere cambiata con materiale trasparente  per attutire un minimo l’impatto visivo’ afferma Alessandro Silvestrini uno dei residenti di via di Padule intervistato durante il presidio da Chiara Brilli.

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Di seguito il comunicato stampa del Gruppo FS del maggio 2018- 

Iniziate da alcuni giorni le attività del cantiere per l’installazione delle barriere antirumore nel Comune di Sesto Fiorentino. In una prima fase si svolgeranno attività preparatorie lungo la linea ferroviaria che consentiranno, a partire dal prossimo autunno, l’inizio del posizionamento delle barriere vere e proprie.
L’intervento si svilupperà su due lati, dalla Stazione Ferroviaria di Sesto Fiorentino, posta in Piazza Galvani, fino al confine con il Comune di Calenzano. Saranno posizionate 1,7 km di barriere antirumore sul lato monte Morello e 1,3 km sul lato Piana per un totale di 3 km.

La barriere saranno realizzate secondo lo standard di Rete Ferroviaria Italiana con un’altezza dai binari che non supererà i 4,4 metri (in ottemperanza ad una prescrizione di Regione Toscana).
Lungo via di Padule, per circa 150 metri, sarà installata una barriera di tipo classico con muro di base in calcestruzzo di altezza 2,5/3 metri dai binari e la parte superiore in montanti metallici e pannelli fonoassorbenti.

In corrispondenza dei sotto-attraversamenti stradali saranno installati pannelli vetrati; l’area più estesa sarà in corrispondenza del sottopasso carrabile di viale Giulio Cesare per una lunghezza di 80 metri.
Durante le attività di cantiere, la ditta appaltatrice adotterà una serie di misure per limitare l’impatto degli interventi, in linea con quanto previsto dal Sistema di Gestione Ambientale di RFI per la gestione dei rifiuti e dei materiali di risulta, il contenimento delle emissioni acustiche e di polveri nell’atmosfera ed il controllo dei flussi dei mezzi di cantiere sulla rete stradale pubblica.
Il termine dei lavori è previsto entro il primo semestre del 2020.
L’investimento, interamente finanziato da Rete Ferroviaria Italia. è di 9,5 milioni di euro.

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