Fiera per gli amanti delle vacanze in bici arriva a Bologna

Bologna, tutto esaurito per la prima Fiera del Cicloturismo italiana.

Il settore degli eventi sul cicloturismo è in crescita, si parla ormai di 7,6 miliardi. E’ così che dopo il grande successo mondiale, la fiera di fama nazionale ed internazionale organizzato dal Bikemonist arriva a Bologna, dopo la prima edizione milanese, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, Città metropolitana e Comune di Bologna, Eurovelo, Fiab, Legambiente, Activeltaly.

Si tratta del primo evento in Italia dedicato al mondo delle vacanze in bici e si svolgerà il 1 e 2 aprile allo spazio DumBo. La fiera sarà preceduta dal Forum del Cicloturismo, in programma il 31 marzo. La fiera si svilupperà su 40mila metri quadrati e ospiterà gli stand delle destinazioni turistiche tra cui Turchia, Spagna e Sicilia, dei tour operator specializzati, dei fornitori di servizi e strutture ricreative bike friendly e inoltre ci saranno anche stand di alcuni produttori di biciclette e accessori selezionati. Tra questi, Shimano Italia realizzerà su 1000 metri quadrati un parcheggio per accogliere 500 bici.

Molte saranno le attività proposte alla fiera tra cui un’area Kids per promuovere anche tra i più piccoli uno stile di vita sano ed attivo, ed inoltre vi saranno diversi Bikeitalia talks, vale a dire momenti di confronto con il pubblico che vedranno la partecipazione anche di alcuni “cicloavventurieri”.

Questa fiera è la dimostrazione che “il settore del cicloturismo non è più una nicchia trascurabile e la Fiera è stata una felice intuizione” come afferma Pinar Pinzuti, direttrice della Fiera del Cicloturismo e project manager di Bikenomist. All’isola di Gran Canaria, per esempio, “il mercato italiano è stato l’unico a crescere di un 14% nel 2022 rispetto al periodo pre-Covid, raggiungendo il suo record storico” aggiunge Silvia Donatiello, rappresentante Italia – Turismo Gran Canaria. “Siamo pronti ad accogliere circa 20 mila visitatori, operatori e famiglie, sperando che le persone arrivino in fiera pedalando”, conclude Simona Larghetti, consigliera con delega alla Mobilità sostenibile della Città metropolitana.

Coronavirus: infermiera di Piacenza positiva, tamponi ai familiari in Maremma

Secondo quanto si apprende verranno effettuati nelle prossime ore i tamponi ai familiari che vivono a Sorano (Grosseto) dell’infermiera di 30 anni che abita a Piacenza e che è risultata positiva al Coronavirus.

La donna otto giorni fa era stata dalla famiglia in località Castell’Ottieri di Sorano dove vive la famiglia.

Attualmente nella località località maremmana sono in isolamento per precauzione, nella loro casa, il padre, la madre e la nonna dell’infermiera. La trentenne è asintomatica e a sua volta osserva la quarantena nella sua casa a Piacenza.

A scopo precauzionale, sono temporaneamente chiuse le sedi dell’istituto scolastico comprensivo a Pitigliano, Sorano, Castell’Azzara dato che la madre dell’infermiera lavora nel plesso di Castell’Azzara e una zia, con cui la stessa infermiera avrebbe avuto contatti nei giorni di permanenza con i familiari, nella scuola di Pitigliano.

Autonomia, Boccia: settimana prossima avvieremo negoziati con Toscana

“Dalla prossima settimana avvieremo i negoziati” per l’autonomia differenziata della Regione Toscana “sulla base della risoluzione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale toscano” nell’ottobre 2018. Lo annuncia il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, dopo aver incontrato stamani a Firenze il presidente della Regione Enrico Rossi e la giunta.

“Era ingiustificabile – ha aggiunto – non aver fatto partire la delegazione trattante di una Regione come la Toscana che aveva già fatto i passaggi istituzionali, aveva avuto il via libera unanime del Consiglio regionale, e fra l’altro pone sul tavolo del governo una versione molto interessante dell’autonomia differenziata”. L’impianto della proposta toscana, ha spiegato Boccia, “è molto più semplice di altri, punta alla semplificazione, alla sburocratizzazione dei processi, e mi piace l’impostazione di Rossi su lavoro e ambiente” mentre tocca meno le questioni fiscali. Il passaggio in Toscana, ha aggiunto il ministro, “era fondamentale per mettere a fuoco non solo le relazioni intercorse fra i precedenti governi e l’amministrazione regionale toscana, ma anche per confrontarci con Rossi”.

“Potremmo anche concludere se il Consiglio regionale si pronuncia positivamente, prima della scadenza del mio mandato”, che è nel 2020. Lo ha affermato Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, nell’incontro con il ministro per gli Affari regionali. La delegazione trattante per la Regione, ha spiegato Rossi, sarà guidata dall’assessore alla presidenza Vittorio Bugli. “Quando il lavoro sarà concluso faremo un passaggio in Consiglio regionale, vedremo se deliberativo o di comunicazione”, ha aggiunto il governatore, ricordando che “abbiamo chiesto un’autonomia limitata, convinti che non si debbano produrre strappi nella struttura dello Stato”. Rispetto al precedente Governo, ha osservato Rossi, “c’è un cambiamento di metodo: senza mettere all’indice nessuno, fummo chiamati dal precedente Governo, ci fu un incontro a Roma dove una Regione seguiva l’altra, poi non siamo stati più chiamati. Oggi ‘incasso’ la presenza del ministro e il risultato di una riapertura a livello tecnico delle trattative”.

Le richieste di autonomia presentate dalla Toscana riguardano i campi della salute, del governo del territorio, dell’ambiente, della tutela del lavoro, di istruzione e formazione, dei beni culturali, dell’accoglienza dei richiedenti asilo, delle autonomie locali, del coordinamento della finanza pubblica e dei porti. “Siamo – ha sottolineato Rossi – per chiedere una autonomia limitata e concertata con il livello centrale, ma che tenga conto che in alcune materie, come la tutela del paesaggio e dell’ambiente, la legislazione regionale toscana è più avanzata di quella nazionale e che quindi su questo non si torni indietro. La nostra è una autonomia tesa a semplificare e a sburocratizzare, che valorizza la Regione nel quadro di una forte unità nazionale”.

Per quanto riguarda l’autonomia differenziata di Veneto, Lombardia e Emilia-Romagna “non eravamo a buon punto, così come raccontato, ma eravamo a un punto che ritengo fosse solo un punto di partenza: non voglio più sentir dire che prima erano a un buon punto” ha affermato il ministro per gli Affari regionali e le autonomie in occasione dell’incontro con Enrico Rossi e la giunta. “Ho trasmesso a Zaia, Fontana e Bonaccini gli atti che ho ereditato dal Governo precedente, che raccontano la verità e non la propaganda su quello che si erano dette le amministrazioni locali e l’esecutivo”, ha spiegato Boccia, sottolineando che “gli atti li ho trasferiti alle singole Regioni e chiunque può chiedere loro accesso agli atti. Non lo farò io, perché per me è una cosa passata”.

Boccia ha aggiunto che per l’autonomia differenziata delle Regioni “la scuola regionalizzata non è oggetto di negoziato”. Sul negoziato con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna “non c’è una tabula rasa – ha proseguito -: la narrazione era che si fosse lì lì per chiudere, ma ho trovato tanti ‘no’, che non sono arrivati dal Pd o dal M5s, ma per esempio dall’ex ministro Bussetti, che però voglio difendere. Non penso che remasse contro: se alcuni uffici delle amministrazioni centrali competenti dello Stato hanno detto ‘no'” ad alcune proposte avanzate nell’ambito del negoziato, ha sottolineato il ministro, “lo hanno fatto perché erano palesemente incostituzionali”. Adesso, ha spiegato Boccia, “recuperiamo le parti dove c’è convergenza: sono tante con l’Emilia Romagna, dove l’impatto fiscale è più ridotto, tante col Veneto, e abbiamo fatto passi avanti in questi primi giorni con Zaia, e ce ne potrebbero essere con la Lombardia se cambiasse posizione sulla scuola”.

Infine il ministro ha colto l’occasione per ribadire che “la legge quadro sull’autonomia differenziata conto di sottoporla entro l’anno all’attenzione dei presidenti delle Regioni e al Parlamento, perché tutto quello che faremo deve essere votato dal Parlamento, mentre prima sembrava che il passaggio parlamentare fosse un fastidio”. Tale legge prevederà, ha evidenziato, “un raccordo tra l’articolo 116 della Costituzione con gli articoli 119, 118 e 117, e questa parte non può non far riferimento all’articolo 3: l’obiettivo di questo insieme di norme è quello di non lasciare indietro nessuno, non solo Nord e Sud, ma anche Nord e Nord e Sud e SuD.

Il servizio di Chiara Brilli.

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Olimpiadi 2032, Rossi e Bonaccini: “Occasione per rilancio infrastrutture”

“La Toscana ha un ritardo in termini infrastrutturali anche rispetto all’Emilia che deve essere rapidamente colmato”, ha dichiarato Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, in merito alle Olimpiadi del 2032. “Io sono per costruire alleanze, dove sia chiaro però che non sempre gli interessi sono gli stessi. Noi abbiamo bisogno di creare le condizioni del nostro sviluppo“.

“Non si deve  tanto andare – secondo Rossi -a costruire nuove strutture che poi rimangono lì, e qualche caso sono all’origine anche dei dissesti finanziari degli enti locali”, ha dichiarato margine di una tavola rotonda sul progetto di candidatura congiunta per le Olimpiadi del 2032. L’iniziativa è promossa da Qn, La Nazione e Resto del Carlino in Palazzo Strozzi.

“Le Olimpiadi del 2032 sono una grande occasione per un rilancio infrastrutturale che per quanto ci riguarda sta per essere completato, ma che può vedere ulteriori sinergie nell’asse con la Toscana”, ha invece affermato Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna. “Dobbiamo provare ad avere coraggio – continua -: la sfida è difficile, ma siamo stati in grado di vincere sfide difficili in passato. Sarà determinante coinvolgere il Coni, e fare un ragionamento col Paese per verificare se altre parti del Paese possono diventare un elemento straordinario nelle Olimpiadi della cultura e della bellezza.

Olimpiadi 2032 a Firenze e Bologna, Prodi: Italia se è unita può fare tutto

Giunto a Firenze in occasione di una tavola rotonda, i cronisti hanno colto l’occasione per chiedere all’ex premier Romano Prodi le sue impressioni sulla fattibilità della candidatura di Firenze e Bologna alle Olimpiadi del 2032. “L’Italia quando è unita può fare di tutto” ha risposto.

“Ho studiato attentamente il problema – ha spiegato Prodi – ho in testa delle ipotesi abbastanza diverse da quella comune per trasformare il sogno in realtà. L’Olimpiade ha una dimensione enorme e quindi bisogna avere un’organizzazione che sia capace di fare un progetto del genere”.

A chi gli chiedeva se l’Italia avrebbe problemi a livello economico per organizzare un’Olimpiade, l’ex premier ha risposto dicendo di avere “delle idee in testa perché questo non avvenga”.

Una gara ciclistica alle Olimpiadi 2032 di Firenze-Bologna che unisca le due città “mi piacerebbe, perché c’è prima la salita e poi la discesa, quindi sarebbe bello”, ha detto ancora Prodi, grande appassionato di ciclismo.

L’idea di un asse strategico fra i capoluoghi delle regioni Toscana e Emilia Romagna per la candidatura alle Olimpiadi 2032 è stata partorita da Dario Nardella e subito accolta dal primo cittadino bolognese, Virginio Merola, con l’obiettivo di recuperare la candidatura italiana sfumata di Roma. Lo scorso 16 settembre, il consiglio comunale della Città di Firenze ha approvato un Ordine del Giorno che ha rilanciato la candidatura delle due città.

“Le Olimpiadi hanno portato dei deficit impressionanti un po’ ovunque siano state fatte, a parte Atlanta e Los Angeles e, per cui i Giochi del 2032 in Italia dovrebbero essere ampiamente diffusi sul territorio nazionale, per rendere anche i costi sostenibili, e senza prevedere nuove iper-costruzioni”, ha continuato Romano Prodi. “

“Dobbiamo andare avanti con l’idea ma portarla in porto con una spesa tollerabile e compatibilità con il territorio. Firenze e Bologna facciano le Olimpiadi italiane- ha concluso -, allargando il progetto a tutto il Paese, per avere dietro tutta l’Italia, questa può essere la sfida vincente”.

Firenze: cibo e lavoro, un progetto internazionale per il popolo Saharawi

Venerdì 4 ottobre a Firenze si terrà “Cibo e lavoro, autoprodurre con dignità”, seminario di presentazione dei risultati di un importante progetto di cooperazione internazionale nei campi profughi Saharawi (Algeria): un intervento triennale di cooperazione internazionale, incentrato sulla sicurezza alimentare e cofinanziato dall’Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo.

L’obiettivo strategico del progetto è quello di migliorare le produzioni locali di alimenti, in un contesto desertico e di esilio in cui vivono 175mila rifugiati saharawi  da oltre 40 anni, per renderli indipendenti dagli aiuti esterni per la propria alimentazione, anche grazie allo sviluppo dell’imprenditoria femminile.

Alla presenza di due illustri esponenti dei ministeri di Salute Pubblica e dello Sviluppo Economico della Repubblica Araba Sahrawi Democratica, insieme a  numerosi esperti che si sono occupati delle varie componenti del progetto, saranno illustrati gli importanti risultati raggiunti, frutto di una sinergia tra diversi attori che uniscono, con un obiettivo comune, il mondo del no profit, istituzioni pubbliche, Università e società civile.

Il progetto è realizzato dal Movimento Africa 70, in collaborazione con Anci Toscana, Nexus ER, Veterinari Senza Frontiere Italia, Associazione Salam, Università di Milano e Regione Emilia Romagna. L’appuntamento è all’Educatorio del Fuligno dalle 9.30; tra i partecipanti il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, che illustrerà l’attività degli enti locali toscani per il Sarahawi.

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