Sfregiata a Prato, indagata anche la fidanzata del suo ex ragazzo

Novità nelle indagini riguardo all’aggressione subita da Martina Mucci, la 29enne che la notte fra il 20 e 21 febbraio fu picchiata selvaggiamente a Prato. Ora risulta indagata anche la fidanzata dell’ex ragazzo della vittima, Emiliano Laurini.

Concorso nell’aggressione le viene contestato, da chiarire se morale o materiale. Indagato inoltre anche un altro giovane: salgono così a 6 le persone coinvolte. Per l’agguato sono tuttora in carcere Laurini, 41 anni, e Mattia Schininà, 21, il primo anche ex collega di lavoro di Mucci in un pub, ritenuto dalla procura di Prato il mandante dell’agguato, il secondo con un ruolo da tramite per procurare i ‘picchiatori’. Quest’ultimi sarebbero stati Kevin Mingoia, 19 anni e un sedicenne.

Dagli inquirenti si spiega che il presunto ruolo dei due nuovi indagati è da chiarire e che per entrambi sono stati emessi atti garantiti in quanto devono essere effettuati accertamenti irripetibili.

Incidente lavoro: autopsia sabato, funerali forse lunedì della giovane operaia

Intanto i sindacati per sabato hanno indetto uno sciopero di 4 ore a Prato per commemorare la giovane operaia

Sarà effettuata sabato all’ospedale di Pistoia, l’autopsia su corpo di Luana D’Orazio. I funerali, invece, dovrebbero svolgersi con tutta probabilità lunedì pomeriggio, nella piccola chiesa di Spedalino Asnelli, la frazione vicina a Le Querci (Pistoia) dove la giovane donna viveva con la famiglia. Lo hanno annunciato la madre della giovane operaia, Emma Marrazzo e il patrocinatore stragiudiziale della famiglia Andrea Rubini, spiegando che il ministro del lavoro, Andrea Orlando, avrebbe annunciato la volontà di essere presente alle esequie.

La procura di Prato ha aperto un’inchiesta sulla morte di Luana D’Orazio e iscritto due persone nel registro degli indagati. Sono in corso accertamenti tecnici che si stanno concentrando sulla valutazione del funzionamento dei dispositivi di sicurezza del macchinario tessile in cui è rimasta incastrata la giovane operaia. Avrebbero rimosso la saracinesca protettiva al macchinario nel quale è rimasta stritolata Luana D’Orazio, la 22enne morta nell’azienda tessile di Oste di Montemurlo (Prato) dove lavorava. Per questo la titolare della azienda e l’addetto alla manutenzione dell’orditoio sono indagati, oltre che per omicidio colposo, anche per il reato di “rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro”.

Uno sciopero di 4 ore è stato proclamato dai sindacati CGIL CISL UIL di Prato per venerdì 7 maggio. “Morire di lavoro oggi non solo è inconcepibile, è intollerabile”. I sindacato chiedono servono azioni concrete per fermare questa le morti sul lavoro.

Luana D’Orazio è stata commemorata anche durante l’assemblea di Palazzo Madama. “Invito l’Aula ad osservare un minuto di silenzio per unirci al dolore della famiglia di Luana D’Orazio una giovane lavoratrice mancata tragicamente mentre lavorava e per sottolineare con questo minuto di silenzio l’impegno del parlamento oggi e sempre per la tutela della sicurezza e della dignità del lavoro”.

Con queste parole della presidente di turno Anna Rossomando l’Assemblea di palazzo Madama commemora la ragazza morta nei giorni scorsi nel pratese mentre lavorava in un’azienda tessile.

 

 

 

Indagini su rapina a Prato, tra gli arrestati un carabiniere

Un carabiniere è stato arrestato dai suoi colleghi di Prato nell’ambito di un’indagine su una rapina in casa, ai danni di una famiglia cinese, avvenuta a maggio scorso nella città toscana. Nei confronti del militare e di altre due persone stamani è stata eseguita una misura di custodia cautelare in carcere disposta in seguito a un’indagine coordinata dalla procura di Prato.

In particolare i tre, tra cui il carabiniere, sarebbero accusati di aver ideato e fatto da basisti per il colpo. Altre tre persone, accusate di essere gli autori materiali della rapina, erano state arrestate a luglio.

La rapina fu messa a segno da tre persone che per entrare nell’abitazione si finsero carabinieri. Estratta un’arma, rivelatasi poi giocattolo, minacciarono una donna, riuscendo quindi a fuggire portandosi via 11.000 euro in contanti.

I tre arrestati a luglio sono italiani, originari della Campania. Insieme al carabiniere oggi sono stati arrestati due venditori di frutta. Le indagini sulla rapina sono state condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Prato.

Indossavano pettorine con la scritta carabinieri e avevano in mano palette di segnalazione dell’Arma i tre malviventi. E’ quanto spiegato nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte il procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi e il comandante dei carabinieri della città toscana, Marco Grandini. Il carabiniere coinvolto, arrestato dai suoi stessi colleghi, è un appuntato di 36 anni: secondo gli inquirenti sarebbe stato l’ideatore della rapina. Prestava servizio a Prato; con l’arresto è stato sospeso.

Non è chiaro, è stato spiegato, se pettorine e palette utilizzate dai rapinatori fossero originali e in tal caso se fornite dallo stesso militare indagato. Secondo l’accusa il 36enne avrebbe individuato la famiglia da rapinare e assoldato i tre esecutori attraverso la mediazione di due venditori ambulanti di frutta. Quest’ultimi sono stati arrestati oggi insieme al militare, i tre presunti autori materiali già a luglio scorso. Secondo quanto risulta agli investigatori il giorno della rapina il carabiniere arrestato era in malattia: avrebbe presidiato la zona dell’azione criminale personalmente

BuzziLab, l’ex preside conferma percentuali sui progetti

Come si evince dalle pagine del Corriere Fiorentino di oggi, a inizio settembre il preside dell’Istituto tecnico Buzzi, Alessandro Marinelli, ha chiuso “in autotutela” il laboratorio di analisi dei tessuti legato alla scuola: erano troppi i dubbi sullo status giuridico sul BuzziLab.

“Nei contratti dei professori che ci lavoravano c’erano delle percentuali di guadagno applicate ai progetti e alle commesse. Ma sono stato io a calmierarle”. E’ quanto afferma l’ex preside dell’istituto pratese “Tullio Buzzi”, Erminio Serniotti, in merito alle polemiche emerse dalla chiusura del BuzziLab, che, osservando le cifre milionarie dei fatturati della scuola (28 milioni di euro in 5 anni), pareva evidente non fosse dovuta a motivi burocratici.

Il BuzziLab ha preso quota, nella famosa scuola pratese, sotto la guida di Serniotti, esperienza nata nel 2010 e conclusa il maggio scorso. E lo stipendio dell’ex preside ha beneficiato mensilmente, per tutti questi anni, di maggiorazioni legate ai progetti del Lab, come lui stesso non nega.

La Procura di Prato, insieme alla Corte dei Conti, ha aperto un’inchiesta sull’utilizzo dei soldi presi dal laboratorio per le sue attività di analisi dei tessuti, in quanto si è verificato “lo sforamento del tetto di stipendio pubblico di 250 mila euro l’anno da parte del direttore del Lab”. Secondo quanto riferisce l’attuale dirigenza scolastica, il problema dello status giuridico del BuzziLab, che era considerato laboratorio didattico ma collaborava soprattutto con le grandi griffe attraverso tecnici specializzati (professori della scuola), doveva essere risolto proprio dall’ex preside; per questo motivo il nuovo preside, Alessandro Marinelli, ha optato per la sospensione delle attività del Lab all’inizio di settembre e dato il benservito al direttore del laboratorio, il professor Giuseppe Bartolini.

“Sono stato io a ad abbassare le percentuali sui contratti dei professori” chiarisce Serniotti, affermando che “non è vero che non abbiamo cercato una soluzione ai problemi di status giuridico del laboratorio. Avevamo mandato all’ufficio scolastico regionale un’ipotesi per fare del BuzziLab una fondazione della quale fosse socia unica la scuola”. Ma ad oggi una presa di posizione ufficiale da parte dell’Ufficio scolastico regionale non è stata su queste affermazioni non è stata pervenuta.

Nel mentre si sta cercando una “soluzione ponte” in grado di riattivare il BuzziLab, che sta vedendo trasferire cervelli e clienti altrove. Ieri mattina, dopo gli appelli delle Istituzioni e un’interrogazione parlamentare depositata, è avvenuto un incontro tra i sindacati, il sindaco di Prato Matteo Biffoni e il preside dell’Istituto. Oggi alle 13 i vertici di Comune, Provincia, Regione, Scuola e categorie economiche si riuniranno nella sede dell’ufficio scolastico regionale per cercare la soluzione più consona.

Saranno necessarie, anche se tutto dovesse andare per il meglio, settimane prima di veder ripartire le attività del laboratorio; sarà necessario un nuovo direttore, senza contare che altri membri del team di Bartolini potrebbero seguirlo altrove.

Prato: proteste lavoratori, indagato sindacalista Sì Cobas

La procura della Repubblica di Prato ha aperto un fascicolo di indagine per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni nei confronti di Luca Toscano, coordinatore provinciale del sindacato ‘Sì Cobas’.

A carico di Luca Toscano, sindacalista di ‘Sì Cobas’, sono state presentate diverse denunce per fatti avvenuti durante le proteste di lavoratori, in gran parte pakistani, di fronte ad alcune aziende di Prato negli ultimi mesi, in particolari nei pressi della stamperia Rosso, delle tintorie Superlativa e Fada, e del Panificio Toscano.

Il sindacalista aveva sostenuto le proteste dei lavoratori sorte per motivi di vario tipo, dal mancato riconoscimento di diritti sindacali, alle condizioni dei luoghi di lavoro, al rispetto dei contratti collettivi nazionali di lavoro delle rispettive categorie. Inoltre, secondo quanto appreso, la stessa procura di Prato starebbe svolgendo accertamenti sull’operato delle forze dell’ordine che, durante le proteste, hanno sgomberato picchetti degli operai davanti agli ingressi delle ditte.

L’intervista di Raffaele Palumbo a Massimiliano Brezzo, segretario generale della Filctem Cgil di Prato e Pistoia, in merito alla vicenda che coinvolge Superlativa.

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/07/190709_01_FILCTEM-SU-SUPERLATIVA_MASSIMILIANO-BREZZO.mp3?_=1

Prato: Droga party interrotto dalla polizia, 3 arresti

In un circolo culturale a Prato ogni sera si teneva un Party in cui abitualmente si consumavano stupefacenti. La notte scorsa un blitz della squadra mobile ha interrotto l’attività e portato all’arresto di tre cittadini di origine cinese.

Il circolo culturale si trova in via dei Caduti sul Lavoro, al Macrolotto Uno, zona industriale e al momento del blitz sono state trovati dentro circa 50 uomoini (di cui 20 non in possesso del permesso di soggiorno) intenti a consumare droga. Nel corso dell’operazione denominata ‘Acqua allegra’ ai tre uomini finiti in manette è stato contestato il reato di favoreggiamento all’assunzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti. i tre uomini ora si trovano in carcere.

Per gli investigatori nel circolo si consumavano in media circa 100 grammi di droga ogni notte. I tre arrestati, come emerge dalle indagini della Procura, mettevano a disposizione il circolo a fronte del pagamento di una quota. Il locale veniva però utilizzato esclusivamente per organizzare feste in cui il consumo di droga era consuetudine. Non risulta al momento indagato il presidente dell’associazione culturale, cui il fondo si riferiva.

L’operazione ha permesso di sequestrare 50 grammi di ketamina, sei di ecstasy e due di marijuana ma si tratta dello stupefacente trovato al momento dell’ingresso della polizia.

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