🎧 Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci riapre al pubblico

Prato, dall’8 maggio il Centro Pecci, è pronto ad accogliere il suo pubblico in piena sicurezza e con tre nuove mostre, la retrospettiva di Chiara Fumai, la personale di Marialba Russo e la rassegna video a cura di Julian Rosenfeldt.

Il Centro Pecci sarà visitabile dal mercoledì al venerdì dalle 12.00 alle 20.00 (ingresso senza prenotazione), sabato e domenica dalle 11.00 alle 20.00 con prenotazione obbligatoria (maggiori informazioni su www.centropecci.it/visita). Per la prima settimana l’ingresso sarà a prezzo ridotto.

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Alle mostre proposte alla riapertura, il 15 maggio si aggiungerà Cambio, un progetto multidisciplinare del celebre duo Formafantasma – incoronati designer dell’anno per i magazine Wallpaper* e Dezeen – che evidenzia il ruolo cruciale e la responsabilità del design nei confronti dell’ambiente e offre un’importante riflessione sul ruolo degli alberi intesi come fonti di informazione e sensori dei cambiamenti climatici globali. La mostra è in collaborazione con la Serpentine gallery di Londra.

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Il 19 giugno il programma del Pecci prosegue con Senza fretta, a cura di Luca Lo Pinto e Elena Magini, una personale di Simone Forti (Firenze, 1935) – artista, danzatrice, coreografa, originaria di Prato, che vive e lavora a Los Angeles – con un focus su una serie di lavori che l’artista ha sviluppato dalla metà degli anni Ottanta, le News Animation, in cui viene analizzata la relazione tra linguaggio, movimento e fisicità, a partire dalle notizie scritte sui quotidiani.

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I nuovi eventi espositivi saranno accompagnati da pubblicazioni parte della collana editoriale del museo (giunta al suo terzo anno di vita e pubblicata dalla casa editrice NERO Editions) che raccoglie oggi un importante corpus di titoli che mettono in relazione l’arte contemporanea con i grandi temi del presente.

In podcast l’intervista alla direttrice del Centro Pecci, Cristiana Perrella, a cura di Raffaele palumbo.

Prato: “Morire di lavoro è intollerabile”, sindacati, istituzioni e cittadini in piazza

Prato: è cominciato poco dopo le 10.00 il presidio dei lavoratori dei sindacati Cgil Cisl e Uil di Prato, organizzato in seguito all’incidente sul lavoro che lunedì è costato la vita a Luana D’Orazio, operaia di 22 anni trascinata negli ingranaggi dell’orditoio a cui era addetta nella ditta ‘Luana’ di Oste di Montemurlo. La diretta di Raffaele Palumbo.

La manifestazione, è stata organizzata in concomitanza con lo sciopero generale di quattro ore proclamato dai sindacati. Sul Castello dell’Imperatore, che domina piazza Santa Maria delle Carceri, sede del presidio, svetta uno striscione con la scritta ‘Morire di lavoro oggi non solo è inconcepibile, è intollerabile’.

Sul palco si alterneranno i tre segretari provinciali dei sindacati confederali che hanno promosso la manifestazione e sei lavoratori iscritti alle sigle, alcuni dei quali provenienti dal settore tessile.

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Al presidio stanno partecipando anche i lavoratori in sciopero della Texprint, dipendenti pakistani in protesta da mesi, iscritti al Si Cobas i cui rappresentanti hanno tentato di salire sul palco.
Prato
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I sindacati confederali dal palco sottolineano “Per l’ennesima volta la tecnologia e la sicurezza si arrestano alle soglie di fabbriche e stanzoni e stavolta è stata una giovane operaia a pagare con la vota il prezzo di uno standard di sicurezza non rispettato. La morte di due ventenni nel giro di tre mesi deve far riflettere sugli investimenti operati in termini di formazione e di acquisizioni di competenze”.

Prato
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“Non è sufficiente constatare che i giovani sono i più colpiti dalla crisi provocata dalla pandemia, bisogna investire su di loro e offrire loro sbocchi occupazionali che non siamo più precari e insicuri – proseguono le sigle -. Cgil, Cisl e Uil constatano con amarezza, dolore e rabbia come a pochi giorni dalla Festa del Lavoro il lavoro venga ancora una volta vilipeso, fino alle sue estreme conseguenze. Non è più tempo di parole, ma di azioni concrete delle istituzioni e delle autorità competenti, e di interventi che garantiscano la sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Incidente lavoro Prato: Valeria Fedeli (Pd), subito commissione inchiesta

“La morte sul lavoro di Luana, lavoratrice e giovane mamma, stritolata da un macchinario, è un fatto inaccettabile”, Valeria Fedeli componente della commissione Lavoro del Senato

“Per tutta la mia vita sindacale mi sono occupata di lavoratrici e lavoratori tessili. E oggi da senatrice continuo a occuparmi di lavoro, di donne, di diritti e tutele. A pochi giorni dal 1 maggio, la morte sul lavoro di Luana, lavoratrice e giovane mamma, stritolata da un macchinario, è un fatto inaccettabile. La prima condizione per lavorare è lavorare in sicurezza. Eppure dall’inizio dell’anno questo è già il secondo incidente mortale in un’azienda tessile nella zona di Prato. Torno a segnalare, come già fatto nel settembre scorso, che il 31 ottobre del 2019 il Senato della Repubblica istituiva la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati. A distanza di un anno e mezzo non solo non si è mai riunita ma nemmeno si è ancora costituita”.

Così la senatrice Pd Valeria Fedeli componente della commissione Lavoro del Senato. “Eppure in Italia – aggiunge – si continua a morire sul lavoro, ad ammalarsi e infortunarsi. Non solo per il COVID, che pure richiede un sistema di controllo e prevenzione specifico, ma anche, come successo alla giovanissima operaia impiegata nell’azienda tessile di Oste di Montemurlo in provincia di Prato, perché si finisce incastrati in un rullo. Questo non può accadere in un Paese civile. Bisogna mettere al centro la sicurezza sul lavoro, la prevenzione, la manutenzione, la formazione”.

“Sono sconvolto dalla tragica morte sul lavoro della giovane mamma toscana, Luana, deceduta ieri in un incidente sul lavoro in un industria tessile del pratese.Un dramma che non ho nemmeno le parole per commentare, mi limito solo a esprimere il mio dolore per questa giovane vittima e il mio cordoglio alla famiglia. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una tragedia su un posto di lavoro. L’ennesima. Ma non possiamo continuare a piangere vite umane perse lavorando.La sicurezza sul lavoro è un diritto fondamentale, che dobbiamo garantire sempre e comunque. Questa è una tragedia che, a prescindere dalle cause, non possiamo accettare: è necessario aumentare i controlli, promuovere una maggiore cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro e più formazione. La sicurezza del lavoro deve essere, e restare, una delle priorità dell’agenda politica di maggioranza”. Lo afferma il senatore Roberto Calderoli, vice presidente del Senato

Trascinata da rullo, 22enne muore nel Pratese, incidente lavoro

In provincia di Prato è morta una 22enne intrappolata in un macchinario, un orditoio, dopo essere stata trascinata da rullo

Una 22enne è morta in seguito a un infortunio sul lavoro avvenuto stamani in un’azienda tessile in via Garigliano a Oste di Montemurlo, in provincia di Prato. Secondo le prime ricostruzioni la giovane sarebbe rimasta intrappolata in un macchinario, un orditoio, dopo essere stata trascinata dal rullo.

Immediatamente i colleghi di lavoro della 22enne hanno dato l’allarme, ma una volta arrivato sul posto il personale inviato dal 118, non ha potuto che constatare che la giovane lavoratrice era già morta. Intervenuti anche i vigili del fuoco per liberare il corpo della giovane. Sul posto anche gli ispettori dell’Asl, che dovranno ricostruire la dinamica della tragedia e accertare il rispetto delle norme di sicurezza all’interno dell’azienda, i carabinieri e il sindaco di Montemurlo Simone Calamai. Il macchinario è stato posto sotto sequestro dalla magistratura, insieme all’area dove è avvenuta la tragedia.

Sono stati numerosi gli incidenti che si sono succeduti da inizio anno:il 2 febbraio un operaio di 23 anni è morto schiacciato sotto una pressa a Montale. Il giorno precedente in un infortunio avvenuto a Castelfranco di Sotto (Pisa), aveva perso la vita un uomo di 51 anni, titolare di una ditta di termoidraulica, che stava effettuando una manutenzione a una cisterna in una conceria. Il 30 gennaio era morto un ciclofattorino a Montecatini Terme, mentre svolgeva una consegna.

Morto vicino ai binari, uomo indagato per omicidio e furto

Morto rinvenuto vicini ai binari: un  29enne di Prato è indagato per omicidio e furto in seguito alla morte di Claudio Vita, l’imprenditore 32enne di Montignoso (Massa Carrara), titolare di un locale a Cinquale, trovato privo di vita  lungo la ferrovia tra le stazioni di Massa centro e Forte dei Marmi (Lucca).

La conferma arriva dall’avvocato Leonardo Pugi, che assiste il ventinovenne e che dichiara: “Il mio cliente ha solo cercato di fuggire da un’aggressione, non ha partecipato in alcun modo alla disgrazia”.

Il 29enne è stato sentito ieri dai carabinieri e sottoposto anche a perquisizione. In seguito al rinvenimento della salma di Vita la procura di Massa ha aperto un fascicolo per omicidio: il 32enne è stato trovato con un profonda ferita alla testa.

Su cosa sia accaduto, in base anche ad alcune testimonianze, l’ipotesi dei carabinieri
che indagano è che l’uomo possa però essere rimasto vittima di un incidente mentre cercava di fermare quello che credeva essere l’autore del furto di un suo borsello contenente 5.000 euro e che era salito su un treno merci in movimento.

Lo stesso Vita si sarebbe aggrappato al convoglio finendo poi per cadere. L’avvocato Pugi, riferendo il racconto del suo assistito ai militari, ha spiegato che il 29enne si trovava domenica sera nel locale del 32enne dove ci sarebbero state altri 15 persone.

Lo stesso imprenditore, questo sempre secondo il racconto del giovane, avrebbe mostrato il borsello con i soldi che poi “sarebbe scomparso e le persone che erano lì hanno iniziato ad accusarsi a vicenda.

Quando il mio cliente si è visto rincorrere è fuggito ed è salito sulla prima carrozza di un treno merci in partenza dalla stazione, probabilmente qualcuno è salito più indietro per inseguirlo”. Intanto oggi dovrebbe essere effettuata l’autopsia.

Il pratese, in base alla ricostruzione dei militari, sarebbe salito a metà convoglio mentre Claudio Vita, che aveva l’uso di un solo braccio a causa di un incidente stradale di anni fa e girava per questo sempre con un tutore, si sarebbe aggrappato all’ultimo convoglio del treno. Non ci sarebbero dopo questo momento altre testimonianze da parte delle persone che erano col 32enne. La salma è stata poi ritrovata alcuni chilometri dopo la stazione, vicino ai binari. Secondo i carabinieri il 32enne sarebbe caduto: “Non può esserci stata colluttazione tra i due sul treno – è stato spiegato dai militari – perché Vita si è aggrappato all’ultimo vagone merci, e tra lui e la persona che inseguiva abbiamo contato 15 vagoni”.

Toscana zona arancione, Firenze, Prato ed altre aree zona rossa

Firenze, la Toscana, per atto del Ministro della Salute, è in zona arancione da lunedì 12 Aprile. Sentito lo stesso Ministro della Salute permangono in zona rossa fino alle ore 14 di Sabato 17 Aprile le Province di Firenze e Prato, la notizia arriva in tarda sera dall’ufficio stampa del presidente Eugenio Giani.

Inoltre rimangono in zona rossa i comuni della Toscana di San Miniato, Montopoli in Val d’Arno, Santa Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto parte della Provincia di Pisa ma compresi nella zona socio sanitaria Valdarno Empolese Valdelsa, i comuni di Poggibonsi, San Gimignano, Colle di Val d’Elsa, Casole d’Elsa, Radicondoli compresi nella zona socio sanitaria Alta Vald’elsa, Provincia di Siena.

Le due province e le due zone sociosanitarie superano l’indice di contagio settimanale dei 250 contagiati su 100.000 abitanti, dato limite indicato dalla legge per l’assunzione di provvedimenti.

L’atto è determinato dalla situazione ad alto rischio nel sistema ospedaliero e sanitario con fortissima occupazione di terapie intensive e alta diffusione di ricoveri nei reparti Covid.

I pareri dei Direttori di Asl competenti sono concordi nel chiedere di limitare la mobilità per non congestionare ulteriormente e il sistema ospedaliero e sanitario toscano.

Le decisioni sono state assunte dopo attento esame in assemblee con i Sindaci dei territori interessati.

“Pur con la Toscana di nuovo arancione, Prato resta zona rossa anche per la prossima settimana – ha commentato sulla sua pagina Facebook il sindaco Matteo Biffoni, secondo cui – al di là del numero dei contagi (oggi si contano 158 casi positivi e cinque decessi) e del trend dei parametri fortunatamente in ribasso, non possiamo ignorare l’appello dei medici ospedalieri e di tanti operatori sanitari che ci chiedono ancora cautela e rigore”.

Per Biffoni, “la gravità del virus, la sua capacità di diffusione, la necessità di ricoverare anche persone giovani e quindi la necessità di attivare ulteriori posti letto Covid-dedicati, l’utilizzo della terapia intensiva sono le preoccupazioni di cui è doveroso farci carico”. Il sindaco ha poi definito “urgente” l’arrivo di “un consistente numero di vaccini per tutte le fasce di età”

Il presidente della Regione Eugenio Giani ha firmato le ordinanze che decretano il permanere in zona rossa, fino alle ore 14 di sabato 17 aprile, di Città metropolitana di Firenze, Provincia di Prato, Comuni di San Miniato, Montopoli in Val d’Arno, Santa Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto, (in Provincia di Pisa ma compresi nella zona socio sanitaria Valdarno Empolese Valdelsa) e di quelli di Poggibonsi, San Gimignano, Colle di Val d’Elsa, Casole d’Elsa, Radicondoli (in Provincia di Siena ma compresi nella zona sanitaria Alta Valdelsa).

“Di comune accordo con il ministro Speranza e con tutti i sindaci, dopo sei riunioni svoltesi nella tarda serata di ieri per condividere ogni scelta – spiega Giani – abbiamo deciso di mantenere ancora una settimana in rosso i territori della Provincia di Prato e della Città metropolitana di Firenze, capoluogo compreso. Sono cinque giorni in più ma sono quei cinque giorni che ci servono a non ingolfare gli ospedali”. Quanto alla decisione di mantenere in rosso anche Firenze che pure avrebbe numeri da zona arancione.

“Si è deciso – prosegue Giani – d’intesa con tutti i sindaci, di mantenere in rosso anche Firenze per la saturazione di posti letto e terapie intensive negli ospedali della zona e perché fortemente connessa con il resto dell’area metropolitana e con altri territori come Empolese Valdelsa o il comprensorio del cuoio, dove l’indice di contagio è ancora un po’ più alto. Una scelta intelligente che consentirà di contenere i contagi e di favorirne la decrescita”. L’ordinanza, precisa Giani, stabilisce una scadenza per le zone che restano in rosso, quella di sabato 17 aprile alle 14. Una sorta di luce in fondo al tunnel. “Abbiamo voluto così introdurre un elemento di speranza per le attività produttive che – prosegue il presidente – tornando in arancione dal pomeriggio di sabato 17, potranno così pensare ad un fine settimana di riaperture. Credo che questo sarà un sacrificio destinato a dare i suoi frutti e che, con all’accelerazione della campagna vaccinale e all’arrivo di migliori condizioni climatiche porterà a stabilizzare la situazione. Un primo segnale incoraggiante viene già da stamani, con 1.177 nuovi casi contro gli oltre i 1.600 di sabato scorso e con timidi segnali di liberazione di terapie intensive”.

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