Prato, Traffico paralizzato, Biffoni “Non prendete l’auto”

Prato, dall’alba di oggi un imponente ingorgo automobilistico paralizza Prato. Il traffico ha bloccato per lungo tempo il viale Leonardo da Vinci in direzione del casello di Prato Est e attorno alle 9.30 era arrivato a bloccare addirittura la zona centrale della città, mentre si procede a passo d’uomo sulla strada Perfetti-Ricasoli, alternativa all’A11 per raggiungere Firenze.

“Si raccomanda ai cittadini di non prendere l’automobile durante la mattinata se non strettamente necessario”, scrive sui social il sindaco di Prato Matteo Biffoni. Le cause del traffico impazzito, stando alla ricostruzione della polizia municipale di Prato, sono da ricollegare alla chiusura la notte scorsa, per lavori, del tratto dlel’A1 tra Barberino e Calenzano, nel Fiorentino, con conseguenti code che hanno riverberato i loro effetti sulle strade pratesi.

Oltre a questo, un incidente sulla strada provinciale Barberinese, nel comune di Calenzano, avrebbe complicato ulteriormente la situazione. Intanto riguardo alla situazione in A1 le code segnalate al momento si sono ridotte a 8 km da Sasso Maroni (Bologna) verso Firenze e a 3 da Firenze nord verso Bologna.

Le code sulla A1 erano arrivate fino a 20 km verso sud tra Sasso Marconi (Bologna) verso Firenze e 15 a partire da Incisa verso il capoluogo emiliano, in conseguenza di una chiusura notturna, per lavori, del tratto tra Barberino del Mugello e Calenzano in entrambe le direzioni, che è stato poi riaperto. Autostrade per l’Italia.

Stamane Autostrade consigliava percorsi alternativi per le lunghe percorrenze da Milano verso Firenze di seguire la A15 Parma la Spezia, la A12 Sestri-Livorno, la A11 Firenze-Pisa nord e immettersi sulla A1: “Chi proviene da Bologna potrà seguire la A14 Bologna-Taranto, uscire a Cesena nord, percorrere la E45 e rientrare in A1 a Orte; percorso inverso da Roma in direzione Bologna. A chi si trova in prossimità dell’evento ed è diretto verso Bologna si consiglia di uscire ad Incisa, seguire per Pontassieve, proseguire per Dicomano e rientrare a Barberino del Mugello in direzione Bologna”.

34enne scomparso a Prato: un arresto per sequestro e omicidio

Secondo la denuncia della fidanzata dell’uomo scomparso, l’uomo sarebbe stato rapito, a scopo di estorsione, lo scorso 26 aprile

Ad un ventinovenne cinese, già sottoposto a fermo, è stata notificata dai carabinieri di Prato una misura di custodia cautelare nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Dda di Firenze in relazione a un suo connazionale scomparso: secondo la denuncia della fidanzata di quest’ultimo, l’uomo sarebbe stato rapito, a scopo di estorsione, lo scorso 26 aprile. Sequestro di persona e omicidio i reati contestati.

Le indagini hanno portato lo scorso 10 giugno alla scoperta di un cadavere in avanzato stato di decomposizione tra la vegetazione vicino all’ex Istituto Cicognini, in via della Fontana a Prato: sono in corso analisi del Dna per capire se si tratti del 34enne. L’inchiesta vede indagate altre tre persone sui quali sono in corso ulteriori accertamenti.

Le indagini, svolte soprattutto attraverso l’analisi dei tabulati di numerose utenze telefoniche e l’incrocio del tracciato del Gps presente sull’auto in uso all’arrestato, noleggiata in un’officina di Prato 3 giorni prima del sequestro, avrebbero permesso di appurare, secondo i carabinieri, il coinvolgimento del 29enne nel sequestro.

Proprio vicino all’ex Istituto Cicognini la mattina del 26 aprile la macchina dell’arrestato risulta essere stata in sosta per oltre mezz’ora, mentre contestualmente le utenze telefoniche della vittima risultavano avere agganciato ripetitori nell’area. La stessa auto si sarebbe poi allontanata da Prato, facendo ritorno in serata, venendo quindi abbandonata in via Lodi dove è stata trovata dagli investigatori il 3 giugno, con le chiavi trovate a casa del 29enne nel corso di una perquisizione. Sempre la mattina del 26 aprile la vittima, dopo aver accompagnato la propria fidanzata sul luogo di lavoro a Prato, risulterebbe essersi incontrata con l’arrestato, probabilmente perché attirata in una trappola. Poco dopo, la stessa vittima si sarebbe messa in contatto con parenti e conoscenti chiedendo denaro. Poi non avrebbe più dato notizie di sé. Il 29enne è stato poi sottoposto a fermo, convalidato dal gip, il giorno dopo il rinvenimento del cadavere ancora da indentificare.

Morto dopo iniezione ‘mezzo di contrasto’ per tac, a 2 giorni dal vaccino

Prato, la procura della città della Toscana, ha disposto un’autopsia sul cadavere di un uomo di 73 anni che è morto mentre stava eseguendo una Tac in un istituto privato della città, accusando un malore subito dopo che gli era stato iniettato il liquido di contrasto.

L’uomo che è morto, aveva effettuato due giorni prima il richiamo all’immunizzazione anti Covid, ricevendo la seconda dose del vaccino Astrazeneca.

Le indagini sono dei carabinieri. Al momento il fascicolo è senza indagati. Il decesso risale a mercoledì pomeriggio in un istituto di Radiodiagnostica alla periferia est di Prato. Subito dopo il decesso sono intervenuti i carabinieri.

I mezzi di contrasto, indispensabili per poter effettuare la Tac, sono sostanze in grado di modificare il modo in cui una regione analizzata appare in un’immagine medica. Praticamente riescono ad alterare il contrasto di un organo, di una lesione, o di qualsiasi altra struttura rispetto al background, in modo da rendere visibili dettagli che altrimenti risulterebbero non apprezzabili.

I due elementi che si usano più frequentemente nei liquidi che costituiscono i mezzi di contrasto sono il bario e lo iodio, quello più usato nella Tac è solitamente un liquido allo iodio, e per poter effettuare esami è necessario portare con sé il consenso informato compilato con il proprio medico, questo perché ci possono essere rischi inerenti al farmaco in caso di insufficienza renale grave e di allergia al medesimo.

I mezzi di contrasto iodati sono quindi controindicati in caso di accertata ipersensibilità allo iodio, insufficienza renale o cardiaca grave e gammopatie, come il mieloma multiplo, che portano a rilascio di elevate quantità di proteine nel plasma.

 

Marcello arriva a Prato, collettiva in presenza a Officina Giovani

Marcello in presenza. A Officina Giovani la mostra collettiva degli artisti che hanno partecipato  al laboratorio Fare Arte Contemporanea a cura di Estuario project space. Inaugurazione sabato 26 giugno ore 17:00.

Inaugura sabato 26 giugno alle 17:00 Marcello in presenza la mostra finale del progetto Fare Arte Contemporanea, a cura di Estuario, negli spazi di Officina Giovani a Prato.  Sono 26 i ragazzi tra i 18 e i 28 anni che hanno partecipato al laboratorio teorico e pratico a cura di Estuario Fare Arte Contemporanea, realizzato all’interno del Progetto Giovani Talenti – Arte, Design e Impresa finanziato dalla Presidenza Consiglio dei Ministri, e promosso dall’Associazione Luigi Pecci, Comune di Prato e Università di Firenze/Dipartimento di Architettura DIDA.

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Tutte le lezioni del laboratorio si sono svolte a distanza e su piattaforme online. I temi trattati hanno vagliato i vari aspetti del “fare arte contemporanea”: dall’ideazione, alla realizzazione e alla comunicazione dell’arte, durante le quali sono stati esaminati i processi creativi, i fattori concettuali e pratici nella definizione di un’opera d’arte e di una mostra, il funzionamento attuale del sistema artistico, l’organizzazione e la promozione degli eventi e la presentazione del proprio lavoro. Il titolo Marcello in presenza nasce da un confronto aperto, in cui attraverso l’analisi delle dinamiche del gioco, del paradosso e dei processi collettivi, un fraintendimento linguistico si è trasformato in un pretesto creativo. Un gioco di parole ma soprattutto una necessità: incontrarsi, fare qualcosa insieme, condividere uno spazio e dare forma a un progetto collettivo.

Marcello è in presenza anche se è figlio della DAD, di jitsi meet, di internet, ma soprattutto di giovani menti artistiche. E Marcello è nato proprio per questo: per sviare allo stato di isolamento vissuto da ognuno di noi, con il desiderio di un ritorno in presenza.

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Gli studenti del corso si sono suddivisi secondo le proprie inclinazioni. Alcuni di loro hanno lavorato alla mostra come curatori:Cristoforo Lippi, Saverio Osso, Viola Pierozzi e Matilde Toni, mentre Leonardo Corti ha affiancato la docente di grafica Dania Menafra nella realizzazione della comunicazione.
Nelle celle frigo di Officina Giovani e in alcuni spazi esterni e diffusi sono visibili le opere di: Giuseppe Amorim Esposito, Carolina Cappelli, Sofia Cassina, Linda Cipriani, Nicoletta Crapuzzi, Fiamma D’Auria, Vanessa Davini, Gaia Gentilotti, Sara Grandi, Jiaying Li, Lisha Liang, Gemma Mazzotti, Lavinia Nuti, Vale Palmi, Tommasi Patacchini, Elisa Pietracito, Alice Risaliti, MUZ (Samuel Rosi), Gianluca Tramonti, Flavia Tritto, Ilenia Zingarelli.

Gli artisti portano una serie di lavori coerenti con la propria ricerca e realizzati appositamente per il progetto in cui il processo inverso della scelta del titolo come primo step ha aperto una serie indefinita di possibilità interpretative.

Marcello
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Marcello è un invito alla collettività a riunirsi per incontrarlo, ma senza la certezza che possa essere davvero trovato. Marcello è tutto ciò che tu vuoi che sia, ciò che vedi e ciò che pensi, ma può anche diventare il tuo incubo peggiore, da cui vuoi prendere le distanze e la cui presenza ti spaventa. Marcello è un’occasione d’incontro, è l’inizio e la fine di tutto, è al contempo opera d’arte e spettatore ipotetico.

Estuario è una delle realtà presenti negli spazi di Officina Giovani a Prato, che dal 2019, anno di inizio residenza nel citato spazio, ha proposto laboratori sia in loco che nelle scuole pratesi e ha organizzato una serie di talk, incontri e mostre sulle arti visive contemporanee.
L’idea del laboratorio Fare Arte Contemporanea è stata quella di fornire strumenti atti a sollevare un pensiero critico e a intraprendere un percorso consapevole in quelle che sono le professioni dell’arte contemporanea, tramite una pedagogia dialogica e rizomatica, e allo stesso tempo costruire un progetto collettivo che ne formalizzi gli esiti.
L’immagine grafica di Marcello in presenza, i cui aspetti morfologici sono parte stessa del processo comunicativo e di esegesi, è frutto di una collaborazione tra i ragazzi del corso e i docenti a cui è stato chiesto di realizzare una personale versione di “Marcello”, conferendole tramite questo processo partecipativo e collettivo, una prospettiva dai risvolti polisemantici.

Estuario project space è un progetto di: Marina Arienzale, Serena Becagli, Francesca Biagini, Roberto Fassone, Matteo Innocenti, Dania Menafra, Enrico Vezzi, Virginia Zanetti.
Estuario project space è uno spazio di condivisione e dialogo prima ancora di definirsi come luogo fisico. Si trova a Prato, ad Officina Giovani, Prato, a seguito di un bando per residenze creative del Comune di Prato.

Frodi mascherine, risarcimenti di 2mln ad Estar

Prato, la centrale per gli acquisti sanitari della Regione Toscana, Estar, riceverà quasi 2 milioni di euro dei 3,2 che aveva pagato per la commessa da 93 milioni di mascherine stipulata con Yl, ditta cinese finita in un’inchiesta per frodi della procura di Prato e guardia di finanza per i Dpi commissionati in emergenza Covid.

L’indagine, un anno fa, aveva fatto emergere delle maxi-frodi ai danni della Regione Toscana: le mascherine non solo non rispondevano ai requisiti di qualità ma la loro produzione era stata subappaltata a ditte cinesi con operai irregolari nonostante l’appalto non prevedesse l’esternalizzazione del lavoro.

Ora, una sentenza del giudice Alberto Lippini ha accordato 15 patteggiamenti e confiscato circa 2 milioni di euro al gruppo Yl, soldi che appunto devono essere restituiti ad Estar. Patteggiano una condanna a 1 anno e 10 mesi i due fratelli al vertice del gruppo Yl che, in piena emergenza sanitaria, convertì la produzione da abbigliamento a dispositivi di protezione.

La conversione fruttò due maxi-commesse: una da Estar per 93 milioni di mascherine, e l’altra dalla Presidenza del Consiglio dei ministri che ne ordinò 7 milioni da distribuire alla Protezione civile. L’incasso complessivo avrebbe dovuto essere di 45 milioni.

Gli altri patteggiamenti riguardano parenti dei fratelli a capo della Yl e 10 cinesi a capo delle varie ditte in subappalto: per loro condanne da 1 anno e 2 mesi, a 2 anni, a seconda del numero di lavoratori irregolari alle dipendenze.

Le accuse, a vario titolo, sono frode in pubblica fornitura, truffa aggravata ai danni di Estar e truffa tentata ai danni della Presidenza del Consiglio, impiego di manodopera clandestina, sfruttamento del lavoro e favoreggiamento della permanenza in Italia di operai irregolari per trarne profitto.

Manomesso il macchinario dove è morta Luana

Prato, sarebbe stato manomesso il quadro elettrico dell’orditoio al quale stava lavorando Luana D’Orazio, ciò avrebbe avrebbe consentito il funzionamento del macchinario anche senza la saracinesca di protezione abbassata.

Questo è quanto è stato riferito dal Tgr Rai Toscana sugli accertamenti in corso sul macchinario manomesso nel quale è stata trascinata Luana D’Orazio, la giovane che ha perso la vita nell’incidente del 3 maggio in un’azienda tessile di Montemurlo.

Ma non è tutto, la perizia avrebbe rilevato anche un’altra manomissione grave, che avrebbe reso possibile l’incidente mortale: il circuito del pulsante di avvio sarebbe stato manomesso consentendo il funzionamento in automatico, e cioè sarebbe stato possibile azionare il pulsante di avvio della macchina, con la saracinesca alzata, cosa questa che dovrebbe essere impossibile da fare, proprio per garantire la sicurezza di chi lavora alla macchina. dovrebbe essere inattivo. La perizia sarà consegnata a giorni.

L’ipotesi che i sistemi di sicurezza dei macchinari della ditta di Montemurlo in cui è morta Luana D’Orazio fossero stati manomessi per funzionare anche con i cancelli di protezione alzati, era stata avanzata già nelle prime fasi delle indagini. Nel fascicolo aperto alla procura di Prato, che indaga sul caso, oltre all’omicidio colposo contestato anche il reato di “rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro”.

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