🎧 Una scultura per Pablito: omaggio a Paolo Rossi a Prato

Una scultura per Pablito: E’ stata presentato a Prato il progetto di un busto che sara’ realizzato in ricordo del campione del mondo di Spagna ’82’, Paolo Rossi, deceduto lo scorso 9 dicembre 2020. A distanza di 60 anni da quando e dove tutto era iniziato per Rossi, il piccolo Piazzale della Cipresseta di Santa Lucia a Prato, la cittadina toscana si prepara a accogliere un’opera d’arte, in ricordo e in omaggio al grande campione.

Tutto nasce dall’ispirazione di Elisa Morucci, giovane artista fiorentina che, all’indomani della scomparsa del campione, ha avuto l’idea di dedicargli una scultura.

“Sono stata fin da giovanissima una grande appassionata di calcio, ancora oggi mi piace guardare le vecchie partite in bianco e nero degli anni 60/70 in tv – ha raccontato Elisa Morucci – Inoltre Paolo Rossi e’ stato il mio primo grande amore platonico di bambina. Avevo 5 anni nell’82 e ho imparato ad amare questo splendido sport, anche grazie a lui. Quando ho appreso che ci aveva lasciati, l’emozione e’ stata grande, sono affiorati i ricordi ed e’ stato naturale il desiderio di tributargli un omaggio”. In poco tempo l’idea si e’ trasformata in un’impresa artistica della quale il Comune di Prato e la Pro loco di Santa Lucia si sono fatti promotori. Una volta completata, la scultura sara’ collocata nel piazzale della piccola frazione pratese dove, tra l’altro, il locale campo sportivo e’ intitolato a Vittorio Rossi, padre di Paolo.

“Paolo Rossi e’ patrimonio nazionale e ancor piu’ per noi e’ Paolo di Santa Lucia. Quest’opera e’ un tributo all’uomo, al campione, a un esempio di generosita’ – ha dichiarato Matteo Biffoni, sindaco di Prato -. I suoi occhi, il suo sorriso gentile, il suo esempio restano per ciascuno di noi un valore, ricordarlo nella ‘sua’ Prato e’ un gesto d’affetto e di stima da parte di tutta la citta’”. “Prato e’ importante nella vita di Paolo e della nostra famiglia perche’ qui lui e’ nato, cresciuto, e’ sempre stato legato a questa realta’ – ha spiegato Federica Cappelletti, vedova di Paolo Rossi – Anche se e’ andato via abbastanza presto Prato e’ sempre rimasta nel suo cuore. Ritengo giusto collocare questo busto a Santa Lucia perche’ Santa Lucia era la sua casa. Ho conosciuto Prato venendo a Santa Lucia, qui sono cresciute le nostre bambine e il primo figlio di Paolo, e quindi per noi Santa Lucia e’ veramente importante. Ringrazio l’autrice di questo busto, e mi sembra che sia fedele all’immagine di Paolo e questo mi fa molto piacere anche perché non era facile”. La scultura, raffigurante il mezzo busto di Paolo Rossi, verra’ realizzata in bronzo e marmo.

Furto in casa Paolo Rossi: ipotesi banda organizzata

Una banda organizzata, non un ladro per così dire occasionale, avrebbe messo a segno, con ogni probabilità, il furto nella casa di Paolo Rossi a Bucine (Arezzo) mentre a Vicenza si tenevano i funerali.

Il furto in casa di Paolo Rossi proprio mentre si svolgevano i funerali del campione, sarebbe opera di una banda organizzata. E’ quanto ipotizzano i carabinieri di Arezzo che oggi hanno svolto una serie di accertamenti nella tenuta di Rossi, immersa nella campagne di Poggio Cennina, presidiando la villa del giocatore dove tra l’altro sempre oggi c’è chi ha portato fiori e maglie lasciandole al cancello.

Da quanto emerso chi ha agito non avrebbe lasciato impronte. Due o forse tre i mezzi con cui i malviventi sarebbero arrivati sul posto come indicherebbero alcune testimonianze di persone che hanno notato movimenti di auto. Riguardo al bottino, secondo un primo inventario, dalla casa sarebbe sparito il Rolex indossato abitualmente da Paolo Rossi, 150 euro e forse qualche gioiello di non ingente valore: cimeli ed altro sono conservati
altrove in sicurezza proprio per precedenti furti avvenuti in zona.

Intanto il sindaco di Bucine Nicola Benini, parlando con i giornalisti, si è detto sconvolto per quanto avvenuto, proprio nel momento in cui il paese si prepara ad omaggiare Paolo Rossi
con una cerimonia che si terrà in settimana, e a dedicargli lo stadio locale. “Rossi era amico di tutti qui, potevi trovarlo dal macellaio, al bar, in qualche cena pubblica – dice Benini -.
Mi ha scritto stamani la moglie Federica sottolineando come non vuole che questo possa rovinare il fiume di affetto e amore formatosi intorno a Paolo.

Per tale motivo anche noi lo ricorderemo ma senza decretare il lutto cittadino proprio per ricordarlo come un uomo solare e pieno di umanità. Spero comunque che prendano i banditi al più presto”.

Paolo Rossi, camera ardente Covid in ospedale Siena, messaggi cordoglio

Siena, la salma di Paolo Rossi si trova da questa mattina all’obitorio dell’ospedale Le Scotte.

Secondo quanto si apprende una camera ardente Covid sarà allestita all’interno della struttura, a partire dalla tarda mattinata e rimarrà aperta soltanto per parenti e amici stretti in base alle disposizioni di contenimento del Coronavirus. Al momento all’interno dell’obitorio sono presenti i familiari di Paolo Rossi. La salma, sempre secondo quanto si apprende, dovrebbe lasciare l’ospedale nella mattinata di domani.

Arrivano numerosi intanto i messaggi di cordoglio per la morte del campione del mondo, “Ci ha lasciati Paolo Rossi, l’eroe di Spagna ’82 cresciuto come calciatore a Firenze, sui campi di Soffiano, alla Cattolica Virtus – ha scritto sul proprio profilo Facebook, il sindaco di Firenze Dario Nardella – Non dimenticheremo mai le gioie di quel mundial. Grazie Pablito, un grande abbraccio a Federica e ai ragazzi”.

“Noi ragazzi dell’82, sempre insieme in tutti questi anni. Ciao amico” è il messaggio che Giancarlo Antognoni postato sui social per ricordare Paolo Rossi con il quale ha condiviso il Mondiale vinto in Spagna e tante altre avventure in azzurro e da avversari. L’attuale dirigente della Fiorentina ha corredato il messaggio con una fotografia che lo immortala abbracciato a Paolo Rossi, entrambi sorridenti, in occasione di una mostra a palazzo Banci Buonamici di Prato dedicata tre anni fa proprio a Pablito e i protagonisti del successo spagnolo. “Una delle ultime foto assieme” ha specificato Antognoni.

“Ricordo di aver visto la finale dei mondiali ’82 in un bar a Castiglione della Pescaia insieme ad un amico, ho ancora nella mente la grande gioia per quella vittoria”. Il vescovo di Prato Giovanni Nerbini piange la morte di Paolo Rossi. Il vescovo ammette di non essere un grande appassionato di calcio, ma quel giorno di 38 anni fa lo ricorda benissimo e quando questa mattina ha saputo della morte dell’ex calciatore “è rimasto molto colpito e dispiaciuto”. “Mi ha sempre colpito la sua cordialità e la sua faccia sempre sorridente – dichiara Nerbini – era una persona positiva e ispirava molto simpatia, anche per quella sua parlata toscana che lo faceva essere uno di noi. Lo affido nella preghiera ed esprimo le mie sentite condoglianze alla moglie Federica”. Paolo Rossi era nativo di Santa Lucia, frazione a nord di Prato. Il parroco della sua infanzia è lo stesso di oggi, don Mauro Rabatti, che lo ricorda con grande affetto. “Insieme al fratello Rossano frequentava la parrocchia. Fin da ragazzino dimostrava di essere un calciatore promettente e quando passò, prima all’Ambrosiana del Soccorso e poi alla Cattolica Virtus di Firenze, si capì subito che sarebbe diventato un campione”.

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani: “Con profondo cordoglio e commozione, a nome mio personale e della Regione Toscana, mi associo al dolore della famiglia per la scomparsa di Paolo Rossi, il più grande calciatore toscano e uno dei più forti giocatori italiani di tutti i tempi. Quei tre gol al Brasile ai mondiali del 1982, che aprirono la porta alla conquista del titolo da parte degli azzurri, sono rimasti nella storia del calcio mondiale. Rossi era toscano di Prato. Il suo nome è indissolubilmente legato alla squadra del Lanerossi Vicenza che, da neopromossa, portò a sfiorare lo scudetto nel 1978. Alla moglie Federica e ai figli giunga la vicinanza non solo della Regione ma di tutto il popolo toscano”. Ed ancora: “Troveremo sicuramente il modo per rendere un degno omaggio alla memoria e al valore di questo grande uomo di sport”.

“Gli ho appena dato la benedizione, è un’assenza, lascia un vuoto affettivo e non solo nel mondo del calcio”. Così don Giovanni Tondo, sacerdote della diocesi di Siena all’uscita dalla camera ardente dopo aver dato l’ultima benedizione alla salma di Paolo Rossi. “E’ stata una persona che ha voluto bene e che si è fatta voler bene, questo affetto rimane anche per effetto della comunione – ha aggiunto il religioso -. Sono un tifoso e parroco nella diocesi di Siena ero qui e ho fatto volentieri la benedizione”‘ a Paolo Rossi.

 

E’ morto Paolo Rossi, il ‘Pablito’ del Mundial ’82

E’ arrivata nella notte la notizia della morte di Paolo Rossi. L’annuncio della scomparsa del campione del Mondiale 1982, e’ stato dato dalla moglie, Federica Cappelletti, con una foto su instagram che li ritrae insieme.   Rossi, 64 anni compiuti lo scorso 23 settembre, era nato a Prato nel 1956. Conosciuto con il soprannome ‘Pablito’, fece sognare l’Italia con i suoi gol nel Mondiale in Spagna del 1982, che gli valsero il titolo di capocannoniere.

Era nato a Prato il 23 settembre del 1956, Paolo Rossi, per tutti ‘Pablito’ dai Mondiali del 1978 in Argentina, muove i primi passi nel Santa Lucia, formazione dell’omonima frazione di Prato. Ma e’ nel 1972, adolescente, che su di lui mette gli occhi, e le mani, la Juventus. Come si diceva una volta, ‘va a farsi le ossa’ in altre squadre e in momenti diversi della carriera, come il Vicenza, dove viene allenato da Giovan Battista Fabbri che lo trasformera’ nell’attaccante che poi e’ stato, e il Perugia, ma poi fa sempre ritorno a casa, a Torino. E con la ‘Vecchia Signora’ vincera’ 2 scudetti, una Coppa Italia, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa Uefa e 1 Coppa dei Campioni. Nel 1980 rimane coinvolto nello scandalo scommesse nel mondo del calcio. Era il suo unico anno al Perugia, l’accusa era quella di aver truccato la sfida con l’Avellino, in cui segno’ due gol. Rossi ha sempre dichiarato di essere estraneo ai fatti ma alla fine fu squalificato per due anni.

Scontata la squalifica, che pero’ gli fece saltare gli Europei del 1980, Enzo Bearzot decise di convocarlo per il Mondiale spagnolo, sacrificando il capocannoniere del campionato Roberto Pruzzo tra l’incredulita’ generale. Nella prima fase del torneo iridato Rossi non ripago’ in pieno la fiducia del ct, come del resto tutta la squadra: arrivarono tre pareggi poco convincenti, ma l’Italia passo’ comunque il turno. E come all’improvviso gli azzurri iniziarono a girare: Zoff alzo’ la saracinesca in porta, la difesa eresse un muri con Gentile, Scirea, Collovati e Cabrini. Il centrocampo divenne insuperabile con Oriali e Tardelli, ma anche con le idee di Antognoni, mentre le sgroppate di Bruno Conti, soprannominato a quel torneo ‘Marazico’ da Pele’, erano una manna dal cielo per Ciccio Graziani e soprattutto per Paolo Rossi. Che si scateno’ soprattutto in tre partite: nella storica vittoria contro un soprattutto in tre partite: nella storica vittoria contro un Brasile strepitoso, segnando tre reti, in semifinale contro la Polonia, una doppietta, e in finale contro la Germania Ovest, con il gol che apri’ i festeggiamenti azzurri. Sei volte, come i sorrisi e le braccia al cielo di questo eroe timido: “Non mi e’ mai mancata la fiducia dell’ambiente- dira’ Paolo Rossi anni dopo a proposito di quella esperienza indimenticabie- Neanche dei giocatori e dell’allenatore. Per me e’ stato fondamentale. E la fortuna ha voluto che sono arrivato al momento opportuno”. E a proposito della vittoria con il Brasile: “Per me e’ cambiato tutto, sono stato baciato dalla buona sorte”. Dopo il ritiro dal calcio giocato e’ stato anche opinionista e commentatore per Rai, Mediaset e Sky. Rossi lascia la moglie, Federica, e tre figli: Sofia Elena, Maria Vittoria e Alessandro.

(Fonte Agenzia DIRE)

Aeroporto Pisa: antagonisti tentano blocco check in Turkish airlines

Alcune decine di antagonisti pisani stamani hanno tentato di bloccare l’operatività dei check in della Turkish airlines. L’atto nell’aeroporto pisano è stato una protesta contro i raid turchi nel nord della Siria ai danni della popolazione curda. Intervenuta la polizia che ha consentito le operazioni di imbarco.

L’atto di protesta degli antagonisti pisani ha richiesto l’intervento della polizia. Si è evitato così che la tensione si trasformasse in disordini, consentendo che le operazioni per l’imbarco si completassero senza interruzioni. I passeggeri che dovevano effettuare il check in con la Turkish airlines sono stati fatti passare altrove.
Presente in aeroporto il questore Paolo Rossi che ha seguito l’evolversi della situazione. Il volo Turkish diretto a Istanbul, previsto per stamani, è partito nel pomeriggio ma per ritardi legati allo sciopero nazionale e ai piani di volo.
Il 18 ottobre scorso, sempre a Pisa, ignoti avevano imbrattato due cartelloni pubblicitari della Turkish Airlines nei pressi dell’aeroporto, lanciando uova contenenti vernice rossa.

Pisa, 16enne in coma dopo mix di droga e alcol: questura chiude pub

Disposta la chiusura del pub nel centro storico di Pisa che aveva venduto alcolici ad una 16enne. La ragazzina era stata poi ricoverata in coma all’ospedale dopo una serata di alcol e droga. Il questore di Pisa Paolo Rossi ha applicato l’articolo 100 del Tulps disponendo la chiusura del pub per una settimana.

La nota della questura spiega che i vigili urbani avevano nei giorni scorsi accertato che nel locale erano state vendute in precedenza bevande alcoliche da asporto a un minorenne. La ragazzina si era sentita male ed era stata trasportata in ospedale in coma. La 16enne si è poi ripresa ed è stata dimessa. Alcuni controlli hanno scoperto che il locale somministrava alcolici dopo le 3 di notte nonostante l’ordinanza del Comune di Pisa che ne vieta la vendita dopo l’1.30. “Sono state inoltre accertate altre violazioni amministrative sempre in riferimento alla normativa sulla vendita di alcolici con ripetute sanzioni elevate nei confronti del titolare”, si legge nella nota.
Incrociando i dati in possesso di polizia e carabinieri la questura ha anche appurato “che il locale e lo spazio antistante del pub erano ormai ritrovo di persone già note alle forze dell’ordine e di stranieri clandestini e con precedenti per spaccio e reati contro il patrimonio e contro la persona”. Dopo queste valutazioni, la questura ha deciso di sospenderne l’attività.
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