Palazzo Strozzi lancia progetto per nuova relazione con pubblico, online

Vista la difficile situazione e l’obbligo di restare a casa, salvo spostamenti ‘necessari e indifferibili’, Palazzo Strozzi lancia ‘IN CONTATTO’: progetto per una nuova relazione con il pubblico attraverso social, sito internet e blog.

Questo il comunicato di Palazzo Strozzi:

“Ci troviamo di fronte a una sfida inusuale per la nostra istituzione: il venir meno del rapporto diretto con le opere d’arte che normalmente è la base del nostro lavoro. Per questo motivo nasce il progetto IN CONTATTO: il blog del sito palazzostrozzi.org si trasforma in una piattaforma di testi, immagini, video, storie e approfondimenti a disposizione di tutti, creando un nuovo contatto con il nostro pubblico, con la volontà di stimolare a distanza una riflessione attraverso il linguaggio che noi conosciamo meglio: quello dell’Arte.”
“Il blog sarà collegato alla nostra newsletter – fanno sapere sempre da Palazzo Strozzi -, che informerà dei contenuti in tempo reale, e ai canali Instagram e Facebook di Palazzo Strozzi, che proporranno diversi estratti e suggestioni. Punto di partenza per questo nuovo progetto è la mostra Tomás Saraceno. Aria che ci permette di parlare di presente e futuri possibili, di connessioni e isolamento, di partecipazione e meditazione: una riflessione più che mai attuale per portare avanti nuove visioni di futuro e di realtà.”

Il primo contributo di questo nuovo progetto è una riflessione del direttore di Palazzo Strozzi Arturo Galansino, curatore della mostra, dal titolo ‘Come in una ragnatela’.

Di seguito un estratto: “Palazzo Strozzi, come ogni istituzione culturale che voglia parlare al proprio tempo, si impegna a trattare i temi più rilevanti del presente. La mostra Tomás Saraceno. Aria racchiude nei nostri spazi espositivi svariati ‘futuri’, immaginari e utopici ma allo stesso tempo estremamente veri e attuali. Si tratta di visioni fatte di armonia, di equilibrio, nelle quali le connessioni sono evidenti e la cooperazione necessaria. Oggi, alla luce della situazione che stiamo vivendo, le installazioni dell’artista ci parlano, seppur dalla distanza siderale delle sale vuote, con una forza anche maggiore e una consapevolezza nuova”.

“Aria”, di Tomàs Saraceno. A Palazzo Strozzi

“Aria”, di Tomàs Saraceno, è la nuova mostra a Palazzo Strozzi.

 

Con “Aria” Tomàs Saraceno, artista argentino nato nel 1973, propone una mostra e soprattutto un nuovo modo di pensare. Una rivoluzione culturale profonda.

I temi di Saraceno sono quelli più urgenti della nostra epoca: l’inquinamento, i cambiamenti climatici, la sostenibilità. Adesso è di moda, ma lui lo fa da anni. Con lavori che sono al tempo stesso eleganti e drammaticamente seri, segnali di una vera e propria urgenza.

Per “Aria”, Saraceno ha creato una grande istallazione site specific, cioè pensata proprio per le sale di Palazzo Strozzi. A cominciare dall’istallazione nel cortile.

Al di là della bellezza evidente e immediata di alcuni lavori, o della mostra tutta, è importante capire che “Aria” propone soprattutto un rovesciamento del modello culturale dominante. Una rivoluzione culturale.

Infatti, come ha scritto il curatore Arturo Galansino, “Aria” propone il passaggio “dall’uomo al centro dell’universo, concetto fondante dell’Umanesimo rinascimentale, all’uomo come parte di un tutto in cui ricercare una nuova armonia attraverso la distruzione di ogni gerarchia e visione piramidale”.

“Aria” dunque vuole farci riflettere sul fatto che pensare a un futuro diverso da quello voluto dalla cultura neoliberista sia non solo possibile ma urgente e necessario.

Viviamo in un’era nella quale, dice Saraceno, “l’estensione degli ecosistemi si sta riducendo sempre di più, proporzionalmente agli investimenti intercontinentali delle multinazionali agricole. La spazzatura aumenta e rimbalza da costa a costa mentre i portafogli di pochi diventano sempre più gonfi e i fumi tossici degli inceneritori si spingono oltre confine”.

E ancora: “Ciò che sta tra noi e il sole è controllato da pochi ed è sempre più compromesso: le emissioni di carbonio riempiono l’aria, le polveri sottili galleggiano nei nostri polmoni mentre le radiazioni elettromagnetiche avvolgono la terra. Dettando il ritmo del capitalismo digitale nell’era del surriscaldamento globale”.

Ecco, le multinazionali e il capitalismo digitale. E contro le loro prospettive (e magari anche contro i virus e le pandemie che in queste situazioni si scatenano) “Aria” propone l’idea che sia possibile – e necessario – vivere in maniera diversa.

Da subito, prendendo coscienza del fatto che viviamo in un’ era geologica dominata dai danni provocati dall’uomo, e cioè nell’Antropocene.

Questo termine indica l’era nella quale tutto l’ambiente terrestre, nell’insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, è condizionato dagli effetti dell’azione umana. Cioè, in poche parole, dall’inquinamento.

Però ormai è chiara a tutti l’entità dei danni che abbiamo inflitto al nostro ecosistema in nome della cieca corsa al profitto. E quindi è sempre più necessario e urgente dar vita a una nuova sensibilità, creata in nome di una nuova ecologia del comportamento e sviluppata in nome di ideali collettivi.

Quindi deve cambiare tutto e bisogna ripartire da prospettive nuove. “Aria” suggerisce che l’arte può e deve aprire il cammino a nuove sensibilità. Lavorando insieme alla scienza in nome dell’interesse comune.

E allora diventa centrale, come dice ancora Tomàs Saraceno,  “focalizzarsi meno sull’individualità e più sulla reciprocità”. Solo così sarà possibile ipotizzare “uno sviluppo condiviso del nostro quotidiano”.

Sono parole purtroppo ancora rivoluzionarie. Don Milani diceva cose simili cinquanta e passa anni fa! E’ su queste basi che Saraceno ha pensato “Aria”.

“Aria” è costruita intorno a 33 speciali carte “dei tarocchi” reinventate dall’artista. E si sviluppa in 9 ambienti.

Al centro di tutto, la figura del ragno e le sue ragnatele. A simbolo e metafora dei legami di tutto ciò che esiste in natura. Per indicare che siamo tutti legati insieme. E che, invischiati in un’unica enorme ragnatela, siamo tutti un’unico Uno.

Tutti: noi umani, gli animali, il regno vegetale e quello minerale, l’aria che respiriamo e l’acqua che beviamo, sotto la luce del sole che illumina la nostra galassia e la nostra Madre Terra. E ognuno di noi.

Margherita Abbozzo. Tutte le fotografie sono state fatte da me.

 

 

“Aria” è a Palazzo Strozzi fino al 19 luglio 2020. Accompagna la mostra un ricchissimo programma di attività ed eventi in vari luoghi di Firenze che potete consultare qui.

Palazzo Strozzi: saranno esposte nel cortile sfere specchianti Saraceno

Tre grandi sfere specchianti appese nel cortile di Palazzo Strozzi a Firenze, come metafora di una nuova era di solidarietà tra uomo e ambiente: in questo consiste l’installazione dal titolo ‘Thermodynamic Constellation’ di Tomàs Saraceno, protagonista della prossima mostra ospitata da Palazzo Strozzi.

L’installazione, presentata oggi e realizzata grazie alla Fondazione Cr Firenze, sarà visibile nel cortile del palazzo dal giorno di inaugurazione della mostra, in programma dal 22 febbraio al 19 luglio. Composta da tre sfere costituite da lamine trasparenti e a specchio, l’opera nasce dalla sperimentazione di Saraceno con reali mongolfiere, capaci di volare grazie all’energia solare. Si tratta, infatti, di prototipi di palloni aerosolari, in grado di compiere voli su lunghe distanze, fluttuando libere da frontiere e combustibili fossili.
L’opera si presenta come punto di partenza per una riflessione sui temi della sostenibilità e sul rapporto tra arte e scienza. Sarà inoltre proposto un programma di attività di approfondimento per le scuole e i visitatori.

“A Palazzo Strozzi – ha commentato il direttore Arturo Galansino – continuiamo un percorso di scoperta dell’arte contemporanea. Questa volta con Tomàs Saraceno, un’artista poco più che 40enne, uno dei grandi protagonisti dell’arte di oggi, in grado di parlare di temi che ci toccano da vicino come l’ambiente e la sostenibilità. Le sfere sono metafora di un nuovo modo di viaggiare, liberi dalle frontiere che dividono i Paesi e liberi anche dai combustibili fossili”. Per la vicepresidente della Regione Toscana e assessore alla Cultura Monica Barni “Palazzo Strozzi mette sempre al centro studio e ricerca, proponendo mostre che ci fanno riflettere sul presente”.

Pergola Young Card, il Teatro incontra i giovani per costruire il domani

Nasce la Pergola Young Card, la carta under30 per entrare a far parte della comunità stretta attorno alla Pergola, con sconti per gli spettacoli in cartellone, un numero Whatsapp dedicato e agevolazioni, anche, presso il Teatro Studio ‘Mila Pieralli’, gli Amici della Musica, Palazzo Strozzi. Un’opportunità di scambio e sostegno reciproco, capace di mettere insieme tradizione e innovazione culturale, storia e presente, per nuove, autentiche possibilità espressive.

Il Centro Studi del Teatro della Pergola, luogo di ricerca e promozione culturale della Fondazione, è impegnato a rendere accessibile a tutti il patrimonio della memoria custodito dal Teatro, con presentazioni di libri, incontri, convegni, mostre e approfondimenti, soprattutto per i giovani: questo è l’obiettivo della Pergola Young Card.

Il teatro è un fattore attivo nella società, è un luogo d’incontro e arricchimento: anche nella stagione 2019/2020 il Teatro della Pergola si conferma non interessato solo alla semplice erogazione di spettacoli, quanto, piuttosto, alla ricerca di un rapporto con il pubblico. Centrale è la costruzione e cura di una comunità coesa, raccolta attorno alla storia della Pergola, proiettata nel domani. L’obiettivo è quello di un Teatro d’Arte orientato ai giovani.

pergola young card

L’articolata e diversificata proposta di iniziative e attività culturali che qui presentiamo permettono quindi di vivere la Pergola come mezzo di espressione e, soprattutto, strumento di formazione. Per quei giovani che sono curiosi del teatro e lo vedono come una possibilità per crescere o allargare i propri orizzonti, quelli che non ne sanno nulla, quelli che lo hanno incontrato e rifiutato, quelli che il teatro lo fanno più o meno consapevolmente e che domani saranno i veri fautori del nuovo.

La principale novità della stagione 2019/2020 per agevolare l’avvicinamento dei giovani al Teatro e alle sue numerose iniziative e attività è la nuova tessera Pergola Young Card.

Pergola Young Card è l’evoluzione della storica ETI 21 ideata da Alfonso Spadoni, la tessera che fin dai primi anni ’70 ha portato al Teatro della Pergola migliaia di giovani con il motto “a Teatro senza il Provveditore”, e che negli anni ha ampliato la sua fascia di utenza dai minori di 21 anni agli under26, e oggi, per rispondere ai cambiamenti della società e alla forte richiesta, viene dedicata agli under30.

La card costa 10 €, è valida per la stagione 2019/2020 e consente di acquistare gli spettacoli del Teatro della Pergola a 12 € l’uno, usufruire di agevolazioni e iniziative dedicate. In particolare, consente di acquistare, oltre ai biglietti per gli spettacoli della stagione di prosa della Pergola, ulteriori biglietti a prezzo ridotto per gli spettacoli del Teatro Studio ‘Mila Pieralli’, per i concerti degli Amici della Musica (5 €), per le mostre di Palazzo Strozzi (4 €). Dà diritto, inoltre, a riduzione sui corsi del Centro di Avviamento all’Espressione e del Laboratorio d’Arte del Teatro della Pergola e sull’acquisto di libri presso la Libreria dei Lettori.

pergola young card

La Pergola Young Card è in vendita presso la biglietteria di prevendita del Teatro della Pergola, una volta ritirata la card sarà possibile acquistare i biglietti in biglietteria o online. Inoltre, per agevolare la comunicazione con i giovani tesserati, è stato attivato un profilo Whatsapp (055.22641) così da poterli rendere partecipi di attività o iniziative del teatro a essi dedicate.

Tra le iniziative pensate per coinvolgere i più giovani attraverso canali a loro più vicini, il progetto Il teatro illustrato: The Dubliners prevede la partecipazione degli studenti della TheSign – Comics & Arts Academy Firenze alle fasi di preparazione e realizzazione della produzione del Teatro della Toscana The Dubliners con iNuovi diretti da Giancarlo Sepe, che trasformeranno le giornate dei giovani attori e quadri salienti della pièce in un racconto a fumetti e immagini. Gli elaborati, che comporranno un diario diffuso sui social per permettere di seguire la messinscena, verranno poi esposti in una mostra visitabile durante le giornate di recite dello spettacolo (14 aprile – 8 maggio).

Sul fronte delle attività dedicate alle scuole dell’Area metropolitana fiorentina, l’offerta didattica alla scoperta del teatro è approfondita e diversificata. Il suo valore è stato recentemente confermato anche dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che nell’ambito delle valutazioni dei Teatri Nazionali ha attribuito alle iniziative del Teatro della Toscana per l’educazione e promozione verso le scuole e i giovani il punteggio più alto assegnabile.

Accanto alla consueta offerta degli spettacoli nei teatri gestiti e ai progetti ormai consolidati (ad esempio, le attività didattiche nei dietro le quinte, i percorsi sulle professionalità artistiche, tecniche e organizzative che ruotano intorno allo spettacolo) l’offerta quest’anno si è arricchita di due nuove proposte: Atto I. La mia prima volta al teatro dei Grandi, un progetto di avvicinamento al teatro che vuole formare spettatori consapevoli, realizzato in collaborazione con iNuovi, e i corsi per docenti dedicati all’arte di comunicare in pubblico. La proposta per le scuole è realizzata in collaborazione con il Comune di Firenze – Chiavi della Città, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, il Dipartimento Scuola e Giovani delle Gallerie degli Uffizi.

Per i giovanissimi e le loro famiglie, invece, viene proposto un calendario di appuntamenti la domenica mattina con attività che vedranno coinvolti anche iNuovi e che spaziano da letture interattive, giochi di scoperta e caccia al tesoro, pièce teatrali, tutte finalizzate a far dialogare i bambini con lo spazio in cui si trovano attraverso la fantasia e l’esperienza di gioco. Vedere fratelli, nonni, zii e genitori che, insieme ai bambini, si ri-appropriano in maniera ludica e attiva di uno spazio che è magico e speciale, anche quando le luci dello spettacolo sono spente, è il miglior modo per costruire un rapporto di vicinanza fra teatro e pubblico, di tutte le età.

Le attività di ricerca e promozione culturale della Fondazione sono curate dal Centro Studi del Teatro della Pergola, il luogo di tutela e valorizzazione del patrimonio archivistico, librario e museale del teatro, creato nel 2013 per recuperare l’esperienza di ricerca culturale della dismessa Biblioteca Teatrale Alfonso Spadoni.

La biblioteca, con oltre 15.000 volumi, e i fondi archivistici e fotografici – tra cui l’archivio dell’Accademia degli Immobili, quelli di Orazio Costa, Arnoldo Foà e Paolo Emilio Poesio – offrono un servizio di consultazione aperto a studenti, studiosi, operatori e appassionati di teatro.

Tra le numerose iniziative pensate per rendere accessibile a tutti il patrimonio della memoria custodito dal Teatro, come presentazione di libri, incontri, convegni, mostre e approfondimenti storico-culturali, si segnalano nella prima parte di stagione le attività collaterali allo spettacolo I giganti della montagna – tra cui la mostra Venuto dal Caos. Luigi Pirandello al Teatro della Pergola (16 ottobre – 3 novembre), un viaggio tra i protagonisti e le compagnie che hanno interpretato sul palcoscenico del Teatro della Pergola il teatro pirandelliano, e l’incontro di Gabriele Lavia con gli studenti universitari (28 ottobre) – e la mostra Paolo Grassi…senza un pazzo come me, immodestamente un poeta dell’organizzazione, un elogio al primo organizzatore culturale e direttore del primo teatro pubblico in Italia, in occasione dei 100 anni dalla nascita (11 novembre – 16 dicembre). Nel 2020 inaugurerà, poi, Spettatori. Il Teatro della Pergola e il suo pubblico, una mostra che ripercorre la storia del Teatro della Pergola rivolgendo il proprio sguardo sul pubblico.

 

Visto il successo registrato nella scorsa stagione, con oltre 1500 presenze, proseguiranno anche quest’anno le attività di valorizzazione turistica, che a partire da novembre consentiranno ad appassionati e turisti di visitare il Teatro della Pergola e il suo percorso museale con un calendario di visite guidate in italiano e in inglese il mercoledì, giovedì e venerdì mattina. La possibilità di scoprire i sotterranei, il palcoscenico, il backstage e i luoghi più inconsueti, di eccezionale bellezza, è modulata sulle esigenze dei partecipanti e dei richiedenti con una visita alla scoperta di percorsi segreti, meccanismi scenici, vezzi della corte medicea, scaramanzie del teatro odierno: un viaggio negli oltre 350 anni di storia del Teatro della Pergola, in un monumento fra i più antichi d’Europa, sospesi tra fatti, personaggi, aneddoti e leggende.

pergola young card

La proposta per i visitatori singoli e i gruppi interessati a prender parte a una visita collettiva condotta dal personale della Pergola ha il titolo Pergola Grand Tour (tutti i mercoledì, giovedì e venerdì, alle ore 10 e 12), il costo di 8 € l’intero e di 5 € il ridotto. In italiano e inglese, a partire dal 1 novembre fino al 30 giugno 2020.

Per visitatori esigenti, per coloro che vogliano una visita in esclusiva, per studiosi di lingua o nell’ambito di lezioni dell’Università, anche con percorsi su tematiche specifiche, il teatro della Pergola propone visite in lingua italiana, inglese e francese, e in altre lingue su richiesta. Le visite esclusive, su prenotazione, possono essere svolte in orario e date concordate, con un costo di 10 € a persona, a partire da un minimo di 10 persone.

Continua, inoltre, la collaborazione con La Compagnia delle Seggiole che propone In sua movenza è fermo, per incontrare gli attori che interpretano i personaggi chiave della storia della Pergola in una la visita spettacolo itinerante. Una domenica al mese, biglietto 15 € intero, 12 € ridotto.

Natalia Goncharova: la nuova mostra a Palazzo Strozzi

?Firenze, “Natalia Goncharova – Tra Gauguin, Matisse e Picasso” è la nuova mostra a Palazzo Strozzi. Aperta dal 28 settembre al 12 gennaio 2020.

Natalia Goncharova è stata un’artista fenomenale. Russa, nacque nel 1881 nelle campagne del centro del paese; studiò arte – anzi meglio, studiò scultura, una scelta non convenzionale per una donna dell’epoca – dopo essersi trasferita a Mosca. E diventò celebre molto velocemente come figura di punta della vivacissima avanguardia artistica di quel periodo.

Infatti negli anni d’inizio del Novecento a Mosca c’era un ambiente culturale frizzante, aperto e attento a quanto succedeva nel campo dell’arte europea. Questo anche grazie ai tanti grandi collezionisti russi, gran nababbi dalle ricchezze favolose, che viaggiavano e compravano, e poi portavano in patria tutto quello che avevano scoperto nei loro viaggi a Parigi, Londra, Berlino e Roma.

Per tutti comunque Parigi era il vero magnete, il centro della cultura. E a Parigi Natalia Goncharova espone giovanissima, già nel 1906, prima che l’arrivo da San Pietroburgo dello straordinario impresario teatrale Diaghilev faccia scoppiare tra i francesi la mania per la cultura russa con i suoi Ballet Russes. Con Diaghilev lei collaborò a lungo. E in mostra si vedono bozzetti, disegni, e due costumi originali davvero bellissimi.

 

Sempre avanti di vari passi, Natalia Goncharova è la prima artista di tutta l’avanguardia russa, maschi inclusi, ad avere una grande personale a Mosca, nel 1913. E la prima a scatenare le reazioni inferocite dei classici benpensanti. Tutti scandalizzati davanti ai suoi dipinti di modelle nude (è la prima donna a dipingerli) mentre nessuno batte un occhio davanti agli stessi soggetti dipinti da artisti uomini…

Così Natalia Goncharova viene accusata di tutto: di immoralità, di blasfemia, di offesa alla pubblica morale, di pornografia. Viene sempre assolta. E lei continua imperterrita a sfidare la pubblica morale: convivendo senza sposarsi, partecipando a performances pubbliche (nel 1913!) con il volto e il corpo dipinti (è stata la prima donna a fare una cosa del genere) ed esponendosi fondando un movimento artistico dopo l’altro.

La mostra a Palazzo Strozzi racconta bene il grande talento di questa artista così importante, e così ingiustamente cancellata dal canone della storia dell’arte fino a pochi anni fa. Bravo dunque il direttore Arturo Galansino, che già l’anno scorso aveva dedicato a Marina Abramovic la prima personale di una donna mai allestita nel Palazzo (!).

Le sale occupate dalla mostra sono 8. Tutte rutilanti di colori, dove i quadri sono esposti contro fondali fioriti. Con una scelta azzardata che però funziona bene. Soprattutto, sono le opere a funzionare bene. Piene come sono di richiami e rimandi all’arte coeva più interessante e d’avanguardia, dai futuristi italiani ai modernisti francesi.

Uscita dalla Russia per lavoro nel 1915 con il compagno artista Mickhail Larionov, Natalia Goncharova non vi tornerà mai più. Visse da esule a Parigi, come tanti altri grandi russi scappati dalla Rivoluzione. E a Parigi continua a lavorare piena di idee e di energie fino alla sua scomparsa, nel 1962.

 

Margherita Abbozzo. Tutte le fotografie sono mie.

La mostra è a cura di Ludovica Sebregondi, Fondazione Palazzo Strozzi, di Matthew Gale, Head of Displays, e Natalia Sidina, Curator, International Art della Tate Modern, Londra.

Info per la visita qui.

Gimmy Tranquillo ha intervistato la curatrice della mostra Ludovica Sebregondi:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/09/190926_00_GONCHAROVA-L_SEBREGONDI.mp3?_=1

ed il Direttore Generale di Palazzo Strozzi, Arturo Galansino:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/09/190926_00_GONCHAROVA-L_GALANSINO.mp3?_=2

Instagram sblocca video con ‘Modella’ di Goncharova

Instagram ha sbloccato il video promozionale sulla mostra di Palazzo Strozzi dedicata a Natalia Goncharova, in programma dal 28 settembre al 12 gennaio 2020. L’opera ‘incriminata’ è “Modella (su sfondo blu)”. La stessa Fondazione Palazzo Strozzi, tramite il proprio social media manager, aveva contattato il social network facendo notare la situazione.

L’artista Natalia Goncharova (1881-1962) è un’esponente delle Avanguardie del primo ‘900, censurate e processata in Russia a causa della sua arte. E’ stata la prima artista russa ad esporre dipinti di nudo femminile. L’accusa è quella di aver offeso la pubblica morale e di pornografia, anche se fu sempre assolta. La vicenda ha fatto scalpore poichè ad essere censurata è un’opera d’arte. Il motivo della misura adottata dal social network Instagram è la presenza di “immagini raffiguranti nudità e porzioni di pelle eccessive” relativo all’opera ‘Modella’. Quest’ultima è infatti presente nel video di presentazione della mostra e sarà esposta anche nella mostra a Firenze.

Il direttore generale della Fondazione, Arturo Galansino, aveva commentato: “Come successo l’anno scorso con Marina Abramovic anche Natalia Goncharova, artista delle avanguardie di primo ‘900, viene censurata dai social media. Si può dire che, dopo oltre un secolo, l’opera di Natalia riesce ancora a scandalizzare come aveva fatto ai suoi tempi”. “Si innesca così  inevitabilmente – ha continuato -una domanda: può un algoritmo determinare un principio di censura all’interno di uno dei principali mezzi di comunicazione e informazione del mondo?”.

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