🎧 Gli “Angeli caduti” di Kiefer a Palazzo Strozzi… e nel cortile

“Angeli caduti” – Dal 22 marzo al 21 luglio 2024 la Fondazione Palazzo Strozzi presenta una nuova grande mostra ideata e realizzata insieme a uno dei più importanti artisti tra XX e XXI secolo, Anselm Kiefer: un percorso fra lavori storici e nuove produzioni, inclusa “Engelssturz” (Caduta dell’angelo) la nuova grande opera creata in dialogo con il cortile rinascimentale.

Con i suoi sette metri di altezza, il dipinto ha per soggetto il celebre brano dell’Apocalisse che descrive il combattimento tra l’arcangelo Michele e gli angeli ribelli, metafora della lotta tra Bene e Male. L’opera è il punto di partenza dell’esposizione e ci invita a riconsiderare il nostro rapporto tra dimensione terrena e mondo spirituale. La realizzazione di “Engelssturz” è stata realizzata grazie al sostegno della Fondazione Hillary Merkus Recordati.

©photoElaBialkowskaOKNOstudio

Con l’uso audace di diversi materiali e tecniche, Kiefer crea lavori celebri per una forte presenza fisica e tattile, stabilendo una connessione immediata e autentica con lo spettatore. Profondamente interessato al loro valore alchemico, Kiefer trasforma materie grezze come piombo, cera, semi, terra, fiori, sabbia e cenere in opere imponenti e suggestive, fatte di dense stratificazioni. Utilizzando l’elettrolisi o il fuoco, ad esempio, i materiali sono sottoposti a reali trasformazioni fisiche. I diversi strati visivi, le sedimentazioni, offrono una lettura multipla, rivelando sempre nuovi dettagli e significati all’osservatore.

«Anselm Kiefer ha lavorato a Palazzo Strozzi realizzando un progetto espositivo totalmente nuovo che esalta la forte vitalità della sua arte», dichiara Arturo Galansino (AUDIO), Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra. «Kiefer è uno dei massimi artisti viventi e la sua ricerca attinge dalla letteratura, dalla filosofia e dalla storia, in una riflessione continua sulla natura dell’essere umano. A Palazzo Strozzi le sue opere sono messe in dialogo con l’architettura rinascimentale, amplificando le stratificazioni dei loro significati intorno a temi come la memoria, la storia e la guerra. La mostra diviene un invito a tutti i visitatori a investigare la complessità dell’esistenza tra passato, presente e futuro e nella dialettica tra spiritualità e materialità».
foto dell’allestimento della mostra di Palazzo Strozzi Ansel KIefer. Angeli caduti ©photoElaBialkowskaOKNOstudio e ritratto Anselm Kiefer ©photoludovica_arcero_saywho

La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi. Sostenitori pubblici: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze. Sostenitori privati: Fondazione CR Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Main Partner: Intesa Sanpaolo. Con il contributo di Città Metropolitana di Firenze. Con il supporto di Gagosian. Si ringrazia Maria Manetti Shrem e Fondazione Hillary Merkus Recordati.

Mostre, Sgarbi contro esposizione Beato Angelico a Palazzo Strozzi

“La sede naturale e inevitabile di una mostra sul Beato è nel convento di San Marco, dove le sue opere principali sono conservate e dove il Beato ha vissuto la parte più importante della sua vita” dice il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi

“Ottima idea la mostra di Beato Angelico. Ma nessuna opera – dice Sgarbi – uscirà dagli Uffizi e dal museo di San Marco per andare a palazzo Strozzi. La sede naturale e inevitabile di una mostra sul Beato è nel convento di San Marco, dove le sue opere principali sono conservate e dove il Beato ha vissuto la parte più importante della sua vita”.  lo afferma il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.

Il 21 gennaio 2021, ricorda ancora sgarbi, “ha riaperto il Museo di San Marco con la nuova Sala del Beato Angelico, nota in precedenza come Sala dell’Ospizio, che la Direzione regionale musei della Toscana tutela. È assurdo spostare opere che sono appena state esposte nel Museo. ll convento di san Marco fu il luogo dove il Beato Angelico maggiormente operò. Il complesso di San Marco, con la chiesa e il convento, era il cuore della vita religiosa e civile della Firenze del Quattrocento. Il rapporto fra il banchiere fiorentino Cosimo de Medici e il frate Giovanni, poi Beato Angelico, è ben visibile all’interno del convento: dal chiostro alla sala dello Spizio, dove sono il giudizio universale o il tabernacolo dei linaioli, fin dentro ogni cella dei frati domenicani è possibile vedere le opere del Beato Angelico”.

“Il Beato aveva atteso al trasferimento dal San Domenico di Fiesole a San Marco di Firenze. Negli anni fra il 1439 e il 1440 fu mandato a Cortona, per conto di Cosimo de’ Medici, per donare ai frati domenicani una pala del convento di San Marco. Il frate rimase nel convento fiorentino fino al 1445 . Quando palazzo Strozzi fu costruito – conclude – Beato Angelico era morto da più di cinquant’anni” ha concluso Sgarbi

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Yan Pei-Ming, pittore di storie. La mostra a Palazzo Strozzi dal 7 luglio al 3 settembre – VIDEO

Dai monumentali autoritratti e ritratti della madre e del padre a personaggi storici come Mao Zedong e Adolf Hitler, ma anche reinterpretazioni di opere come la Monna Lisa di Leonardo o l’Innocenzo X di Velázquez o di due copertine della rivista «Time» dedicate rispettivamente nel 2008 al presidente russo Vladimir Putin e nel 2022 a quello ucraino Volodymyr Zelensky. A Palazzo Strozzi arriva Yan Pei-Ming, pittore di storie.

Dal 7 luglio al 3 settembre la più grande mostra mai dedicata in Italia all’artista franco-cinese, parte del progetto Palazzo Strozzi Future Art sviluppato con la Fondazione Hillary Merkus Recordati. A cura di Arturo Galansino, l’esposizione di Yan Pei-Ming propone un percorso di oltre trenta opere che permettono di esplorare la potente e originale ricerca dell’artista sulla relazione tra immagine e realtà, in un cortocircuito tra vita personale e storia collettiva, simboli e icone della cultura e della storia dell’arte tra Oriente e Occidente.

Oltre a ritratti e autoritratti non mancano le connessioni con l’Italia. L’esposizione di Yan Pei-Ming a Palazzo Strozzi ospita infatti una sequenza di dipinti legati a celebri immagini fotografiche che hanno documentato drammatici momenti della storia italiana del Novecento, in una sorta di trilogia di deposizioni laiche: l’esposizione a testa in giù dei corpi di Benito Mussolini e Claretta Petracci a Piazzale Loreto a Milano nel 1945; il corpo riverso di Pier Paolo Pasolini all’idroscalo di Ostia nel 1975; il ritrovamento di Aldo Moro nel bagagliaio di un’auto a Roma nel 1978.

Celebre per una profonda e appassionata riflessione sulla pittura nell’arte di oggi, Yan Pei-Ming invita a ripensare il rapporto tra storia e contemporaneità, memoria e presente. Esplorando generi come il ritratto, il paesaggio, la natura morta e la pittura di storia, i suoi dipinti prendono vita a partire dal modello di immagini fotografiche estrapolate da fonti diverse, come immagini personali, copertine di giornali, still cinematografici o celebri opere della storia dell’arte. Yan Pei-Ming ci porta a riflettere sulla contraddizione tra realtà e rappresentazione, verità e costruzione delle immagini, tema sempre più centrale nell’era della riproduzione e della condivisione digitale della storia pubblica e delle nostre vite private.

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L’artista

Nato a Shanghai nel 1960, Yan Pei-Ming si trasferisce nel 1980 in Francia, dove oggi vive e lavora. Come egli stesso afferma: «Presumo di essere un artista cinese ed europeo, ma sono prima di tutto un artista». Cresciuto in Cina durante la Rivoluzione Culturale, si è infatti formato sulla storia dell’arte europea fondendo insieme tecniche, fonti e temi che ibridano Oriente e Occidente. Fondamentali per l’artista sono modelli iconografici della cultura visiva occidentale, ma a questi si uniscono anche soggetti che rimandano in maniera diretta alla Cina come le figure della tigre e del dragone o quelle di Mao e Bruce Lee, mito della sua infanzia e iconico anello di congiunzione tra Ovest ed Est, Hollywood e Hong Kong.

Yan Pei-Ming è pittore di storia e di storie: “pittore di storia” quando rilegge momenti iconici del passato anche recente, ma anche “pittore di storie” personali. Come egli stesso afferma: «non sono un pittore romantico, sono un pittore del nostro tempo». Ritraendo sé stesso e i propri familiari o celebri figure o momenti storici, Yan Pei-Ming esalta un rapporto diretto e quasi brutale con i propri modelli attraverso uno stile basato su pennellate vigorose e ampie stese direttamente senza disegni preparatori. Egli stesso si definisce “pittore d’assalto”: Yan Pei-Ming attacca la tela con grande energia, quasi in un corpo a corpo con la materia pittorica. La tavolozza è spesso bicolore: nera e bianca, rossa e bianca, blu e bianca. Il colore diviene un modo per amplificare la forza espressiva dei suoi quadri, spesso creati in formati monumentali, in cui lo spettatore sembra poter “entrare”. Le immagini diventano quasi astratte a distanza ravvicinata, macchie di colore che si intrecciano e sovrappongono, acquisendo nitidezza solo da lontano. La stessa nitidezza che si può percepire per avvenimenti di un passato prossimo, che necessitano di un distacco cronologico per essere compresi e analizzati.

La mostra è promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze com parte del progetto Polozzo Strozzi Future Art sviluppato con la Fondazione Millary Merkos Recordati, Main supporter: Fondazione CR Firenze. Sostenitori: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Intesa Sanpaolo, Comitato del Partner di Palazzo Strozzi, Con il contributo di Città Metropolitana di Firenze.

Apollo Awards, la mostra ‘Donatello, il Rinascimento’ premiata come migliore esposizione dell’anno

Londra, si è svolta il 6 dicembre la cerimonia degli Apollo Awards, i più importanti premi a livello internazionale per musei e istituzioni culturali, organizzata dalla rivista internazionale Apollo Magazine: ad essere premiata come migliore esposizione dell’anno la mostra Donatello, il Rinascimento, tenutasi a Palazzo Strozzi e al Museo del Bargello a Firenze dal 19 marzo al 31 luglio 2022.

Una nota di Palazzo Strozzi spiega che Donatello, il Rinascimento ha rappresentato la prima e più completa retrospettiva mai realizzata dedicata a uno dei maestri più importanti e influenti dell’arte italiana di tutti i tempi. Curata da Francesco Caglioti, ha ricostruito attraverso oltre 130 opere il percorso eccezionale di uno dei padri del Rinascimento, a confronto con capolavori di artisti a lui contemporanei quali Brunelleschi e Masaccio, Mantegna e Giovanni Bellini, ma anche successivi come Raffaello e Michelangelo. Non è la prima volta che la Fondazione Palazzo Strozzi viene premiato da Apollo Magazine per le sue mostre: la prima premiazione risale al 2014, con la grande mostra Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della ‘maniera’.

“L’assegnazione di questo riconoscimento ci riempie di gioia e soddisfazione – commenta Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi – e conferma, ancora una volta, la qualità dell’offerta di Palazzo Strozzi, che produce mostre tanto originali e coraggiose quanto di successo, tenendo fede al disegno della Fondazione di portare a Firenze eventi culturali di livello internazionale”.

“Siamo orgogliosi del prestigioso premio della rivista Apollo – dice Paola D’Agostino, direttrice dei Musei del Bargello – che esemplifica il ruolo cruciale del Museo Nazionale del Bargello, cardine delle collezioni di scultura italiana nel mondo”.

🎧 Palazzo Strozzi, presentato il bilancio dell’esercizio 2021

Firenze, presentato il bilancio dell’esercizio 2021 e il nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Palazzo Strozzi. Ma l’evento annuale è anche tradizionalmente l’occasione per fare un bilancio delle attività dell’anno trascorso.

Nonostante tutto, per Palazzo Strozzi, il 2021 è stato un anno di importanti successi, con una programmazione che ha mirato a consolidare e ampliare il ruolo della Fondazione come istituzione culturale di riferimento a livello nazionale e internazionale.

In podcast le valutazioni del Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, Arturo Galansino intervistato da Gimmy Tranquillo.

Pilastro per il triennio 2022-2024 è la conferma alla presidenza della Fondazione del professor Giuseppe Morbidelli, in carica dal 2019, e il rinnovo del Consiglio di Amministrazione con la nuova nomina di Andy Bianchedi per il Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi e le riconferme come membri di Leonardo Ferragamo (anche Presidente Onorario della Fondazione) per la Regione Toscana, Aldo Cursano per la Camera di Commercio di Firenze, Giacomo Bei per il Comune di Firenze, Lionardo Ginori Lisci per la Fondazione CR Firenze e Jacopo Mazzei per Intesa Sanpaolo.

Nei primi mesi del 2021, segnati da chiusure e restrizioni dovute all’emergenza sanitaria del Covid-19, Palazzo Strozzi ha proposto due principali iniziative che hanno riscosso grande successo. Complessivamente i visitatori delle mostre sono stati circa 240mila. Prima immagine della ripartenza della Fondazione Palazzo Strozzi è stata la grande installazione pubblica La Ferita dell’artista francese JR che dal 19 febbraio ha trasformato la facciata del palazzo in un’immagine virale a livello globale, un manifesto del tema dell’accessibilità ai luoghi della cultura nell’epoca del Covid-19, che ha raggiuntomilioni di persone nel mondo ed è stata ripresa da tutti i principali media a livello internazionale.

Dal 28 maggio, invece, la grande mostra American Art 1961-2001. Da Andy Warhol a Kara Walker ha segnato la riapertura degli spazi espositivi, proponendo uno straordinario viaggio alla scoperta dell’arte moderna degli Stati Uniti, realizzata grazie alla collaborazione con il Walker Art Center di Minneapolis. In appena tre mesi di apertura e nonostante le limitazioni dovute alla situazione sanitaria, l’esposizione ha visto la partecipazione di oltre 55.000 visitatori. Particolarmente rilevante è stato il grande coinvolgimento degli under 30, pari al 40% di tutto il pubblico della mostra e del pubblico locale (il 47% dei visitatori proveniva dall’area metropolitana di Firenze), dati che testimoniano il ruolo di Palazzo Strozzi come imprescindibile punto di riferimento per la vita culturale della città. Da segnalare tuttavia anche gli oltre 30.000 i visitatori non locali, italiani e stranieri, di cui circa 15.000 si sono recati a Firenze appositamente per visitare la mostra.

Nell’autunno 2021, insieme a numerose iniziative ed eventi, protagonista è stata la grande mostra Jeff Koons. Shine, che ha portato a Firenze una selezione senza precedenti in Italia delle più celebri opere della superstar dell’arte contemporanea americana. L’esposizione ha superato la cifra record di oltre 170.000 visitatori distinguendosi come l’evento d’arte contemporanea di maggior successo del 2021 in Italia e una delle mostre più visitate di sempre a Palazzo Strozzi, arrivando a posizionarsi al 2° posto in Italia e al 30° posto a livello mondiale nella classifica delle mostre più visitate nel 2021 (fonte: Il Giornale dell’Arte).

Sono stati circa 120.000 (il 70% del totale) i visitatori provenienti dal di fuori dell’area metropolitana di Firenze: durante tutto il periodo di apertura della mostra sono state oltre 90.000 hanno raggiunto la città (in giornata o pernottando in città anche più giorni) appositamente per visitare la mostra di Jeff Koons, generando un importante impatto sull’economia locale. Dalle analisi sui visitatori emergono come dati importanti la grande partecipazione del pubblico under 30, che rappresenta il 30% del totale dei visitatori, e del pubblico delle famiglie, come testimonia la vendita record di oltre 6.000 biglietti famiglia, pari a oltre 20.000 presenze totali.

Centri estivi a Palazzo Strozzi con Art Camp

Palazzo Strozzi propone la prima edizione di ART CAMP 2021 Centri estivi con artisti italiani e internazionali, in occasione della mostra American Art 1961-2001.

Dal 28 giugno al 23 luglio 2021 (dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 13.00) Palazzo Strozzi ospiterà la prima edizione di ART CAMP 2021: quattro settimane per immergersi nel mondo dell’arte e allenare mente e occhi a guardare il mondo da una prospettiva diversa, con attività e laboratori estivi condotti da artisti italiani e internazionali.

Il programma delle attività è diviso in due moduli A e B. Ogni modulo, della durata di una settimana, è ideato e condotto da uno o più artisti in collaborazione con gli educatori di Palazzo Strozzi. I partecipanti possono decidere di iscriversi a uno o a entrambi i moduli. Tutte le informazioni e i dettagli per partecipare su www.palazzostrozzi.org

PROGRAMMA DELLE ATTIVITA’ ART CAMP 2021 A PALAZZO STROZZI
MODULO A
Camp Camp Camp con Maria Pecchioli (28 giugno – 2 luglio 2021 e 12 luglio – 16 luglio 2021)
L’Art Camp di Maria Pecchioli è incentrato sulla possibilità di trovare affinità – o avversione – con ciò che ci circonda, e sulla nostra capacità di appropriarci e di rielaborare gli stimoli esterni. I processi di appropriazione, imitazione e copia tipici dell’arte e dell’educazione artistica sono adottati e reinterpretati all’interno del laboratorio settimanale come passaggi per la creazione di un elaborato artistico collettivo basato sulla ritmica della composizione. Attraverso una serie di esperienze di gruppo da compiere dentro e fuori gli spazi di Palazzo Strozzi, i partecipanti potranno lavorare con l’artista e comporre insieme i tasselli di un processo di creazione artistica basato sulla condivisione e sulla risonanza tra individui, ambiente e arte.
Maria Pecchioli è un’artista che vive e lavora a Firenze. Le sue opere sono delle riflessioni dedicate all’uso del corpo inteso come strumento di rappresentazione sociale. Nei suoi lavori impiega molteplici linguaggi artistici, dalla performance al video, con cui costruisce processi di coinvolgimento, di cura e costruzione di comunità.
MODULO B
Fotoresistenza con Justin Randolph Thompson, Silvia Rosi e Binta Diaw (Black History Month Florence) (5 luglio – 9 luglio 2021 e 19 luglio – 23 luglio 2021)
L’Art Camp sviluppato dagli artisti Justin Randolph Thompson, Silvia Rosi e Binta Diaw propone un’esperienza dedicata ai modi in cui registriamo la nostra memoria attraverso l’arte, dalle fotografie di famiglia ai monumenti delle piazze. Esplorazioni della città, interviste ai rappresentanti dell’Associazione Nazionale Partigiani Oltrarno e sperimentazione di tecniche come i trasferimenti fotografici su tela sono alcuni degli ingredienti di questo laboratorio lungo una settimana per adolescenti.

 

Justin Randolph Thompson è un artista multimediale, facilitatore culturale e educatore che vive e lavora tra l’Italia e gli Stati Uniti. Nelle sue opere analizza e rappresenta la complessità delle stratificazioni e delle gerarchie che compongono la società. È direttore e co-fondatore del Black History Month Florence.
Silvia Rosi è un’artista che vive e lavora tra Modena e Londra. Nelle sue opere il tema della famiglia è sempre ricorrente e per l’artista è un modo per indagare la sua esperienza di migrante dal Togo all’Italia.
Binta Diaw è un’artista italo-senegalese che vive e lavora a Milano. Le sue installazioni si riferiscono spesso a questioni come i fenomeni migratori, il concetto di identità e il ruolo della donna nella società.
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