Sit-in davanti farmacia a Lucca che non fornisce pillola giorno dopo

La farmacista non ha la pillola del giorno dopo e non si prodiga per ordinarla così le attiviste della associazione ‘Non una di meno’ hanno inscenato un breve sit-in srotolando due striscioni davanti alla farmacia del Ponte del Giglio (Lucca).

La notizia è stata riportata da alcuni quotidiani. La dottoressa – precisa il quotidiano Il Tirreno – si è difesa spiegando in maniera coerente che dopo la fecondazione c’è la vita quindi per lei la pillola è abortiva e non va presa con leggerezza. In realtà, spiegano dall’associazione, non è prevista obiezione di coscienza per quel farmaco che è invece considerato dall’Agenzia del Farmaco un anticoncezionale di emergenza.
“Siamo tornate – hanno spiegato dall’associazione – alla farmacia dove qualche giorno fa abbiamo verificato il rifiuto di distribuire la pillola del giorno dopo. L’obiezione di coscienza sulla contraccezione di emergenza non è consentita per legge, non trattandosi di pratica abortiva: le farmacie sono obbligate a tenere il farmaco e a distribuirlo in caso di emergenza.
In merito alla questione, come nodo di Lucca abbiamo scritto una lettera che sarà inviata agli uffici competenti in cui sottolineiamo una serie di disservizi tra cui la limitazione a un solo giorno della possibilità di richiedere la certificazione per interruzione volontaria di gravidanza al consultorio principale di Lucca, la mancanza di strumentazione idonea per l’esecuzione di una visita ginecologica, la possibilità di eseguire l’aborto farmacologico solo al reparto di ostetricia e ginecologia e non in regime di day hospital e in strutture ambulatoriali pubbliche attrezzate nonché nei consultori come previsto dalle nuove linee guida ministeriali dell’agosto 2020″.

Pisa: sgomberata Limonaia, immobile occupato da organizzazioni femministe

La Limonaia zona rosa, spazio in vicolo del Ruschi di Pisa occupato nel 2017 sulla scia delle mobilitazioni femministe contro la violenza di genere

E’ stato sgomberato stamani l’immobile della Limonaia, nel centro storico di Pisa, occupato da quattro anni da un network di associazioni tra i quali il movimento femminista ‘Non una di meno’. Nell’edificio, di proprietà della Provincia, all’arrivo di polizia e carabinieri c’erano alcune attiviste e attivisti che non hanno opposto resistenza e che hanno abbandonato i locali senza disordini per radunarsi in una piazza adiacente dove è attualmente in corso un presidio pacifico.

Il collettivo che occupava il palazzo ha definito sui social lo sgombero “un atto compiuto nel bel mezzo di una pandemia, con l’utilizzo di una quantità spropositata di poliziotti e blindati che in un periodo come questo non hanno altro da fare che chiudere uno spazio che, durante l’ultimo anno ha organizzato, con collette e la solidarietà di tanti, la distribuzione di pacchi spesa per centinaia di persone messe ai margini dalla crisi”.

“Un atto di prepotenza istituzionale nei confronti di un luogo che negli anni ha aiutato aver aiutato centinaia di donne a uscire dalla violenza coniugale, nonché presidio per chi ha visto impedirsi di abortire e accedere ai farmaci anticoncezionali. Un lavoro che durante la pandemia non si è mai fermato, tappando gli enormi buchi di un sistema sanitario e di assistenza sociale al collasso”, dichiarano le attiviste e attivisti di Limonaia Zona Rosa nel comunicato stampa”,  “Inoltre, dall’inizio della pandemia, la Limonaia è stato uno dei centri di distribuzione di pacchi alimentari per centinaia di singoli e numerose famiglie abbandonate a cavarsela da sole in una crisi occupazionale e dei redditi senza precedenti. Il 30 gennaio avrebbe dovuto esserci un altro momento di consegna: l’unica speranza per molte persone di arrivare a fine mese con qualcosa da mettere in tavola”.

 

Attiviste diritti donna bloccato nuovamente Consiglio regionale. Giani: “vi denunciamo”

Il comitato femminista fiorentino ‘Non una di meno’ interrommpe nuovamente seduta del Consiglio regionale della Toscana. La precedente irruzione fu il 14 maggio scorso. Stavolta dura  reazione del presidente Eugenio Giani.

A pochi minuti dall’avvio dei lavori alcune donne hanno interrotto la seduta per protestare contro il finanziamento da parte della Regione Toscana di consultori ‘pro-vita’. Giani ha subito chiesto ai commessi di “sgomberare le persone”.

“Voi – ha detto Giani rivolgendosi alle femministe – state interrompendo i lavori di un Consiglio, vi rendete conto della vergogna che dovete avere a interrompere i lavori del consiglio in modo così immotivato? Questa è interruzione di pubblico servizio – ha affermato in aula presidente del Consiglio regionale della Toscana – vi denunciamo penalmente. Vorrei che le persone venissero identificate perché persone che reiterano un comportamento di questo genere in Consiglio regionale non ci devono più venire”.

La calma è tornata nel giro di qualche minuto, dopo che le femministe sono state allontante dall’ aula del Consiglio.
Il presidente dell’assemblea regionale toscana Eugenio Giani ha chiesto alla portineria di identificare le donne prima che queste ritirassero i documenti per uscire dal palazzo dove ha sede il Consiglio della Toscana.
La vigilanza, però, avrebbe spiegato a Giani di non aver il potere di identificare coloro che entrano in Consiglio per seguire le sedute. In portineria vengono rilasciati i pass ai visitatori e i documenti personali vengono ritirati per il tempo di permanenza nel palazzo. Ma il personale di sicurezza – secondo quanto sarebbe stato anche detto – non avrebbe nessun potere di identificazione su chi accede al palazzo.

Smutamdate: presidio sotto al Consiglio Regionale per chiedere il ritiro immediato dell’accordo tra Regione e movimenti pro-vita

Domani, alle 16, in occasione della seduta del Consiglio Regionale, il movimento Non una di Meno ha organizzato un presidio alle 16:00 in via Cavour 2 presso, sede Consiglio Regionale Toscana.

“Regione e gruppi d’odio pensano di poter mettere le mani nelle nostre mutande, negandoci la libertà di scegliere sul nostro corpo e sulle nostre vite. A loro rispondiamo che siamo smutandate, ma solo se, con chi e come vogliamo noi!” questo quanto affermano le esponenti di NUDM nel comunicato che accompagna la convocazione del presidio.
“Da settimane stiamo portando avanti una campagna di denuncia del grave accordo firmato tra Regione Toscana e gruppi d’odio- aggiungono. ovvero gruppi del così detto movimento per la vita, con cui si stanzia il finanziamento di 195mila euro ogni tre anni e il loro ingresso più o meno indiretto nei consultori pubblici. Mentre i gruppi d’odio vengono lautamente finanziati, 0 euro sono stati messi a disposizione per la contraccezione gratuita (cavallo di battaglia della giunta Rossi). In più, i consultori pubblici vivono un progressivo smantellamento a beneficio di privati, che nel peggiore dei casi sono appunto gruppi di fondamentalisti cattolici pubblicamente schierati contro l’aborto, le unioni civili, e la possibilità delle donne di scegliere sulla propria salute e sulla propria vita”.
“Per questo ci incontriamo sotto il consiglio regionale, ‘armate’ delle nostre mutande, per ribadire che per quanto vogliate metterci le mani dentro, la prima e l’ultima parola sul corpo e sulla vita è sempre la nostra!” concludono le attiviste che invitano a portare ” in presidio le mutande su cui scrivere tutti i nostri contenuti: usiamole contro questo vergognoso accordo e il consiglio regionale che l’ha sottoscritto!”

#decidoio #sanitàpubblica #smutandate

Treni per Firenze:

Da Pisa ritrovo
ore 13,00 Partenza ore 13,30

Da Lucca ritrovo
ore 13,15 partenza ore 13,30

Firenze, protesta ‘Non una di meno’ di fronte Consiglio Regionale

Protesta contro l’attività delle associazioni ‘pro vita’ nei consultori, al centro di un’intesa tra la Regione e il Forum delle famiglie.

Manifestazione di protesta di alcune attiviste del movimento femminista “Non una di meno” sotto la sede del Consiglio regionale della Toscana, dove è in corso la seduta di aula, contro l’attività delle associazioni ‘pro vita’ nei consultori, al centro di un’intesa tra la Regione e il Forum delle famiglie.

Le manifestanti, con musica ad alto volume, hanno appeso uno striscione con scritto ‘Fuori pro vita dai nostri consultori. Sulle nostre vite decidiamo noi’. Alcune esponenti del gruppo hanno distribuito volantini all’interno del Consiglio regionale ma sono state invitate a uscire e volantinare all’esterno. Nella protesta inoltre l’associazione ‘Libere tutte’ ha annunciato di aver inviato una lettera, sottoscritta anche da altre realtà, al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi per chiedere il ritiro dell’accordo e le dimissioni dell’assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi.

Verona: pullman dalla Toscana per la contromanifestazione di domani

Domani 30 marzo si terrà a Verona un corteo organizzato dalla rete transfemminista NON UNA DI MENO in occasione del Congresso Internazionale delle famiglie al quale hanno aderito diverse realtà in tutta Italia. E da tante città si stanno organizzando pullman per raggiungere Verona e unirsi al corteo. Da Firenze pullman a 15€ a persona andata e ritorno.  La partenza è prevista alle 09:30 da Viale Aldo Moro, di fronte al Tuscani Hall ( ex Obi Hall), il rientro in serata per le ore 23.

 

Non una di meno
Potete prenotarvi direttamente online: basta compilare il form a questo link https://goo.gl/forms/DoFurSIAtqhe6jM13 La prenotazione è individuale e è confermata quando viene saldata la quota di partecipazione.  Per il pagamento, vengono date diverse opzioni, sia in presenza sia online: indicate quale preferite e riceverete poi i dettagli nella pagina di conferma della prenotazione.  Per domande e chiarimenti potete inviare un messaggio alla pagina Non Una Di Meno Firenze o una mail a nonunadimenofirenze@gmail.com

ll contro-congresso parte oggi venerdì 29 marzo con una giornata dedicata agli incontri e al confronto, sia per approfondire tematiche legate alla donna, alle comunità Lgbtq e alla teoria gender, sia per analizzare i contenuti e le dinamiche interne al Congresso.

Il corteo vero e proprio si svilupperà per le vie della città sabato 30, con partenza alle 14,30 dalla stazione Porta nuova. Nessun simbolo riconoscibile, nessun marchio, ma solo bandiere, foulard, bavagli color fucsia.

La dimensione globale dello “stato di agitazione permanente” delle attiviste sarà protagonista domenica 31 marzo con l’Assemblea internazionale che si terrà a partire dalle ore 9 e che avrà come ospiti e protagoniste Marta Dillon (di Ni Una Menos Argentina) e le attiviste dei movimenti spagnoli, polacchi, irlandesi, croati, olandesi e francesi.

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