🎧Corteo Non Una Di Meno a Firenze, contro la violenza, per la parità salariale e il diritto all’aborto

Corteo Non Una Di Meno a Firenze per lo sciopero nazionale indetto per il giorno della donna. Tante le associazioni presenti in piazza e le istanze,  si è parlato di violenza di genere, della necessità di investire sulla prevenzione e di aborto, fino alla questione delle donne palestinesi. Viola Giacalone è stata in piazza per noi per raccogliere le voci delle donne Di Non una di meno e delle e dei manifestanti. ASCOLTA

No alla violenza sulle donne, diritto all’aborto e parità salariale con gli uomini: sono alcuni dei temi portati in piazza a Firenze dallo sciopero transfemminista di Non una di meno per la giornata internazionale della donna. Le persone si sono riunite in piazza Santissima Annunziata con striscioni e fischietti per chiedere la parità di genere e la fine del patriarcato. Uno striscione riporta la scritta ‘le strade sicure le fanno le donne che le attraversano’ e un altro ‘Se ci fermiamo noi si ferma il mondo! L’8 tutti i giorni’ e cartelli ‘Sul mio corpo decido io’.

Appese alla recinzione di una fontana anche un grande paio di mutande rosa che recitano: ‘Fuori gli obiettori dalle nostre mutande’. “Le ragioni che quest’anno ci portano in piazza – spiega una rappresentante di Non una di meno – sono la questione del patriarcato, perché siamo ancora molto lontani dalla parità di genere, dal riconoscimento salariale e dei diritti. C’è ancora questa gabbia che opprime la realizzazione delle donne e quindi le differenze di genere sono ancora molto radicate nel nostro sistema. Siamo impegnate anche sul riconoscimento, per esempio, del diritto alla sanità e al diritto all’aborto perché nonostante ci sia una legge dello Stato approvata anni fa, la vera applicazione di questa legge stenta a partire perché ci sono ancora troppi obiettori di coscienza”.

Dopo il presidio in piazza Santissima Annunziata dove sono intervenuti i rappresentanti delle realtà aderenti all’iniziativa ha preso vita un corteo per le vie del centro cittadino fino al ritorno in piazza. “Il corteo – continua la rappresentante del movimento – è stata una passeggiata rumorosa perché siamo stanche di stare in silenzio”.

Le piazze dei diritti, manifestazioni in Toscana con Non una di Meno

Diritti da difendere e da rivendicare. L’8 marzo le donne scendono in piazza in tutta Italia. Dalle studentesse alle lavoratrici dei servizi pubblici, ma anche attiviste e semplici cittadine. Tutti e tutte si mobilitano per lo ‘sciopero transfemminista contro la violenza patriarcale in tutte le sue forme’. Questo il claim scelto da ‘Non una di meno’, l’associazione che guiderà i cortei nelle principali città italiane.

“Non uno sciopero classico, ma uno sciopero dal lavoro salariato e gratuito, dal lavoro di cura, dai ruoli di genere e da tutte le attività quotidiane per interrompere la normalità in ogni luogo dove la violenza del patriarcato agisce e si riproduce: nelle case, sui posti di lavoro, nelle scuole e nelle università, nei servizi e nella sanità, nelle strade e nelle piazze”, scrive Non Una di Meno. Lo sciopero è stato condiviso dai sindacati di base USB, CUB, USI, Slai Cobas e ADL cobas, che hanno aderito all’iniziativa di Non Una di Meno proclamando lo sciopero generale a livello nazionale. Sciopero anche per alcuni settori della Cgil, come la Flc nazionale.

Tra i temi che Non Una di Meno porterà in piazza, l’opposizione alle destre “che hanno reso ancora più dure le politiche familiste, razziste e nazionaliste che alimentano sfruttamento e violenza”. E poi il tema della tutela del Servizio Sanitario Nazionale e dei consultori pubblici, la lotta contro il patriarcato “per una trasformazione radicale della società”. Dalle piazze si alzerà anche la richiesta di un cessate il fuoco in Palestina. A raccogliere l’appello anche i giovani, che aderiranno all’iniziativa ‘Contro la scuola del merito e delle disuguaglianze; per gli aumenti salariali e per le stabilizzazioni del personale; per un’educazione sessuo-affettiva basato sul consenso e Contro l’autonomia differenziata. L’indicazione, per tutti i partecipanti, è portare oggetti che facciano rumore (tamburi, sonagli, strumenti ecc..): ‘l’obiettivo è farci sentire!’

GLI APPUNTAMENTI IN TOSCANA

FIRENZE – Appuntamento alle 15 in piazza Santissima Annunziata tra ‘performance, canti, interventi, sorprese, dj set, rabbia e amore’. Alle 17.30 partirà il corteo. A Firenze il sindacato toscano (Filcams Cgil e Fp Cgil) ha proclamato lo sciopero anche per i settori commercio, terziario, servizi, turismo e per le funzioni pubbliche. LIVORNO – Il Concentramento del corteo sarà alle ore 17.00 in Piazza Grande. La partenza è prevista alle ore 17.30 e la conclusione è in Piazza Attias. LUCCA – Partenza da Piazza Antelminelli (di fianco a S. Martino), a partire dalle ore 17. MASSA CARRARA – Il ritrovo è alle 16.30 in Piazza De Gasperi (tribunale) di Massa. PISA – A Pisa appuntamento alle ore 15.30 in piazza Guerrazzi per la partenza del corteo. PISTOIA – Il corteo partirà alle 17 in Piazza San Francesco, e alle 20 presidio in Piazza Spirito Santo. PRATO – La giornata inizierà alle 8.30 presso lo Spazio AUT (via Filippino 14) con una colazione condivisa di autofinanziamento, e proseguirà alle 17.30 in Piazza del Duomo per la Passeggiata rumorosa.

A Firenze la rabbia e il rumore in piazza con Non una di meno

A Firenze la rabbia e il rumore in piazza con Non una di meno – Dopo la partecipata manifestazione di ieri a Pisa organizzaata da NUDM e in vista della mobilitaazione a Rome di sabato 25 novembre, questa sera passeggiata rumorosa dalle 19 da piazza SS. Annunziata.

“La violenza è un fenomeno strutturale e i numeri palano chiaro. Esplode il desiderio di rispondere a quello che sta succedendo – dice ai nostri microfoni Isabella Bruni di NUDM Firenze –  sentiamo l’esigenza di esprimere la nostra rabbia in un momento di condivisione che vede nella pratica delle passeggiate anche un simbolo di riappropriazione degli spazi, della notte, che si oppongono alla narrazione del lupo e cappucetto rosso e dell’attribuzione di resposabilità alla donna per l’essere vittima”.

“Abbiamo bisogno – aggiunge Bruni – di investire sull’educazione sesso affettiva sin dalla scuola dell’infanzia e di risorse strutturali per i centri antiviolenza. Le istituzioni devono attuare una svolta”.

NUND ha inoltre invitato in queste ore  tuttə a boicottare il minuto di silenzio imposto alle scuole per oggi dal Ministro dell’Istruzione Valditara.
“Facciamo rumore, creiamo spazi di parola e confronto, organizziamo letture e momenti di condivisione, appendiamo striscioni fuori da scuole e università!Ma non restiamo in silenzio!
Per Giulia. Per tuttə”hanno scritto sulla loro pagina Fb aggiungendo “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce”.

🎧 “Racconto la violenza vissuta per essere libera”

L’assemblea di Non Una di Meno Firenze ha deciso di condividere la testimonianza di una delle sue attiviste per un dibattito pubblico su riconoscimento della violenza, consenso e fuoriusciuta dalla violenza a seguito di due fatti di cronaca: il video di Beppe Grillo e una violenza in un centro sociale

 

Zoe, di Non Una Di Meno Firenze ha deciso di raccontare lo stupro subìto in una relazione. Ci sono voluti vari mesi per riuscire a comprendere la violenza vissuta e a riconoscerla e, dopo quasi due anni, condividerla pubblicamente.

Può succedere a tutte di vivere una relazione violenta o di fare esperienze di abusi indipendentemente dall’età e dalla coscienza politica. Gli strumenti necessari per riconoscere la violenza sono ancora più difficili da attuare quando è messa in atto da una persona che ti è vicina.

Zoe deciso di raccontare la sua storia sui social e su Controradio dopo i recenti fatti di cronaca: il video di Beppe Grillo che mette sul banco degli imputati la donna che ha denunciato di aver subito uno stupro dal figlio del comico e da tre suoi amici. E non solo, anche a seguito di un fatto di cronaca successo a Firenze in un centro sociale: una violenza denunciata pubblicamente da Non Una Di Meno.

Le attiviste hanno voluto portare alla luce che anche in spazi legati ai movimenti sociali ci siano: “dinamiche che sempre più spesso tutelano e giustificano l’uomo violento e non la donna che la violenza l’ha subita”, come si legge nel post. Una denuncia pubblica per aprire uno spazio di possibilità in cui si possa riconoscere, nominare e rispondere alla violenza machista.

In questo contesto, Zoe ha deciso di raccontare la sua storia per una riflessione sul consenso nelle relazioni, sullo stigma per le donne che subiscono violenza che spesso devono fuggire dal luogo dove vivono -come è successo anche a lei tornata da Roma a Firenze dopo lo stupro- e portare l’attenzione sulla forza dell’accompagnamento collettivo e del movimento femminista.

 

In podcast: l’intervista a cura di Monica Pelliccia

🎧 Processo Martina Rossi, presidio NUDM”Credere a Martina e alle donne che denunciano violenza”

Appello bis per la morte di Martina Rossi, deceduta dopo essere precipitata dal balcone di una camera d’albergo a Palma de Maiorca (Spagna) il 3 agosto 2011. NUDM Firenze in presidio al palazzo di Giustizia per ogni udienza

In coincidenza della seconda udienza del processo per la morte di Martina Rossi, torna il presidio Non Una di Meno Firenze. Come la settimana scorsa stamani si è tenuta una nuova manifestazione a seguito della ribaltamento in appello della sentenza di condanna dei due imputati Albertoni e Vanneschi condannati in primo grado per il reato di violenza sessuale. I reati potrebbero andare incontro alla prescrizione nel mese di agosto, a dieci anni dai fatti avvenuti a Palma di Maiorca il 3 agosto 2011 quando Martina è precipitata da un balcone per sfuggire a una violenza sessuale.
“Chiediamo ai giudici di credere a Martina, bisogna assolutamente evitare la prescrizione del reato”, spiega Zoe attivista di NUDM Firenze, “Quello che accade nei tribunali è la riproposizione di quello che viviamo tutti i giorni come donne e ragazze”

Il 21 gennaio scorso la Cassazione ha ordinato un nuovo appello nei confronti di Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i due imputati di tentata violenza sessuale di gruppo sulla studentessa. L’appello bis inizierà domani al palazzo di giustizia di Firenze.

In primo grado il tribunale di Arezzo aveva condannato Albertoni e Vanneschi a 6 anni di reclusione ritenendo che Martina fosse precipitata dal balcone della camera dove alloggiavano i due imputati – nello stesso hotel della studentessa genovese – per fuggire a un tentativo di stupro. In appello invece, lo scorso 9 giugno, Albertoni e Vanneschi sono stati assolti dall’accusa di tentata violenza sessuale di gruppo con la formula “perché il fatto non sussiste” mentre è stato dichiarato prescritto il capo di imputazione di morte come conseguenza di altro reato. Lo scorso gennaio la Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dalla procura generale di Firenze, ha annullato la sentenza disponendo un nuovo processo.

Continua Zoe, “Siamo qui per ribadire che crediamo a Martina ed a tutte le donne che denunciano ma anche che non denunciano”.
Le attiviste di Non Una Di Meno Firenze continueranno il presidio durante tutta la durata del processo, che dovrebbe concludersi il 28 aprile. “Speriamo che la sentenza riesca a ribaltare e a ripagare quello che stanno aspettando i genitori”, conclude Zoe, “che vada in direzione di una verità e di una giustizia per Martina che sia emblematica”
Sentiamo Zoe di Non Una di Meno Firenze intervistata al presidio da Monica Pelliccia
 

“Basta con un discorso pubblico che legittima la cultura dello stupro”, presidio NUDM a Prato

NUDM Firenze  torna in piazza oggi con un presidio davanti al bar  “Pancaffè” di via del Seminario a Prato, recentemente preso in gestione da Marco Camuffo, uno dei due ex- carabinieri condannati in primo e in secondo grado per lo stupro delle due studentesse americane avvenuto nel settembre 2017.

Non Una di Meno torna in piazza a Prato, con un presidio che si terrà oggi alle 12 davanti al bar “Pancaffè”, uno dei due ex- carabinieri condannati in primo e in secondo grado per lo stupro delle due studentesse americane avvenuto nel settembre 2017.

“Come Non Una di Meno sentiamo il dovere di prendere parola su quanto avvenuto a Prato nelle ultime settimane. Da quando abbiamo deciso di scendere in piazza, a seguito delle tremende dichiarazioni rilasciate a TV e giornali da parte di Camuffo, in molti si sono sentiti in dovere di prendere parola. Crediamo che denunciare, la narrazione tossica dello stupro e l’utilizzo di tale atto come mezzo propagandistico per la propria attività, sia un doveroso e necessario mezzo di cambiamento che abbiamo a disposizione se non vogliamo continuare ad essere vittime di tali violenze”, spiega il movimento femminista.

Il presidio è stato al centro di polemiche anche da parte delle istituzioni e  dei penalisti della Camera Penale di Prato come “una giustizia dei forconi” non essendo Camuffo condannato ancora in Cassazione.

NUDM Firenze replica”Ci colpiscono le tardive dichiarazioni del sindaco Biffoni che non condannano quanto detto da Camuffo, nonostante due gradi di giudizio lo riconoscano come stupratore, ma esprimono perplessità sulla nostra presa di parola come se il suddetto Camuffo avesse in qualche modo saldato il suo conto non si capisce bene quando. Ci colpisce anche come differenti consigliere (decisamente meno pavide nell’identificare il problema, a differenza di Biffoni) abbiano avuto bisogno che si aprisse il caso mediatico prima di condannare la violenza di genere senza, però, porre l’accento sulle risposte che chi
ricopre ruoli istituzionali potrebbe dare concretamente: maggiori finanziamenti a CAV e Consultori, solo per citarne alcune. Certo è che avremmo “alzato” meno la voce se i media locali non avessero abusato di una retorica tanto tossica e strisciantemente razzista facendo passare Camuffo per un rispettabile imprenditore pratese che si fa spazio in un mondo del commercio in mano alla comunità cinese”, conclude il movimento femminista
“Su queste testate il fatto che abbia stuprato (indossando una divisa) diventa un errore di percorso. Noi sabato saremo davanti al Pancaffè perché troviamo necessario e doveroso rompere la narrazione della vittima sola e silenziosa”.

Sentiamo l’intervista a Sara di NUDM Firenze

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