Mps, pm Milano: ‘Frode dietro ogni operazione finanziaria che ha portato al crac’

‘Fu data falsa rappresentazione realtà economica e patrimoniale’.

E’ la “frode”, la “falsa rappresentazione della realtà economica e patrimoniale” di Mps il filo conduttore che accomuna le quattro “complesse” operazioni di finanza strutturata note con i nomi Fresh, Chianti Classico, Santorini e Alexandria al centro della vicenda che ha portato al tracollo dell’istituto di credito di Siena dopo l’acquisizione di Antonveneta.

Sono le battute iniziali della requisitoria del pm di Milano Stefano Civardi che, con i colleghi Mauro Clerici e Giordano Baggio, rappresenta l’accusa nel processo in corso a Milano nel quale tra gli imputati figurano Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gian Luca Baldassarri, rispettivamente ex presidente, ex dg ed ex responsabile Area Finanza di Rocca Salimbeni, alcuni ex manager e manager di Deutsche Bank e di Nomura e infine le stesse tre banche.

Il pm, prima di passare ad analizzare l’operazione Fresh, ha spiegato alla seconda sezione penale del Tribunale, davanti alla quale dal dicembre 2016 si sta celebrando il dibattimento, che le quattro operazioni “hanno tutte le stesse caratteristiche e punti in comune” e “derivano da una situazione di difficoltà per l’acquisizione di Antonveneta” a cui si aggiunge la “difficoltà strutturale del sistema bancario”.

Siena, sindaco: ‘Azione contro ex vertici Mps, nessuna contro i nuovi’

Il sindaco di Siena, Luigi De Mossi: “Distinguere responsabilità, apertura di credito a nuovo cda”.

Il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, è favorevole all’azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici, Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, mentre è contrario ad un’analoga iniziativa nei confronti dell’attuale vertice. “Sono a favore di un’azione di responsabilità nei confronti della vecchia governance perché non è difficile gestire una banca facendo aumenti di capitale a ripetizione che non si capisce bene a cosa siano serviti”. Ma la “nuova governance” dell’attuale cda “va guardata per quello che sta facendo” ed è necessario che “ognuno si assuma le responsabilità che gli competono”.

“Questi signori , ha detto intervenendo per la prima volta all’assemblea di Mps – li valuteremo alla fine del loro mandato, valutando i bilanci, ma non con uno sguardo rivolto al passato. Non possiamo legare due gestioni diverse, ogni governance risponde del proprio operato”. “Bisogna iniziare a distinguere le responsabilità dei cda precedenti da quelli attuali e questo non significa né indulgenza né connivenza con l’attuale cda”. “Non dico che si veda la luce in fondo al tunnel ma una piccola fiammella c’è. Ecco, allora un’apertura di credito la dobbiamo fare, moderata, da senesi, sempre molti critici e sempre molto attenti”.

“Il 2018 ha dato un bilancio in un certo modo, valuterete voi se buono o cattivo, io ho visto un segno più” ha detto De Mossi, riconoscendo che “il 2019 non sarà così”. A questo cda “se davvero vuole segnare un segno di discontinuità” il sindaco “chiede la permanenza della direzione generale a Siena, il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, perché un conto è ristrutturare la banca per il futuro sapendo già quanti posti perderemo, un conto è tutelare quelli che già ci lavorano, che è un altro profilo necessario”. “Ancora” occorre preservare “il legame con il territorio che è fondamentale con la banca”. “Il legame con il territorio non potrà essere più solo un legame di sportello ma sulla sostenibilità, la solidarietà, l’arte e la cultura. In questo chiedo al cda di aprirsi con la città, di essere presente, di vivere la città anche in un altro modo”.

“Bisogna riconvertire questa città ma la banca deve fare il suo ruolo, utilizzare la sostenibilità, le proprie risorse per accompagnare questa città in altre professionalità senza rinunciare a quelle necessarie per il settore bancario”.

Intanto Mps corre a Piazza Affari. Il titolo è ‘congelato’ per eccesso di rialzo in asta di volatilità con un rialzo teorico del 5%.

In assemblea, l’ad Marco Morelli, ha detto che Mps ha iniziato già “lo scorso settembre” le riflessioni strategiche che includono anche possibili aggregazioni, spiegando che i vincoli del piano di ristrutturazione costringono a fare “una riflessione ovvia sulla tenuta nel lungo termine del modello di business di una banca come il Monte”. Morelli ha indicato che Mps, con i paletti del piano, con la diminuzione dell’attivo, l’aumento del costo del funding, non può generare gli stessi ricavi e redditività del ‘vecchio’Monte. Oggi Mps ha “dimensioni totalmente diverse” rispetto al passato e “la capacità di reddito di una banca con questi livelli di impieghi e raccolta è radicalmente diversa” da quella di alcuni anni fa. Da qui la necessità per il Monte, ancor più che per altre banche, di valutare opzioni strategiche alternative, anche sul fronte dell’M&A. “Si tratta di una riflessione che un cda e un management responsabile dovrebbe fare a prescindere dal quadro macro” e “anche dai paletti del piano”. “Banche come il Monte nel medio e lungo termine – ha sottolineato – hanno un tema strutturale di generazione di un ritorno superiore al costo del capitale. E’ un tema del settore”. “Su questo – ha aggiunto – il cda già a settembre dello scorso anno ha iniziato una serie di riflessioni che poi sono state estese al nostro azionista”, a cui spetta decidere.

Mps, morte Rossi. Un ‘madonnaro’ lo ritrae davanti a banca

A sei anni dalla morte famiglia chiede ‘verità per David’.

Una tela realizzata da un ‘madonnaro’ raffigurante David Rossi, l’ex capo comunicazione di Banca Mps morto il 6 marzo 2013, è stata realizzata oggi a Siena a pochi metri di distanza da Rocca Salimbeni, la sede storica dell’ istituto senese dove Rossi lavorava e dalla quale precipitò la sera di 6 anni fa. L’anniversario della morte ha indotto la madre dell’ex capo comunicazione di Mps a commissionare l’opera all’artista di strada. Nella tela, oltre alla riproduzione di una fotografia di Rossi, è riportata la frase ‘Verità per David’ e la data del decesso, mentre il fratello Ranieri Rossi annuncia in un’intervista al Corriere di Siena, che i suoi legali hanno nuovi elementi che potrebbero far riaprire un’altra inchiesta.

La madre (che oggi ha acquistato una pagina pubblicitaria sul quotidiano dove è stata pubblicata la stessa foto data al ‘madonnaro’) e i familiari di Rossi, infatti, proseguono nella loro battaglia legale contro le due archiviazioni per suicidio disposte dal tribunale di Siena sui fascicoli d’indagine aperti in questi anni sul decesso dell’ex capo comunicazione di Mps. Nello speciale pubblicato su il Corriere di Siena, il fratello Ranieri spiega che i suoi legali stanno lavorando “sugli hard disk del suo computer”. Nelle stesse colonne il procuratore capo del tribunale di Siena Salvatore Vitello conferma che c’è un fascicolo d’indagine aperto, modello 45, cioè registro degli atti che non costituiscono notizie di reato “ma che possono portare, dopo la verifica – sottolinea Vitello -, a configurare atti nuovi o anche reati e quindi dare spazio a nuovi procedimenti”.

Il procuratore, spiega poi, che la procura ha ricevuto dichiarazioni “da parte di una persona riguardanti fatti ad ampio spettro che possono incrociarsi con la vicenda di David Rossi”, conclude Vitello.

Mps: utile 9 mesi sale a 379 mln, 91 nel trimestre

Mps ha chiuso i primi nove mesi con un utile di 379 milioni di euro, di cui 91 riferiti all’ultimo trimestre. Al 30 settembre del 2017 i conti indicavano una perdita di 3 miliardi di euro

Per Mps, al 30 settembre 2018 i volumi di raccolta complessiva del Gruppo sono risultati di 193,3 miliardi di euro, stabili rispetto al 31 dicembre 2017, ma in calo di 2,6 miliardi di euro rispetto al 30 giugno 2018. La causa è il decremento della raccolta diretta. Lo rende noto la banca.

Gli impieghi alla clientela sono aumentati dello 0,5% rispetto al 30 giugno 2018, grazie anche alla continua crescita delle nuove erogazioni di mutui.
I volumi di raccolta diretta, che si sono attestati a 93,9 miliardi di euro, risultano in calo di 3,9 miliardi di euro rispetto ai valori di fine dicembre 2017 (principalmente sul comparto obbligazionario) e di 2,9 miliardi di euro rispetto a fine giugno 2018, principalmente per il calo dei conti correnti, con 1,4 miliardi di euro in meno, e delle obbligazioni, con 800 milioni di euro in meno.

Nei primi nove mesi del 2018, l’esposizione dei crediti deteriorati lordi del Gruppo Mps è risultata pari a 19,5 miliardi di euro, in flessione di 23,4 miliardi rispetto a fine dicembre 2017, essenzialmente per le cessioni, e di 300 milioni rispetto al 30 giugno 2018.
In particolare, l’esposizione lorda del comparto sofferenze si riduce di 21,4 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2017 ed è in aumento di 500 milioni rispetto al 30 giugno 2018. In flessione di 1,9 miliardi l’esposizione delle inadempienze probabili su dicembre 2017 e di 700 milioni su giugno 2018.
Le esposizioni scadute deteriorate sono sostanzialmente stabili rispetto al 30 giugno 2018.

Ricavi in calo. Al 30 settembre 2018 quelli del gruppo ammontavano a 2,518 miliardi di euro, in ribasso del 21,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando, ricorda la banca, il conto economico ha beneficiato anche degli effetti riconducibili al burden-sharing. Pure nel terzo trimestre i ricavi sono stati in diminuzione: sono scesi di 23 milioni di euro rispetto al precedente.

Nell’ultimo periodo, “più in dettaglio – viene spiegato dalla banca – risultano in calo sia il margine di interesse (-6 milioni di euro) che le commissioni nette (-50 milioni di euro)”, quest’ultime pari a 1,163 miliardi di euro: la riduzione del 4,1% delle commissioni rispetto allo stesso periodo del 2017 è riconducibile principalmente alle minori entrate sui servizi di pagamento (bancomat e carte), dopo la cessione del ramo d’azienda merchant acquiring.

Mps, Fondazione non si costituisce parte civile, sindaco Siena: “scelta ingiustificata e politica”

Il sindaco di Siena Luigi De Mossi commenta duramente in una nota la decisione della Fondazione Mps di non costituirsi parte civile al processo a Milano contro Profumo e Viola. Il procedimento penale nei confronti degli ex vertici della banca senese e dell’istituto stesso, coinvolto per la legge sulla responsabilità degli enti, riguarda la contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria.

Secondo De Mossi la scelta della Fondazione Monte dei Paschi di Siena “pare dettata da logiche esclusivamente politiche e non da valutazioni di natura giuridica. Diversamente, qualora fossero state fatte analisi strettamente giuridiche, la Fondazione Mps vorrà chiarire su quali basi ha preso tali decisioni, ivi compreso il rilascio di un opportuno parere giuridico e se in ogni caso abbia interrotto la prescrizione tenendo conto delle limitazioni previste dal codice civile per le azioni di responsabilità per le società per azioni”.

Per Alessandro Profumo, ex presidente di Mps e Fabrizio Viola, ex amministratore delegato, la Procura di Milano aveva chiesto l’archiviazione dell’accusa per uno dei filoni di inchiesta. I due continuano a rispondere di manipolazione del mercato e false comunicazioni sociali.

Nel processo Mps, come deliberato dal consiglio di amministrazione la scorsa settimana, non ha chiesto di essere parte civile in quanto, è stato spiegato in una nota, la vicenda “riguarda il passato della Banca” e “alla luce delle transazioni stipulate dagli amministratori oggi non più in carica con Nomura e Deutsche Bank, non ha riflessi attuali sui bilanci” dell’istituto, invece imputato nel processo per responsabilità civile e amministrativa.

Il cda, in una nota, afferma che “allo stato, non sussistono le condizioni per procedere alla costituzione di parte civile nel procedimento […] Nel formulare le proprie valutazioni, il consiglio di amministrazione ha considerato nel loro insieme tutti gli elementi decisionali disponibili, avendo esclusivo riguardo al perseguimento degli interessi della banca e alla tutela dell’integrità del suo patrimonio”.

Nella nota è stato precisato anche che “eventuali elementi che dovessero emergere dal processo o dalle autonome verifiche già disposte dalla Banca e da cui si possano ravvisare profili di responsabilità degli imputati, oltre a profili di danno effettivamente misurabili in capo alla Banca, potranno essere utilizzati per proporre all’assemblea degli azionisti l’avvio di eventuali iniziative risarcitorie in sede civile nei confronti degli imputati”.

 

Mps: 3mila piccoli azionisti contro Profumo, Viola e Salvadori

Oggi a Milano circa 3 mila piccoli azionisti hanno chiesto di essere parte civile contro gli ex amministratori delegati di Monte dei Paschi di Siena Viola e Profumo e la stessa banca, imputata per la legge sulla responsabilità degli enti e citata come responsabile civile. Assenti invece Banca d’Italia e Consob.

Il processo si è aperto oggi a Milano ed ha al centro una tranche dell’indagine sulla contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria a carico dell’ex amministratore delegato di Mps Alessandro Profumo, l’ex amministratore delegato Fabrizio Viola, l’ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori.

Profumo e Viola (archiviati in un altro procedimento in cui erano accusati di ostacolo agli organi di vigilanza di Consob e Banca d’Italia) rispondono di manipolazione del mercato e false comunicazioni sociali e Salvadori solo per false comunicazioni sociali.

Nel processo anche Mps, come deliberato dal cda la scorsa settimana, non ha chiesto di essere parte civile in quanto, è stato spiegato in una nota, la vicenda “riguarda il passato della Banca” e “non ha riflessi attuali sui bilanci” dell’istituto, invece imputato nel processo per responsabilità civile e amministrativa.

Oggi in aula, davanti al collegio della seconda sezione penale del Tribunale, presieduta da Flores Giulia Tanga affiancata dai giudici Sandro Saba e Roberto Crepaldi, oltre ai moltissimi risparmiatori, ha chiesto di essere parte civile anche l’Adusbef che si è aggiunta all’Unione Consumatori sezione Piemonte, al Codacons e alla Confconsumatori già costituite in udienza preliminare assieme ad altri circa 300 piccoli azionisti.

Il processo è stato rinviato al prossimo 16 ottobre mentre il difensore di Salvadori ha annunciato un’eccezione di competenza territoriale in favore di Siena.

La Procura per i tre aveva originariamente chiesto l’archiviazione della loro posizione per tutti i reati contestati e poi in udienza preliminare ribadito il loro proscioglimento. Il gip Livio Cristofano ha invece prima ordinato l’imputazione coatta e poi il gup Alessandra Del Corvo ha disposto il rinvio solo per il filone al centro del dibattimento di oggi. Oltre a quella del 16 ottobre, è già stata fissata udienza per il 6, 13 e 19 novembre.

Per i pm, infatti, i tre, che avevano ereditato la gestione di Montepaschi dopo quella di Giuseppe Mussari e degli altri vertici (che sono a processo sempre a Milano), è vero sì che avrebbero dovuto contabilizzare i derivati ‘a saldi chiusi’ e non ‘a saldi aperti’, come è avvenuto, ma avevano fornito tutte le indicazioni su quali sarebbero stati gli effetti della contabilizzazione ‘a saldi chiusi’, senza intenzione di ingannare il mercato.

Inoltre non solo avevano reso consapevole il mercato dei problemi sui bilanci ma si erano anche attenuti alle disposizioni di Consob e Banca d’Italia.

Infine per Viola e Profumo è stata chiesta, sempre dai pm milanesi, l’archiviazione pure per il filone di inchiesta nel quale sono indagati per falso in bilancio in relazione ai crediti deteriorati.

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