Gkn: “Insorgiamo”, in migliaia a Campi Bisenzio con i lavoratori

Gkn: con in testa uno striscione con la scritta ‘Insorgiamo’ è partito alle 9.30 il corteo a difesa dei circa 500 dipendenti licenziati con una mail da Gkn (422 della Gkn, 80 delle ditte in appalto) a Campi Bisenzio (Firenze).Gkn

La manifestazione è partita dallo stabilimento e prevede varie tappe nelle zone limitrofe alla fabbrica: al momento sono oltre 2mila, secondo la questura, i partecipanti alla manifestazione, provenienti da tutta Italia, e numerosi altri manifestanti sono in arrivo. Ne sono attesi infatti 5 mila a sostegno della mobilitazione, degli operai della Gkn e dell’indotto.Gkn

Presente il sindaco di Campi Emiliano Fossi. Tra le istituzioni presenti anche le assessore regionali al lavoro Alessandra Nardini e all’ambiente Monia Monni. A sfilare anche l’Anpi. Nonostante il grande caldo i manifestanti sono in aumento e si segnala qualche problema di viabilità intorno alla zona del corteo.Gkn

Varie le attestazioni di solidarietà a livello nazionale: tra queste Zerocalcare ha realizzato una vignetta per gli operai licenziati.

Foto Monica Pelliccia

notizia in aggiornamento

Rifiuti nucleari, formalizzato il ‘no’ della Regione Toscana

Firenze, la Regione Toscana ha espresso la propria contrarietà allo smaltimento di rifiuti nucleari in Toscana, in particolare in Val d’Orcia e in Maremma, dove, secondo la relazione tecnica predisposta dalla Sogin, società di Stato incaricata dello smantellamento degli impianti nucleari e della gestione dei rifiuti radioattivi, sarebbero state individuate aree idonee alla realizzazione del deposito unico nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi.

Le osservazioni che illustrano le motivazioni per le quali la Regione è fermamente contraria ad avere il sito per lo smaltimento di rifiuti nucleari in Toscana, sono state inviate congiuntamente da Regione Toscana e dai Comuni di Trequanda, Pienza e Campagnatico.

“Capisco l’esigenza strategica del Governo di individuare un unico sito nazionale per lo smaltimento di materiale radioattivo, evitando così la programmazione di micro-impianti dislocati su tutto il territorio nazionale, ma il nostro ‘no’ è il frutto dell’ascolto attento dei territori e di solide motivazioni tecniche che abbiamo puntualmente rappresentato. La Val d’Orcia e la Maremma – spiega l’assessora all’ambiente Monia Monni – sono due aree toscane conosciute a livello nazionale e mondiale per la bellezza del paesaggio, del patrimonio storico-architettonico nonché per l’eccellenza delle produzioni agricole. Sono certa che il Governo capirà la nostra posizione, considerato che le zone interessate sono patrimonio dell’umanità e, pertanto, la realizzazione di un sito di questo genere sarebbe contraddittorio con le caratteristiche ambientali, storiche ed architettoniche di questo splendido pezzo di Toscana, rischiando di influire negativamente sullo sviluppo rurale e turistico di questi territori”.

Nel testo delle osservazioni si segnala, nello specifico, che i siti insistono su aree di pregio storico – naturalistico. Si fa infatti presente che l’area individuata nei comuni di Pienza/Trequanda costeggia il parco della Val’d’Orcia patrimonio dell’Unesco, mentre l’area di Campagnatico si trova a soli 8 chilometri dal parco regionale della Maremma e molto vicino al fiume Ombrone che, seppure non compreso in alcuna area protetta, costituisce un ambiente di grande pregio naturalistico. Tutti i siti individuati si troverebbero anche in prossimità di riserve naturali, come la Pietraporciana, dove sono presenti specie protette.

“La realizzazione di un sito del genere è palesemente in contrasto con la vocazione agricola, turistica della Val’d’Orcia e della Maremma considerato che la Toscana intera rappresenta uno dei massimi esempi di agricoltura ‘verde’ con sedici prodotti a indicazione geografica protetta (IGP), 16 a denominazione d’origine protetta (DOP) e 461 prodotti riconosciuti come tradizionali dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali”.

Infine, le osservazioni riportate nel documento, riguardano gli insediamenti antropici. I due siti individuati non solo non distano sufficientemente dai centri abitati, ma sono anche situati in due zone in cui le infrastrutture non sono adatte alla tipologia di mezzi impiegati per il trasporto di questi materiali.

“Desidero ringraziare i Comuni di Campagnatico, Pienza e Trequanda per il prezioso lavoro svolto in questi mesi – conclude Monia Monni- insieme agli uffici regionali che ha reso ancora ancora più nitida la volontà di esprimere coralmente il nostro ‘no’ a questa ipotesi”.

‘Ndrangheta in Toscana: incontro assessora Monni-sindaci su siti Keu

Assessora Monni su siti interessati da inquinamento da Keu: ‘Confronto su piano controlli realizzato con Arpat’

E’ proseguito oggi, con un incontro in videoconferenza tra l’assessora regionale all’ambiente Monia Monni ed i sindaci di alcuni dei Comuni interessati, il confronto sul piano di controlli realizzato in collaborazione con Arpat sulla vicenda Keu. Hanno partecipato i sindaci dei Comuni di Empoli e Montaione nel Fiorentino, Peccioli, Pisa, Pontedera, Crespina Lorenzana nel Pisano, e Bucine in provincia di Arezzo.

“Una riunione con i sindaci e le amministrazioni locali – spiega Monni in una nota -, realizzata grazie al supporto di Arpat, per condividere con trasparenza e puntualità tutte le informazioni e le attività che stiamo portando avanti. Abbiamo illustrato nel dettaglio le peculiari situazioni di ciascun sito e condiviso i contenuti dell’intervento finanziario aggiuntivo che la Regione ha messo in campo per supportare la complessiva attività di Arpat”.

Nell’ultima seduta la Giunta regionale ha approvato una delibera che mette a disposizione 72mila euro in favore dell’Agenzia per le attività di indagine e monitoraggio dei pozzi ad uso domestico. “Le risorse serviranno per coprire le ulteriori analisi tecniche da effettuare nei siti che richiedono un supplemento di approfondimento – aggiuge Monni – e per il monitoraggio dei pozzi lungo la Sr 429 nell’Empolese per tutto l’anno, come proposto dalla stessa Arpat, oltre che per la modellazione idrogeologica. Nei prossimi giorni inoltre convocheremo una riunione specifica con il Comune di Empoli per approfondire gli esiti delle analisi effettuate nell’ambito dell’attività d’indagine della procura di Firenze, e che sono stati diffusi a seguito di nulla osta della stessa”. “Dobbiamo conciliare attenzione e celerità – conclude l’assessore -, e non è certamente facile quando ci troviamo davanti a procedimenti così complessi. Ma, ribadisco, tutta la nostra attività è finalizzata ad assicurare la massima tutela della salute e dell’ambiente”.

Inchiesta KEU, sindaca Empoli Barnini: “Regione convochi tavolo SR 429”

La sindaca di Empoli: “Abbiamo bisogno di poter dare risposte certe ai cittadini su tempi e modalità con cui dovrà essere effettuato il procedimento di bonifica”

Mentre cominciano ad arrivare sempre più conferme sull’inquinamento determinato dal keu (il rifiuto prodotto dalle lavorazioni conciarie del distretto di santa Croce al centro di uno dei filoni dell’inchiesta sulla ‘ndrangheta in Toscana) sale la preoccupazione dei cittadini degli amministratori. la sindaca di Empoli, Brenda Barnini ha scritto una lettera ufficiale per chiedere che  “in attesa di conoscere ufficialmente i risultati delle analisi, che al momento non sono state indirizzate alla conoscenza dell’amministrazione comunale chiediamo subito alla Regione di convocare il tavolo di coordinamento voluto dall’assessore all’ambiente Monia Monni con Arpat, Regione Toscana e i Comuni interessati”.

“Abbiamo bisogno di poter dare risposte certe ai cittadini su tempi e modalità con cui dovrà essere effettuato il procedimento di bonifica” scrive ancora la sindca. Che aggiunge “nel frattempo, ovviamente, andiamo avanti con la progettazione dell’estensione dell’acquedotto e chiediamo ad Arpat di garantire la frequente verifica dei pozzi privati”.

Intanto si fanno sempre più insistenti le notizie di esiti sul potenziale inquinante depositate illecitamente sotto il rilevato della Strada regionale 429 della Val d’Elsa e di cui si sta occupando in proprie inchieste la Direzione distrettuale antimafia di Firenze insieme ai Carabinieri Forestali.  E’ emerso infatti che valori più alti della norma di Keu (le scorie di ceneri della lavorazione chimica conciaria) sono stati trovati nella parte alta del rilevato stradale, dove è stata accertata la presenza di 1.592 microgrammi di cromo per chilogrammo, pari al doppio del limite di 800 microgrammi per chilo consentito per i terreni industriali (150 grammi per litro il limite per terreni verdi).

I valori più preoccupanti tuttavia arrivano dai test di rilascio nel terreno dei contaminanti, ossia quando può inquinare il materiale uno volta attraversato da agenti atmosferici come ad esempio la pioggia. In questo caso gli esami hanno rilevato una quantità di cromo di 1.331 grammi per litro, pari a oltre 26 volte il limite previsto dalla legge (50 grammi per litro). Anche alla luce di queste notizie la sindaca  Barnini ha ribadito “quanto detto nell’assemblea pubblica al circolo di Sant’Andrea del 10 giugno: dall’inizio della vicenda e nemmeno oggi gli inquirenti hanno evidenziato profili di pericolo immediato per la salute pubblica cosa che li avrebbe necessariamente dovuti portare a fare ben altro tipo di comunicazione all’amministrazione comunale”.

Lungarno Diaz riapre il 14 giugno

Firenze, riapre lunedì 14 giugno nel pomeriggio lungarno Diaz: gli interventi, cominciati immediatamente dopo il crollo del novembre 2019, sono finiti e il lungarno, sprofondato allora dopo una fuga di gas, è oggi completamente ‘fortificato’; da lunedì sarà di nuovo agibile e aperto al traffico.

Paratie d’acciaio di 7 metri hanno messo in sicurezza la voragine e iniezioni di calcestruzzo dentro tubi d’acciaio hanno consolidato le fondazioni della cavità subacquea in modo da impedire il risucchio di terreno da parte della corrente del fiume. Ora dentro l’Arno c’è una barriera. Per realizzarla sotto il manto stradale del Lungarno Diaz, ci sono voluti lavori impegnativi, sondaggi, trivellazioni.

“Ci siamo riusciti, è stato un lavoro lungo e impegnativo – ha detto l’assessore alla Protezione civile Monia Monni- frutto di un lavoro di squadra attento, ma oggi finalmente ne vediamo i risultati. Non si è trattato semplicemente di chiudere una voragine, ma di esaminare le cause, sondare il terreno fuori e dentro l’alveo del fiume. Solo così si poteva intervenire adeguatamente a protezione della città, del fiume e delle sue sponde. La lunghezza del lavoro è dipesa anche dalle stagioni – prosegue Monni -. Il crollo è avvenuto a novembre e sebbene il tavolo tecnico con Comune, la Soprintendenza, l’Università e gli altri soggetti sia partito subito, d’inverno dentro l’Arno non si poteva lavorare: per i sondaggi in profondità e le trivellazioni si è dovuto così attendere la primavera. Ora possiamo dire che la situazione è in totale sicurezza, la voragine è stata blindata e la grotta consolidata”

“Abbiamo colto l’opportunità dei lavori conclusivi di ripristino della viabilità per installare la porta telematica all’inizio del lungarno – sottolinea l’assessore alla Mobilità del Comune di Firenze Stefano Giorgetti -. Un dispositivo per tutelare la ztl che viene incontro alle giuste richieste dei residenti e di cui avevamo già programmato la collocazione. Inoltre, a breve avvieremo ripristini provvisori di piazza Mentana e via Malenchini, rinviati in attesa della riapertura di lungarno Diaz. E sono già programmati per l’anno prossimo interventi di manutenzione straordinaria della pavimentazione di questa viabilità”.

Con un importo complessivo di circa 3milioni di euro finanziati dalla Protezione civile nell’ambito degli interventi di somma urgenza per danni causati dal maltempo, la Regione Toscana ha potuto eseguire tutti gli interventi necessari concordati con il tavolo tecnico che si è aperto immediatamente dopo l’evento e che ha visto coinvolti oltre la Ragione, Comune di Firenze, Soprintendenza, Università di Firenze, Autorità di distretto dell’Appennino settentrionale, Publiacqua, enti gestori. Dopo i primi saggi esplorativi, è stato deciso di intervenire immediatamente sulla buca che è stata è allargata, risagomata e blindata con paratie di ferro alte 8 metri.

Le analisi hanno portato alla scoperta di una vera e propria una grotta sotto il livello dell’acqua responsabile probabilmente di avere creato un effetto risucchio di terreno da parte della corrente del fiume che avrebbe in qualche modo scalzato la fondazione del muro di sponda. Per analizzare questa cavità lunga 10 metri, profonda 6 e larga 3 ci è voluto non solo tempo, ma anche era necessario trovare il periodo adatto per farlo. D’inverno, col maltempo certe indagini non si possono fare. E così gli uomini del Genio civile hanno dovuto aspettare la primavera e il livello di fiume adeguato per compiere le trivellazioni (7 in tutto) per capire il tipo di terreno e le dimensioni della grotta subacquea e intervenire con iniezioni di cemento per consolidarla; Poi ci sono state le perforazioni (circa 8), i vari scavi esplorativi accompagnati da monitoraggi continui delle strutture e degli edifici del lungarno Diaz.

Successivamente è stato ripulito e disostruito il Canale Chiesi per una lunghezza complessiva di 100 metri, mediante l’utilizzo di speciali escavatori ad aspirazione e utilizzo di mezzi meccanici speciali. Fra gli interventi più importanti e complessi la realizzazione a 7 metri di profondità dentro l’alveo del fiume di una pista di protezione larga 13 metri e del rilevato di protezione del piede del muro di sponda con sedimenti fluviali (1.200 mc) e scogliera in massi ciclopici da cava per (4.000 mc). E’ stato poi realizzato un diaframma a quasi 2000 metri di profondità con barre d’acciaio iniettate di calcestruzzo nel tratto tra il Ponte alle Grazie e le scalette, per una lunghezza di circa 80 metri; c’è stata la  riprofilatura della sezione emersa del rilevato messo in opera a protezione al piede dei muri a fiume, tra il Ponte alle Grazie e il termine della rampa dei canottieri, con recupero banchina porticciolo in corrispondenza delle scalette e rampa; e la predisposizione di pista di servizio larga in sommità 6 metri per una lunghezza complessiva di 150 metri.

Infine, sono stati ricostruiti tutti sottoservizi, i marciapiedi, la sede stradale e la segnaletica. Tra questi ultimi interventi anche l’installazione della porta telematica a tutela della ztl sul lato Ponte alle Grazie.

Per quanto riguarda la circolazione, sarà ripristinata la circolazione preesistente con il doppio senso nel tratto Ponte alle Grazie-piazza Mentana e la conferma del senso unico da piazza Mentana a piazza dei Giudici verso quest’ultima. In piazza Mentana torna la circolazione in senso orario con ingresso dal lungarno lato Camera di Commercio e uscita sul lato hotel.

Il Consorzio LaMMA ha una nuova sala meteo

Firenze, inaugurata una nuova sala meteo per il LaMMa, ma anche un nuovo approccio nei confronti del mondo dell’informazione, per fornire un servizio sempre più affidabile per raccontare meteo, cambiamenti climatici e ambiente della Toscana.

All’inaugurazione della nuova sala del LaMMa anche il presidente della Regione Toscana, Giani e l’assessora all’ambiente Monia Monni, che accompagnati dal direttore Bernardo Gozzini, presso il Polo Scientifico di Sesto Fiorentino dove il Consorzio LaMMA ha la sede, hanno potuto vedere il quartier generale dove vengono elaborate le previsioni del tempo per la Toscana.

“Il Consorzio LaMMA – ha detto Giani – è un punto di riferimento per tutti i toscani quando si tratta di avere informazioni sul meteo, sul tempo che farà. Adesso, per questo strumento nato dalla sinergia tra Regione e CNR per offrire tutta una serie di servizi fondamentali per determinate attività e politiche, si apre una nuova fase con una sala meteo ammodernata ed in grado di fornire un’informazione sempre più puntuale grazie anche alla riorganizzazione delle piattaforme social. Ma anche per avere una conoscenza sempre più approfondita sui cambiamenti climatici. Col passare degli anni sono aumentate le competenze ed il raggio d’azione, anche a livello nazionale, in materia di tutela dell’ambiente marino e di osservazione e modellistica dello stato del mare e delle dinamiche costiere. Uno sforzo ed un investimento importanti per mettere a disposizione di tutti non solo un’informazione meteo sempre più ricercata ed affidabile, ma anche tanti nuovi strumenti finalizzati a valutare l’impatto legato ai cambiamenti climatici, che ormai caratterizzano la nostra vita quotidiana”.

“Il LaMMA – ha aggiunto Monia Monni – è una presenza familiare nelle case toscane. Al di là delle competenze e dell’eccellenza che rappresenta, e che tutti conoscono, per il meteo ma anche riguardo agli studi sulla sostenibilità ambientale e sui cambiamenti climatici, credo sia importante puntare sull’accessibilità all’informazione. Questa nuova sala è una finestra sul cielo e sul mare della Toscana, ma anche un luogo creato per rendere l’informazione ancora più accessibile, scientificamente corretta, ma soprattutto semplice e comprensibile a tutti, aspetto non secondario in un mare di fake news e di notizie che di scientifico hanno ben poco. Un’opportunità per le cittadine ed i cittadini toscani per conoscere più da vicino il proprio territorio. Un lavoro importante anche negli ambiti della ricerca e della prevenzione, a supporto del piano Toscana Carbon Neutral e di quello legato alla conversione ecologica”. Punto di riferimento anche per quanto riguarda il settore legato alla difesa del suolo e all’emergenza. “Un contributo importante e decisivo – ha concluso l’assessora – con la partecipazione di suoi tecnici nelle unità di crisi per la gestione delle criticità legate ai cambiamenti climatici, come accaduto ad esempio lo scorso inverno con l’emergenza neve”.

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