Livorno in arrivo 2 navi ONG con circa 250 naufraghi. Salvetti, non ci faremo trovare impreparati. Protesta la Lega

Livorno, nel porto cittadino è previsto nei prossimi giorni l’arrivo di due navi ONG con a bordo circa 250 naufraghi.

Il sindaco Salvetti per coordinare le attività dell’Amministrazione comunale in vista dell’arrivo delle navi ONG nella giornata di ieri, 19 dicembre, ha riunito un gruppo di lavoro che comprende la protezione civile e il sociale. “In attesa di disposizioni ufficiali da parte del prefetto, che arriveranno nelle prossime ore – ha spiegato Salvetti, che si è tenuto in stretto contatto con gli assessori Monni e Spinelli della Regione, che ha il coordinamento delle operazioni -, l’Amministrazione Comunale non si farà trovare impreparata ed ha già predisposto un piano di massima delle strutture eventualmente disponibili per i primi pernottamenti, di bagni chimici, pulizia, di fornitura dei pasti, di messa a disposizione di educatori per la sorveglianza dei minori, dei servizi di interpretariato. Il tutto anche grazie a una rete di contatti che vanno dall’Autorità di Sistema, alla Diocesi e al volontariato”.

Le due navi in arrivo sono la Sea Eye 4, prevista per la mattina del 23 dicembre, e la Life Support di Emergency. Proprio quest’ultima nave sta generando molto dibattito. Infatti, mentre si dirigeva verso Livorno, il porto di sicurezza assegnato dal Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo, si è imbattuta in un’imbarcazione segnalata da Alarm Phone e ha così concluso il soccorso di altre 72 persone.

Le proteste della destra non si sono fatte attendere. Il consigliere regionale della Lega Marco Landi ha subito ribadito che “Indicare un porto sicuro a navi che trasportano un numero ridotto di migranti, per rendere più gestibile l’accoglienza ed evitare viaggi disumani. Questa la linea del governo, puntualmente disattesa dalle navi attese a Livorno nei prossimi giorni, perché una volta ricevuta l’indicazione del porto sicuro sulla base del numero di persone a bordo hanno dapprima fatto rotta sulla Toscana, salvo poi tornare indietro per raccogliere altri migranti, senza curarsi della gestione a terra dei 250 migranti a bordo, il doppio di quelli annunciati e di cui, in parte consistente non conosciamo dettagli utili per l’accoglienza. Un episodio che è l’eredità dei disastri del governo giallorosso – aggiunge in una nota -, colpevole di aver lasciato il governo a mani nude nel fronteggiare l’attività sistematica di immigrazione illegale”.

Per Landi “con i decreti sicurezza l’allora ministro dell’Interno Salvini gestì e fronteggiò il fenomeno del trasporto illegale di migranti. Norme smantellate dal governo Conte II e dalla ministra Lamorgese. Multe e sequestri di imbarcazioni che saranno reintrodotti a breve e che se fossero già in vigore permetterebbero di multare le Ong che se ne sono infischiate delle indicazioni italiane. L’immigrazione è un fenomeno che va governato, nell’interesse di tutti – conclude -, a partire dai migranti. Ma lo si può fare solo se tutti fanno la loro parte, che non significa ignorare le indicazioni italiane”.

Mediterraneo: Life Support salva altri 72 migranti e chiede la conferma per poter entrare nel porto di Livorno

Un nuovo salvataggio nel Mediterraneo è stato effettuato la scorsa notte dalla Ong Emergency con la nave Life Support.

La nave Life Support di Emergency si trovava in viaggio verso Livorno, il porto di sicurezza assegnato dal Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo a seguito del salvataggio di 70 naufraghi in zona Sar libica. Durante la notte, mentre si dirigeva verso le coste toscane, intorno alle 4.30, la nave si è imbattuta in un’imbarcazione segnalata nel pomeriggio da Alarm Phone e ha così concluso il soccorso di altre 72 persone che si trovavano in acque internazionali, nella zona Sar maltese-tunisina.

Dopo questo soccorso, sono quindi saliti a 142 i superstiti a bordo della nave che ha quindi inviato la richiesta di conferma del porto sicuro dove farli sbarcare, come previsto dalla normativa internazionale. Il secondo soccorso però non sarebbe compatibile con le regole del nuovo codice di condotta delle Ong, non ancora in vigore, a cui sta lavorando il Governo.

“Il soccorso di questa notte è stato complicato dalle condizioni del mare, in peggioramento rispetto agli ultimi giorni, e dal fatto che le persone erano collocate su due livelli all’interno dell’imbarcazione” – ha detto Carlo Maisano, coordinatore del Programma Sar di Emergency. “Il soccorso si è comunque svolto senza particolari problemi”. Secondo quanto dichiarato dai naufraghi, la nave di legno, lunga circa 7 metri, era partita il 17 sera dalla costa libica ed era in acqua da più di 24 ore con direzione Lampedusa. Dopo aver individuato l’imbarcazione a rischio capovolgimento, poco dopo l’una di notte, la Life Support di Emergency ha informato tutte le autorità e ha subito attivato il rescue team. Tra i 72 migranti, tutti uomini, ci sono 2 minori non accompagnati provenienti dalla Guinea Conakry, due egiziani e due eritrei. Tutti gli altri sono di nazionalità pachistana.

Livorno: la prefettura si prepara ad accogliere i migranti della Sea Eye 4

Livorno, la mattina del 23 dicembre è previsto l’arrivo nel porto cittadino della Sea Eye 4, la nave con a bordo 108 migranti.

La prefettura livornese sta infatti approntando la macchina organizzativa per preparare l’accoglienza delle persone che si trovano a bordo dell’imbarcazione; la Sea Eye 4 è la prima delle due navi che sbarcheranno in città dopo che lo scalo toscano è stato individuato come porto sicuro. Le notizie sono in continua evoluzione, come spiega il prefetto Paolo D’Attilio, tanto che l’altra nave Ong prevista, la Life Support, con 142 migranti a bordo, non si sa ancora quando potrà attraccare.

Un altro dato non ancora certo è quello della composizione delle 108 persone che si trovano a bordo della Sea Eye 4: allo stato attuale non è ancora chiaro quante siano le donne, gli uomini o i bambini da accogliere. Quello che è certo è che le operazioni di sbarco verranno effettuate tutte in ambito portuale, su una banchina che dovrà essere individuata in collaborazione con Autorità portuale e Capitaneria.

Una prima verifica sanitaria da parte dell’Usmaf – l’Ufficio di sanità marittima di Livorno –  sarà fatta a bordo, dopodiché, una volta scesi si procederà all’accoglienza e alle varie necessità: cibo, vestiario e l’identificazione dell’ufficio immigrazione della questura. Una volta terminate queste operazioni i migranti verranno trasferiti a destinazione con l’ausilio di pullman e distribuiti in percentuale su tutto il territorio. Infatti, solo il 10% dei migranti rimarrebbe a Livorno e provincia.

“Le notizie che ci arrivano sono in evoluzione – conferma il sindaco Luca Salvetti – tanto che non abbiamo ancora un quadro preciso. Le operazioni sono coordinate dalla prefettura e noi ci siamo subito attivati per quello che concerne la nostra parte con protezione civile, sociale e volontariato. Livorno è stato scelto come porto sicuro e farà il meglio per accogliere queste persone che poi dovranno essere gestite dal sistema sovracomunale“.

Vescovo di Pistoia Tardelli: “La risposta ai problemi evidenziatisi a Vicofaro deve essere pubblica”

Pistoia, il Comune ha dichiarato inagibili gli spazi adibiti all’accoglienza del centro di Vicofaro.

Monsignor Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia, risponde in una nota su quanto deciso dall’amministrazione. “Occorre essere chiari sulla gestione della situazione di Vicofaro: le controparti istituzionali del territorio sanno benissimo che la diocesi di Pistoia si è mossa da tempo per collaborare ad una positiva risoluzione della situazione, nel pieno rispetto innanzitutto della dignità umana delle persone che sono presenti nella parrocchia e per poter garantire loro una reale integrazione”.

Coloro che vengono accolti a Vicofaro – prosegue Tardelli – non possono essere messi su una strada. Se chiedono un rifugio a Vicofaro, significa che non trovano di meglio e che le istituzioni si sono dimenticate di loro, che pure sono presenti nel territorio nazionale a causa di leggi dello Stato quanto meno inefficaci. La presenza poi di minori o di persone fragili dal punto di vista psicologico, interpella le istituzioni e l’intera società perché si individuino urgentemente risposte concrete e adeguate”.

Il vescovo, ricordando l’ordinanza del presidente della Regione Toscana numero 88 del 2020, ribadisce che “non si può attribuire alla Chiesa il compito di risolvere un problema che è dell’intera società e delle istituzioni”. Per monsignor Tardelli “la Chiesa fa quel che può attraverso le parrocchie, i sacerdoti e i laici ma la risposta ai problemi evidenziatisi a Vicofaro deve essere pubblica. Vicofaro non è la causa bensì l’effetto di una situazione umana inaccettabile dentro il territorio nazionale. Il disagio dei cittadini residenti nella zona è certamente un fatto di cui non si può non tener conto. La soluzione però, che rispetti comunque la dignità di ogni persona in gioco, va cercata dalla società civile nel suo insieme e dalle istituzioni in particolare”.

Chiediamo pertanto a gran voce questo impegno da parte di tutti – conclude Tardelli – e tale richiesta siamo costretti a rivolgerla ancora una volta alle istituzioni, nell’interesse dell’intera comunità e insieme, di persone già in difficoltà, che altro non chiedono che essere trattati come esseri umani”.

Cgil, migranti: “Prefetto Firenze ritiri circolari su centri”

Maurizio Brotini della segreteria Cgil Toscana, è intervenuto oggi a Firenze a margine di un seminario su ‘L’immigrazione in Toscana’, organizzato dal sindacato e da Ires.

“Le circolari del prefetto di Firenze sui rientri forzati e sulle ispezioni dei pacchi indirizzati ai richiedenti asilo – dice Brotini di Cgil Toscana – sono lesivi della dignità dei lavoratori e dei rifugiati. Il coprifuoco inoltre mostra un atteggiamento punitivo e assolutamente ingiustificato dalla condizione delle persone alle quali si rivolge. Chiediamo al prefetto di ritirare le circolari, unendoci a quanti hanno già avanzato tale richiesta.”

“Alla Regione Toscana, al suo presidente ed assessore competente – ha aggiunto Brotini – chiediamo di convocare un incontro urgente con tutti i soggetti interessati e coinvolti”.
Sul tema migranti, l’esponente della Cgil Toscana ha inoltre sottolineato che “il Governo ha compiuto un atto grave e socialmente pericoloso nell’approvare con la fiducia l’istituzione di un sistema giuridico differenziato degno degli stati dove vigeva la segregazione razziale.”

“E – conclude Brotini – lo smantellamento del sistema degli Sprar colpisce i lavoratori che si occupavano di accoglienza diffusa, strumento fondamentale per l’integrazione.”

Migranti, Bugli: il Toscana senza Sprar rischio 5mila persone ‘non controllate’

“Se non funziona, come non sta funzionando, il sistema dei rimpatri”, col decreto immigrazione “in poco tempo una regione come la Toscana si ritroverà cinquemila e passa persone in più sul territorio senza avere un controllo di che cosa fanno, senza attività in cui poterle impegnare e quant’altro”. Lo ha affermato Vittorio Bugli, assessore regionale all’Immigrazione.

Bugli oggi ha tenuto una conferenza stampa sul tema insieme all’assessore del Comune di Firenze Sara Funaro.

Gli ospiti di Sprar e Cas con riconoscimento umanitario, sostiene Bugli, “non essendoci più questo tipo di riconoscimento” si troverebbero “alla pari di quelli che hanno una risposta negativa al riconoscimento dello status di profugo e quindi diventerebbero automaticamente clandestini, oppure vanno nei Cpr, ma in un Cpr di 100 persone è difficile metterne 5-6mila”.

L’assessore ha ricordato che il ministro Salvini “rispose alle Regioni dicendo ‘Fateci delle proposte in sede di conversione’. Tre o quattro volte sono state fatte: non mi sembra per ora che, visto l’iter in Parlamento, ci sia una volontà di accettarle, e mi pare ci sia un grido di dolore di tutti i sindaci d’Italia, anche quelli di centrodestra”.

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