🎧 Meyer: consegnate firme per chiedere dimissioni Carrai

Meyer – Nuova protesta stamani davanti all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze per chiedere le dimissioni del console onorario di Israele Marco Carrai dalla presidenza della Fondazione omonima.

Intervista di Raffaele Palumbo ad un’infermiera che ha partecipato alla mobilitazione.

La protesta è promossa dai Sanitari per Gaza e altre associazioni, tra cui Cub Sanità, Assopace Palestina, Arci, e Medicina Democratica oltre alla Comunità palestinese. Sono state consegnate 10.139 firme, raccolte in 15 giorni tramite petizione (anche su change.org), e restituiti 120 ombrelli che erano stati donati ai dipendenti dall’ente. Firme e ombrelli sono stati dati al segretario generale della Fondazione Alessandro Benedetti.

Appesi fuori dal Meyer striscioni con le scritte ‘A Gaza è strage di bambini, fuori dalla Fondazione Meyer il console d’Israele’, ‘Si sta zitti quando i bambini dormono, non quando muoiono’, ‘Portate i bimbi palestinesi al Meyer, non bombardateli’. Hanno partecipato alla protesta circa 40 persone, fra cui anche dei medici e infermieri del Meyer più alcuni palestinesi che vivono a Firenze.

“Ci aspettiamo che la Fondazione ci venga incontro nella nostra richiesta di licenziare Carrai. La sua posizione di console onorario di Israele è incompatibile con una Fondazione che ha nello statuto il rispetto dei diritti umani”, è stato detto dai Sanitari per Gaza i quali hanno di nuovo sottolineato la gravità della situazione. “300 sanitari e 12mila bambini uccisi, 36 ospedali distrutti, non ci sono farmaci né anestetici per fare gli interventi chirurgici – hanno detto -. Siamo solidali con i nostri colleghi, molti dei quali morti sul campo, accanto al letto del paziente che stavano curando”.

Attesa intanto al Meyer di Firenze  per l’arrivo di alcuni bambini palestinesi che verranno curati nell’ospedale pediatrico. Secondo quanto si apprende, dovrebbero essere a Firenze nelle prossime ore. “Siamo soddisfatti che dalla Fondazione sia stato accolto il nostro suggerimento di portare al Meyer i bambini di Gaza per ricevere le cure”, hanno rivendicato questa mattina i Sanitari per Gaza . “Curare i bambini è tuttavia una cosa normale, dovrebbe essere la routine della Fondazione – aggiungono i rappresentanti dei Sanitari per Gaza – È invece eccezionale che non possano farlo nel loro Paese, con il loro sistema sanitario, perché gli ospedali vengono bombardati, ed è la ragione per cui ci indigniamo. Mentre Carrai su questo non ha mai speso una sola parola di condanna”.

“Auspichiamo che i sanitari tornino a fare il loro prezioso lavoro e cessino di fare becera strumentalizzazione politica, che evidentemente vorremmo non appartenesse ad una categoria così importante”. Lo dichiara in una nota Emanuele Cocollini, presidente dell’Associazione Italia-Israele di Firenze sulla manifestazione di stamani davanti all’ospedale pediatrico Meyer per chiedere le dimissioni di Marco Carrai. “Il presidente della Fondazione Meyer e Console onorario di Israele Marco Carrai ha tutta la solidarietà mia personale e dell’associazione che rappresento – ha anche affermato Cocollini -. Quanto avvenuto stamattina fuori dall’ospedale Meyer è una pantomima ingiuriosa per Israele e grottesca, perché si attacca il presidente di una fondazione che garantisce sostegno all’ospedale solo perché legato a Israele. Non ci sono altre parole per descrivere questo atteggiamento: antisemitismo”.

Strage Viareggio: si costituisce a Roma, Vincenzo Soprano ex ad di Trenitalia

Il manager ha varcato l’ingresso nel penitenziario questa mattina. “Non è da sistema giudiziario equo – ha commentato il suo difensore, l’avvocato Alberto Mittone – che una persone vada in carcere dopo 15 anni per una fattispecie colposa”. La strage di Viareggio che nel 2009 provocò la morte di 32 persone e decine di feriti

La sua condanna è l’unica passata in giudicato dopo la pronuncia della Cassazione nel procedimento per la strage di Viareggio che nel 2009 provocò la morte di 32 persone e decine di feriti. Si è costituito nel carcere di Rebibbia, a Roma, Vincenzo Soprano l’ex ad di Trenitalia dopo la sentenza della Cassazione che ha reso definitiva la condanna a 4 anni e due mesi nell’ambito della vicenda della strage di Viareggio.

Soprano dovrà  scontare una pena a 4 anni e due mesi di reclusione. La decisione dei supremi giudici, arrivata nella serata di lunedì dopo oltre cinque ore di camera di consiglio, ha riconosciuto le responsabilità penali e civili già accertate per il disastro di Viareggio  e fatto scattare l’esecuzione della pena per il manager.

“Non è da sistema giudiziario equo che una persona vada in carcere dopo 15 anni per una fattispecie colposa”, si limita a commentare il suo difensore, l’avvocato Alberto Mittone. Per altri 12 imputati, la Cassazione ha disposto un terzo processo di appello davanti ai magistrati di Firenze, limitatamente alle attuanti generiche. Tra loro anche l’ex ad di Fs e Rfi, Mauro Moretti condannato nell’appello bis a cinque anni. La decisione dei supremi giudici porterà ad un abbassamento della pena.

Il ricalcolo eviterà, come ha spiegato il suo difensore Ambra Giovene, il rischio degli arresti. “Rimaniamo molto insoddisfatti rispetto all’esito conclusivo di questa vicenda – afferma la penalista – perché ovviamente si rifiuta di trattare un compendio probatorio che è tutto a vantaggio dell’ingegnere Moretti perché sono profondamente convinta che è questo che emerge dagli atti del processo”.

Sempre in merito alla strage di Viareggio, la Corte ha parzialmente accolto i ricorsi di alcuni imputati oltre a quello di Moretti, anche quelli di Andreas Schroter, Uwe Kriebel, Paolo Pizzadini, Daniele Gobbi Frattini, Michele Mario Elia (ex ad di Rfi), Rainer Kogelheide, Peter Linowski, Johannes Mansbart, Roman Mayer, Mario Castaldo ed Helmut Broder. I giudici hanno quindi annullato con rinvio la sentenza d’appello-bis “limitatamente – ha spiegato la Cassazione in una nota – all’entità della riduzione di pena inflitta a tali imputati per le circostanze attenuanti generiche, che era stata determinata in 1/9 dalla Corte di appello”.

La decisione degli ermellini è stata accolta con amarezza dai molti familiari che erano presenti al Palazzaccio e che speravano in una parola definitiva ad un calvario che dura da 15 anni. A Viareggio resta a mezz’asta la bandiera alla Casina dei ricordi, la struttura realizzata per commemorare le vittime della strage. Giuliano Bandoni, presidente dell’associazione motociclisti delle ‘Tartarughe Lente’ (di cui facevano parte due vittime del disastro), che si occupa della gestione della Casina dei ricordi spiega che continua a tenere la bandiera a mezz’asta – prima era quella italiana, ora c’è quella della città – fino a quando non si sarà definitivamente concluso il processo per la strage. Dal canto suo Medicina democratica, costituita parte civile nel procedimento ma esclusa dalla Cassazione, definisce “al ribasso” la decisione dei giudici di legittimità

Strage Viareggio, familiari vittime tra commozione e soddisfazione

Il  sindaco di Viareggio:  fatta giustizia ma dolore resta. ‘Sentenza conferma chiare responsabilita”. La condanna di Mauro Moretti per la strage di Viareggio anche come ex ad di Fa ‘e’ per noi una vittoria’, cosi’ il procuratore capo di Lucca, Pietro Suchan

“Come potevo lasciare perdere una cosa del genere”: lo ha detto Claudio Menichetti, padre di Emanuela, morta per le gravi ferite riportate dopo l’esplosione del vagone cisterna che dilaniò,  mostrando ai giornalisti una foto del volto della figlia in ospedale, reso irriconoscibile dalle ustioni. “Siamo arrivati a un buon giudizio – ha commentato aggiunto – finalmente dopo questa sentenza riusciremo a fare qualcosa per la sicurezza”. Marco Piagentini, presidente dell’Associazione ‘Il mondo che vorrei’, ha preferito invece restare in silenzio e ha annunciato una conferenza stampa per domani a Viareggio.
Luciana Beretta, che nella strage di Viareggio ha perso il figlio Federico Battistini commenta: “Non so cosa farò oggi ma so che mi batte forte il cuore. Penso che finalmente non potranno cavarsela più solo voi risarcimenti”.
Sono alcuni dei commenti dei familiari delle vittime della strage, che ha lasciato una traccia indelebile nella comunità viareggina. Tra lacrime trattenute o versate, emozione, e soddisfazione,  la lettura della sentenza ha avuto un apice quando il presidente del tribunale ha pronunciato la condanna di Mauro Moretti in qualità di  di ex ad di Fs.
‘Oggi e’ stato fatto un passo avanti verso la giustizia, il secondo grado conferma che ci sono delle responsabilita’ chiare. Certo questo non vuol dire che termina il dolore, il dolore e’ ancora vivo e non e’ con delle sentenze che si risarcisce una ferita grande e aperta nel cuore della citta”. Questo quanto ha dichiarato il sindaco di Viareggio, Giorgio
del Ghingaro, parlando coi cronisti al termine della lettura della sentenza per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009. ‘Oggi si chiude un capitolo – ha aggiunto il primo cittadino -, almeno in parte, perche’ immagino ci sara’ la Cassazione’.
Soddisfatto anche ll procuratore capo di Lucca, Pietro Suchan: “la condanna di Mauro Moretti per la strage di Viareggio anche come ex ad di Fa ‘e’ per noi una
vittoria’ ha dichiarato.

‘Dobbiamo digerire il dispositivo della sentenza che sara’ disponibile domani – ha aggiunto – ma il giudizio complessivo e’ di soddisfazione per il lavoro svolto dalla procura di Lucca, dalla polizia giudiziaria e da tutti coloro che hanno creduto nella necessita’ di affermazione della giustizia’

Medicina democratica, parte civile nel processo esprime a sua volta “soddisfazione per la sostanziale conferma dell’impianto accusatorio e delle responsabilità nei confronti dei vertici delle aziende coinvolte nella strage”, in “particolare, per la conferma della condanna a 7 anni di reclusione per Mauro Moretti”, con “un’aggravamento della sua posizione, in quanto civilmente responsabile degli atti della società da lui diretta”, ha detto Marco Caldiroli, presidente di Medicina democratica, oggi presente in aula. “Resta lo sconcerto – ha aggiunto – per le scelte assurde fatte in base a una logica di profitto e all’insegna del neoliberismo, per il trasporto di merci estremamente pericolose come il Gpl, lungo l’intera Italia, da Novara alla Sicilia, che poteva essere fabbricato invece direttamente in loco”.
Per Caldiroli “solo recentemente” si è poi registrata “una inversione di tendenza: la direttiva 798/2016 ha rivisto la impostazione complessiva della sicurezza ferroviaria a partire da ‘obiettivi comuni di sicurezza’, con sistemi di certificazione e di autorizzazione alla sicurezza per tutti gli attori coinvolti nei trasporti. Un approccio sistemico che mancava o era incompleto. Il Dlgs 50/2019 – ha concluso – è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale solo 10 giorni fa, è ancora da verificare se sarà in grado di migliorare le condizioni di sicurezza del trasporto ferroviario, chiare responsabilità e gli obblighi degli attori nonché controlli rigorosi sul campo anziché ‘cartacei’, come nel caso di Viareggio ma anche del viadotto di Genova”.

Strage di Viareggio: Moretti condannato a sette anni

La Corte d’Appello di Firenze ha condannato Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, a 7 anni di reclusione per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009. Moretti è stato condannato non solo come ex ad di Rfi, ma anche come ex ad di Fs.  Il tribunale di Lucca, invece, in primo grado aveva considerato la condanna solo rispetto alla sua funzione di
amministratore delegato di Rfi.

La Corte d’Appello di Firenze ha condannato Michele Mario Elia, ex ad Rfi, e Vincenzo Soprano, ex ad Trenitalia, a 6 anni di reclusione per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009. Assolto Giulio Margarita (ex dirigente della direzione tecnica di Rfi e oggi dirigente di Ansf, l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria) che in primo grado era stato condannato 6 anni e sei mesi. Il Pg aveva chiesto 12 anni e sei mesi. Per i giudici “il fatto non sussiste”.

Nel processo di primo grado a Lucca, che si è concluso il 31 gennaio del 2017 con 23 condanne e 10 assoluzioni, Moretti è stato condannato a sette anni di carcere in quanto ex amministratore delegato per Rete Ferroviaria Italiana, ma assolto come ex ad di Ferrovie dello Stato, mentre Michele Mario Elia, in qualità di ex ad di Rete ferroviaria italiana, ha subito una condanna a sette anni e 6 mesi, come Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia.

Nel processo  i giudici della corte di appello di Firenze in camera di consiglio hanno dovuto tener conto della prescrizione scattata nel maggio 2018 per i reati di incendio e lesioni plurime colpose contestati a numerosi imputati. La prescrizione in questo processo ‘vale’ 6 mesi di sconto di pena.
La stessa procura generale, nella requisitoria, aveva evidenziato l’obbligo legale di applicare la prescrizione in modo lineare a tutte le posizioni in caso di riforma della sentenza di primo grado.

La strage di Viareggio avvenne il 29 giugno 2009 quando, alle 23.48, il gpl, fuoriuscito da un carro cisterna deragliato entrando nella stazione della città della Versilia, invase il quartiere di via Ponchielli, causando forti esplosioni e un imponente incendio che distrusse molte case. Il bilancio dei morti salì di ora in ora, poi di giorno in giorno, fino ad arrivare a 32: tra le vittime anche bambini.

“Rileviamo che la sentenza di secondo grado ha confermato quella di primo grado, riformandola per alcuni imputati in termini di condanne nonché riconoscendo alcune prescrizioni, i responsabili principali (tra cui Moretti) hanno avuto una conferma delle responsabilità e delle condanne. La prima sentenza riconosceva le responsabilità del crimine di Viareggio lungo tutta la “filiera” che ha determinato il guasto al carrello, la manutenzione, l’assenza di sistemi per una fermata in sicurezza del convoglio, la inidoneità dei sistemi di sicurezza lungo la linea ferroviaria. Un evento incidentale sul lavoro che ha coinvolto dei cittadini: sicurezza e salute sul lavoro e sicurezza e salute delle popolazioni, sono due facce dello stesso diritto. Rimane inoltre la assurdità di trasportare di merci estremamente pericolose (GPL) lungo l’intera Italia (da Novara alla Sicilia) che poteva essere fabbricato dal destinatario. La prevenzione rimane la strada maestra per evitare eventi come quello di Viareggio, una azione che non deve e non può sottostare a presunte  esigenze economiche”. Dichiara Marco Caldiroli, Presidente di Medicina Democratica, parte civile nel processo.

notizia in aggiornamento

I cittadini e la difesa dell’ambiente in Toscana

Sabato 15 giugno 2019 alle ore 9:30 a Firenze, presso l’Auditorium del Consiglio regionale, delegazioni da vari territori della Toscana si riuniranno in un incontro pubblico che denuncerà la mala gestione del territorio toscano, i rischi per la salute, l’ambiente ed il paesaggio, tra cui annoveriamo problematiche tra le più impattanti d’ Europa dal disastro delle Alpi Apuane fino alla geotermia in Amiata che da soluzione è divenuta un problema gravoso e impattante per i territori che la ospitano.

“Come Rete dei Comitati per la difesa del territorio abbiamo immediatamente aderito per organizzare con gli altri comitati questa importante giornata di denuncia – chiosa Eros Tetti presidente della ReTe – Ma non ci limiteremo a denunciare faremo proposte alternative ai disastri generati da questo sistema ormai sfuggito di mano alla politica tutta! E apriremo un percorso di potenziamento del movimento toscano collegato ai comitati, un movimento forte e coeso sulle tematiche della salute, sanità e diritti partendo dalle tematiche ambientali e paesaggistiche che sono oggi centrali. Dimostrando, nei fatti che la difesa e la cura dei nostri luoghi di vita non solo rappresenta un beneficio per tutto ma può creare economie durevoli a beneficio di tutti”.

Davanti all’incapacità dimostrata dalla Regione Toscana, di gestire un paesaggio tanto ricco ed importante, i cittadini si trovano costretti a scendere direttamente in campo per evitare una compromissione tale da essere irreversibile. Nel momento in cui le nuove generazioni chiedono un cambio di rotta la nostra Regione si trova immobilizzata a difendere le indifendibili lobby del profitto. Noi come Rete dei comitati per la Difesa del Territorio siamo ad una svolta ed è il momento che la nostra indignazione riecheggi nelle piazze quanto nelle stanze dei bottoni. A fine dell’incontro faremo un presidio davanti alla Regione Toscana ed invitiamo a partecipare tutte le realtà ed i soggetti che ritengono opportuno un cambiamento.

Saranno presenti rappresentanti di varie associazioni e comitati tra cui il Comitato Difensori della Toscana, SOS geotermia, WWF, Italia Nostra, Legambiente, Medicina Democratica, Salviamo le Apuane e la Rete dei Comitati per la difesa dei territori.

Di seguito il programma completo:

Presentazione e saluti
Monica Pecori, Gruppo misto – Toscana per Tutti

Geotermia, irischi dell’effetto cumulo
Giovanna Limonta, Comitato Difensori della Toscana

Ancora centrali geotermiche in Amiata?
Pino Merisio, SOS geotermia

I Fiumi. La buona gestione rispetta la natura
Martino Danielli, Presidente WWF Siena

Tutela della fauna e caccia
Carlo Galletti, Legambiente Toscana

Alpi Apuane, il più grande disastro ambientale d’Europa
Eros Tetti, Salviamo le Apuane e Presidente della Rete dei comitati per la difesa del territorio

Pesticidi: una contaminazione diffusa,sottostimata e pericolosa per l’ecosistema e perla salute
Gian Luca Garetti, vice presidente naz. Medicina Democratica

Spazio per eventuali interventi delle forze politiche della Regione Toscana

Conclusioni
Maria Rita Signorini, Presidente nazionale di ItaliaNostra

Per adesioni ed informazioni

difensoridellatoscana@gmail.com

mobile 3403678469

INTERVISTA CON Eros Tetti Salviamo le Apuane Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio

Geotermia, Medicina Democratica: è grande disastro ambientale, stop incentivi

Intervista con Maurizio Marchi di Medicina Democratica

“La Geotermia Toscana non è né sostenibile, né rinnovabile, ma sorretta solo da enormi incentivi statali”. in Toscanaattualmente sono in fase di approvazione da parte della Regione Toscana 68 progetti geotermici, di cui pochi, ma molto estesi come territorio, in capo a Enel GP. La maggior parte sono in capo ad altre aziende, come Magma Energy srl, Gesto Italia, srl, Geothermics Italy srl, ToscoGeo s.r.l.etc. Ci sono inoltre 5 progetti pilota, autorizzati direttamente dal Ministero dello sviluppo economico

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