Ballottaggi: Salvini a Pisa per la cena sul Ponte di Mezzo, è polemica

Un evento di promozione turistica vedrà la partecipazione (su invito) del Ministro Salvini nel giorno della conclusione della campagna elettorale prima del ballottaggio, ed è bufera politica sulla possibile strumentalizzazione di un evento che peraltro ha il patrocinio di Regione e Comune.

Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini sarà ospite della ‘Cena sul Ponte di mezzo’, in programma a Pisa il prossimo venerdì 22 giugno a Pisa, evento di Toscana Arcobaleno d’Estate, organizzata da Confcommercio Provincia di Pisa e ConfRistoranti, con i patrocini di Regione Toscana e Comune di Pisa.Il direttore di Confcommercio Federico Pieragnoli parla di lustro e orgoglio per la città.
Sta di fatto che a due giorni dal ballottaggio per eleggere il nuovo sindaco di Pisa, dove la Lega è diventata il primo partito cittadino, l’occasione è ghiotta  per sponsorizzare prima del silenzio elettorale il candidato di centro destra. La Regione avrebbe saputo dell’invito a cose fatte e l’assessore regionale al turismo Ciuoffo non nasconde il proprio disappunto.
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Intanto sui social stanno nascendo degli eventi di ‘protesta’ collaterali come quello promosso sotto le Logge di Banchi “C’è Salvini per cena”.

“Salvini ha deciso di mangiarci in testa, anzi, sul Ponte. Sul Ponte di Mezzo, per l’esattezza. Salvini, come sappiamo, odia la città solidale che è Pisa, e ha deciso mangiarsela alla faccia nostra … Vogliamo farli cenare da soli? Noi non siamo solo falce e martello, siamo anche ottime forchette e coltello.  Saremmo onorate e onorati di… averlo per cena. Come portata. Sentiamoci a casa nostra, perché lo siamo, e portiamo stuoie, sedioline, vettovaglie, stoviglie e musica. E i tovaglioli, soprattutto: non vorremo mica spargere degrado con tutta quella bava gialloverde. I tovaglioli sono importanti. Il picnic ci aspetta”, si legge nell’evento su Facebook.

Inseguimento Firenze: Rossi, Salvini aiuti smantellare campi

“Quando verrà Salvini chiederò che ci dia una mano per finanziare il piano dello smantellamento dei campi rom”: queste le dichiarazioni di Enrico Rossi,  presidente della Regione Toscana.

“Non capisco quali sono le critiche: se si riferiscono a una foto, l’ho fatta e la rifarei”: lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, a proposito delle polemiche per la foto del 2014, da lui pubblicata al tempo su Facebook e recentemente riapparsa su giornali e social dopo i fatti di Firenze e la morte di Duccio Dini, che lo ritraeva in compagnia di una famiglia rom che viveva in un appartamento vicino al suo. Rossi ha parlato a margine di un briefing per la presentazione delle delibere di Giunta.

“Bisogna stare attenti al razzismo, alla discriminazione, ad alimentare l’odio razziale che farebbe davvero trasformare la Toscana in un Far west”. “Bisogna chiedere con fermezza il rispetto della legge, la legalità, e se ci sono dei criminali vanno assicurati alla giustizia e puniti”, ha detto il governatore, a margine di un briefing con la stampa.
“Evitiamo che ci siano strumentalizzazioni”, ha aggiunto poi Rossi, secondo cui “questo è soprattutto il momento del dolore e della vicinanza alla famiglia. Nessuno potrà mai restituire Duccio ai suoi cari, e credo che questo sia un punto che dovrebbe tutti quanti farci interrogare sulla nostra capacità generale di uomini e affrontare e risolvere i problemi, capire anche la nostra limitatezza, la nostra vulnerabilità della vita quotidiana nella comunità nella quale viviamo. E una volta capito questo provare a reagire usando l’umanità e anche la ragione”.

“Quando verrà Salvini – ha poi annunciato – chiederò che ci dia una mano per finanziare il piano dello smantellamento dei campi rom, cosa alla quale la Regione ha già contribuito notevolmente insieme ai sindaci”. Il presidente ha anche aggiunto che chiederà “la copertura della pianta organica della polizia di Stato, e che i nuovi assunti siano messi sulle strade, nei quartieri, a presidiare le strade”: Rossi ha infatti spiegato di aver proposto ai sindaci di “fare una quindicina di esperienze di vigili di quartiere, in attesa che arrivi un contributo nazionale per risolvere i problemi che sono aperti. A Firenze mancano 100 poliziotti. Vedremo volentieri questi poliziotti presto a presidiare le diverse situazioni nelle quali i cittadini normali avvertono una situazione di disagio, di rischio”.
Per Rossi, “la criminalità non può essere divisa in grande criminalità e microcriminalità. Se viene percepita una situazione di non sicurezza è un tema sul quale lo Stato deve intervenire e dare sicurezza”.

“Lo scandalo dei campi rom deve essere eliminato attraverso il loro superamento. Non siamo a Roma, dove si spendono 24 milioni per mantenere i campi tutti gli anni”. Il governatore ha ricordato che “siamo la Regione che maggiormente ha lavorato coi fondi europei per il loro smantellamento. Questo è stato fatto a Firenze dal sindaco Renzi, più di recente al Poderaccio, è stato fatto a Lucca, a San Giuliano, a Pisa. E sono almeno 15 anni che la Regione lavora su questo. Più recentemente abbiamo allocato altri 2 milioni, adesso credo che bisogna andare alla chiusura finale, e chiudere questo scandalo”.

In Europa, ha osservato ancora Rossi, “ci chiamano il Paese dei campi rom, perché solo in Italia ci sono concentrazioni, sviluppi così gravi. I campi ancora più importanti sono a Pisa, a Firenze, a Prato per un vecchio insediamento di sinti, e un’altra quindicina di campi che sono sparsi per la Toscana, ma sono di dimensione più piccola”. “Mi impegnerò – ha detto -, ho letto dichiarazioni importanti anche dal sindaco Nardella che condivido totalmente, coi sindaci perché a partire anche da un piano nazionale, approvato nel 2012 e poi sviluppato anche nel 2014 con l’istituzione di un ufficio specifico alla presidenza del Consiglio, si vada a fare un piano regionale con risorse adeguate a supporto dei sindaci”.

Per Rossi, “bisogna fare in qualche caso piccoli interventi per fare villaggi dignitosi, piccolissimi, in qualche altro caso bisogna trovare soluzioni abitative che non confliggano, però, coi diritti dei cittadini italiani, e rispettino la legge per quanto riguarda le case popolari. Mi auguro che quando presenteremo questo piano, oltre a mettere risorse regionali e comunali possa venirci un aiuto anche a livello nazionale”.

“Questa vicenda stimola la Regione Toscana, e lo faremo, a modificare la legge sull’assegnazione delle case popolari, perché in questo caso ci troviamo di fronte a persone che non vivevano nel campo nomadi ma in alloggi popolari. Chi vive in case pubbliche deve essere degno di starci”: è questa una dichiarazione del presidente del Consiglio della Toscana Eugenio Giani, il quale ha parlato con i giornalisti, a margine di una iniziativa, dopo la morte di Duccio Dini, il 29enne travolto a domenica alla periferia di Firenze durante un inseguimento tra auto guidate da rom. “Pretendo che questa riflessione avvenga – ha sottolineato Giani -, poi decideremo come modificare il regolamento. Personalmente ritengo che chi è assegnatario delle case popolari deve avere anche le condizioni morali e etiche per farlo. Chi ha carichi pendenti nelle case popolari non ci può andare, e non può entrare in lista per l’assegnazione”.

Quanto ai funerali di Dini in programma domani e al lutto cittadino, Giani ha parlato di “lutto regionale. Metteremo le nostre bandiere a lutto e scriverò a tutti i sindaci della Toscana per stimolare a una riflessione e a un ricordo di Duccio Dini, morto per le follie di questi rom. E’ qualcosa inaccettabile”.
Per Giani, “chi sta in Italia deve rispettare la leggi della Repubblica italiana e chi non lo fa deve essere punito severamente. Non solo occorre superare il campo rom del Poderaccio, e bene ha fatto il sindaco Nardella dicendo che in 18 mesi deve essere abbattuto, ma chi vuol stare in Italia deve smettere di pensare di avere legge propria ma rispettare quella italiana” – ha infine concluso.

Rossi su migranti, a Salvini chiederemo di essere federalisti

“Siamo pronti a chiedere l’autonomia nella gestione dell’immigrazione”. Lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, rispondendo alle domande dei giornalisti che gli chiedevano se sarà più difficile non realizzare un Cpr in Toscana, alla luce degli indirizzi del nuovo governo con Matteo Salvini ministro dell’Interno.

“Facciano, io non ho avuto nessuna nota particolare: se ne parla, quando arriveranno noi daremo il nostro parere”, ha risposto, a margine della firma di un accordo per la sicurezza sul lavoro. “Non vogliamo più immigrati degli altri – ha aggiunto Rossi – però se li avessimo gestiti ”alla toscana”, secondo i nostri principi, e se l’accoglienza non fosse stata affidata ai soli prefetti, quindi se non fosse stata ridotta a un tema di sicurezza, io penso che ad esempio gli immigrati avrebbero avuto un”attività lavorativa, e si sarebbero così inseriti meglio”.

“Gli immigrati – ha proseguito il governatore – quando vengono, e anche quando sono in attesa di permesso di soggiorno, di asilo, hanno il diritto e il dovere di sentirsi utili nella collettività che li ospita. Avremmo parlato con i sindaci, ad esempio, cosa che a volte anche qui non è avvenuta suscitando reazioni negative; avremmo mobilitato le forze sociali: avremmo gestito la cosa a modo nostro”.

Oggi, ha sottolineato Rossi, “ci governano i federalisti, in Lombardia hanno fatto anche un referendum per essere autonomi, in Veneto hanno fatto un referendum per essere autonomi, anche noi abbiamo una bozza che porteremo in Consiglio per l’autonomia”. E dunque, ha concluso, “al nuovo ministro federalista chiederemo di essere federalisti, di consentirci di gestire la cosa a modo nostro. Quando lo facemmo nel 2011 la cosa funzionò, quando non è stato fatto e la Regione è stata messa ai margini, anche in Toscana si sono scatenate le tensioni, i problemi da più parti. Noi i problemi siamo per affrontarli, non per scaricarli agli altri”.

Rossi su Governo: “promette tanto ma non dice dove trova soldi”

“E’ un governo che ha promesso tanto, ma non ha ancora detto dove troverà i soldi”. Lo ha detto Enrico Rossi (LeU), presidente della Regione Toscana, intervenendo a Rainews24 a proposito del nuovo esecutivo che sarà guidato da Giuseppe Conte.

“Salvini ha dato la matrice a questo governo”, ha aggiunto Rossi, ribadendo che a suo giudizio si tratta di “un governo di estrema destra”, oltre che “a dir poco euroscettico, e con un contratto di programma in cui non si parla di diritti civili”.

“Salvini è un lepenista, e forma un governo che somiglia molto a quelli dei paesi di Visegrad: ha pulsioni fascistiche e razzistiche, non voglio dire che è fascista e razzista”. Ha aggiunto Rossi. “Mi preoccupa che ci sia un legame con Putin – ha aggiunto, a proposito della maggioranza di governo – e che la destra estrema americana, penso a Steve Bannon, guardi con interesse a questa esperienza. E” come se l”Europa si trovasse stretta in una morsa e questo governo desse una mano a chi vuole ridurla, a chi vuole darle ruolo un meno forte”.

Salvini a Pisa tra selfie e battute con elettori

Pisa, il leader della Lega Matteo Salvini, è arrivato nella città toscana dove ha fatto un giro tra i banchi del mercato settimanale incontrando gli elettori e fermandosi per selfie e qualche battuta prima del comizio previsto alla fine della visita del mercato.

Una signora di Napoli lo ha fermato chiedendogli una foto: “Sono napoletana ma ti adoro”, gli ha detto abbracciandolo e un’altra ha aggiunto: vogliamo un governo votato da noi. “Anch’io” le ha risposto Salvini che a un’altra elettrice ha consegnato un volantino della Lega dicendole “salutami Mattarella”.

“Mattarella ci dica come uscire dallo stallo: abbiamo rinunciato a posti, poltrone, presidenze e ministeri. Ci hanno sempre detto no. All’ipotesi di un governo giallo-verde ci abbiamo lavorato per un mese inutilmente ma io ho una dignità politica e soprattutto l’Italia non è schiava di nessuno: i tedeschi si facciano gli affari dei tedeschi e i francesi quelli dei francesi ma agli italiani ci pensiamo noi”, ha aggiunto Salvini.

“Spero che si torni al voto prima possibile ma non a fine luglio perché ci sono le sacrosante ferie degli italiani e i lavoratori stagionali”. La Lega “domenica sarà in tutte le piazze italiane per chiedere l’elezione diretta del presidente della Repubblica, tanto fa quello che vuole lo stesso e allora tanto vale che lo eleggano i cittadini”. Ha detto Matteo Salvini annunciando una raccolta di firme per presentare una legge di iniziativa popolare.

Nardella su Governo: “attacco violento a Mattarella, ora Lega giù la maschera”

“La Lega e Salvini hanno buttato giu’ la maschera: il loro obiettivo e’ uscire dall’euro e dall’Europa”. Lo sottolinea il sindaco di Firenze Dario Nardella nel corso di ‘Agora”, su Rai 3.

Inoltre “comincio a pensare una cosa, la non volonta’ di fare il governo, perche’- spiega il primo cittadino- quando ci si impunta su una figura all’economia, non eletta dai cittadini, un tecnico, e’ perche’ si vuol far saltate il banco per andare a elezioni anticipate”. Per Nardella “il dato ancora piu’ grave e’ che tutta questa incapacita’, il dilettantismo e la spregiudicatezza stanno gettando il Paese in una situazione di grande preoccupazione”, con “gli italiani molto delusi dal comportamento di Salvini e Di Maio”.

“Il dato di fondo e’ che siamo di fronte ad azioni e opinioni dal sapore eversivo, che mettono in discussione le regole della democrazia e la Costituzione per nascondere l’incapacita’ di formare un governo da chi ha i voti”. Cosi’ il sindaco di Firenze a proposito dello scontro in atto tra il presidente della Repubblica, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. “L’aspetto che piu’ ha colpito e preoccupato tutti- continua- e’ l’attacco inedito e violentissimo fatto al presidente della Repubblica. Mentre Mattarella parlava con equilibrio, chiarezza e pacatezza e’ stato oggetto di una vera e propria aggressione, a cominciare dalla richiesta di messa in stato di accusa per attentato alla Costituzione”. Per Nardella si e’ trattato “di un fatto molto grave, non tanto per i toni violenti ma perche’ si e’ trattato di un attacco alle regole della democrazia”.

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