Rignano, il sindaco: “Non si tratta di giustizia ad orologeria”

Il sindaco di Rignano, Daniele Lorenzini, un tempo era anche medico dei Renzi. Ha affermato di “avere sempre fiducia nella magistratura e nella giustizia”.

“E’ sempre una notizia bruttissima quando si apprende che si è andati a limitare le libertà personali di un individuo e umanamente dispiace molto”, “però io sono in disaccordo quando sento parlare di ‘giustizia a orologeria’ rispetto al caso Diciotti o di ‘magistratura politicizzata’. Qui bisogna decidersi. E io sono per avere sempre fiducia nella magistratura e nella giustizia”. Lo ha detto il sindaco di Rignano Daniele Lorenzini, un tempo vicino ai Renzi di cui era anche medico, ma con i quali poi ruppe alle ultime elezioni comunali.

“Chi ha ricoperto alti livelli nello Stato – ha aggiunto – deve avere sempre fiducia nella magistratura”, “bisogna dividere le carriere politiche e i pensieri politici da quello che avviene nei tribunali. Se il Pd va dal 40% al 17% ciò non accade per ragioni avulse dalla politica”.

Sulla carriera di Matteo Renzi, Lorenzini ha detto: “Quello che accade è un peccato per lui e per i suoi familiari, e sarebbe un peccato se influisse sul suo percorso perché Matteo Renzi è un buon politico, ha intuito e capacità, lo conosco bene. Dopo la sconfitta, avrebbe dovuto fermarsi due anni e tornare, come aveva detto. Non l’ha fatto e ha sbagliato”. Sull’impatto della vicenda su Rignano il sindaco Lorenzini ha detto che “i nostri cittadini vogliono vivere in pace, non ne possono più di questa attenzione mediatica. C’è un certo imbarazzo. Rignano è sotto pressione, la gente è stanca per queste vicende”.

Domiciliari a genitori Renzi: renziani all’attacco, fedelissimi sotto choc

L’arresto scattato un’ora prima della pubblicazione del voto degli iscritti M5S su Salvini, in un periodo in cui Matteo Renzi si era rimesso politicamente in moto e a due settimane dalle primarie del Pd. E’ il triangolo temporale che fa sbottare i renziani.

 

“E’ giustizia ad orologeria, nel governo sanno usare il potere, Bonafede non è così naif come sembra, siamo ad una deriva pericolosa”, si sfogano tra loro arrivando in alcuni casi, come Michele Anzaldi, a denunce pubbliche.
I fedelissimi dell’ex premier sono sotto choc in un Pd dove, per il resto la solidarietà del resto del partito non si spreca a parte qualche stringato tweet. “Beh, è chiaro che l’obiettivo
è anche politico: ripulire il Pd da Renzi e avviarlo ad un’altra stagione”, è la lettura dei fedelissimi che però negano che l’ex premier fosse in procinto di fondare un suo partito dopo le primarie e che il progetto, vista la vicenda dei genitori, sia saltato.

“Penso che i magistrati debbano fare il loro lavoro e nessuno di noi ha mai messo in discussione la loro autonomia e il loro dovere – non solo diritto – di fare tutto quello che ritengono per tutelare la giustizia. Certo poi c’è un fatto: anche a me sembra straordinariamente pesante una misura di arresti – seppure siano domiciliari è pur sempre una misura di arresti – per due settantenni incensurati per un reato di natura patrimoniale. Mi sembra una misura molto molto forte. I magistrati si sono assunti una responsabilità enorme che sarà sicuramente supportata dai documenti che io non ho letto. Devo dire che il M5s è fortunato. E la fortuna è proprio che il giorno in cui cambiano sulla giustizia a 360 gradi il loro dna la notizia diventa, non più il fatto che impediscano ai magistrati di fare un processo, ma l’arresto dei genitori di Matteo Renzi”. Così Ettore Rosato, deputato Pd e vicepresidente della Camera a Rai Radio1.

“Continuo a credere nella giustizia, nonostante tutto. Ma credo ancora più di prima che questo Paese abbia bisogno del coraggio di Matteo Renzi. Noi continueremo la
nostra battaglia, sempre dalla stessa parte #siamotuttiMatteoRenzi”. Lo scrive su Twitter la deputata del Pd Maria Elena Boschi.

Voto M5S su Salvini: Rossi, democrazia digitale mortifica democrazia rappresentativa

“Chi ha ruoli di responsabilità pubblica deve sottoporsi alla verifica di legalità” sul proprio operato, “tutti, quindi anche Salvini”. Lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, a proposito del voto sulla piattaforma Rousseau del M5s per la non procedibilità nei confronti del ministro Matteo Salvini per il caso Diciotti.

“Mi ci sono sottoposto anche io, il magistrato valutò il mio operato come corretto e rigoroso, senza andare a processo”, ha ricordato Rossi in un briefing con la stampa, riferendosi all’inchiesta giudiziaria sul buco di bilancio della Asl di Massa. “Nessuno impedisce a Salvini di perseguire i suoi obiettivi politici, ma vanno perseguiti rispettando la legge”, ha aggiunto il governatore toscano, secondo cui “non si può trasformare tutto questo in questione politica”, perché “così si getta un cono d’ombra sul funzionamento della democrazia e si finisce per screditarla. Non esistono tribunali del popolo. La democrazia pentastellata non può mortificare la democrazia rappresentativa”.

Rossi ha poi commentato anche la vicenda giudiziaria che vede coinvolti i genitori di Matteo Renzi: “Sono contrario a strumentalizzazioni politiche di questi fatti, non sarebbe
corretto”.  “Io sono garantista – ha spiegato Rossi – credo che quando accadono questi fatti ci si debba sottoporre ai processi e alle procedure, difendersi: non credo ai complotti, ho fiducia nella magistratura”.

Renzi: “No complotti, ma decisione abnorme”

L’ex premier Matteo Renzi interviene sulla sua newsletter sulla vicenda giudiziaria che in queste ore sta interessando i suoi genitori. “Ho ricevuto la notizia più assurda che potessi ricevere – scrive – una notizia che gela il sangue: i miei genitori ai domiciliari”.

“Tutti i cittadini sono uguali davanti alla Legge – prosegue – I miei genitori, come tutti, hanno diritto a un processo giusto e spero rapido”. “Non grido ai complotti, ma chiedo che i processi si facciano nelle aule dei tribunali e non sul web o nelle redazioni dei giornali. Noi aspettiamo le sentenze, ma le sentenze si pronunciano in tribunale e non nelle piazze populiste”. “Da uomo delle istituzioni dico: mi fido della giustizia – prosegue Matteo Renzi – Questo è un grande Paese e io credo nell’Italia, sempre. Non riusciranno a farmi parlar male dell’Italia, non riusciranno a farmi parlar male dei giudici. Chi vuole il mio fallo di reazione, non lo avrà. Né oggi, né mai”.

Renzi, sempre nell’enews, parla poi di capolavoro mediatico: “Inutile dire che la vicenda dei miei genitori ha totalmente oscurato tutto ciò che è accaduto ieri nel mondo della politica” afferma. “Basta leggere i quotidiani di oggi per rendersene conto. Un capolavoro mediatico, tanto di cappello”.

“Mi scuso con gli amici di Torino che mi hanno aspettato ieri. Ho dovuto per ovvi motivi interrompere il tour di presentazione. Ripartiremo allora proprio da Torino: appuntamento per venerdì 22 febbraio alle 18. Ho chiesto di prenotare una sala grande il doppio di quella che avevamo fissato ieri. Perché deve essere chiaro anche plasticamente che io non mollo – ribadisce come un mantra  – noi non molliamo”.

Domiciliari genitori Renzi: per Gip “pericolo” reiterazione reati

Tre persone agli arresti domiciliari – Tiziano Renzi, la moglie Laura Bovoli e l’imprenditore Mariano Massone – ma gli indagati dell’inchiesta
per bancarotta fraudolenta e false fatture della procura di Firenze e della Gdf sono, a vario titolo, 15. Si tratta di amministratori che nel tempo si sono avvicendati nei cda di cooperative e srl che facevano riferimento ai genitori di Matteo Renzi e che si occupavano di servizi alle imprese, tipo volantinaggio o consegna di materiale pubblicitario.

Sono quelli che il gip Angela Fantechi evidenzia nella sua ordinanza come ‘uomini di fiducia’, a partire dall’autista del famoso camper di Matteo Renzi, Roberto Bargilli
detto ‘Billy’. Le misure cautelari personali sono scattate per i genitori di Renzi e l’imprenditore ligure Mariano Massone, poiché il giudice riferisce in capo a loro tre il maggior peso delle condotte criminose realizzate.
Il pm Luca Turco ha fatto richiesta di misura al gip il 26 ottobre 2018 e il gip ha firmato l’ordinanza per i domiciliari il 13 febbraio. Ieri mattina l’atto è tornato in procura a
Firenze e il pm Turco ha potuto attivare la guardia di finanza coi decreti di esecuzione della misura. Nel tardo pomeriggio le notifiche nella casa di Torri di Rignano sull’Arno (Firenze).

Il gip Angela Fantechi spiega la misura dei domiciliari perché sussiste il concreto, e attuale “pericolo”, che gli indagati commettano reati della stessa specie di quelli per cui sono indagati, tributari e fallimentari. Inoltre, si tratta di reati che “non sono occasionali” ma si inseriscono in un unico programma criminoso che va avanti da molto tempo, realizzato in modo professionale e coinvolgendo numerose altre persone. Una misura cautelare, sempre per il gip, “proporzionata” anche per il fatto che Tiziano Renzi e Laura Bovoli hanno sempre avuto una condotta imprenditoriale finalizzata a massimizzare il proprio profitto personale, con ricorso a strategie di impresa che non potevano non contemplare il fallimento delle cooperative.

La ”Eventi6”, la società che da sempre si è occupata di distribuzione di materiale pubblicitario, veniva amministrata, sempre per l’accusa, in modo da poter avere a disposizione manodopera senza essere gravata di oneri previdenziali ed erariali, e i coniugi Renzi hanno costituito le cooperative ”Delivery Service”, ”Europe Service” e Marmovid, pronti ad abbandonarle non appena entravano in difficoltà economiche. Il tutto, conclude il giudice, accompagnato dalla circostanza che Tiziano Renzi e Laura Bovoli rivestivano ruoli di amministratori di fatto, ma agendo tramite uomini di fiducia. Per il giudice, c’è anche il rischio di una reiterazione dei reati con condotte che potrebbero portare ad accertamenti ben più difficili per la giustizia.

Nella casa, dove i Renzi dovranno osservare i domiciliari senza comunicare con estranei tranne i familiari,  li ha subito raggiunti il loro legale per esaminare insieme le carte dell’ordinanza. All’esterno si sono cominciati a radunare operatori tv e fotografi. I militari del Nucleo di polizia economico finanziaria di Firenze hanno raggiunto Rignano nel tardo pomeriggio di ieri e notificato gli atti nelle mani dei genitori di Renzi dopo averli identificati coi documenti. Tiziano Renzi e Laura Bovoli hanno preso i provvedimenti, quindi hanno avvisato il difensore di fiducia e i figli, fra cui l’ex premier Matteo Renzi.

Genitori di Matteo Renzi ai domiciliari

Sono bancarotta fraudolenta ed emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti i reati contestati ai genitori dell’ex premier Matteo Renzi Tiziano Renzi e Laura Bovoli, finiti ai domiciliari in esecuzione di
un’ordinanza emessa dal gip di Firenze ed eseguita dalla Guardia di
Finanza del capoluogo toscano.

Le misure sono state emesse dal gip di Firenze per bancarotta fraudolenta e per emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Il provvedimento, eseguito dalla Guardia di Finanza, riguarda anche una terza persona, un imprenditore di Campo Ligure (Genova).
I tre, secondo quanto si apprende, sono stati nel tempo amministratori di fatto di tre società cooperative, due delle quali dichiarate fallite. Le ipotesi di reato contestate
riguardano da un lato l’emissione, tra il 2013 e il 2018, di fatture per operazioni inesistenti all’interno di una delle società e, dall’altro, un’ipotesi di bancarotta fraudolenta che sarebbe stata commessa per le due altre società cooperative tra il 2010 e il 2013.

I genitori di Matteo Renzi, quando i militari della guardia di finanza hanno notificato l’ordinanza del gip, hanno anche informato il loro difensore di fiducia, avvocato Federico Bagattini, che adesso li sta assistendo in questa nuova fase dei procedimenti aperta a
loro carico.

“Ho molta fiducia nella giustizia italiana e penso che tutti i cittadini siano uguali davanti alla
Legge. Dunque sono impaziente di assistere al processo. Perché chi ha letto le carte mi garantisce di non aver mai visto un provvedimento così assurdo e sproporzionato”. Lo scrive su Facebook Matteo Renzi commentando i domiciliari dati ai propri genitori. “Ma voglio che sia chiaro a tutti che io non mollo di un solo centimetro. La politica non e’ un vezzo personale ma un dovere morale. Se qualcuno pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione politica sappia che sta sbagliando persona. Non ho mai avuto cosi’ tanta voglia come stasera di combattere
per un Paese diverso e per una giustizia giusta”.

E’ stata annullata la presentazione, al Circolo della Stampa di Torino, di ”Un’altra strada. Idee per l’Italia di domani”. L’ex premier  avrebbe dovuto presentare il suo volume, edito da Marsilio, in un incontro in programma questa sera alle 21. A comunicare ai
giornalisti l’annullamento dell’ incontro, dopo che si è diffusa la notizia degli arresti domiciliari dei genitori, sono stati gli organizzatori. Secondo quanto trapelato, l’ex premier
avrebbe appreso dell’arresto quando si trovava già alle porte di Torino e avrebbe quindi deciso di fare marcia indietro.
In sala, per assistere alla presentazione di Renzi, c’erano diversi esponenti locali del Pd, tra cui l’ex segretario regionale del partito e attuale parlamentare Davide Gariglio. “Siamo dispiaciuti e umanamente vicini a Matteo e alla sua famiglia – commenta all’ANSA Gariglio – speriamo che quando accaduto si chiarisca presto”.

L’arresto dei genitori di Renzi? “Niente da festeggiare”. Così il vicepremier Matteo Salvini
commenta la notizia dei domiciliari per Tiziano Renzi e Laura Bovoli.

“Siamo stati gli unici a raccontare per mesi vicende e operazioni che riguardavano i genitori dell’ex premier, gli unici a riferire di sequestri della Guardia di finanza nella più totale indifferenza dei media. Vedremo se Renzi anche domani parlerà di complotto alle sue spalle”. Così il direttore della Verità Maurizio Belpietro all’Adnkronos, dopo gli arresti domiciliari dei genitori di Matteo Renzi per bancarotta fraudolenta e false fatturazioni.

“Chi pensa che il M5S faccia festa per gli arresti dei genitori di un ex presidente del Consiglio si sbaglia di grosso. E’ sempre triste dover commentare presunte illegalità. Il
primo pensiero è sempre per le forze dell’ordine che fanno un gran lavoro per portare a termine indagini così complicate”. E’ quanto scrive su Facebook Carlo Sibilia, sottosegretario del M5S al ministero dell’Interno.

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