Pistoia, iniziano le riprese per il film tv sulla vita di Margherita Hack

Pistoia, iniziate le riprese per Rai 1 di “Margherita delle stelle”, film biografico su Margherita Hack, diretto da Giulio Base, con Cristiana Capotondi e Cesare Bocci.

La troupe ha girato alcune scene in aree private, poi il set si è spostato oggi nella piazza centrale di Pistoia e in alcune strade limitrofe.

Piazza del Duomo si è trasformata così in un set cinematografico con alcuni elementi scenografici, tra i quali una carrozza trainata da un cavallo, macchine d’epoca, biciclette e un carrettino di gelati, insieme a molte comparse, vestite in abiti degli anni Quaranta del ‘900.

Agli attori e alla troupe non è mancato l’affetto di molti pistoiesi e turisti che, interessati e incuriositi, hanno seguito le telecamere accese sulla piazza. Il film diretto da Giulio Base, e scritto da Monica Zapelli con Federico Taddia, è tratto dal libro autobiografico ‘Nove vite come i gatti’ scritto da Margherita Hack insieme allo stesso Taddia.

Oltre a Cristiana Capotondi nel ruolo di Margherita e Cesare Bocci nei panni del padre Roberto, nel cast ci sono anche Sandra Ceccarelli e Flavio Parenti, rispettivamente la madre e Aldo De Rosa, il marito della Hack.

La pellicola ripercorre la vita della ricercatrice fiorentina, dall’infanzia fino all’età adulta, quando è diventata la prima donna a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste.

Margherita Hack: Firenze le dedicherà prossimo anno scolastico

Margherita Hack: Firenze le dedicherà prossimo anno scolastico. Scoperta targa in suo onore, in via Caselli dove nacque 100 anni fa.

“Oggi cominciano i 100 anni per la celebrazioni della nascita di Margherita Hack, lo facciamo con un atto simbolico, scopriamo una targa in suo onore. Dedicheremo poi a lei l’anno scolastico delle scuole medie e superiori”. Lo ha detto il sindaco Dario Nardella ieri 11 giugno, in occasione della cerimonia di posa di una targa dedicata a Hack in via Giovanni Caselli, proprio dove nacque l’astrofisica.

“Sarà un anno pieno di iniziative, di progetti, di eventi e opere concrete che sviluppano la creatività e la fantasia giovanile”, ha aggiunto. A Firenze esiste anche un altro luogo che porta il nome di Hack: il viadotto tranviario a Novoli che dal 7 febbraio 2020 è appunto ponte Margherita Hack. Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha ricordato che “il legame di Margherita con Firenze era assoluto”, il rettore dell’Università di Firenze Alessandra Petrucci ha sottolineato come “la testimonianza di Hack debba rimanere sempre viva”.

Per commemorare i 100 anni dalla nascita dell’astrofisica fiorentina è stata anche realizzata l’iniziativa ‘Nella notte la guidano le stelle’, ideata da ‘Street Levels Gallery’ e promossa e sostenuta dall’assessorato alle politiche giovanili: 11 poster d’artista potranno essere ammirati in una mostra a cielo aperto diffusa in vari spazi della città e non solo. “Stiamo lavorando per un bell’affresco di street art alla scuola Dino Compagni, vicina alla casa dove è nata Hack”, ha annunciato Nardella. Hack è stata anche ricordata anche al Museo Galileo e all’Osservatorio astrofisico di Arcetri con due giornate a lei dedicate che ne ripercorrono la vita e le sue scoperte, in compagnia di scienziati e studiosi delle stelle. L’iniziativa è organizzata dal Museo Galileo di Firenze, dall’Università di Firenze, da Inaf – Osservatorio astrofisico di Arcetri e dal Comune.

Lavoro: in Toscana; donne più istruite e più occupate

La Toscana è la seconda regione italiana, dopo l’Emilia Romagna, per livello di partecipazione al lavoro femminile e per differenza rispetto a quella maschile.

Donne più istruite e più occupate, insomma, nella Toscana degli ultimi 30 anni dove ora, ben l’83% dell’occupazione femminile è nel terziario contro il 60% di quella maschile. Occupazione, spiega una nota, che si concentra in particolare nei settori della pubblica amministrazione, della sanità, dell’istruzione e del commercio e molto meno, invece, nell’industria e nel terziario privato avanzato, dove le possibilità di carriera restano ancora decisamente inferiori a quelle degli uomini. Le toscane, ad esempio, sono ancora poco rappresentate tra i dirigenti e gli imprenditori.

Nell’imminente ricorrenza dell’8 marzo, con il libro ‘La storia illustrata del lavoro femminile in Toscana’, scritto da Alessandra Pescarolo, Anna Badino, Natalia Faraoni e Giuseppe Meucci, la casa editrice Pacini Editore invita a una riflessione sul rapporto tra donne e lavoro. Nel volume, attraverso dati statistici e un ricco apparato fotografico, si disegna il quadro dell’evoluzione dell’occupazione femminile che, al netto delle criticità da più parti segnalate, fa comunque della Toscana un vero e proprio modello. Chiude il volume una appendice con le storie di undici donne, undici toscane, eccellenti e di successo in molti campi, dalla politica alla scienza, dallo spettacolo a letteratura e giornalismo: Clara Calamai, Fausta Giani Cecchini, Laura Diaz, Oriana Fallaci, Wanda Ferragamo, Margherita Hack, Maria Eletta Martini, Nicla Migliori, Ilaria Occhini, Emma Perodi e Paola Piaggio.

“Con questo libro – spiega Patrizia Alma Pacini, ad di Pacini Editore -, in occasione delle celebrazioni dell’8 marzo ci piace contribuire alle riflessioni sul ruolo della donna che questa
giornata ogni anno porta con sé. Abbiamo così promosso, per tutto il mese, la campagna ‘Speriamo che sia femmina. Cultura innovazione conoscenza’, tre virtù al femminile e anche tre indirizzi su cui si muove la nostra casa editrice, attraverso la pubblicazione di numerosi titoli dedicati al mondo femminile o scritti da donne”.

“Mi piace rimarcare – spiega Pacini – che la nostra industria, impegnata nella grafica e nell’editoria, può vantare la presenza di donne manager e responsabili in posizioni
apicali nei diversi settori. Posizioni che sono state conquistate dalle nostre collaboratrici per capacità e merito, non assegnate secondo logiche di quote rosa”.
“La ‘fotografia’ presentata in questo volume – spiega Stefano Casini Benvenuti, direttore Irpet (Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana), autore della prefazione –
racconta una realtà precedente alla pandemia da Covid. Il nostro Istituto sta lavorando sul monitoraggio di dati e di effetti che, già ora, descrivono un peggioramento della situazione”.

Casini Benvenuti rimarca come il ruolo delle donne sia stato “importante nella storia economica della Toscana per le diverse funzioni da esse svolte nelle diverse fasi e contesti in cui hanno operato. Nelle campagne prima, e poi anche nelle città, le donne hanno svolto una molteplicità di lavori: dalla gestione degli animali da cortile a quella dell’orto, dai lavori nei campi a quelli dell’industria rurale sino al più recente lavoro a domicilio per l’industria manifatturiera. Tutte attività in cui il tempo di lavoro si mescolava con quello della cura della casa, dei figli, degli anziani. Lo sviluppo impetuoso del terziario ha poi creato condizioni idonee a cogliere le nuove esigenze dando un contributo decisivo all’innalzamento del tasso di occupazione femminile”.

A parità di condizioni, come per esempio il titolo di studio, i livelli retributivi sono mediamente più bassi, mentre il part-time è esteso soprattutto alle donne: circa un terzo delle toscane lavora a tempo parziale mentre per gli uomini non si arriva al 10%. A carico delle donne è rimasta inoltre una parte importante del welfare familiare. Il nodo della conciliazione tra tempi di cura e di lavoro rimane cruciale per le donne, continuando a penalizzarle e costringendole spesso a scegliere tra professione e maternità. Natalia Faraoni evidenzia che “Dal punto di vista delle disparità di genere, è evidente come, in
Toscana (e in Italia), la difficoltà di conciliare lavoro e cura dei cari sia soprattutto un problema delle donne. Guardando al tasso di occupazione femminile in Italia, quello delle madri tra i 25 e i 54 anni è del 57%, mentre quello delle donne in coppia senza figli è del 72,1%. I tassi di occupazione più bassi, inoltre – spiega la ricercatrice Irpet – , si registrano tra le madri di bambini in età prescolare. Un altro dato allarmante è quello delle dimissioni volontarie di maternità che permettono alla lavoratrice in attesa e alla madre con un figlio di età inferiore a un anno di lasciare il lavoro senza preavviso e accedere all’indennità di disoccupazione”.

Secondo le statistiche Irpet 2019, in Toscana dal 2012 esse sono quasi triplicate e nel 2018 riguardano circa il 15% delle donne aventi diritto. “Anche in questo caso – prosegue Faraoni – , colei che opta per le dimissioni lo fa per ragioni legate all’inadeguata offerta di servizi (49,1%) e per l’impossibilità di trovare una soluzione appropriata, in termini di orari e di modalità di lavoro, con l’azienda (20,4%)”.

Firenze, solo il 4% delle strade sono intitolate a donne

Come riportato dall’edizione di oggi del quotidiano La Nazione, il numero di vie e piazze della città di Firenze intitolate a donne è esiguo, circa il 4% del totale. La vicesindaca e assessore alla toponomastica, Cristina Giachi, lancia il piano per riequilibrare la situazione.

In base all'”indice di femminilizzazione” dell’Associazione Toponomastica Femminile, che ha fatto un censimento su tutta la nazione, su 100 strade solo da 7 a 15 sono intitolate alle donne; a Firenze solamente il 4%. Per questo motivo la vicesindaca Giachi ha in mente un piano che prevede, al momento, 30 nomi di donne simbolo per dare un riconoscimento al loro lavoro.

“L’obiettivo è quello di riequilibrare i toponimi femminili in città – afferma Cristina Giachi – Partiamo dall’approvazione dell’intitolazione del viadotto della tramvia di San Donato a Margherita Hack per dare un segno forte di attenzione alla presenza di toponimi femminili in città: non solo un gesto simbolico, ma un modo di pensare alla città e alle sue strade facendole diventare una rappresentazione della nostra comunità e dei suoi valori al passo con i tempi”.

Oltre al viadotto della tramvia dedicato alla famosa astrofisica fiorentina, sono previsti altri nomi per la modifica della toponomastica cittadina: da Tina Anselmi a Elsa Morante, a Maria Montessori e Natalia Ginzburg, ma anche la vicesindaca di Firenze Bianca Bianchi e le partigiane Mary Cox e Maria Penna Caraviello fucilate a Serpiolle; ci sono pure la bibliotecaria dell’Orticoltura Maria Luisa Fiumi e la fondatrice del centro culturale Il Bisonte Maria Luigia Guaita, antifascista, protagonista come staffetta proprio nell’11 agosto della liberazione di Firenze.

Intitolato a Margherita Hack il viadotto della tramvia di San Donato

Si legge dal comunicato del Comune di Firenze, il viadotto della tramvia di San Donato sarà intitolato a Margherita Hack: è quanto prevede la delibera presentata oggi dalla vicesindaca Cristina Giachi, che ha avuto il via libera della giunta di Palazzo Vecchio.

“Il viadotto della tramvia che ormai caratterizza in chiave moderna e di evoluzione urbana l’area di San Donato – ha annunciato la vicesindaca Giachi – porterà il nome di una grande astrofisica e accademica come Margherita Hack. Un nome che evoca sapere e innovazione, nel campo dell’astronomia e della fisica, ma anche vocazione alla divulgazione scientifica e alla difesa dei diritti civili. Per questo – ha proseguito la vicesindaca – abbiamo ritenuto importante e doveroso ricordare la scienziata fiorentina anche nella toponomastica della città”.

Nel dettaglio, si chiamerà ponte Margherita Hack il nuovo ponte della tramvia che inizia alla confluenza tra via Mariti e viale Redi, prosegue sopraelevato lungo viale Francesco Redi e via di Novoli, attraversa i torrenti Terzolle e Mugnone e termina in via di Novoli, all’altezza della fermata della tramvia San Donato – Università.

Margherita Hack (Firenze, 12 giugno 1922 – Trieste, 29 giugno 2013) è stata astrofisica, accademica e divulgatrice scientifica italiana, direttrice per molti anni del dipartimento di Astronomia dell’Università di Trieste, membro delle più prestigiose società fisiche e astronomiche, dell’Accademia nazionale dei Lincei e dei gruppi di lavoro dell’Esa e della Nasa, nonché impegnata in numerose attività sociali e politiche a difesa dei diritti civili. Essendo trascorsi meno di 10 anni dalla morte della scienziata, sarà richiesta al prefetto la necessaria deroga.

Nardella, intitolo a Hack ponte tramvia San Donato

“Per onorare una grande donna ho deciso di intitolare a Margherita Hack il nuovo ponte della tramvia a San Donato”. Lo ha scritto, su Twitter, il sindaco di Firenze Dario Nardella nella giornata della festa della donna.

“Davvero ogni giorno dovrebbe essere la vostra festa. Auguri a tutte le donne”, ha affermato Nardella, che ha rivolto un pensiero anche alla moglie Chiara postando la foto di un mazzo di mimosa.
“Abbiamo voluto lasciare un segno – ha aggiunto Nardella, parlando coi cronisti a margine dell’incontro pubblico con la commissaria europea Elżbieta Bieńkowska – per ricordare una grande donna e una grande fiorentina: Margherita Hack, simbolo della ricerca, dello studio, e della forza che le donne possono incarnare in tanti campi della vita pubblica. Per questo abbiamo deciso di avviare la procedura per l’intitolazione del nuovo ponte di San Donato”.
Il ponte, che passa sopra la rotonda viaria che collega viale Redi, via Forlanini e via di Novoli, di fronte al polo delle Scienze sociali dell’Università di Firenze, è “un ponte che va verso l’alto – ha aggiunto il sindaco – perché è verso l’alto che lo sguardo di Margherita e di tante donne è sempre rivolto”.
La linea T2 Vespucci, nelle intenzioni del Comune di Firenze, sarà peraltro prolungata per collegare al centro e all’aeroporto anche il polo scientifico dell’Università a Sesto Fiorentino.
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