Strage di Viareggio: Cassazione conferma responsabilità ma rimanda calcolo pene

Strage di Viareggio – Riconosciute le responsabilità civili e penali per la strage che nel 2009 causò la morte di 32 persone. È quanto cristallizzato dalla Cassazione al termine di una camera di consiglio durato oltre cinque ore. I giudici hanno, inoltre, disposto un terzo processo di appello davanti ai magistrati di Firenze, limitatamente alle attuanti generiche, per alcuni imputati tra i quali l’ex ad di Fs e Rfi, Mauro Moretti condannato nell’appello bis a cinque anni.  La palla, quindi, torna ai giudici di secondo grado di Firenze che dovranno effettuare un nuovo procedimento sul punto.

“Il ricalcolo della pena evita il rischio degli arresti – spiega l’avvocato difensore, Ambra Giovene -. Il carcere non lo rischia sicuramente: la riduzione della pena che potrebbe essere comminata a Firenze la farà scendere, non sarà più pari a cinque anni”.

Quanto stabilito dei giudici del Palazzaccio lascia amarezza nei familiari delle vittime che dovranno ancora attendere per la parola fine ad un calvario che dura oramai da 15 anni, da quando quella notte a causa di un guasto deragliò un carro merci incendiando, in una alta palla di fuoco, un carico di gpl: nel rogo morirono 32 persone, e decine rimasero ferite e ustionate. “L’unica cosa che abbiamo capito è che sono state riconosciute le responsabilità – commenta Marco Piagentini, presidente di “Il mondo che vorrei”, l’associazione dei familiari delle vittime e che porta sul corpo si segni di quella tragedia-. Ora però vogliamo capire bene con i nostri avvocati il dispositivo della sentenza”.

La Corte ha, infatti, parzialmente accolto i ricorsi di alcuni imputati oltre a quello di Moretti, anche quelli di Andreas Schroter, Uwe Kriebel, Paolo Pizzadini, Daniele Gobbi Frattini, Michele Mario Elia (ex ad di Rfi), Rainer Kogelheide, Peter Linowski, Johannes Mansbart, Roman Mayer, Mario Castaldo ed Helmut Broder. I giudici hanno quindi annullato con rinvio la sentenza d’appelo-bis “limitatamente – spiega la Cassazione in una nota – all’entità della riduzione di pena inflitta a tali imputati per le circostanze attenuanti generiche, che era stata determinata in 1/9 dalla Corte di appello”.

La palla, quindi, torna ai giudici di secondo grado di Firenze che dovranno effettuare un nuovo procedimento sul punto. Rigettato, invece, il ricorso di Vincenzo Soprano (ex ad di Trenitalia) per il quale la condanna a 4 anni e 2 mesi è diventata definitiva. Nelle motivazioni della sentenza del 2022 i magistrati stabilirono che Moretti ebbe colpe nella strage per la mancata tracciabilità e per i controlli inadeguati sui carri merci noleggiati da società tedesche, ma non perché Rfi e Fs non avessero imposto un limite di velocità ai convogli in transito in stazione.

🎧 Strage di Viareggio: 32 ore davanti tribunale di Firenze, lunedì presidio a Roma

Strage di Viareggio: un presidio non stop davanti al tribunale di Firenze per “rivendicare e pretendere giustizia per le 32 vittime, della strage di Viareggio (Lucca) del 29 giugno 2009 e per far sì che i responsabili della strage condannati in 4 gradi di processo non la facciano franca”. E’ l’iniziativa organizzata dalle 9 di oggi alle 17 del 30 novembre nel capoluogo toscano. Per il 4 dicembre annunciato un presidio davanti alla Cassazione.

AUDIO Marco Piagentini  sopravvissuto e presidente dell’associazione Il mondo che vorrei QUI

Un presidio di 32 ore davanti al tribunale di Firenze per “rivendicare e pretendere giustizia per le 32 vittime, della strage di Viareggio (Lucca) del 29 giugno 2009 e per far sì che i responsabili della strage condannati in 4 gradi di processo non la facciano franca”. E’ l’iniziativa organizzata dalle 9 di oggi 29 novembre alle 17 del 30 novembre nel capoluogo toscano. “Ci aspettiamo, la solidarietà e il sostegno sono armi fondamentali e potenti – scrivono in una nota gli organizzatori -. Esercitiamoli, pratichiamoli a fianco di chi è in lotta da oltre 14 anni per ‘Sicurezza-Verità-Giustizia’”. Annunciato anche un presidio il 4 dicembre, dalle 10 alle 17, davanti alla Cassazione a Roma per l’inizio del processo bis.

“In attesa del quinto grado della Cassazione bis (4 e 18 dicembre 2023 e 15 gennaio 2024) – sottolinea l’associazione in una nota -, i responsabili della strage di Viareggio si appellano alla incostituzionalità della lunghezza dei tempi di prescrizione (per il disastro ferroviario interverrebbe dopo 20 anni dal fatto). La prescrizione, di fronte a stragi come Viareggio, è un mostro giuridico e disumano nei confronti delle vittime, dei loro familiari e dei cittadini onesti di questo paese. Il dolore mai andrà in prescrizione”.

Per i familiari delle vittime “la mossa di Moretti & company: ricorso alla Corte costituzionale che, se accolto, manderebbe in fumo la sentenza che ha condannato a cinque anni di carcere l’ex ad di Fs”. “Tutto prescritto – aggiungono -, come già accaduto per incendio colposo, lesioni gravi e gravissime, omicidio colposo, nonostante le conferme delle condanne e delle responsabilità. Questo è lo stratagemma o, meglio, il sotterfugio escogitato dai legali del manager, in attesa del pronunciamento della Cassazione bis. Il fatto che le udienze siano state fissate dopo il 29 ottobre, giorno in cui il ‘Cavaliere del lavoro'” Moretti ha compiuto 70 anni, “ha il sapore di un regalo di compleanno. Pertanto, anche se confermata la pur mite condanna, si fregierà del regalino di Stato: non sconterà neppure un minuto di carcere”.

Piagentini: “Abbiamo sfiorato un’altra tragedia a Viareggio”. Sindaco: “Un fatto gravissimo che richiama alla mente scenari ben peggiori”

Viareggio, Marco Piagentini, referente della onlus ‘Il Mondo che vorrei’, che riunisce i familiari delle vittime della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, si è recato insieme agli altri membri dell’associazione in stazione per osservare il treno merci con cisterne di Gpl fermato dopo l’avaria al freno di un carro.

“Spesso lo abbiamo già denunciato che i pattini dei freni” di questi treni “sono difettosi. – ha detto Piagentini in un videomessaggio su Fb. – L’Europa lo sa, Trenitalia lo sa. È successo in altre città, è successo di nuovo a Viareggio” “alla vigilia dell’inizio del Carnevale che festeggerà 150 anni, abbiamo sfiorato un’altra tragedia, non mi sarei certo aspettato che potesse accadere ancora una cosa del genere nella stazione di Viareggio”, ha anche detto Piagentini ricordando l’incidente del 2009 in cui morirono i familiari”.

“Anche allora si trattò di un treno merci con vagoni cisterna per gas Gpl tipo quello di oggi. – continua Piagentini – Allora uno si rovesciò dopo uno svio in stazione e il gas liquido si incendiò causando 32 morti nelle case e nelle strade vicine ai binari”.

Marco Piagentini perse la moglie Stefania 39 anni i figli Lorenzo 2 anni e Luca 4 anni e lui rimase ustionato per il 98%, così come l’altro figlio Leonardo sopravvissuto anche lui e ustionato.

strage viareggio“La prontezza di riflessi del macchinista e dei vigili del fuoco hanno evitato il peggio però nulla è cambiato dopo quanto abbiamo sempre sostenuto sul problema della sicurezza – ha aggiunto Piagentini -. I nostri Comuni versiliesi hanno sottoscritto un documento riguardante la sicurezza per il passaggio dei treni nelle nostre stazioni ma tutto questo è finito in un cassetto. Non siamo stati matti se fin dal primo giorno abbiamo puntato il dito sulla questione della sicurezza, dopo 13 anni siamo punto da capo, si predilige il profitto alla sicurezza e questa è una ulteriore dimostrazione”.

Strage Viareggio: oggi il processo in Cassazione, familiari sotto il Comune e dirette social “Seguiteci e sosteneteci”

I familiari delle vittime del disastro ferroviario di Viareggio (Lucca) del 29 giugno 2009 si sono radunati stamani davanti al Comune della loro città per ricordare che oggi a Roma inizia il processo davanti alla Corte di Cassazione sulla strage che fece 32 morti, tanti feriti e causò immensi danni materiali.

A causa del Coronavirus, i familiari non hanno potuto, per la prima volta in tanti anni di processo, essere presenti nelle aule giudiziarie, così anche se non sono a Roma, hanno deciso questa iniziativa fatta nel rispetto del distanziamento. Organizzati i collegamenti tramite social network con i loro avvocati. Davanti al municipio hanno srotolato ed esposto lo striscione ‘Giustizia e verità’ che ha accompagnato tutte le udienze dei processi di primo e secondo grado. E’ stato anche mostrato il mosaico con le foto delle vittime. Un altro striscione è stato esposto sul ponte sopra il canale Burlamacca con la scritta ‘Giustizia e verità per la nostra città’. Molti cittadini si sono uniti ai familiari posizionandosi insieme a loro davanti al municipio.
Nel pomeriggio i familiari si ritroveranno nella sede della Croce Verde per seguire via social il processo. Messaggi sono pervenuti all’associazione dei familiari ‘Il mondo che vorrei’ da parte di esponenti delle istituzioni fra cui, ha riferito il presidente Marco Piagentini, anche dalla Presidenza della Regione Toscana.
“Ci siamo, alla fine è arrivato il momento, volevamo esserci tutti insieme come abbiamo fatto in questi 11 anni – afferma Piagentini -. Volevamo essere là in quell’aula ad ascoltare,
perché in quell’aula parlano dei nostri cari, ma ciò non sarà possibile. Nelle riunioni via web di questi giorni abbiamo capito quanto è importante affrontare questo momento insieme.
Per questo dalle ore 14 andando sulla nostra pagina Facebook o sul nostro blog troverete un link di accesso dove potrete interagire con i familiari, per salutarli per far sentire la
vostra vicinanza, per chiedere informazioni”.

 

Strage Viareggio, parenti: “Nostra lotta contro prescrizione è a benificio di tutti”

“Per le assoluzioni dobbiamo leggere le motivazioni ma è importante che sia stato condannato l’amministratore di Ferrovie per responsabilità e per quello che non è stato fatto. Della nostra lotta per la prescrizione speriamo possano beneficiarne altri, il comitato nazionale dei famigliari delle vittime delle grandi stragi italiane lotta per questo”.

Così i parenti delle vittime della strage di Viareggio si sono espressi dopo la sentenza d’appello di ieri che ha portato alla condanna di Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, a 7 anni di reclusione e di Michele Mario Elia, ex ad Rfi, e Vincenzo Soprano, ex ad Trenitalia, a 6 anni.

“Di queste due sentenze che hanno analizzato nel dettaglio un sistema ferroviario totalmente fallace, dovrebbero prenderne atto i nuovi vertici di Ferrovie e il Mit. Chiediamo pertanto alle società coinvolte, come segnale concreto di scostamento dagli errori gravissimi commessi dai suoi ex amministratori”, “di ammettere le proprie responsabilità non ricorrendo in Cassazione ma operando per riqualificare tale sistema” aggiungono i familiari delle vittime.

“Ci siamo battuti 10 anni per far capire che è il sistema che deve cambiare – ha sottolineato Daniela Rombi del comitato delle vittime -. Le Ferrovie di oggi ne devono prendere atto e il Mit doveva leggere la sentenza di primo grado, e ora anche la seconda, per riformare questo sistema”.

Rombi ha anche detto che “ci sono stati dei familiari delle vittime, insieme a alcuni ferrovieri, che sono rimasti con la schiena dritta. Che ce ne facciamo dei soldi? Ci sono solo serviti solo per pagare le spese di questo processo che non è ancora finito. Non abbiamo ceduto ai ricatti delle assicurazioni, a noi la bocca non la tappa più nessuno”. “Era Moretti che decideva”, ha inoltre detto Rombi, e “licenziò i ferrovieri Riccardo Antonini e De Angelis, che poi è stato riassunto, per incutere paura fra i ferrovieri che chiedevano sicurezza”.

Marco Piagentini, presidente dell’associazione il Mondo che vorrei, che riunisce le vittime della strage di Viareggio, ha commentato: “A noi non interessa la figura di Moretti ma il sistema di scatole cinesi per non arrivare alle responsabilità. Con la sentenza della strage di Viareggio si è affermato un principio inverso, ovvero che chi amministra è anche responsabile, è datore di fatto, e pertanto deve prendersi le sue responsabilità. E’ un risultato che non serve solo a noi ma anche a Rigopiano, al Ponte di Genova o a Pioltello”. Piagentini ha aggiunto, parlando dell”incidente ferroviario di Pioltello, dove un treno deragliò causando tre morti e 46 feriti, non sarebbe successo “se ci fosse stato il detettore di svio che noi chiediamo da anni. Per questo chiediamo a Ferrovie un’assunzione di responsabilità”.

Inoltre, ha dichiarato, “sappiamo che i vigili del fuoco non sanno che cosa passa sui nostri binari. La notte della strage di Viareggio l’intervento fu fatto in maniera casuale. I vigili del fuoco intervennero perché sapevano che era esploso qualcosa ma se non fosse stato per un vigile del fuoco, che a rischio della propria vita passando sulla passerella pericolante vide che su quei treni c’era il gpl e mandò delle squadre a raffreddare le altre cisterne, la città non sarebbe rimasta in piedi. Lo ha detto un perito in aula”.

Strage Viareggio: Toninelli incontra famiglie vittime

Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli, accompagnato dal senatore M5s Gianluca Ferrara, ha incontrato l’associazione Il Mondo che Vorrei, che riunisce i familiari delle vittime della strage di Viareggio.

Il Ministro è infatti oggi a Viareggio (Lucca) per visitare la fiera nautica ‘Versilia Yachting Rendez-Vous 2019’. Toninelli, spiega una nota, ha parlato con il presidente dell’associazione Marco Piagentini, anche lui vittima della strage del 29 giugno 2009 nella quale morirono 32 persone, e insieme hanno visitato la Casina dei ricordi in via Ponchielli a Viareggio, luogo dove è avvenuta l’esplosione.

Al centro dell’incontro il tema della sicurezza ferroviaria, in particolare proprio a Viareggio (Lucca), e la necessità di messa in sicurezza dell’intera linea su questa tratta che attraversa la cittadina Toscana. Il ministro Toninelli ha scritto sul diario che si trova all’interno della Casina dei ricordi, su cui i visitatori lasciano una propria testimonianza.

“Entro per la prima volta in questa casina. E’ un’emozione che non dimenticherò mai – è il messaggio lasciato da Toninelli -. Sono profondamente e umanamente vicino ad ogni singola persona a partire dai familiari delle vittime, dei feriti e di tutti coloro che ancora soffrono. Fino all’ultimo istante in cui sarò Ministro dei Trasporti lavorerò per riportare i livelli di sicurezza dentro le ferrovie italiane.”

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