Giornata della Fraternità, il cardinale Ayuso Guixot: “Non c’è alternativa al dialogo tra religioni”

La Giornata della Fraternità, promossa dall’Opera di Santa Croce con la Comunità dei Frati francescani minori conventuali, si è aperta con una stretta di mano. L’evento si è svolto a 800 anni dall’incontro tra San Francesco e il sultano. Il principe El Hassan bin Talal di Giordania, chair del Royal Institute for Inter-Faith Studies di Amman, e il cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio consiglio per il Dialogo interreligioso, protagonisti del confronto di questa mattina. Firenze si conferma città del dialogo, un punto di riferimento dell’incontro tra religioni e culture.

Lo speciale di Raffaele Palumbo.

“È un documento storico, c’è una nuova prospettiva di pace per i cristiani, per i musulmani, per i credenti di altre religioni e per tutte le persone di buona volontà. È la famiglia umana ad essere interpellata e coinvolta. C’è una lunga storia alle spalle di questo Documento fatta anche di dispute, alle volte violente, di pregiudizi e di contrapposizione. Sappiamo bene che la strada del dialogo interreligioso è stata spesso in salita e piena di ostacoli, ma stavolta si è voluto andare oltre. C’è un’urgenza dettata dall’attuale situazione mondiale che ha fatto mettere da parte pregiudizi, indugi e difficoltà”, ha detto il cardinale Ayuso Guixot.

“La pace è possibile soltanto attraverso il sacrificio del sé. C’è un Dio onnipresente non confinato in un unico Credo. Grazie all’incontro storico tra il sultano e Francesco oggi possiamo celebrare e coltivare la pace, ma dobbiamo continuare a lavorare insieme per il dialogo. E non dobbiamo privarci di nessuno strumento per promuoverlo, anche i Social, se ben utilizzati, possono dare un contributo”, ha detto invece il Principe di Giordania. “Siamo di fronte a un crocevia, o andiamo verso l’odio e la distruzione oppure verso il rispetto e la condivisione. L’Europa e i singoli paesi hanno un ruolo decisivo”,ha continuato.

“Devono essere le città, a partire da Firenze, il cuore di un nuovo e concreto modo di vivere, dove l’alterità è ricchezza”, ha affermato il sindaco di Firenze Dario Nardella nel suo saluto di apertura della giornata.

La presidente dell’Opera di Santa Croce Irene Sanesi, ha invece detto: “Con la Giornata della Fraternità Santa Croce si conferma luogo privilegiato del dialogo, cooperatrice di un rinnovato progetto di relazione tra i popoli e le fedi religiose. È il nostro tempo che ci chiede di costruire nuovi ponti, culturali e spirituali”.

Ha partecipato al confronto, moderato dal vice presidente dell’Opera Alessandro Andreini, anche il prefetto di Firenze Laura Lega, padre Paolo Bocci, rettore della Basilica di Santa Croce, l’Imam di Firenze Izzedin Elzir, il prefetto Michele Di Bari, Capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno, e Alessandro Martini, assessore ai Rapporti con le confessioni religiose del Comune di Firenze.

Il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, e padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi, hanno sottolineato la contemporaneità della spiritualità di Francesco d’Assisi. Firenze città del dialogo è stata inoltre il tema dell’intervento di Giulio Conticelli, dell’Università degli Studi di Firenze e consigliere dell’Opera, che si è soffermato sulla profetica e concreta azione di Giorgio La Pira per il dialogo tra le religioni e tra i popoli del Mediterraneo a partire dalla fine degli anni ‘50.

Santa Croce, luogo chiave della spiritualità francescana, è simbolica perchè conserva la memoria dell’incontro epocale tra Francesco e il sultano in tre opere: il dipinto di Coppo di Marcovaldo nella Pala Bardi, l’affresco di Giotto per la Cappella Bardi, e il rilievo di marmo scolpito da Benedetto da Maiano sul pulpito della navata centrale.

Stella, se rispettate regole no preclusioni a moschea

?Firenze, Il coordinatore cittadino di Forza Italia e vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana Marco Stella, ha tenuto oggi una conferenza stampa in piazza dei Ciompi, per “affrontare il problema del garage-moschea”, che si trova nella contigua Borgo Allegri.

“Oggi noi facciamo una anche denuncia – ha detto Stella – il fondo dove viene esercitato, quello che è il diritto di pregare e professare la religione, è di categoria C2, cioè quello che viene definito magazzino e locale di deposito”.

“Dal 27 maggio l’Imam di Firenze avrà un interlocutore diverso da quello che c’è oggi a Palazzo Vecchio: può chiamare Ubaldo Bocci, chiedere un incontro, individuare un’area, dirci quali sono le risorse e se tutte le pratiche sono regolari per Ubaldo Bocci e per il centrodestra problemi non ce ne sono  – ha continuato Stella – se vengono rispettate le regole per noi non c’è nessuna preclusione affinché la comunità islamica abbia un luogo dove andare a professare la propria religione”.

“Questa è una delle piazze più belle che abbiamo a Firenze e quello è un giardino pubblico pagato con i soldi delle tasse. Ma se una mamma o una nonna con il bambino vuole andare al giardino lo trova pieno di tappetini, pieno di gente che prega la sua religione. Però questo non è un giardino dove si può pregare – ha aggiunto Stella – Chiediamo che a questo scempio e a questa vergogna, da un lato per chi va a pregare e dall’altro per i fiorentini, venga detto basta”.

Gimmy Tranquillo ha intervistato Marco Stella:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/04/190412_02_MOSCHEA-CIOMPI_STELLA.mp3?_=2

Durante la conferenza stampa alcune decine di persone hanno fatto capannello intorno al consigliere di Forza Italia, che era accompagnato dalla capogruppo di Forza Italia al Quartiere1, Roberta Pieraccioni, la piccola folla, composta da fedeli giunti per in piazza per pregare, ma anche da abitanti del quartiere, ha ingaggiato i forzisti in una ‘animata’ discussione sulle possibili soluzioni di quello che viene visto come un problema anche dalla stessa comunità islamica.

Gimmy Tranquillo ha raccolto le voci della gente:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/04/190412_03_MOSCHEA-CIOMPI_GENTE.mp3?_=3

I primi commenti all’iniziativa di Stella arivano dall’Imam di Firenze, Izzedin Elzir, che ha commentato: “Siamo sotto campagna elettorale e spero che chi vuole fare politica vada a risolvere i problemi dei cittadini. Noi abbiamo un dialogo con tutti i partiti politici, un rapporto di rispetto reciproco, la mia preghiera a tutti quanti è di non prendere la questione moschea come tema di dibattito politico per alimentare paure e odio. La moschea è qui da più di 20 anni – ha aggiunto – ci sono dei problemi reali da risolvere, ma chiedo di non andare a gettare benzina sul fuoco, chi fa politica deve fare il vigile del fuoco”.

Poi sul progetto della nuova moschea per Firenze l’Imam ha spiegato che “stiamo lavorando da anni e le cose stanno andando avanti in maniera molto positiva, non siamo arrivati al punto importante, ma il cammino prosegue”.

Infine rispondendo alle accuse sulla mancata presentazione di un progetto ha risposto: “I progetti si presentano quando ci sono terreni, non devo insegnare io alla politica le procedure, comunque se hanno bisogno di qualche lezione noi siamo qui a dargli qualche lezione”.

Presidente Ucoii su musulmani: “necessario recuperare la normalità del dialogo”

Lo ha detto il presidente dell’Ucoii e imam di Firenze Izzedin Elzir, intervenendo oggi alla presentazione della grande mostra sull’arte islamica organizzata ad Uffizi, Museo del Bargello e biblioteca nazionale.

“Bisogna recuperare la normalità del dialogo: oggi troppo spesso la comunità islamica viene trattata in modo ‘speciale’, e non intendo speciale in senso positivo, ma in un modo che ci fa tornare indietro a 70, 80 anni fa, quando certo si può dire che in Europa gli islamici non fossero trattati affatto bene”. Ha continuato il presidente dell’ Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii).

“Questa esposizione – ha aggiunto Elzir – racconta i musulmani non come fanno alcuni, cioè come caricatura di un blocco unico, ma come una realtà variegata, in dialogo e scambio con l’Occidente. Ed è proprio con lo scambio e il dialogo che, anche in momenti storici dove regna la paura, si porta avanti la civiltà”.

Alla presentazione ha preso parte anche l’ambasciatore dell’Algeria in Italia Abdelhamid Senouci Bereksi, che ha osservato come la mostra “costituisca proprio un atto di coraggio, contro la paura, una dichiarazione di amicizia tra popoli e culture: in un momento come l’attuale, è un gesto davvero importante”.

Quanto allo stesso direttore degli Uffizi Schmidt, ha definito la mostra “una testimonianza contro l’isolazionismo culturale: di fatto non ci sarebbe stata nessuna Firenze culla del Rinascimento, senza il recupero di scienze, arti e cultura operato nei secoli precedenti dai grandi popoli islamici”.

Firenze in lutto per Idy Diene

Oggi lutto cittadino a Firenze per la morte del cittadino senegalese Idy Diene, ucciso lo scorso 5 marzo sul ponte Vespucci da Roberto Pirrone, in occasione della cerimonia funebre  alle cappelle del commiato prima che la salma venga rimpatriata, come deciso dai familiari, in Senegal dove si terranno i funerali.

 

“Idy era davvero ”l’uomo del sorriso” – ha detto l’imam Izzedin Elzir nel suo ricordo -. Una persona di pace. Un semplice ambulante, conosciuto e benvoluto da tutti. Essere qui tutti insieme per salutarlo ci fa compiere un gesto che riunisce tutta la comunità spezzata da questo gesto”. L’arcivescovo Giuseppe Betori ha spiegato che essere presenti alla cerimonia “è un gesto doveroso proprio nei confronti della comunità, ed un segnale di fraternità tra fedi religiose: l’auspicio è che da questa tragedia profondissima possano nascere comprensione e condivisione”. Di “commozione e disperazione” ha parlato il rabbino Amedeo Spagnoletto, esprimendo “solidarietà viva” alla famiglia di Idy e alla comunità senegalese. Aliou, il fratello, lo ricorda come “una persona migliore di me – racconta tra le lacrime – lavorava, pregava. Era un uomo buonissimo”. La comunità senegalese fiorentina è scossa. L’omicidio di Idy ha risvegliato il ricordo dei giorni di terrore del dicembre 2011, quando il killer simpatizzante di Casa Pound Gianluca Casseri uccise, anche in quel caso a colpi di pistola, i connazionali Samb Modou e Diop Mor, ferendone altri due prima di suicidarsi. “Lunedì scorso è stata una giornata terribile – ha detto Mamadou Sall, portavoce della comunità – dopo sette anni siamo ancora nelle stesse condizioni. Ci sentiamo minacciati. Camminiamo per strada guardandoci intorno, prima di questi orrori non lo avevamo mai fatto. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, soprattutto ora che abbiamo perso anche il sorriso di Idy”. Rokhaya Kene, la moglie di Idy (e precedentemente di Samb Modou), non ha voluto parlare.

“Conosco sua figlia, e so quando sperasse nella sua nuova famiglia con Idy, nella possibilità di ricostruirsi una vita. Ora sarà molto difficile ma dobbiamo essere tutti accanto a lei. Spero decida di rimanere a Firenze, perché qui c’è la sua comunità. Questa è la sua città”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella

Oggi a Firenze,  proclamato il lutto cittadino. L’ordinanza firmata dal sindaco invitava a osservare nei luoghi di lavoro e nelle scuole un minuto di silenzio e raccoglimento alle 11.50, ora della morte di Idy.

Dopo la cerimonia, con la partecipazione dei familiari e della comunita’ senegalese, la salma di Idy è partita per l’aeroporto di Bologna, per poi arrivare in serata a Dakar, in Senegal. Idy sara’ sepolto nella regione di Thies, dove si trova il villaggio in cui e’ nato e cresciuto.

Omicidio Idy Diene: cerimonia nel giorno dei funerali, confermata manifestazione domani

A Firenze, nel giorno dei funerali in Senegal di Idy Diene, il 54enne ucciso a Firenze il 5 marzo, si terrà una cerimonia pubblica in suo ricordo alla presenza dei rappresentanti delle comunità religiose, delle organizzazioni lavorative e imprenditoriali e della cittadinanza. E’ quanto ha comunicato il sindaco di Firenze Dario Nardella all’ambasciatore del Senegal Mamadou Saliou durante l’incontro di ieri pomeriggio in Palazzo Vecchio.

omicidio
Il sindaco Dario Nardella e l’ambasciatore del Senegal Mamadou Saliou Diouf

 

Il confronto, spiega una nota di Palazzo Vecchio, è stato definito “positivo” dal sindaco e dall’ambasciatore, che si sono impegnati a rafforzare i rapporti di collaborazione tra le comunità fiorentina e senegalese. Nel corso dell’incontro, durato circa un’ora, l’ambasciatore, come spiega ancora il Comune, ha chiesto al sindaco che la famiglia di Idy non venga lasciata sola e che le venga data assistenza.

Il sindaco Nardella, da parte sua, ha espresso la vicinanza della città alla famiglia di Idy e alla comunità senegalese e ha assicurato che il Comune continuerà ad assisterla come ha sempre fatto. Nardella ha anche informato l’ambasciatore che il Comune si costituirà parte civile accanto alla famiglia per seguire il processo, affinché si faccia piena giustizia sull’omicidio di Idy.

Ndiaye
Diye Ndiaye

“Questo sabato la manifestazione per Idy Diene a Firenze si farà”. Lo ha detto, ieri sera, al termine di una riunione dedicata alla vicenda, Diye Ndyaie, la presidente dell’associazione dei senegalesi del territorio fiorentino e presidente di Fasi, la Federazione delle associazioni Senegalesi in Italia.

“Sarà una manifestazione apartitica, apolitica – aggiunge Ndyaie – un grande evento di pace e fratellanza, per tutti, per le famiglie, per i bambini. Esattamente come quello che ci fu nel 2011, dopo la morte di Samp Modu e Diop Mor”, uccisi a Firenze da Gianluca Casseri, simpatizzante di estrema destra, che poi si suicidò. Prima che fosse resa nota la decisione finale sulla manifestazione, l’iman di Firenze e presidente dell’Ucoii Izzedin Elzir aveva spiegato: “Stiamo lavorando per fare una manifestazione pacifica: una manifestazione che rispecchia realmente Idy, una persona solare di pace, di sorriso. Invitiamo tutti a portare questi messaggi alla manifestazione di sabato”.

Intanto un conto corrente per sostenere la famiglia di Idy Diene è stato aperto dagli avvocati Luigi De Vito e Sandro Bruni, che assistono i familiari della vittima. Il conto, spiegano gli avvocati, è stato attivato con Poste italiane ed intestato al fratello residente in Italia, Aliou Diene: “Tutti coloro che intendano concretamente aiutare la famiglia di Idy, ed in particolare i suoi dieci figli che vivono in Senegal, potranno effettuare donazioni (con causale ”in memoria di Idy” – IBAN IT48M0760105138259708359713)” hanno spiegato i due legali.

La vicesindaca di Firenze Cristina Giachi

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/03/180309_Cristina-Giachi.mp3?_=4

Omicidio su ponte Vespucci: comunità senegalese, oggi presidio e sabato manifestazione

“Chi ha sparato non è un pazzo, ci devono spiegare perché ha sparato. Non ci devono dire che è un pazzo. Siamo arrabbiati e non ci piace che questa cosa sia avvenuta in questo momento politico dell’Italia”. Lo a detto Pape Diaw, storico portavoce della comunità fiorentina del Senegal, tra i presenti al corteo dei senegalesi improvvisato ieri in città a Firenze in seguito alla morte di un loro connazionale, omicidio per il qual è stato fermato un italiano.

“Vogliamo sapere chi è quest’uomo che ha ucciso un nostro connazionale e perchè – spiega Mamadou Sall, attuale portavoce della comunità senegalese -. Siamo tornati dalla questura dove ci hanno detto che un uomo italiano voleva suicidarsi, poi invece ci ha ripensato ed ha ucciso un giovane senegalese. La comunità del Senegal a Firenze non ha parole, questi fatti stanno accadendo da tempo, ci stiamo organizzando per avere una risposta dalle autorità a questo omicidio gratuito, senza motivo. Se sicurezza ci deve essere in città, ci deve essere per tutti, anche per noi. Com’è possibile che uno che ci dicono pazzo possa girare armato e spararci? Ci devono dare una risposta”.

Intanto è stato promosso un presidio per oggi pomeriggio dalle 15 su Ponte Vespucci e indetta una manifestazione per sabato 10 marzo con probabile corteo dalle 15, ma con modalità e ritrovo ancora da definire.

“Dobbiamo tutti stringerci nel dolore intorno alla famiglia e alla comunità del senegalese ucciso, senza dividerci: era, tra l’altro, parente di Samb Modou”, uno dei due senegalesi uccisi il 13 dicembre 2011 a Firenze da Gianluca Casseri, simpatizzante di estrema destra che poi si suicidò. Lo ha detto l’imam di Firenze e presidente Ucoii Izzedin Elzir. Certo, ha poi aggiunto, “il clima di intolleranza di questa campagna elettorale non aiuta in un momento come l’attuale”.

“Comprendiamo il dolore, ma qualunque forma di violenza contro la citta’ e’ inaccettabile, tenuto conto anche che l’omicida e’ stato subito assicurato alla giustizia e l’amministrazione comunale ha incontrato una delegazione della comunita’ senegalese”. Lo ha affermato il sindaco Dario Nardella a proposito dei danneggiamenti in centro citta’ durante il corteo di ieri organizzato dopo l’omicidio. “I violenti- ha dichiarato Nardella- vanno isolati e azioni del genere sono incivili oltre che irrispettose della memoria della stessa vittima”. Il sindaco ha parlato anche con il console del Senegal Eraldo Stefani.

Exit mobile version