Tre Allegri Ragazzi Morti, “Garage Pordenone. Il Disco della settimana.

Per il loro 30° compleanno, Tre Allegri Ragazzi Morti pubblicano per Tempesta Dischi “Garage Pordenone”, un nuovo album di inediti, il 10° della loro discografia. Dodici nuove canzoni del gruppo che da sempre unisce rock e fumetto.

“Garage Pordenone”è il decimo lavorodi inediti di Tre Allegri Ragazzi Morti, dodici nuove canzoni checelebrano la musica e la storia di un gruppoche ha saputo sintetizzare rock e fumetto, divenendo un punto di riferimento per la scena musicale indipendente. L’album esce per La Tempesta Dischi, l’etichetta fondata ne 2000 dalla stessa band per pubblicare i propri lavori, ma che nel tempo è diventata un punto di riferimento per la scena indipendente italiana, pubblicando una serie incredibile di artisti. Il nome dell’album invece richiama dal passato la leggendaria Rock City friulana degli anni ’80 da cui la band proviene, celebrando la poetica nata in uno dei centri artisticamente più prolifici e attivi della provincia italiana. Un album contemporaneo, lontano dalle nostalgie e che anzi guarda al futuro della band, che festeggerà la propria storia e il proprio presente con un anno di concerti ed eventi speciali.

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Tra filastrocche punkeggianti, ballate acustiche, racconti wave, dichiarazioni esistenziali su ritmi rocksteadye una chiusura con un brano di “musica concreta” con interprete principale un merlo, i protagonisti di queste storie sono sempre Tre Allegri Ragazzi Morti nell’esorcismo ad alto volume contro le tante storture del mondo.

Nell’album appaiono le chitarre di Adriano Viterbini, Marco Gortana, Matteo Da Ros; le mani in scrittura di Alex Ingram, Andrea Maglia e Wilson Wilson. alla regia di questo fiume creativola produzione di Paolo Baldini, che ha segnato alcuni importanti dischi precedenti del trio pordenonese come “Primitivi del futuro” (2010) e “Nel giardino dei fantasmi” (2012). Dubmaster di fama mondiale, Baldini, per questo album, si è messo al servizio del rock, fatta eccezione per il brano “Mi piace quello che è vero”, unico episodio rocksteady.

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Ad anticipare la pubblicazione una manciata di singoli. Il primo, “Ho’oponopono”, è un curioso brano rock, veloce, che rimette le lancette dell’orologio indietro rispetto alla storia del gruppo. Una traccia stratificata e potente con un testo ironico che scopre un mondo occidentale intrappolato in una visione consumistica ma suggestionato da desideri mistici: il titolo stesso si riferisce a un’antica pratica hawaiana per il perdono interiore, la cancellazione di memorie e pensieri negativi, e la risoluzione dei conflitti.

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Intanto è incominciato un lunghissimo tour che finirà a settembre, ma che toccerà la Toscana (per quel che ci è dato di sapere ad oggi), solo il 3 Maggio al Viper Theatre di Firenze.

Garage Pordenone dei Tre Allegri Ragazzi Morti è il nostro “Disco della Settimana“.

 

🎧 Tropea, l’indie italiano che guarda all’estero. Ascolta l’intervista.

Band di riferimento di una nuova scena underground grazie alla loro potenza live e alla capacità di esplorare generi diversi, i Tropea saranno dal vivo al Glue di Firenze il 3 Febbraio.

🎧 Ascolta l’intervista ai Tropea a cura di Giovanni Barbasso:

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I Tropea hanno da poco pubblicato, dopo 6 anni di attività, il loro primo disco: “Serole”. Raccontano i Tropea: “nel luglio 2022 siamo tornati a Serole, nella casa dove abbiamo registrato la maggior parte delle nostre canzoni. Il setting è sempre lo stesso dalla prima volta in cui ci abbiamo messo piede nel 2017: il salotto di una rustica casa di campagna, preso d’assalto, svuotato, capovolto e riempito di amplificatori, mixer, cavi, aste, microfoni e strumenti. In quei 7 giorni di luglio abbiamo registrato le canzoni che abbiamo scritto dal 2017 al 2022. È un materiale vasto che copre tutto il periodo in cui siamo esistiti come Tropea. A quasi un anno di distanza, dopo mesi difficili ed impegnativi, abbiamo iniziato a costruire un percorso intorno a queste registrazioni. Mimmo (Domenico Finizio) poi, ha preso una casa vicino al mare, per immergersi completamente nell’arrangiamento del disco.

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Serole” è un lavoro carico di urgenza espressiva e attese, unito alle incertezza e al senso di inadeguatezza di una generazione che sta cercando il proprio posto nel mondo. Al suo interno ci sono l’amore, la tristezza, l’amarezza e tutta la dolcezza dei Tropea.

Continuano a raccontare i Tropea: “È l’unico possibile primo disco dei Tropea. Le canzoni hanno guidato tutto, le scelte di arrangiamento sono state fatte con un orecchio teso alla pancia dei brani, per capire dove volevano andare. Abbiamo avuto il piacere di coinvolgere Marco Sonzini (Rolling Stones, Post Malone, Vasco, Tiziano Ferro, Elton John…) per il mixaggio, e Josh Bonati (Sufjan Stevens, Mac Demarco) per il mastering, che si sono rivelati le persone e gli artisti giusti da coinvolgere per la finalizzazione. La copertina di Giovanni Pagani, scattata a Capodanno 2017 a Serole, racchiude tutto. Noi e alcuni nostri amici, una generazione di ventenni che si avviano su una strada in salita che porta all’ignoto, ciascuno secondo la propria velocità”.

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Da Febbraio i Tropea, saranno protagonisti di un tour in giro per i principali club della penisola, dove porteranno per la prima volta l’energia e le atmosfere di “Serole”, nella dimensione che più appartiene loro, live sul palcoscenico.

I Tropea toccheranno Firenze sabato 3 febbraio al Glue alternative Concept Space (Link all’evento:https://www.facebook.com/events/1036946630718271 )

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TROPEA – SEROLE TOUR
2 febbraio 2024 | Napoli @ Auditorium Novecento
3 febbraio 2024 | Firenze @ Glue
15 febbraio 2024 | Torino @ Cap 10100
16 febbraio 2024 | Verona @ The Factory
17 febbraio 2024 | Pordenone @ Capitol
22 febbraio 2024 | Milano @ Santeria Toscana 31
23 febbraio 2024 | Roma @ Wishlist
24 febbraio 2024 | Bologna @ Covo Club
23 marzo 2024 | Lido Adriano (RA) @ Cisim

 

 

I Tropea sono: Pietro Lupo Selvini (voce), Lorenzo Pisoni (basso), Domenico Finizio (chitarra e voce) e Claudio Damiano (batteria). Nascono nel 2017 a Milano, dove presto diventano una delle band di riferimento della scena underground grazie alla loro potenza live e alla capacità di esplorare generi diversi. Le influenze della loro musica spaziano infatti dall’alternative degli anni 2000 al postpunk di inizi anni ’80 e al beat degli anni ’60. Nei testi delle loro canzoni, invece, esplorano le sottoculture di internet, la vulnerabilità, il cringe e i sogni. Ma è la dimensione live che da sempre alimenta il motore del progetto Tropea: questa passione per la musica dal vivo li ha portati nel corso della loro carriera a esibirsi sui palcoscenici di tutta Italia in numerosissimi concerti. Nel 2019 esce il loro primo Ep “Sad Reacc Only”, seguito nel 2020 da “Your Wonderful Time” e, a giugno dello stesso anno, dal terzo Ep “Might Delete Later”, che viene notato tra gli altri anche da DJ Kevin Cole, che sceglie la loro “Technicolor” come Song of the Day per la celebre KEXP Radio di Seattle. A causa della pandemia, la band si ritrova per la prima volta a lavorare a nuove canzoni a distanza: da questa esperienza nascono “Blu”, “OWO” e “Ricci”, i brani che hanno definito il loro 2021. Nel 2022 il singolo “Identikit / PLOT TWIST” prosegue l’esplorazione musicale della band tra generi diversi e tra italiano e inglese ma segna anche un punto di arrivo di questo ciclo di canzoni “solitarie”, che sono lo specchio di quello che la band ha attraversato tra solitudine e speranze per il futuro.

Gallipoli” e “Discoteca” sono i singoli che insieme a “Tu credi chefeat. Marco Castello anticipano il primo disco della band milanese: “Serole”, uscito il 12 gennaio.

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Rock Contest 2023: prorogata la scadenza del bando al 22 settembre.

Il Rock Contest 2023 di Controradio, il concorso nazionale per artisti emergenti che seleziona e promuove il meglio della scena musicale italiana, ha prolungato le iscrizioni fino al 22 settembre 2023. In palio più di 15.000 euro per finanziare i tuoi progetti e l’attenzione dei discografici, dei più affermati musicisti, dei giornalisti musicali e i dei direttori dei migliori festival estivi italiani.

Entro il 22 settembre sarà possibile registrarsi sul sito www.rockcontest.it per completare il form di richiesta e provare ad aggiudicarsi uno dei numerosi premi messi in palio dall’organizzazione, finanziamenti che vanno dalla registrazione di brani in studio alla realizzazione di un videoclip, passando per shooting fotografici, promozione e organizzazione di un tour. A questi si aggiungono inoltre diversi riconoscimenti per i singoli progetti artistici: 1°, 2°, 3° Premio Rock Contest, Premio FSE/Giovanisì, Premio Enrico Greppi “Erriquez”, Premio Ernesto De Pascale e Premio Publiacqua.

– LEGGI IL REGOLAMENTO E ISCRIVITI SUBITO!

La manifestazione nel frattempo ha annunciato le date e i club in cui si svolgeranno le selezioni dal vivo, tutte a Firenze:

Martedì 17 Ottobre: 1a serata di selezione – Glue Alt. Concept Space
Giovedì 19 Ottobre: 2a serata di selezione –  Glue Alt. Concept Space
Martedì 24 Ottobre: 3a serata di selezione – Combo Social Club
Giovedì 26 Ottobre: 4a serata di selezione – Combo Social Club
Giovedì 2 Novembre: 5a serata di selezione – Combo Social Club

Giovedì 9 Novembre: 1a semifinale – Glue Alt. Concept Space
Giovedì 16 Novembre: 2a semifinale – Glue Alt. Concept Space

Sabato 25 Novembre: Serata Finale – Viper Theatre

Partecipare al Rock Contest non è solo avere la possibilità di aggiudicarsi un finanziamento utile e importante per la propria carriera; significa sfruttare un’opportunità di suonare davanti a un pubblico vero, palpitante, e ampliare la propria rete di contatti conoscendo addetti ai lavori, incontrando colleghi.Queste caratteristiche ne hanno fatto il contest più importante e riconosciuto in Italia. E il più longevo.
Quest’anno infatti taglia il traguardo della 35a edizione la manifestazione che nel tempo è diventata un vero e proprio luogo di incontro fra gli artisti emergenti, gli addetti ai lavori ed i rappresentanti più affermati del panorama musicale, un punto di riferimento in grado di favorire la sperimentazione e anticipare gusti e tendenze.
Sono tanti i nomi che hanno calcato il palco del Rock Contest nelle vesti di partecipante in gara, giurato o ospite live: Patti Smith, Dario Brunori, Aimone Romizi, Alberto Ferrari, Andrea Appino, Calibro 35, Colapesce, Cristina Donà, Ligabue, Dente, Diodato, Emma Nolde, I Ministri, Iosonouncane, Irene Grandi, Lo Stato Sociale, Manuel Agnelli, Motta, Offlaga Disco Pax, Piero Pelù, Samuel e Boosta dei Subsonica, Tre Allegri Ragazzi Morti, Enrico Greppi della Bandabardò, Stefano Bollani e molti altri ancora. –guarda la nostra “Hall of Fame”-

In un momento in cui il mercato discografico sembra sempre più condizionato dalle logiche della realtà virtuale, il Rock Contest cerca invece di valorizzare le nuove proposte offrendo una serie di opportunità concrete per l’avanzamento del proprio percorso artistico e ponendo l’attenzione sulla musica suonata dal vivo, l’unico vero elemento di socializzazione, fruizione e condivisione impossibile da eguagliare altrove.

Nella valutazione dei progetti in gara saranno coinvolte anche le direzioni artistiche di alcuni dei più importanti festival presenti in tutta la penisola grazie ad una collaborazione iniziata nel 2022 e che si rinnova per offrire ai 30 selezionati l’opportunità di essere inclusi nelle varie line up delle manifestazioni associate, come è già successo nella scorsa edizione a Marte, Wake Up In The Cosmos, Wicked Expectation, Androgynus, Mundial e Una.
Tra i primi ad aver aderito ci sono l’Ypsigrock (Castelbuono – Palermo), il Cinzella (Grottaglie – Brindisi), l’Artico Fest (Bra – Cuneo), il Lars Rock Fest (Chiusi Scalo – Siena), OffTune Festival (Prato), il WØM Fest (Lucca), il Fans Out Festival (Costigliole D’Asti) e Ferrara Sotto Le Stelle.
Partner dell’edizione anche le realtà discografiche Woodworm Label, La Tempesta Dischi, Dischi Sotterranei, Audioglobe, Picicca, Rc Waves, Black Candy Records, e le agenzie di booking Locusta e Panico Concerti.

Il Rock Contest è aperto a tutti i generi musicali (rock, indie, elettronica, dream pop, r’n’b, trap, psichedelia, soul, folk, urban, nuovo cantautorato) e si rivolge ad artisti under 35 liberi da vincoli discografici e/o editoriali.

Per partecipare è sufficiente compilare il modulo e caricare tre brani originali sulla pagina dedicata
Una giuria di addetti ai lavori selezionerà 30 band/solisti che accederanno al concorso. A partire dal 17 ottobre, a Firenze, 5 serate eliminatorie e 2 semifinali, fino ad arrivare alla finale del 25 novembre. Oltre al pubblico, che potrà votare online, una giuria tecnica e super qualificata stilerà la classifica definitiva.

I nomi dei giurati 2023 verranno ufficializzati nelle prossime settimane.

I premi sono tanti e tutti votati alla valorizzazione e realizzazione dei progetti proposti dagli artisti: registrazioni in studio e realizzazione di videoclip, promozione, shooting fotografici, organizzazione di tour e molto altro.

Al primo classificato andranno 3.000 euro, al secondo 5 giornate di registrazione al Sam Recording Studio, uno degli studi più prestigiosi e qualificati in Italia, e al terzo 500 euro.

Il brano che meglio riuscirà ad esprimere desideri e inquietudini dei giovani e in generale la condizione giovanile si aggiudicherà il Premio Fondo Sociale Europeo/Giovanisì – 7a edizione (2.000 euro), riconoscimento istituito nell’ambito della campagna di informazione della Regione Toscana sugli interventi del Fondo Sociale Europeo Plus dedicati ai giovani e sulle altre opportunità di Giovanisì, il progetto regionale per l’autonomia dei giovani.

A questo si aggiunge il premio Enrico Greppi “Erriquez” – 3a edizione (2.000 euro), indetto dalla Regione Toscana con il Fondo Sociale Europeo Plus e dedicato alla memoria del leader della Bandabardò. Ad essere premiato il testo che si distinguerà maggiormente per la positività dei valori e dell’impegno sociale in continuità con la produzione artistica e la carica umana trasmessa da Erriquez durante tutta la sua vita.
Il Premio Publiacqua, indetto da Publiacqua SpA e dedicato al brano che meglio esprime i temi della sostenibilità, climate change, biodiversità, accessibilità alle risorse, inclusione e uguaglianza, che consiste nella produzione di un videoclip musicale che sarà curato da The Factory PRD, nota casa di produzione video-cinematografica con all’attivo importanti collaborazioni (Max Gazzé, Levante, Emis Killa, Cristina Donà, etc.).
Infine, alla migliore canzone in italiano, in collaborazione con la testata Il Popolo del Blues, verrà assegnato lo speciale Premio Ernesto de Pascale, dedicato alla memoria del conduttore radiofonico (RAI Stereonotte, Controradio), giornalista, musicista e storico presidente di giuria del Rock Contest, prematuramente scomparso. In palio la registrazione professionale del brano premiato presso il Sam Recording Studio.L’immagine ufficiale del Rock Contest 2023 porta la firma di Alessandro Baronciani, proseguendo così una collaborazione nata nel 2016.

La manifestazione è organizzata da Controradio e l’associazione Controradio Club, in collaborazione con Regione Toscana – Fondo Sociale Europeo Plus – Giovanisì, il contributo di Regione Toscana, Comune di Firenze e Publiacqua, il sostegno di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, sponsor B&C Speakers.
Tutte le informazioni, il regolamento completo e le schede di iscrizione sono online sul sito www.rockcontest.it

CONTATTI:

tel. 055.73.999.46 (dal lun. al ven. 11.00-13.30 e 14.00-15.00)
contest@controradio.it

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Lo Straniero in concerto!

Ultimo appuntamento alla Buonerìa con le band che hanno solcato il palco del Rock Contest! Dalla collaborazione tra Controradio Firenze e Buonerìa, sabato 8 settembre Lo Straniero in concerto! Ingresso libero.

Lo Straniero sono finalisti del Rock Contest 2014, vincitori Premio Ernesto De Pascale miglior testo in italiano (“Speed al mattino”) scelto e consegnato da Cristina Donà. L’omonimo album d’esordio esce nel maggio del 2016 per La Tempesta Dischi, in attesa del secondo disco, previsto per l’autunno,  ci sono quattro canzoni nuove (che potete ascoltare anche sulle nostre frequenze) e tanti concerti dal vivo. Per la data fiorentina dell’8 settembre l’ingresso è libero.


Biografia

Dopo la partecipazione da finalisti al Rock Contest di Controradio, nel marzo 2015 il gruppo è Artista della Settimana su Mtv New Generation, nello stesso periodo partecipa al disco-tributo ad “Acidi e Basi” dei Bluvertigo. Nel corso del 2015 il gruppo è impegnato in un primo tour di trenta date e suona al Mapei Stadium di Reggio Emilia per “La musica scende in campo”. Nel 2016 la band è selezionata dalla giuria tecnica tra gli artisti più votati dal pubblico per partecipare alla quarta edizione di “Sotto il cielo di Fred” – Premio Buscaglione. L’omonimo album d’esordio esce nel maggio del 2016 per La Tempesta Dischi: l’album è ben accolto dalla critica e la band chiude con un tour di quaranta date e partecipa ad alcuni importanti festival e rassegne come Mi Ami, Balla coi Cinghiali, NIM, A Night Like This, Alta Felicità, L’Isola in Collina. All’inizio del 2017 Lo Straniero tiene quattro concerti a Londra e prende parte al festival itinerante La Tempesta Gira e ad uno degli ultimi concerti del tour di “Inumani” dei Tre Allegri Ragazzi Morti suonando insieme il brano “I Cacciatori”. Nel giugno 2017 partecipa con il brano “Station to Station” alla compilation tributo a David Bowie, pubblicata da Rumore a trent’anni dal primo concerto italiano.

Più info sull’evento Facebook: www.facebook.com/events/256115428521024/

La Buoneria si trova in via del fosso macinante 4 a Firenze (Zona Parco delle Cascine) INFO

Disco della Settimana: Motta “Vivere o Morire”

Anticipato da “Ed è quasi come essere felice” e “La nostra ultima canzone“ (già tra i brani italiani più trasmessi), è uscito su etichetta Sugar “Vivere o Morire”, il nuovo album del cantautore pisano Francesco Motta.

“Vivere o Morire”, disponibile in cd, vinile, su Spotify e tutte le piattaforme digitali, è il secondo album del polistrumentista e cantautore toscano che ha esordito con “La fine dei vent’anni”, TARGA TENCO per la miglior Opera Prima.

La storia di Francesco Motta sì è più volte intrecciata con quella di Controradio: dagli esordi con i Criminal Jokers, poi tra i 108 selezionati per il progetto Toscana100Band, infine ospite della grande finale sold out del Rock Contest 2016 (quella di Manitoba, Ros e Handlogic). è per questo con grande piacere che eleggiamo anche questo “Vivere o Morire” a nostro Album della Settimana.

“Vivere o Morire” è stato prodotto, registrato e mixato tra Roma, New York e Milano, da Francesco Motta e Taketo Gohara. “Il segreto di questo disco è che non ha segreti e per scrivere le nuove canzoni ho messo il mio cuore sul tavolo. Questo lavoro è la perfetta fotografia di quello che sono oggi – ha spiegato Francesco Motta da Livorno – perché mi sono raccontato nei miei tanti modi. E’ il lavoro che mi ha fatto scoprire la sintesi, non so se in termini di maturità o consapevolezza, grazie alla quale ho messo nel disco niente di più rispetto a quello che ci andava messo”. L’album vede la collaborazione di Pacifico, ma c’è anche lo zampino di Riccardo Sinigallia, vero e proprio mentore di Motta e questa volta nei panni di produttore, oltre a quello dell’ingegnere del suono Taketo Gohara con il quale la voce delle nuove ‘Quello che siamo diventati’, ‘Ed è quasi come essere felice’ e tutte le altre, è andato a New York per registrare negli studi dove un tempo era di casa Jimi Hendrix. “Dopo dieci anni di gavetta vera – ha detto Motta – ho avuto la possibilità di lavorare in un certo modo e di incontrare alcuni personaggi importanti per questo lavoro da studio”

Subito dopo l’uscita del disco, Motta sarà impegnato con una serie di incontri con i fan che toccheranno le principali città italiane (l’appuntamento toscano è per il 10 Aprile alla Feltrinelli RED di Piazza della Repubblica, Firenze ore 18:30), la data toscana del tour live è invece fissata per il 29 maggio all’OBIHALL di Firenze.

Ma intanto diamo una veloce occhiata alle reazioni della stampa specializzata italiana. Così se ne parla su Rockol: “A guardarlo così, con quel volto dall’aria rude e severa, non lo diresti mai. Ma sotto sotto Motta è un vero romanticone. Soprattutto in questo periodo: è innamoratissimo dell’attrice Carolina Crescentini, alla quale è legato sentimentalmente da qualche mese, e per sua stessa ammissione nelle canzoni che ha scritto negli ultimi tempi l’amore gioca un ruolo di primo piano. “Vivere o morire” è un album sentimentale, nella migliore accezione del termine. È un disco che parla di sentimenti e di emozioni, che ci racconta Motta più di quanto non avesse fatto il precedente “La fine dei vent’anni”: “Ho messo il mio cuore sul tavolo”, dice lui. “Vivere o morire? Aver paura di tuffarsi e di lasciarsi andare”, canta l’ex Criminal Jokers nel ritornello della canzone che dà il titolo all’intero album. È il verso più emblematico del disco, forse: “Vivere o morire” è un inno a buttarsi nella mischia, a perdere il controllo. La naturale conseguenza di “La fine dei vent’anni”, insomma: lì Motta provava a mettere da parte le sue turbe e le sue inquietudini, ma c’era sempre qualcosa che lo tratteneva, che non gli permetteva di smarcarsi del tutto dall’irrequietezza. “Sarebbe bello finire così, lasciare tutto e godersi l’inganno”, cantava in “Del tempo che passa la felicità”. Adesso si lascia andare e mostra il dito medio ai demoni, complice anche l’aiuto di Pacifico, che ha collaborato alla stesura dei testi di buona parte delle nuove canzoni: “Mi ha fatto da psicanalista, ha avuto un ruolo maieutico. Mi sono ritrovato a scrivere di cose che non avrei mai tirato fuori senza di lui. Ho visto il mio passato in maniera più lucida e consapevole”, racconta il cantautore toscano. In confronto a “La fine dei vent’anni”, “Vivere o morire” è un album meno rumoroso: se già con l’album del 2016 Motta aveva fatto un bel passo in avanti dal punto di vista strettamente sonoro, almeno rispetto al punk rock dei Criminal Jokers (la produzione era di Riccardo Sinigallia, uno che con i suoni ci sa fare – ascoltate, se non lo avete già fatto, “Musiche ribelli” di Luca Carboni o “Non erano fiori” di Coez, tra i suoi lavori più recenti), stavolta il passo è ancora più lungo. Anche se Sinigallia è rimasto di lato e il suo ruolo se lo sono diviso Motta e Taketo Gohara. I suoni sono limpidi, cristallini. Il cantautore ha raccontato di aver lavorato molto per sottrazione: non ha messo di più di quel che doveva mettere. Canzoni come “Quello che siamo diventati”, “Vivere o morire”, “La nostra ultima canzone”, “La prima volta” (impreziosita pure da un quartetto d’archi) si prestano benissimo ad essere riproposte dal vivo semplicemente chitarra e voce: l’essenziale. “La fine dei vent’anni” era il racconto onesto di un momento di passaggio critico, non solo anagrafico ma anche artistico, con cui Motta delimitava il passato (l’esperienza come fonico di palco, i Criminal Jokers, il punk rock) dal presente (la carriera solista). Le canzoni di “Vivere o morire” rappresentano un sequel perfetto di quel racconto, che continua ad emozionare soprattutto per il modo con cui il loro autore – per citare una bella descrizione che la sua discografica, Caterina Caselli, ha fatto di lui – esibisce le sue fragilità (l’ultima traccia, “Mi parli di te”, una lettera scritta a suo papà, è un vero colpo al cuore). C’è molta urgenza espressiva, dentro questo disco, il desiderio di farsi sentire, di far sentire la propria voce. Ma senza scalpitare, senza urlare. Semplicemente, mettendo il cuore sul tavolo.

Così su Sentireascoltare:La fine dei vent’anni, il disco dell’esordio solista che due anni fa è valso a Francesco Motta la Targa Tenco e un’affermazione nazionale, si chiudeva fissando un punto con la conclusiva Abbiamo vinto un’altra guerra, ultimo residuale di una battaglia tutta personale condotta sulla propria esistenza giunta ad un momento cruciale tra interrogativi, incertezze e un futuro precario e indistinguibile. Vivere o morire riparte esattamente da lì ma alterando completamente la prospettiva, l’approccio: stavolta il cantautore toscano si concentra su sé stesso, operando un’autoanalisi profonda e stratificata in cui ci sono scelte da prendere e bivi da imboccare, senza mezze misure né compromessi, solo acqua o fuoco. A fare da gancio Ed è quasi come essere felice, utile a tracciare una linea di confine che musicalmente c’entra poco con il resto dell’album, ma che apre alla perfezione il nuovo orizzonte buttandoci dentro un vortice incendiario, un frullatore in crescendo alimentato dalle percussioni di Mauro Refosco (Atoms for Peace, Red Hot Chili Peppers). Al ritorno ritroviamo l’arpeggio acustico e sognante di Quello che siamo diventati che rimbalza sull’io pacificato di chi la sua decisione l’ha finalmente presa e sta guardando già altrove («è arrivata l’ora di restare»). La lunga riflessione che il cantautore compie nella canzone che dà il titolo all’album è il manifesto programmatico di una filosofia di vita che anche a costo di sbagliare, di fallire, ha bisogno del coraggio e della vitalità di una presa di posizione chiara e netta, a cominciare dall’amore (è di qualche mese la notizia comunicata con una foto su Instagram della relazione con l’attrice romana Carolina Crescentini), un tema che ritorna prepotente e ingombrante a più riprese nel disco, con il riflesso dell’urgenza di chiudere una storia e iniziarne un’altra, come ben delinea in Per amore e basta. Ha scelto di fare (quasi) tutto da solo, Motta, per questo secondo album; non c’è stavolta con lui Riccardo Sinigallia a produrre il disco (presente comunque insieme a Pacifico come autore di La prima volta), e così il Nostro si è diviso tra le varie strumentazioni allo storico Brooklin Recording Studio di New York affidando i suoni alle mani di Taketo Gohara, e in termini di arrangiamenti le differenze si percepiscono. Se La fine dei vent’anni vantava una versatilità di soluzioni pop che faceva brillare il suo cantautorato sbilenco tra atmosfere diverse, il mood di Vivere o morire è più costante, omogeneo e asciutto, ricordandoci lo spirito dei tempi busker con i Criminal Jokers. Ancora un vibrante fingerpicking, stavolta sostenuto da claps, in La nostra ultima canzone, aggiunge un altro punto su una storia d’amore giunta alla conclusione e con cui il cantautore fa i conti in maniera diretta, vis-à-vis, proseguendo in una Chissà dove sarai con la sua voce determinata e tagliente a fare il paio a un testo oscenamente diretto, sincero e franco, e con gli archi che arrivano in soccorso a darci ossigeno e ad ampliare il respiro del brano. Un’ampiezza che viene confermata nei fiati della già citata Per amore e basta o nei ritmi tribali di una E poi ci pensi un po’ che aggiunge un pizzico di leggerezza ad un lavoro fortemente malinconico e introspettivo. La chiusura è affidata ad una narrazione familiare ancora una volta affrontata senza reticenze e mettendo a nudo tutto sé stesso, a cominciare dal linguaggio intimo utilizzato nel rivolgersi al padre. Vivere o morire è il Rimmel di Motta, un disco che probabilmente piacerà meno del suo predecessore, più difficile e impegnativo da digerire, forse ancor di più per chi l’ha scritto che per chi l’ascolta. Ma è un disco che conferma lo spessore, la qualità e la bontà di un autore che in barba a mode e tendenze ora in voga e domani chissà, ci conferma che un altro cantautorato italiano è ancora possibile ed è in ottima forma.”

Disco della settimana: Manitoba “Divorami”

Finalmente disponibile in digitale, “Divorami” è il debut album dei Manitoba. Filippo Santini e Giorgia Rossi Monti, duo scoperto e lanciato dal Rock Contest di Controradio, pubblica il suo lavoro per la prestigiosa Sugar Music. L’uscita del formato fisico è fissata per il 23 marzo.

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Noi di Controradio li conosciamo bene. Dalla loro partecipazione al Rock Contest 2016, che gli valse il secondo posto, i loro brani “Brasilia”, “Glaciale” e “Ti Schianterai contro di me” non sono mai usciti dalla nostra programmazione.

Ora, finalmente, lo abbiamo: “Divorami” è il titolo del primo album scritto da Filippo Santini e Giorgia Rossi Monti, che dal 2014 si esibiscono sui palchi italiani come Manitoba. Il disco è nato da una scintilla accesa quasi 15 anni fa in riva al mare di Baratti, vicino Piombino, quando i due protagonisti di questa storia s’incontrarono per la prima volta e, ancora senza saperlo, si legarono indissolubilmente per gli anni a venire in un sodalizio artistico e di vita. E così come fu naturale giocare su quel bagnasciuga, estate dopo estate, nella fase della vita in cui tutto è più puro e autentico, altrettanto spontaneamente la musica è entrata nella vita dei due ragazzi e fluisce oggi libera nelle dieci canzoni che compongono questo primo lavoro.

Quel che colpisce immediatamente nell’ascoltare i Manitoba, infatti, è proprio l’assenza di calcolo e artifici perchè Filippo e Giorgia scrivono canzoni così come bevono acqua e le interpretano con quella gioia travolgente e quella stessa disinvoltura con cui da piccoli si scatenavano ogniqualvolta i loro genitori premevano il tasto play per godersi un disco.

Grazie alla attenta guida del produttore Samuele Cangi ed alla supervisione artistica di Andrea Marmorini, i due artisti si sono messi completamente a nudo, senza paura di sbagliare o di scavare troppo dentro se stessi. Il risultato è un album variopinto, che travolge l’ascoltatore in un viaggio coraggioso e intriso d’amore autentico, in cui le voci s’intrecciano in maniera inedita fino a fondersi con l’R’n’B della sezione ritmica, l’elettronica dei synth e l’alternative rock delle chitarre graffianti.

I contenuti sono altrettanto trasversali ed è così che brani come il singolo apripista “Hollywood Pompei” restano in testa con una naturalezza disarmante, pur trattando temi assolutamente non banali come il passare del tempo, pregiudizi, libertà sessuale e rivoluzioni culturali. Un altro esempio è la title-track “Divorami”, ispirata alle poesie di Bukowski, in cui passaggi come «Ti penso e non ti cerco, ti cerco e non ti penso mai» ritraggono l’eterno rincorrersi, tra speranza e disperazione, dell’amore descritto nelle opere dello scrittore statunitense.

E proprio nel titolo è racchiusa la chiave di lettura di questo viaggio: una scelta che allude a quella voracità creativa di due songwriter mai sazi di respirare vita e trasformarla in musica, fiduciosi che questo disco «qualcuno lo divori nello stesso modo in cui divora un pranzo chi ha davvero fame».

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MANITOBA
Manitoba è un progetto nato a Firenze nel 2014. Filippo Santini e Giorgia Rossi Monti si conoscono dall’infanzia, ben dodici estati a giocare spensierati sul bagnasciuga di Baratti, vicino Piombino. Da subito appare chiaro che entrambi condividono un amore smisurato per la musica e per il ritmo, senza preclusione di generi, ciò che conta è quell’indescrivibile emozione che li portava sin da bambini a ballare ogni qualvolta i genitori ascoltassero un disco.

Poi a 14 anni i Nirvana cambiano la vita di Filippo, mentre sarà un concerto di Battiato a sortire lo stesso effetto su Giorgia. Gli anni dell’adolescenza vedono il primo impegnarsi con abnegazione nel cercare altri coetanei rapiti dal demone del rock’n’roll; dopo aver fondato e sciolto varie formazioni locali, inizia l’avventura con i Cento (precedentemente Blue Popsicle, vincitori del Rock Contest 2011) con i quali condivide 7 anni di storia e oltre 300 intensissimi concerti. Proprio nel momento in cui la felice parabola della band volge al termine, Filippo ritrova Giorgia e, da quel momento, appare chiaro ad entrambi che il loro sodalizio umano ed artistico coincide con il desiderio di mettere la musica al centro delle proprie vite.

Gli ascolti onnivori dei due ragazzi li porteranno a comporre – prima in versione acustica e poi con i preziosi arrangiamenti curati assieme al talentuoso producer Samuele Cangi – quel mix di elettronica, r’n’b e alt- rock, che costituisce il codice sonoro della formazione assieme ad un innovativo approccio nella stesura delle linee melodiche vocali.

Ma la svolta importante avviene nel dicembre 2016 quando i Manitoba si classificano al secondo posto del Rock Contest di Controradio, esibendosi nella serata finale davanti ad una ricca giuria di addetti ai lavori e artisti quali Alberto Ferrari (Verdena, presidente di giuria), Colapesce, Iosonouncane e Giulio Ragno Favero de Il Teatro degli Orrori.

Da quel momento il duo fiorentino condivide il palco con alcune delle più interessanti formazioni italiane quali Motta, OneDimensionalMan, His Clancyness, Nobraino e Colombre, e con star internazionali come Of Montreal o gli scozzesi Franz Ferdinand, che scelgono i Manitoba come supporter ufficiali in occasione del loro concerto al Beat festival di Empoli nell’estate 2017. Tra i concerti memorabili restano l’esibizione davanti a oltre 30.000 persone in occasione del Capodanno a Firenze prima di Marco Mengoni e l’opening- act per gli Ex-Otago presso il club milanese Alcatraz, gremito in ogni ordine di posti.

Anche la stampa si accorge presto dei Manitoba e così arrivano le nomination come “Miglior Promessa 2017” su Repubblica Musical Box e il premio “New Live Band” 2017 e 2018 su Keeponlive.com.

Nella primavera del 2017 Sugar firma in esclusiva discografica ed editoriale i Manitoba, pubblicando prima il singolo “Brasilia” – in radio e tv dal 2 giugno – per poi arrivare alla release del debut album “Divorami” in uscita il 9 marzo 2018.

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