Prato, Biffoni accusa Bugetti e genitori su richiesta di fare uscire i bambini. La replica “Vogliamo risposte chiare”

“Trovo allucinante che in piena emergenza Coronavirus qualcuno faccia uscite senza essere informato, altri paragonino i propri bambini a un cane che ovviamente esce per fare i bisogni non sapendo usare il bagno. Certe dichiarazioni le trovo irrispettose per tutta quella grandissima maggioranza di famiglie che hanno a cuore solo una cosa: la salute dei propri figli e dell’intera comunità”. Il sindaco Matteo Biffoni replica a chi lamenta mancanza di indicazioni chiare  per le uscite dei bambini e chiede la possibilità di fare uscire, almeno per mezzora al giorno, ragazzi autistici, disabili psichici in genere.

I proponenti della mail appello #Andràtuttobene? Il diritto di bambine e bambini ad uscire diffusa questa mattina e indirizzata al primo cittadino di Prato, rispondono a  Biffoni tornando a chiedere di fare chiarezza: “Sancisca un principio per le brevi e solitarie uscite dei minori, questo le è stato chiesto, lo comunichi in maniera chiara, perché nessuno le ha mai chiesto di riaprire i parchi”. A sostegno delle richieste dei genitori questa mattina si era espressa anche  la consigliera regionale pratese (PD) Ilaria Bugetti, portando le loro istanze all’attenzione dell’assessora regionale Saccardi.

Di seguito la replica dei professori Luca Bravi e Silvia Giagnoni, proponenti dell’appello #dallapartedeibambini2020

Caro sindaco,

L’atteggiamento paternalistico che ha assunto nella risposta alla lettera non le rende merito. “Arrabbiarsi” non è tra le risposte previste, né dall’una né dall’altra parte.

Ad oggi, in assenza d’indicazioni specifiche sulle uscite dei minori, c’è un potere aleatorio in mano a chi controlla sulla possibilità di uscire con il proprio figlio. È consentito o non è consentito? Il sindaco Nardella ha risposto proprio oggi dando indicazioni precise e dicendo “è consentito con accorgimenti di buon senso”.

Le chiediamo di rispondere oppure d’indicare se per i minori il decreto va interpretato come la serrata totale di un mese, due mesi, tre mesi (nessuno di noi sa quanto durerà), serrata che sarebbe totale solo e soltanto per i minori. È un problema che esiste: se si esce 5 minuti con il proprio figlio, succede che qualcuno pensa che tu stia infrangendo regole, persone segnalano, altri urlano, altri fotografano, perché questo è il clima adesso. Non più tardi di ieri è toccato ad un ragazzo con disabilità ed alla sua famiglia subire la gogna dei social perché si era affacciato sulla piazza. Qualcosa non va e ci va posto rimedio.

Il decreto soffre di mancanza di chiarezza e non si può scaricare sulla cittadinanza o sulle famiglie questa mancanza. Sancisca un principio per le brevi e solitarie uscite dei minori, questo le è stato chiesto, lo comunichi in maniera chiara, perché nessuno le ha mai chiesto di riaprire i parchi (la lettera era chiara su questo punto), né ha denigrato il lavoro di enti legati all’infanzia in città, come Lazzerini, Scuola di Musica, Cgfs.

Lo faccia senza arrabbiarsi, senza suscitare clamore mediatico, lo faccia però anche senza banalizzare o stravolgere il senso di temi importanti ed alla base della cittadinanza in crescita.

Covid-19, Bugetti (Pd): «Ragazzi autistici e bambini possano uscire almeno mezz’ora al giorno»

«Sono i soggetti che più risentono di questa situazione, vanno tutelati. A rischio la tenuta psicologica di ragazzi e famiglie. Servono regole chiare»

Attenzione nei confronti dei ragazzi autistici e dei disabili psichici in genere e verso i bambini. La chiede in questo momento di emergenza sanitaria per l’epidemia di Coronavirus la consigliera regionale Pd Ilaria Bugetti, che sottolinea l’importanza di stabilire norme chiare che indichino il comportamento che famiglie e caregiver possono tenere in questi giorni di restrizioni nella cura dei più piccoli e dei più fragili.

«I ragazzi disabili, come quelli affetti da disturbi dello spettro autistico, e i bambini sono coloro che più risentono in questi giorni dell’isolamento in cui l’emergenza Covid-19 ci ha costretti – spiega la consigliera –. Ferma restando l’assoluta priorità da dare al contenimento del contagio, ritengo dunque sia importante prevedere per loro delle regole specifiche che permettano loro e ai loro familiari di vivere questa situazione con il minor disagio possibile. Come ad esempio la possibilità di uscire di casa, con tutte le precauzioni previste, almeno mezz’ora al giorno».

«Queste situazioni non sono infatti normate dai numerosi decreti governativi per il contenimento del virus, diversamente da quelle che riguardano i padroni di cani e chi fa jogging, per cui ci sono specifiche indicazioni – continua Bugetti – e questo genera confusione. È un problema di non poco conto, perché il fatto di stare in casa e l’interruzione della routine quotidiana in molti casi di disturbo psichico aggrava la patologia, con il rischio di mettere a repentaglio la tenuta psicologica delle famiglie e dei ragazzi stessi. Rischio che corrono anche i bambini, che in questi giorni si vedono privati (seppur per un valido motivo) della propria quotidianità, della socialità e degli spazi adeguati per il proprio sviluppo psicofisico (pensiamo ai meno fortunati, che vivono in spazi ridotti). Con il pericolo che questo costituisca per loro un trauma da portarsi dietro in futuro. Il tutto aggravato dal prolungarsi della situazione per un tempo ancora indeterminato e che purtroppo potrà non essere breve».

«È per questo che ho chiesto all’assessore Stefania Saccardi che la Regione Toscana si faccia carico del problema ed emani un’ordinanza (come già hanno fatto Lombardia e Marche) a tutela di questi soggetti – fa sapere la consigliera –, i quali, anche in nome di quei diritti sanciti da diverse carte (come la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e quella sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza), seppur nei limiti di quanto consentito dall’emergenza, è nostro dovere salvaguardare. Vista la consueta sensibilità della giunta regionale su questi temi, sono certa che la risposta non tarderà ad arrivare».

Amianto, Bugetti (PD): 10 mln da Regione per rimozione e smaltimento

“Un provvedimento importante e molto atteso, che arriva certo in un momento nel quale l’attenzione giocoforza è su altro, ma che sarà in grado di mobilitare risorse cospicue per consentirci, finalmente, di pervenire al risultato della gestione ottimale del problema e darà una mano anche alla nostra economia”.

Lo dice Ilaria Bugetti, consigliere regionale Pd e vicepresidente della II commissione, commentando l’approvazione dell’informativa relativa al Piano di tutela dall’amianto da parte della giunta toscana.

Bugetti, nel corso della legislatura, si è occupata a lungo del tema ed è stata la prima firmataria della legge che consentiva, già dal settembre 2017, facilitazioni per la rimozione dell’amianto nelle utenze domestiche e fissava linee guida in attesa del Piano regionale.

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Coronavirus, Bugetti (Pd): «In sanità necessario superare la retorica dell’eroismo»

La consigliera regionale a proposito della situazione di medici ospedalieri e di base, infermieri e sanitari in prima linea nella lotta al Covid-19. «Essenziale garantire ai professionisti sanitari i dispositivi di protezione personale e metterli in condizione di apprendere le corrette procedure. Via i blocchi alla spesa per il personale».

«In sanità è necessario superare la retorica dell’eroismo e garantire ai professionisti in prima linea in questa complessa fase d’emergenza la salute e la cura». Lo ha detto la consigliera regionale Pd Ilaria Bugetti.
«Dobbiamo dare risposte articolate e di sistema – continua la consigliera –, superando la seppur inevitabile emotività e trovando nei modelli organizzativi e nella salute e sicurezza le stelle polari a cui riferirsi».
«Le trasformazioni delle specialistiche dei reparti ospedalieri in nuovi spazi di malattie infettive o terapie intensive – entra nel dettaglio Bugetti – comporta uno sforzo di riqualificazione da parte degli operatori: medici, infermieri e sanitari tutti. Occorre pertanto uno sforzo organizzativo da parte delle direzioni sanitarie per concedere ai professionisti il tempo necessario per acquisire nuove e diverse competenze e apprendere le corrette procedure. Lo stress formativo a cui vengono sottoposti i professionisti deve trovare una risposta organizzativa, prevedendo l’immissione massiva, anche temporanea, di personale utile a diluire i carichi ordinari di lavoro e permettere così loro l’acquisizione puntuale delle nuove e specifiche competenze richieste. Tale trasformazione deve inoltre essere supportata dalla tenuta organizzativa dei distretti socio sanitari territoriali, che dovranno assumere identità prioritariamente sanitaria riducendo al massimo quella amministrativa di servizio al cittadino, da svolgere anche tramite lavoro agile».
«In ogni caso e in ogni postazione di lavoro sanitario devono essere garantiti – aggiunge la consigliera –, per la salute e sicurezza dei lavoratori e per ridurre il rischio di contagio, i dispositivi di protezione personale. La sicurezza dei professionisti sanitari infatti non produce soltanto effetti positivi su loro stessi ma determina la sicurezza di tutta la cittadinanza. A questo proposito una maggiore attenzione deve essere posta anche nella tutela dei medici di base, primo punto di riferimento per i cittadini in materia di salute, che devono essere messi in condizione di lavorare in maggior sicurezza. Evitare le occasioni di trasmissione del Covid-19 in ambito sanitario produce il duplice effetto di ridurre il contagio e di evitare che a ammalarsi siano proprio coloro che si occupano della cura della popolazione. In tal senso è quindi fondamentale dare attuazione al decreto legge Cura Italia che dispone la requisizione dei presidi medici sanitari e medico chirurgici occorrenti (come le mascherine ffp2 e ffp3) per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Così come l’applicazione dell’ordinanza regionale n. 15 del 18 marzo 2020 con cui si prevedono strutture ricettive gratuite per il personale medico e infermieristico che si trova in questi giorni in prima linea nel sistema sanitario regionale per la cura dei pazienti affetti da Covid-19».
«Occorre infine rivedere i vincoli stringenti che bloccano la spesa per il personale sanitario agli impegni di spesa già sostenuti nel lontano 2004 (su cui è inoltre prevista una riduzione del 1,4%) – conclude Bugetti –. Solo così sarà possibile rilanciare le attività sanitarie pubbliche con personale sufficiente a fronteggiare sia l’attività ordinaria che quella emergenziale, e con retribuzioni adeguate.

Coronavirus, dalla Regione Toscana 60 milioni di euro per la cassa integrazione in deroga.

Le risorse sono un’aggiunta dell’ente ai fondi nazionali previsti dal decreto Cura Italia.Bugetti (PD): «Una boccata d’ossigeno per le imprese»

La Regione Toscana ha stanziato 60 milioni di euro a favore delle imprese e dei lavoratori colpiti dall’emergenza Covid-19 per finanziare la cassa integrazione in deroga. Le risorse sono un’aggiunta che l’ente ha fatto, grazie ad un’attenta gestione economica dei precedenti ammortizzatori in deroga, ai fondi previsti a tale scopo dal decreto legge Cura Italia varato dal governo, che ha destinato 3,3 miliardi di euro da ripartire su tutto il territorio nazionale al finanziamento della cassa integrazione in deroga.

«Siamo davvero contenti di poter annunciare questa misura, che è una boccata d’ossigeno per le imprese – ha commentato la consigliera regionale PD e vicepresidente della Commissione Sviluppo economico Ilaria Bugetti –. Da giorni tante aziende, dagli esercenti, agli artigiani fino alle piccole e medie imprese, ci chiedono infatti quali siano le misure messe in campo dalla Regione in aggiunta a quelle del governo per aiutarli a fronteggiare e superare questo difficile momento. Grazie ad una gestione virtuosa degli ultimi anni, eravamo già pronti ed è stato possibile mettere a disposizione queste risorse in maniera tempestiva. Speriamo perciò che questo intervento possa dare alle imprese, che sono il motore del nostro territorio, un valido sostegno per tamponare le situazioni a rischio e uno stimolo per ricominciare ad avere di nuovofiducia nel futuro. Ringrazio dunque l’assessore Cristina Grieco, che si è spesa affinché questa misura diventasse realtà in tempi davvero rapidi».

La cassa integrazione in deroga potrà essere richiesta da tutti i datori di lavoro del settore privato, inclusi quelli agricoli, della pesca e del terzo settore (eccetto quelli domestici), per una durata fino a nove settimane. Le domande potranno essere presentate per via telematica, attraverso un sistema informativo che sarà reso disponibile a breve, dopo che saranno emanati i decreti interministeriali e la circolare applicativa dell’Inps. Ma sono intanto già attivi i numeri telefonici della Regione per chiedere informazioni  – 0554382338, 0554382347 o 0554382093 dal martedì al giovedì dalle 10 alle 13 – e l’email cigsderoga@regione.toscana.it.

Coronavirus, Bugetti (PD):”momento delicato, Regione al fianco delle imprese”

Intervista con la consigliera regionale del Partito Democratico ILARIA BUGETTI: “i dati definitivi della crisi li vedremo al termine di questa vicenda, ma i segnali sono già di grande sofferenza, non solo del turismo”

Turismo,  commercio, moda, pelletteria: sono questi  i comparti che stanno registrando le maggiori sofferenze per la crisi legata al Coronavirus. Ma il raffreddamento  generale dell’economia, legato anche alle restrizioni alla libertà di movimento,  ovviamente ci offriranno a breve un quadro ancora peggiore. Di quanto?

“Non possiamo dirlo” afferma la consigliera Bugetti. Che sottolinea “grazie a ‘Garanzia Toscana’ siamo riusciti a dare risposte nell’immediato alla sofferenza di tante piccole e medie aziende”

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