Toscana, Nuovo Codice della Protezione Civile

?Firenze, grande partecipazione, con oltra 400 presenze, al convegno “Presentazione del Codice della Protezione Civile”, Organizzato dalla Regione Toscana, che si svolge stamani nell’auditorium di Sant’Apollonia.

Il nuovo Codice della Protezione Civile (decreto legislativo n.224/2018 del 2 gennaio scorso) riforma il sistema della Protezione Civile italiana, rafforzando l’azione del servizio nazionale di protezione civile in tutte le sue funzioni, con particolare rilievo per le attività operative in emergenza.

Ma, accanto a principi generali e validi su tutto il territorio nazionale, il codice viene “adeguato” alle differenti esigenze attraverso norme regionali e direttive del dipartimento.

“Ci diamo tempo cinque-sei mesi per sviluppare il processo partecipativo, e poi la Giunta manderà al Consiglio regionale” una proposta legge sulla Protezione civile. Lo ha affermato Enrico Rossi, governatore della Toscana, a proposito dell’annunciato progetto di legge regionale, parlando a margine del convegno ‘Presentazione del Codice della Protezione civile’, organizzato dalla stessa Regione oggi a Firenze. “I volontari – ha ricordato Rossi – hanno dimostrato in tutte le vicende una particolarissima capacità di intervenire, anche con tratti di umanità, di rapporto con la popolazione. Quindi sentiremo loro su come fare la nuova legge. Poi abbiamo bisogno di sentire anche i sindaci, e di responsabilizzare, piano piano, tutta la società rispetto ad eventi che possono verificarsi e che è bene saper affrontare. E’ bene prevenire, è bene prevenire anche le emergenze”.

Gimmy Tranquillo ha intervistato l’assessore Federica Fratoni ed Enrico Rossi:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/04/180409_02_PROTEZIONE-CIVILE_FRATONI-ROSSI.mp3?_=1

“Una giornata molto importante  – ha detto Fratoni – perché la presentazione del Codice questa mattina non ha solo una finalità didattica e formativa, ma in realtà è l’inizio di un percorso. Noi dovremo comprendere e declinare al meglio quelle che sono le novità introdotte dal Codice che aggiorna un quadro di riferimento ormai datato 25 anni, ma dovremo declinarle sul nostro quadro toscano che segna punte d’eccellenza. Vorremmo affrontarlo in modo del tutto partecipato, come è stato fatto a livello nazionale, contando su una collaborazione molto stretta con i Comuni da una parte, e con tutto il mondo del volontariato dall’altra, uno dei nostri tasselli imprescindibili che fanno del nostro sistema un’organizzazione di riferimento perché è un volontariato formato e preparato e all’altezza dei compiti che gli vengono affidati. Un’occasione molto preziosa dunque,  che dobbiamo cogliere anche alla luce del nuovo inquadramento che viene fatto della Regione come ente di riferimento, il presidente è autorità di protezione civile e quindi la Regione a tutti gli effetti  svolge un ruolo centrale di pianificazione, organizzazione e gestione durante gli eventi. Un ruolo molto delicato che vogliamo svolgere al meglio attraverso una collaborazione stringente con tutti gli attori”.

Le novità più significative
Innanzitutto vengono individuate le Autorità di Protezione Civile: presidente del Consiglio dei ministri, presidenti della Regione, sindaci e sindaci metropolitani. Per la prima volta vengono definite anche le loro responsabilità, che riguardano: dare attuazione alle direttive, reperire le risorse finanziarie, definire l’organizzazione territoriale, assicurare la formazione del personale e individuare le procedure per garantire la prontezza operativa in occasione degli eventi.

Pianificazione
Declinata in ambiti territoriali ottimali, assume un ruolo centrale, diventando una attività di prevenzione. E’ infatti responsabilità delle Regioni definire gli ambiti territoriali ottimali aggregando, se necessario, più Comuni per esercitare le funzioni assegnate. i Comuni sono responsabili della pianificazione comunale. La pianificazione dovrà essere predisposta con la partecipazione di tutte le componenti e strutture operative che dovranno riconoscervisi ed applicarla. Il prefetto, mantenendo le sue competenze, dovrà peraltro operare “in raccordo” con il presidente della Regione e “coordinandosi” con la struttura regionale di protezione civile.

Vigili del fuoco
Viene per la prima volta sottolineato il ruolo del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, quale componente e struttura operativa del Servizio di protezione civile.

Volontariato
Tra le strutture operative ampio spazio viene dedicato al Volontariato organizzato, gestito da enti locali e Regione. Accanto al volontariato organizzato è riconosciuta, per la prima volta, una forma di volontariato che opera, consapevolmente e secondo le indicazioni impartite dalle istituzioni, nell’ambito personale, familiare o di prossimità. Si tratta di un volontariato che ha il compito di applicare le disposizioni impartite dalle Autorità in caso di emergenza in ambiti circoscritti.

Sistema di preannuncio
Si precisa che si tratta di previsioni di tipo probabilistico, e si sottolinea che gli scenari di rischio non devono essere considerati come immodificabili, vanno studiati in forma dinamica, seguendo il corso degli eventi.

Gestione delle emergenze
Si definisce in primo luogo l’ambito di operatività della protezione civile. Vengono escluse le grandi manifestazioni, ma anche eventi legati al rischio chimico, nucleare, radiologico, ambientale, per i quali la normativa prevede altri soggetti competenti. In questi ambiti la protezione può dare supporto ma non coordinare né organizzare.

Classificazione delle emergenze
Viene rinnovato il sistema, prendendo a riferimento la “capacità del sistema territoriale coinvolto” di dare risposta. Ci sono quindi: “l’evento di rilevanza locale” può essere fronteggiato mediante interventi abituali, effettuati dai singoli enti in via ordinaria; “l’evento di rilevanza regionale” che richiede che gli interventi, attuati dai singoli enti ordinariamente competenti, necessitino di coordinamento, mezzi e poteri straordinari per tempo limitato; e infine “l”emergenza di rilevanza nazionale” deve essere fronteggiato con poteri e mezzi straordinari per periodi limitati.

LXXXI Maggio Musicale Fiorentino

Firenze, presentata la LXXXI edizione del Maggio Musicale Fiorentino, che si terrà dal 5 maggio al 13 luglio 2018, un’edizione dove, si legge nel comunicato: “Antico, moderno e contemporaneo si coniugano nel segno della riscoperta e delle novità”.

Centoventi appuntamenti tra cui sei titoli d’opera, oltre due mesi di programmazione ininterrotta e più di settanta istituzioni culturali coinvolte, compongono il Festival del Maggio Musicale Fiorentino che travalicherà i confini fiorentini andando a toccare parte del territorio toscano.

Il titolo che quest’anno accompagna il Festival, “Dialoghi ai confini della libertà”, vuole rappresentare un’occasione per uno sguardo sulla storia e, in modo particolare, sul ruolo dell’artista nella società. Sguardo che Mimmo Paladino ha saputo cogliere rielaborando un manifesto d’artista che è l’immagine guida dell’intera manifestazione.

l “confini della libertà” del titolo ben rappresentano quello stato che è condizione   condivisa da molti   autori   del secolo scorso, ai quali il maggio riserva uno spazio particolare: dalla scelta dell’opera inaugurale, Cardillac di Hindemith, metafora del conflitto tra mondo interiore e realtà vissuti dall’artista moderno, alla riflessione sul tema etico della libertà e della sua privazione attraverso le composizioni di Dallapiccola, ma anche Verdi e Sostakovic.

La giornata inaugurale del 5 maggio, che culminerà alle 19 con l’opera Cardillac di Hindemith con la regia di Valerio Binasco e segnerà il debutto come direttore musicale di Fabio Luisi sul podio dell’Orchestra e del Coro del maggio, comincerà   con una lectio magistralis dal titolo “Tragedie e progressi del Novecento” tenuta da Bernardo Valli nell’Aula Magna dell’Università di Firenze alle ore 11.

Alle 12 gli Ottoni del Maggio Musicale Fiorentino diretti da Giampaolo Lazzeri si esibiranno in un concerto sotto la Loggia dei Lanzi, in piazza della Signoria.  Alle 15.30 è previsto il concerto   alla Fondazione Zeffirelli, mentre dalle 17 Virgilio Sieni metterà in scena una agora­ coreo-regia   nella piazza antistante  il Teatro del Maggio, intitolata Firenze Ballo 1944 – Grande adagio popolare.

Alle 19 andrà in scena Cardillac, al termine della quale, alle 22.30 alla Leopolda è previsto il balletto   Re-Mark di Sang Jijia. A chiusura uno spettacolo di fuochi d’artificio alle 23.30 in piazza Vittorio Gui.

Gimmy Tranquillo ha intervistato Cristiano Chiarot il sovrintendente della Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino ed il Magnifico Rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/03/180326_04_MAGGIO-MUSICALE_CHIAROT-DEI.mp3?_=2

Critico per un giorno: ‘Sono Angelica, voglio vendetta’

?Firenze, ‘Critico per un giorno’, è un progetto di ‘Cinema la Compagnia‘ e ControradioClub, tramite il quale un gruppo di soci del Club, che si sono registrati all’evento, può assistere gratuitamente alle anteprime di film o di documentari selezionati in programmazione al Cinema La Compagnia, per poi essere intervistati da Gimmy Tranquillo e stilare una recensione che sarà poi pubblicata sui media di Controradio.

Martedì 20 marzo al cinema La Compagnia, è stata la volta della prima nazionale del film, ‘Sono Angelica, voglio vendetta’, il film è scritto, diretto e montato da Andrea Zingoni, con il sostegno di Fondazione Sistema Toscana e la partnership di Controradio.
I protagonisti di ‘Sono Angelica, voglio vendetta’ sono tutti i giovanissimi esordienti, Sofia Rivolta di 19 anni, Pietro Zingoni di 20 e Eloisa Reverie Vezzosi di 22, con una formazione durata 12 mesi affidata a Marco Mattolini.

Nella breve nota della presentazione del film si legge: “Sono Angelica, voglio vendetta’ è un film sulla violenza sulle donne. Ma è anche un film sulle donne che non ci stanno a essere vittime. E’ un film sulla consapevolezza che ogni destino può diventare epico. Ed è un film per ciascuno di noi. Per chi cerca una storia avvincente. Per chi cerca grandi suggestioni visive. Per le giovani ragazze e i giovani ragazzi. Per chi non ha paura dei sentimenti. Per chi vuole uscire dal cinema più forte di prima”.

Le Recensioni dei soci del ControradioClub.

A.F.B. e F.T.:
Prima di tutto voglio ringraziarvi per la possibilità che date a noi soci di partecipare a vari avvenimenti culturali, a gratis o a prezzi scontati.
Non è facile fare la recensione di un film come questo che tratta del retrogrado rapporto di sopraffazione uomo-donna/maschio-femmina ancora purtroppo attuale e forse in aumento nella ns. società.
La Protagonista, molto brava, ci ha ripetuto e fatto capire bene che nella realtà attuale essere sé stessi, cercare di affermarsi come persona E’ PERICOLOSO.
Non sei realmente libero, devi mimetizzarsi, rinunciare alla tua spontaneità, alla tua diversità e questo è tremendo sia a chi è toccato subire violenza che a chi potrebbe subirla. La violenza non guarda in faccia nessuno uomo o donna che sia.
Il film ha piglio e scorre bene anche se in certi momenti non ne sei abbastanza coinvolto. Il regista nel dopo film ha spiegato che ha intenzionalmente scelto la vendetta come conclusione della storia perché voleva che lo spettatore si ponesse la domanda di come si sarebbe comportato in una situazione analoga. Non sono d’accordo con lui perché lo spettatore questa domanda se la sarebbe posta anche con un finale diverso.
E’ comunque quasi impossibile ipotizzare un certo comportamento nel caso capitasse a te. Solo dopo che hai subito tutte queste pene, violenze e torture forse saprai cosa fare per ritrovare te stesso. Per le persone più vicine è forse più facile prevedere come  affrontare questo dolore e la difficoltà di rientrare in comunicazione con la vittima anche per chi la ama e ne è riamato.
Sofia ha spiegato che lei non farebbe questa scelta ed anch’io mi trovo d’accordo perché la legge “occhio per occhio, dente per dente” è anche questa una grande violenza ma in questo caso, personaggi di tale ferocia, che avrebbero senz’altro reiterato e la giustizia, che lascia il tempo che trova…: quindi hanno avuto quello che meritavano, con risparmio per le patrie galere
E’ comunque encomiabile sostenere i nostri registri che fanno film interessanti con tutte le difficoltà che ci sono per i costi e la distribuzione, grazie anche alla collaborazione vostra e di altri enti. E’ sempre comunque bello vedere Firenze in un film girato bene e con inquadrature particolari.

Gianni:
Dico subito.che il film non mi è piaciuto e se non fosse stato per il rispetto per Controradio me ne sarei andato dopo mezzora. Mi è sembrato un film supponente e velleitario in cui l’autore scopiazza alcune cose viste e sentite senza averle capite (psicoanalisi e psicologia da baraccone, personaggi tratti da “io ballo da sola” (ambiente di ricca borghesia che se ne frega del mondo) scene truculente prese da Tarantino in particolare Kill Bill) non parlo poi della recitazione degli attori (se si può’ chiamarli attori). In sostanza il mio pensiero è: NON E’ OBBLIGATORIO FARE UN FILM. SI DEVE FARE SE SI E’ CAPACI. Come ha detto una mia amica è un film offensivo per le donne che hanno subito violenza e per chi ci lavora.

Maria Laura:
Sofia ci fa vivere la devastazione che vive una donna che è stata violentata. Il suo mondo interiore, il terrore, i suoni amplificati nella mente. La devastazione fisica ed emotiva. Poi il percorso di risalita dall’abisso, con l’aiuto degli amici, dei medici olistici e istituzionali, della madre (?). Quando infine grida vendetta, vince la paura e affronta e il carnefice come donna ho sentito il versamento di sangue dello stupratore come un atto riparatore alla violenza gratuita e inaudita.

Alberto:
Per la sua prima opera cinematografica a lungometraggio, Andrea Zingoni non ha voluto
allontanarsi troppo dalle sue precedenti esperienze artistiche. Disegnatore di cartoons (per
Frigidaire, Re Nudo, Linus…), V-Jay del Tenax, video artist con il gruppo dei Giovanotti Mondani Meccanici, Zingoni pesca a piene mani da questo genere di immaginario visivo per comporre un’opera costruita non velatamente in uno stile alla Tarantino e ispirata al genere “rape and revenge” di tanti B-movies americani e asiatici degli anni ’70.
Gli attori, pressoché tutti esordienti e giovanissimi, ruotano intorno alla protagonista interpretata dalla diciannovenne Sofia Rivolta, un volto che a tratti ricorda parecchio quello di Asia Argento, tanto per rimanere in tema di violenze e molestie.
Angelica – di nome e di fatto – è bella, vive una bella vita insieme a gente bella e si muove nella bellezza di Firenze, una Firenze magistralmente esaltata nei suoi scorci più tradizionali da una fotografia incisiva e brillante. Ma abita, profeticamente, in via dell’Inferno ed è in un inferno di disperazione e paura che si troverà improvvisamente catapultata da una violenza brutale e feroce che spazza via ogni precedente bellezza e la confina in una dolente solitudine.
Fallita ogni altra via, troverà un riscatto shakespeariano – ed un pianto finalmente liberatorio – solo vendicandosi personalmente e violentemente dei suoi aguzzini.
Di questi tempi, un “messaggio” di violenza privata e vendetta personale, diciamolo, non suona molto bene. Di gente che invoca il farsi giustizia da sé verso chiunque sia davvero, o comunque sia ritenuto, dannoso, in giro ce n’è fin troppa, e non si avverte il bisogno che si soffi sul fuoco.
Ma quest’opera non vuole inviare un messaggio così impegnativo, è palesemente di minor
intendimento. Anzi, caso mai, vuole, in chiave di fumetto, parlare di violenza contro le donne, e di questo invece c’è grande bisogno.
L’opera però è riuscita a metà. Convincente nella fotografia e negli effetti (bella un’efficace scena onirica in un paesaggio innevato, con una nevicata che va in senso inverso), scorrevole nel suo stile fumettistico, forte in alcune scene di violenza e di dolore, ben scandita da una colonna sonora che ha il pregio dell’originalità, risulta invece troppo schematica nella sceneggiatura, eccessivamente caricaturale in alcune figure, specialmente quelle degli psicologi/santoni che dovrebbero dare aiuto ad Angelica, e non può non risentire della recitazione ancora acerba dei suoi giovanissimi ed esordienti attori.

Laura:
Premettendo che non amo i film visionari e poco lineari, mi tolgo subito
dall’imbarazzo dicendovi che il film non mi è piaciuto. L’ho trovato faticoso, troppo
carico di stimoli visivi e uditivi, troppo “videoclip”. Per la soglia sopportazione dei
miei sensi sarebbe potuto finire almeno una mezz’ora prima.
Però devo riconoscergli alcuni meriti. Il primo è quello di mostrare Firenze nella sua
bellezza, una bellezza che incanta e che si contrappone con forza all’orrore vissuto da
Angelica. E da fiorentina che troppo spesso non riesce a vedere le meraviglie che ha
sotto gli occhi tutti i giorni, questo non è un merito di poco conto.
Secondo punto a suo favore è quello di saper emozionare, anche se la maggior parte
delle emozioni che mi ha suscitato erano piuttosto fastidiose. Il dolore fisico e morale
di Angelica è quasi palpabile, l’angoscia dei suoi incubi è penetrante, il ribrezzo
provato (da me spettatrice) di fronte a quegli uomini bestiali è difficilmente
sopportabile.
Considerando che il tanto acclamato “La forma dell’acqua” non è riuscito ad emozionarmi – nel bene e nel male – per più di qualche secondo, direi che avermi suscitato emozioni, anche se nere, può dirsi un successo.
Ed infine, merito forse più grande, è il senso di liberazione sprigionato dalla vendetta
di Angelica.
Se nel mondo civile e moderno non possiamo in alcun modo accettare la logica dell’occhio per occhio, alla quale tutti dovremmo opporci, nello spazio della favola quasi horror la vendetta è liberatoria, rappresenta ciò che forse ognuno di noi vorrebbe avere il coraggio di fare se succedesse qualcosa di così orribile a sé o ad uno dei propri cari.
È indubbio che il film non voglia porsi come veritiero o credibile nei fatti che narra – come potrebbero altrimenti restare impuniti i mostri che hanno agito a volto scoperto? Come potrebbero passare inosservati i cadaveri che Angelica lascia letteralmente sulla strada? E allora, se siamo nello spazio della favola, per quanto nera,  ben venga quella vendetta che ci restituisce un po’ di quel senso di giustizia che troppo spesso non riusciamo a trovare nel mondo reale (e in una forma che comunque io non vorrei trovare nel mondo reale!).

Giuditta:
Neanche degno di essere definito film. Nessuna capacità di recitazione. Nessuno sforzo per evitare banalità intollerabili. Offensivo per le donne che hanno subito violenza. Offensivo per chi lavora con loro cime psicoterapeuta nella dolorosa e difficile vita dopo un simile trauma.

Rosy:
L’invito ai soci di fare ‘Critico per un giorno’ è una bellissima cosa se la risposta viene fatto nello spirito giusto. La Critica serve per dare una lettura al pubblico e serve a chi lavora per fare meglio. Non condivido la presunzione di che spara a zero e sputa veleno sul lavoro di un altro.
Il film scritto e diretto da Andrea Zingoni come primo lungo metraggio ha affrontato un tema delicato-la violenza sulla donna-con coraggio e senza superficialità. Forse troppo lungo e a volte poco convincente per la mancanza di esperienza dei giovanni attori ma sicuramente efficace nel intento di farci sentire la sofferenza del corpo e psyche infranto da una violenza atroce.
Ho trovato il formato delle riprese fotografiche e fumetto un connubio efficace per farci esaudire la Vendetta finale di Angelica pur sapendo che nella realtà la Vendetta non è altro che un ampliasi della violenza.
La scena onirica della neve é di grande livello, la colonna sonora originale. Ho trovato la scena di violenza estremamente raccapricciante ed inquietante. Il film mi rimane dentro e mi provoca una riflessione sulla vendetta.
Sono certa che il regista non vuole incitare le brave ragazze ad essere violente e vendicative, ma forse vorrebbe vedere le donne libere di essere se stesse e non sopportare in silenzio la sopraffazione nel il giudizio del maschilista omofobico.
Ringrazio Andrea Zingoni che sta dalla parte delle donne.

Western Dream 4, il viaggio ‘On the Road’ di Controradio

Firenze, giunto alla sua quarta edizione, parte anche quest’anno dal 1 al 13 di agosto, il Western Dream, un viaggio attraverso i grandi spazi della natura americana, tra le fertili valli della California, i deserti del Mojave, di Arizona e Nevada, la Valle della Morte ed i precipizi del Grand Canyon con la musica di Controradio nelle orecchie.

Un viaggio così non è solo un viaggio attraverso luoghi, ma è anche un viaggio tra i miti e le icone che volenti o nolenti hanno punteggiato la nostra vita: Los Angeles, città delle star e dei paradisi artificiali; Las Vegas, delirio del kitsch, roulette e slot machines; San Francisco, culla della cultura hippy e madre di tutte le campagne progressiste americane, dove ogni angolo di strada ci è reso familiare da tanti film e telefilm; il Grand Canyon e la Monument Valley, quinte western reali per eroi di celluloide; la Route 66, simbolo storico della vita on-the-Road tra memorabilia, cromature, Harley Davidson e giubbotti di pelle.

Guida d’eccezione Gimmy Tranquillo, il giornalista di Controradio, che ha vissuto per 20 anni in California, che ha fatto la guida turistica proprio nei luoghi che si andranno a visitare, e che ha contribuito a disegnare il tour nel rispetto dello ‘spirito’ di Controradio.

L’itinerario del viaggio è stato studiato per offrire in soli 13 giorni quanto di solito sarebbe possibile visitare in almeno una ventina, tra i miti e le icone del cosiddetto ‘South-West’ degli Stati Uniti d’America.

Durante il viaggio quest’anno si visitano 5 parchi nazionali (Grand Canyon, Monument Valley, Bryce Canyon, Death Valley e Valley of Fire) e tre metropoli (Los Angeles, Las Vegas e San Francisco), sul territorio di quattro Stati dell’unione (California, Nevada, Colorado e Utah).

Sin dalla prima edizione del 2015, il Western Dreama ha dato, a chi ha avuto la fortuna di poterci parteciparvi, “Una delle più belle avventure della vita”.

L’organizzazione tecnica del tour è affidata a TRAVEL DESIGN STUDIO, un operatore turistico di nuova generazione in grado di creare viaggi unici, concepiti su misura delle esigenze e sul budget dei singoli gruppi. http://www.traveldesignstudio.com/

INFO: http://www.tdsgruppi.net/iscrizione/nuovaiscrizione.aspx?IniziativaID=104
Programma: http://www.tdsgruppi.net/docs/programma_iniziativa_104.pdf

Alcuni commenti spontanei postati sui gruppi WhatsApp dei partercipanti alle scorse edizioni.

Giulia: “Western Dream? Non è un semplice viaggio, è un’esperienza da vivere.
Scenari che tolgono il fiato come il Grand Canyon, che ti fa girare la testa anche solo guardando l’orizzonte, o il Bryce Canyon, con i suoi colori intensi, il senso di libertà che ti trasmette San Francisco, la spensieratezza di Las Vegas, che vive di notte e di giorno si riposa, o la creatività di Los Angeles, con le sue mille contraddizioni.
Questo viaggio non è fatto per chi si vuole riposare, ma per chi vuole crescere, chi vuole scoprire, chi si vuole emozionare ed avere un assaggio di quell’America di cui abbiamo tanto sentito parlare fin da piccoli. Amerete questo viaggio con tutti voi stessi e, una volta tornati, non vedrete l’ora di ripartire. Parola di chi, a quasi un anno di distanza dal suo Western Dream, ha ancora in mente quei paesaggi, quei compagni di viaggio, quei colori e quelle sensazioni che solo con un Western Dream si possono provare”.

Stefano e Michele: “È sicuramente stata un’esperienza importante, un viaggio indimenticabile che da sempre ho desiderato ed infine il sogno si è avverato. Rimarrà un ricordo meraviglioso e tutti Voi ne fate e ne farete paté.  Siete stati compagni di viaggio fantastici per me è Michele, sappiatelo.
Grazie a tutti di cuore e spero di incontrarvi presto anche solo x un caffè”.

Daniela: “Ragazzi avete già espresso anche i miei pensieri, il viaggio è stato strepitoso voi siete stati fantastici e Gimmy è stato Unico, sempre paziente e pronto ad ogni nostra richiesta, grazie di cuore a tutti e vediamo di organizzare presto un’incontro”.

Enrico: “Cari ragazzi e ragazze oggi finendo di rimettere a posto maglie, medicine , garze ecc … Mi è venuta una forte nostalgia. È stato per  me questo viaggio una delle più belle avventure della mia vita! Complice i luoghi e anche la vostra compagnia!! Un abbraccio a tutti”.

Vilma: “È una certezza! Per me è stato un grande viaggio ed ogni giorno che passa è quello che me lo fa apprezzare sempre di più”.

Marina: “Il Western Dream lo avevo rincorso dalla prima edizione: mi incuriosiva provare questa formula unica di viaggiare con persone che ascoltano la stessa radio, ascoltando quella musica mentre intorno a te c’è l’America, quella parte dell’America che avevo già visto in altro modo in passato e, credetemi, c’è differenza!!! Organizzazione e pianificazione solo allo scopo di ottimizzare i tempi, ma lasciandoti la possibilità di scoprire la ‘tua America’ in autonomia, accompagnate dalla simpatia e professionalità di Gimmy che non ‘fa la guida’ ma è l’amico che ci ha vissuto. Andate a sperimentare questa formula magica e la vs America vi rimarrà nel cuore!!!! Ciao a tutti i miei amici del Western Dream 3”.

Angela: Il bisogno di ricominciare a viaggiare o la voglia di volare dall’altra parte del mondo, non so cosa mi abbia spinto a iscrivermi a Western Dream 2016 perché ero sola, non conoscevo nessuno salvo la voce di Gimmy che mi accompagnava nel tragitto in auto da casa al lavoro e mi salutava con buona fortuna! Mi piaceva, però, l’idea di festeggiare il mio compleanno nella Death Valley. Sono partita e ho fatto la scelta giusta.
Ho trovato persone con le quali ho condiviso il viaggio e in seguito altre iniziative, amici ai quali sono legata affettivamente e con alcuni ho ri-viaggiato lo scorso anno a Cuba.
Il ricordo del viaggio è colorato di rosso-arancio e di grandi dimensioni, tutto è grande in America ed essere lì ci aiuta a capire e a spiegare i nostri tanti perché europei. Almeno una volta nella vita dovremo andarci perché impariamo a pensare in un altro modo, stiamo in contatto con una natura insolita, le distanze sono enormi, e le strade di Los Angeles sono larghe come le nostre autostrade. L’esperienza in taxi a San Francisco è come essere in un film, fermiamo un taxi al volo e poi via per le strade della città con tutti i sali scendi che ci sono e poi il panorama della baia di notte, il Golden Gate Bridge illuminato e il Pier 39. Come si fa a non amare da subito una città così? Con, anche, un quartiere pieno di murales coloratissimi? Nel viaggio ho ritrovato la pittura di Pollock che tanto ho amato ma che ho compreso pienamente nel visitare i suoi luoghi. L’orizzonte nel West è sempre lontanissimo, le strade sono dritte e senza fine. A Las Vegas si perde il senso del tempo e dello spazio entrando negli hotel-casinò, il vero-falso delle città europee ricostruite è follia e divertimento. Come non ricordare il Grand Canyon e la passeggiata al suo interno, il tramonto e il silenzio degli spazi smisurati? Lì veramente entriamo nell’infinito, ci sentiamo piccoli ma parte del cosmo. È un’esperienza unica sentire il calore del sole che entra profondamente nel nostro corpo, il caldo è secco, non si suda, nella Death Valley si può resistere al massimo alcuni minuti alla temperatura di quasi 50° ma è bellissimo essere nel mezzo al deserto di sale, sotto il livello del mare e vedere un miraggio. Lì percepisco per la prima volta in vita mia tutta la potenza del sole e il suo calore sulla mia pelle, veramente mi scalda dentro, sento la sua forza, sarà perché è il pianeta governatore del mio segno astrologico, ma mi sembra di ri-conoscerlo. Come ho la sensazione di ri-conoscere quella terra rossa- arancio che ha i miei colori preferiti. Non si dimentica facilmente la luce del tramonto al Horseshoe Bend Canyon e l’incredibile percorso del Colorado, non si dimentica l’immensità. Il far west, i villaggi con gli sceriffi, tutto quello che abbiamo visto al cinema lo viviamo in prima persona. Bryce Canyon, i miei occhi divorano panorami e scorci mozzafiato, una scodella con dentro migliaia di personaggi fatti di roccia rossa ed io ci sono dentro! E poi la visita alla Monument Valley quella degli indiani, dei film western, quella con le enormi rocce rosse di fuoco che hanno forme di animali o altro. La polvere rossa mossa dal vento ci entra in ogni parte e la respiriamo, odorosa di pioggia. Più tardi un arcobaleno grande e perfetto ci accompagna nel sogno americano che continuiamo a percorrere “on the road”.

 

Presentazione “Sono Angelica voglio vendetta”

?Firenze, si è svolta oggi, venerdì 16 marzo, la conferenza stampa di presentazione del film Sono Angelica voglio vendetta, di Andrea Zingoni, che sarà proiettato in anteprima per il pubblico martedì 20 marzo alle ore 21.00 al cinema La Compagnia.

Sinossi:
Angelica Tornatori, 19 anni, modella, dj, cantante e producer di successo. Una hit nelle
principali classifiche internazionali lanciata da uno stravagante cartoon musicale. Nella clip
DJA (DJ Angelica) in costume da supereroina, combatte tra le vie di Firenze le orde di
zombi stupratori, e grazie all’aiuto della statua del David di Michelangelo, salva la pelle
alle ninfe del Botticelli. Angelica ha tutto dalla vita: bellezza, successo, libertà. Ed è una
bravissima ragazza che crede nelle stelle, nell’amicizia, nella convivenza civile; a suo modo
di vedere per gli esseri umani c’è ancora speranza.
Vive in una grande casa in via dell’Inferno, nel centro fiorentino, che divide con gli amori
della sua vita, la promoter Maria Romei e Raul, visual-artist. Un triangolo amoroso pieno
di energia e dolcezza.
All’improvviso la sua vita da sogno cambia. Viene rapita, stuprata da un branco, mutilata,
rischia di perdere un occhio. In pieno stress post-traumatico la sua vita diventa un abisso
di angoscia e dolore. La sfortuna la perseguita, e mentre lei è in ospedale muore suo
padre, un baritono di grande successo.
In preda agli attacchi di panico, Angelica non dorme, non mangia. E’ ossessionata dai
flashback del suo stupro, e dalla visione dei suoi stupratori che le si materializzano davanti
come fantasmi. Le indagini della polizia sono rivolte verso il mondo della droga.
Considerano quello di Angelica uno stupro punitivo e insinuano che la ragazza sia
coinvolta in qualcosa di losco, contribuendo in tal modo a deprimerla ancora di più.
Aiutata da Raul e Maria, Angelica prova a curarsi, lunghe passeggiate, sedute dalla
psicologa, visite mediche. Esplorando la città, trascinandosi col suo bastone, scopre il
luogo dove spacciano due dei suoi stupratori. Dopo aver compiuto un rituale
propiziatorio, una notte, attraversa in pieno attacco di panico il centro affollatissimo di
Firenze, raggiunge il parco dello spaccio, e in un raptus uccide uno dei suoi massacratori
a colpi di bastone.
Le crisi non si placano, nel tentativo estremo di curarla, Maria e Raul la mandano in
Svizzera, da un terapista che usa droghe psichedeliche ricavate da piante sacre
amazzoniche.
La sconvolgente terapia sciamanica funziona. Angelica sta meglio, passa una serena
convalescenza nel suo studio di registrazione nel Chianti toscano, circondata dalla sua
crew. E’ cambiata, è cresciuta. Torna a suonare, incide una nuova canzone ‘Incident Of
Love’ mettendo in musica delle poesie di Emily Dickinson.
Ben presto però i fantasmi tornano a trovarla. Accompagnata da Maria e Raul, Angelica
rientra a Firenze, disperata tenta di suicidarsi. Solo il ricordo del padre la spinge a
desistere.
E’ allora che decide shakespearianamente che l’unica sua cura è la vendetta. Recupera il
costume da supereroina, lo restaura, lo indossa, si trucca, e a notte fonda percorre
epicamente le strade di una Firenze deserta. Si ferma a meditare sul Ponte Vecchio, corre
inebriata nel cortile degli Uffizi, attraversa Piazza Pitti, il Duomo, Santo Spirito. Salva una
ragazza da un molestatore ubriaco, saluta Dante, si mette in posa in Piazza della Signoria
davanti alla statua del David, come nel cartoon del suo videoclip musicale.
Ora vuole giustizia. Ora vuole vendetta, e non importa se la vendetta sconvolgerà i suoi
affetti più cari. Non possiede nessun superpotere, è fragile, è ancora completamente fuori
forma, ma chi l’ha distrutta si accorgerà presto che neanche la più cattiva ragazza può
essere così cattiva come una bravissima ragazza.
Si chiama Angelica, vuole vendetta.

Gimmy Tranquillo ha intervistato il regista del Film Andrea Zingoni:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/03/180316_05_SONO-ANGELICA_ZINGONI.mp3?_=3

Giornata Mondiale dell’Acqua 2018

?Firenze, Regione Toscana, Publiacqua e Water Right Foundation hanno presentato le iniziative sul territorio per celebrare la Giornata Mondiale dell’Acqua 2018.

Visite ad impianti ed a strutture degli acquedotti storici del nostro territorio, attività didattiche, immersioni nel mondo dell’arte contemporanea e teatro.

Questo e molto altro nel programma offerto alle scuole del territorio grazie alla collaborazione di partner d’eccellenza come il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, Fondazione Toscana Spettacolo, Compagnia TPO, Museo delle Terre Nuove, Biblioteca Tiziano Terzani di Campi Bisenzio, Associazione Bastioni.

Didattica e tanto altro. Il ventidue marzo, data scelta dall’ONU per celebrare la Giornata Mondiale dell’Acqua, è da anni una data da segnare con un circoletto rosso per Publiacqua e Water Right Foundation.

Una data da celebrare sul territorio con i cittadini e soprattutto con gli studenti e gli insegnanti delle scuole che nel corso dell’anno partecipano ai laboratori sull’acqua  o visitano gli impianti dell’acquedotto. Un numero sempre crescente che nello scorso 2017 ha raggiunto gli oltre 14.800 studenti di 580 classi che hanno partecipato alle attività didattiche di Publiacqua e WRF e che in questo 2018 contiamo di superare.

Nel complesso sono state 230 le scuole del territorio che hanno partecipato alle iniziativa di educazione ambientale e 180 le visite all’Impianto dell’Anconella. Anche per questo 2018 sono infatti moltissime le iniziative messe in campo da Publiacqua e WRF e, in particolare, questa mattina in Regione Toscana sono state presentate quelle organizzate per celebrare il 22 marzo alla presenza, tra gli altri, di Federica Fratoni, Assessore all’Ambiente della Regione Toscana, Simone Barni, Vicepresidente di Publiacqua, Mauro Perini, Presidente di WRF e dei rappresentanti dei partner dell’iniziativa.

Già perché anche per questa edizione Publiacqua e WRF si avvalgono della collaborazione e del “know how” di soggetti che, sul territorio, rappresentano eccellenze nel loro settore come il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Compagnia TPO, Museo delle Terre Nuove, Biblioteca Tiziano Terzani di Campi Bisenzio, Liber e l’Associazione Bastioni.

Una squadra di alto livello per offrire ai nostri giovani cittadini visite ad impianti ed a strutture degli acquedotti storici del nostro territorio, attività didattiche, immersioni nel mondo dell’arte contemporanea e teatro.

Gimmy Tranquillo ha intervistato Federica Fratoni, Assessore all’Ambiente della Regione Toscana ed e Filippo Vannoni, presidente di Publiacqua:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/03/180316_04_GIORNATA-ACQUA_FRATONI-VANNONI.mp3?_=4
Exit mobile version